Giorgio Morpurgo

militare italiano

Giorgio Morpurgo (Roma, 31 ottobre 1892Seròs, 23 dicembre 1938) è stato un ufficiale italiano.

Giorgio Morpurgo
NascitaRoma, 31 ottobre 1892
MorteSeròs, 23 dicembre 1938
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Armafanteria
Specialitàbersaglieri
GradoTenente colonnello
Guerreprima guerra mondiale
guerra di Spagna
vedi note
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Biografia modifica

Allievo della Scuola militare di Roma e poi dell'Scuola Militare di Modena, ottenne la nomina a sottotenente nel marzo 1915 e venne destinato al 1º Reggimento bersaglieri che raggiunse in Tripolitania.[1] Prese parte come ufficiale volontario alla campagna di Libia[2] prima guerra mondiale. Promosso tenente il 1º aprile 1916 e capitano dal giugno 1917, dopo essersi fatto notare per la sua attività al confine tunisino, data la sua perfetta conoscenza della lingua araba, veniva rimpatriato nel gennaio 1918 per raggiungere al fronte il 5º Reggimento bersaglieri, rimanendo con il suo reggimento a Trieste dalla fine della guerra fino al 1920 per poi prestare servizio presso l'Ufficio informazioni del Comando Generale delle Truppe della Venezia Giulia fino al marzo 1921.[1]

Avendo subito aggressioni da parte dei social-comunisti durante il biennio rosso[2] aderì al Fascismo.

Dopo aver frequentato la Scuola di guerra, venne trasferito in Servizio di stato maggiore nel gennaio 1926[3], entrando a far parte del Corpo di stato maggiore alla fine dello stesso anno, quando l'ordinamento del Regio Esercito del 1926 introdusse il Corpo di stato maggiore.[1] Trasferito al Corpo Armata di Firenze per incarichi speciali prestò servizio presso l'Istituto Geografico Militare dal gennaio 1927 e lasciò l'incarico due anni dopo, quando promosso maggiore venne destinato al comando un battaglione dell'8º Reggimento bersaglieri, facendo rientro nel Corpo di stato maggiore nel 1931.[1]

Guerra civile spagnola modifica

Promosso tenente colonnello nel 1935 allo scoppio della guerra civile spagnola chiese di partire volontario per combattere il Comunismo[2] e nel gennaio 1937 raggiunse la Spagna pochi giorni prima della presa di Malaga da parte dei franchisti, avvenuta l'8 febbraio 1937, e divenne membro dello Stato Maggiore del Corpo Truppe Volontarie.[1] Pur di religione cattolica era figlio di israeliti e a causa delle leggi razziali fu richiamato in patria per il congedo "perché di razza ebraica"[2]. Prima di partire, il 23 dicembre 1938, nelle prime fasi della battaglia di Catalogna, immediatamente dopo aver appreso che, in base al regio decreto-legge 22 dicembre 1938, n. 2111, sarebbe stato espulso dall’esercito, chiese di guidare l'ultimo attacco in zona nemica e dopo aver intonato l'inno del PNF "Giovinezza" si lanciò verso le linee avversarie in una missione suicida, trovando la morte[4].

Lo storico Renzo De Felice raccontò in seguito che dopo aver ottenuto di poter prendere parte ad un'ultima azione di guerra, "prima che questa avesse inizio, uscì da solo allo scoperto dirigendosi verso le posizioni nemiche, camminando lentamente e senza tener conto delle ingiunzioni a fermarsi che da esse gli venivano rivolte: ferito, continuò ad avanzare sino a che non fu colpito al cuore"[5].

Il suo fu uno dei diversi casi di suicidio avvenuti tra gli ebrei italiani in seguito alla promulgazione delle leggi razziali, anche tra le file dell'esercito[6]. Il regime fascista, nascondendo l'effettiva dinamica dell'episodio, lo insignì della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria[7][8].

Onorificenze modifica

Oltre che della medaglia d'oro al valor militare alla memoria Giorgio Morpurgo venne decorato con tre medaglie di bronzo al valor militare.

«Ufficiale di Stato Maggiore incaricato di una speciale missione nelle prime linee l'assolveva con l'appassionata competenza che aveva prodigata in numerose precedenti battaglie. Giunta l'ora suprema della fanteria, preso dal suo spirito eroico e avvinto dall'onda di entusiasmo che aveva infiammato le truppe, si portava alla testa dei più arditi, incitandoli al canto guerriero di « Giovinezza ». Ripetutamente ferito alle braccia insisteva nel proposito di superare un reticolato ancora intatto finché un'ultima fucilata gli trapassava il cuore, abbattendolo sugli stessi appostamenti nemici.»
— Testa di Ponte di Seros, 23 dicembre 1938[1][9]
— Sierra de Montenegral, 3 aprile 1938[1]

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i Giorgio Morpurgo
  2. ^ a b c d Romeo di Colloredo Frecce nere, p. 151.
  3. ^ Giovanni Cecini, Giorgio Morpurgo, un ufficiale travolto dalle leggi razziali, Rivista militare, n. 1/2021, p. 13.
  4. ^ Valerio Di Porto, L'anniversario della Guerra civile spagnola e il ruolo dei combattenti ebrei, su moked.it. URL consultato il 1º agosto 2011.
  5. ^ Giano Accame, La morte dei fascisti Mursia, 2010, Milano, pag 155
  6. ^ Gianni Rossi, Il dramma dell'ebreo "nero" (PDF), in La destra e gli ebrei: una storia italiana, Soveria mannelli, Rubbettino editore, 2003, pp. 50-52, ISBN 88-498-0592-6. URL consultato il 1° agosto 2011.
  7. ^ Paolo Vita-Finzi, Giorni lontani. Appunti e ricordi, Il Mulino, 1989, p. 392.
  8. ^ Ilaria Pavan e Guri Schwarz (a cura di), Gli ebrei in Italia tra persecuzione fascista e reintegrazione postbellica, Firenze, Giuntina, 2001, p. 167.
  9. ^ Morpurgo Giorgio - Medaglia d'oro al valor militare, su quirinale.it. URL consultato il 17 settembre 2017.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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