Narciso de Esténaga y Echevarría

Narciso de Esténaga y Echevarría (Logroño, 29 ottobre 1882Miguelturra, 22 agosto 1936) è stato un vescovo cattolico spagnolo. È uno dei tredici vescovi uccisi nella zona repubblicana durante la guerra civile spagnola, vittima della persecuzione religiosa.

Narciso de Esténaga y Echevarría
vescovo della Chiesa cattolica
Mons. Esténaga y Echevarría nel 1930.
 
Incarichi ricoperti
 
Nato29 ottobre 1882 a Logroño
Ordinato presbitero1907
Nominato vescovo14 dicembre 1922 da papa Pio XI
Consacrato vescovo22 luglio 1923 dal cardinale Enrique Reig y Casanova
Deceduto22 agosto 1936 (53 anni) a Miguelturra
 
Beato Narciso de Esténaga y Echevarría

Vescovo e martire

 
Nascita29 ottobre 1882 a Logroño
Morte22 agosto 1936 (53 anni) a Miguelturra
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione28 ottobre 2007 da papa Benedetto XVI
Ricorrenza22 agosto

Biografia modifica

Monsignor Narciso de Esténaga y Echevarría nacque a Logroño il 29 ottobre 1882.

Formazione e ministero sacerdotale modifica

Orfano del padre bracciante e della madre lavandaia, crebbe prima a Vitoria e poi in una scuola per orfani a Toledo fondata da Joaquín de Lamadrid, che sarebbe stato martirizzato nel mese di agosto del 1936. Egli rimase colpito dalla vivace intelligenza del bambino. Lamadrid gli fece ottenere una borsa di studio grazie alla quale poté studiare al seminario di Toledo. Si laureò in giurisprudenza.

Nel 1907 fu ordinato presbitero per l'arcidiocesi di Toledo. Oltre che per il diritto, aveva un debole per la storia e l'arte. Grazie suo talento fu subito nominato canonico della cattedrale primaziale.[1] Quattro anni più tardi, nel 1913, fu promosso ad arcidiacono della cattedrale di Toledo.[2]

Ministero episcopale modifica

Amico e confessore di re Alfonso XIII di Spagna, dopo quindici anni di ministero sacerdotale, il 20 novembre 1922 il monarca lo scelse come priore di Ciudad Real, una circoscrizione ecclesiastica che all'epoca era affidata alla cura spirituale degli antichi ordini militari.[3] Il 14 dicembre dello stesso anno papa Pio XI confermò la nomina e gli assegnò la sede titolare di Dora. Il re in persona lo investì del titolo di cavaliere dell'Ordine di Santiago.[4] Ebbe come padrini il conte Juan Mariano de Goyeneche y Gamio e la duchessa di Goyeneche. Ricevette l'ordinazione episcopale il 22 luglio successivo a Madrid dal cardinale Enrique Reig y Casanova, arcivescovo metropolita di Toledo, coconsacranti l'arcivescovo metropolita di Valencia Prudencio Melo y Alcalde e il vescovo di Madrid Leopoldo Eijo y Garay. Il 12 agosto fece il suo ingresso solenne a Ciudad Real.

Parlò al congresso nazionale catechistico di Granada del 1929, al congresso ibero-americano di Siviglia e al congresso eucaristico di Toledo.

Era corrispondente della Real Academia de la Historia e della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando e accademico e direttore dell'Academia de Bellas Artes y Ciencias Históricas de Toledo. Parlava diverse lingue e scrisse alcuni libri, tra cui una storia della cattedrale di Toledo lasciata incompiuta. Nell'aprile del 1936 il presidente della Repubblica Niceto Alcalá Zamora gli commissionò l'Elogio fúnebre de Lope de Vega in occasione del terzo centenario della morte di Phoenix di Wits.

Quando scoppiò la guerra civile si venne a creare una situazione equivoca. Il governatore civile di Ciudad Real, Germán Vidal Barreiro, era un sostenitore di Santiago Casares Quiroga e promosse la moderazione ma non impedì i massacri compiuti dai militanti. Nonostante il pericolo, il vescovo decise di rimanere nella sua diocesi. Quando il contingente della Guardia Civil di stanza in città fu trasferito a Madrid, il vescovo rimase in balia dei radicali di sinistra. Il 5 agosto i militanti fecero irruzione e perquisirono il suo palazzo. Il 13 dello stesso mese fu forzatamente costretto a lasciare la sua casa insieme al suo cappellano, don Julio Melgar. Si stabilì a casa di un amico, Saturnino Sánchez Izquierdo, che più tardi sarebbe stato ucciso.

 
Croce eretta in sua memoria nel luogo dell'esecuzione a Peralvillo Bajo (Miguelturra), sulle rive del fiume Bañuelos.

La mattina del 22 agosto i militanti presero con la forza il vescovo e il suo cappellano. Non opposero resistenza. Li condussero vicino a Peralvillo del Monte, sulle rive della Guadiana e a otto chilometri da Ciudad Real. Lì vennero fucilati. Il punto esatto dell'esecuzione è attualmente nel comune di Miguelturra e leggermente sommerso dal bacino del serbatoio del fiume Bañuelos, a 500 metri dal sua sbocco della Guadiana. Sulla sponda, l'Azione Cattolica Spagnola eresse un memoriale che ricorda i fatti.

I corpi vennero trovati il giorno dopo e furono trasferiti al cimitero della città. Fu sepolto nella tomba del capitolo della cattedrale. Qualche tempo dopo la vittoria della fazione nazionalista, il 10 maggio 1940, il suo corpo fu traslato nella cattedrale di Ciudad Real e posto sotto una lapide ai piedi dei gradini dell'altare con un riassunto di quanto accaduto in latino. In seguito le sue spoglie furono spostate in una cappella laterale, dove vennero posti anche i resti del suo segretario.

Beatificazione modifica

Il 28 aprile 2006 papa Benedetto XVI ricevette in udienza privata il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, e lo autorizzò a promulgare il decreto riguardante il martirio dei Servi di Dio Narciso de Esténaga y Echevarría, vescovo di Ciudad Real, e 10 compagni.

Monsignor de Esténaga y Echevarría e altri 497 martiri della guerra civile spagnola vennero beatificati il 28 ottobre 2007 durante una cerimonia tenutasi in piazza San Pietro a Roma e presieduta dal cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle cause dei santi.[5][6]

La festa liturgica del beato Narciso de Esténaga y Echevarría e compagni martiri del XX secolo in Spagna si celebra il 6 novembre.

Il suo elogio si legge nel Martirologio romano al 22 agosto.

Genealogia episcopale e successione apostolica modifica

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Onorificenze modifica

Onorificenze spagnole modifica

Onorificenze straniere modifica

Note modifica

  1. ^ Real decreto nombrando para la Canonjía de la Santa Iglesia primada de Toledo, vacante por defunción de D. Santiago Garcia, al Prebitero, Doctor D. Narciso Esténaga y Echevarria. Gaceta de Madrid n° 40, del 09/02/1909, pagina 350
  2. ^ Real decreto promoviendo, á la Dignidad de Arcediano, vacante en la Santa Iglesia primada de Toledo, al Presbítero Doctor don Narciso Estenaga y Echevarría.Gaceta de Madrid n° 299, del 26/10/1913, pagina 271
  3. ^ Real Decreto nombrando para el Priorato de las Ordenes Militares a D. Narciso de Esténaga y Echevarría. Gaceta de Madrid n° 342, del 08/12/1922, pagina 1003
  4. ^ Real decreto haciendo merced de Hábito de Caballero de la Orden Militar de Santiago a D. Narciso de Estenaga Echevarría Lizarralde y del Campo. Gaceta de Madrid n° 171, del 20/06/1923, pagina 1103
  5. ^ Carta apostólica con la que el Sumo Pontífice Benedicto XVI inscribe en el catálogo de los beatos a los 498 siervos de Dios mártires en España (26 ottobre 2007)
  6. ^ Omelia del cardinale José Saraiva Martins pronunciata nella cerimonia di beatificazione di 498 mártires della persecuzione religiosa in España (28 ottobre 2007)

Bibliografia modifica

  • Campo Real, Francisco del (2007). Mártires de Ciudad Real: El obispo Narciso de Estenaga y diez de sus diocesanos mártires. EDIBESA. ISBN 978-84-8407-253-9.
  • Cárcel Ortí, Vicente (2000): La gran persecución: España, 1931-1939 Barcelona, Planeta. ISBN 84-08-03519-3
  • Jimeno Coronado, José; Jiménez Gómez, Francisco M. (2004). El cayado roto. Narciso Estenaga, Obispo de Ciudad Real. B.A.C. ISBN 978-84-7914-7389.
  • Montero Moreno, Antonio (1999 [1961]): Historia de la persecución religiosa en España, 1936-1939. Madrid, Edicionas Católicas. ISBN 84-7914-383-5
  • Redondo, Gonzalo (1993): Historia de la Iglesia en España, 1931-1939, en dos tomos. Madrid, Rialp. ISBN 84-321-2984-4

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