Passo della Cisa
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Il passo della Cisa è il valico dell'Appennino settentrionale, che separa l'Appennino ligure dall'Appennino tosco-emiliano; è posto ad un'altitudine di circa 1041 m s.l.m., tra le province di Parma e Massa-Carrara e permette i collegamenti tra l'alta val Taro e la Lunigiana. Per esso transita la SS 62 della Cisa, che collega Sarzana a Verona, mentre sotto il valico, in galleria, passa invece l'autostrada A15 Parma-La Spezia (o Autocamionale della Cisa), che mette in diretta comunicazione su strade ad alta velocità la Pianura Padana a nord con la riviera Ligure e la Versilia a sud.
Passo della Cisa | |
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Stato | ![]() |
Regione | ![]() ![]() |
Provincia | ![]() ![]() |
Località collegate | Succisa Fornovo Berceto |
Altitudine | 1 041 m s.l.m. |
Coordinate | 44°28′17.76″N 9°55′41.88″E / 44.4716°N 9.9283°E |
Infrastruttura | ![]() |
Costruzione del collegamento | antecedente il XIII secolo |
Pendenza massima | Da Pontremoli 8,5% Da Ghiare di Berceto 8,0% |
Lunghezza | Da Pontremoli 18,0 km Da Ghiare di Berceto 19,6 km |
Chiusura invernale | no |
Mappa di localizzazione | |
StoriaModifica
Data la sua particolare posizione e grazie al fatto che in inverno era uno dei pochi passi aperti sul crinale, storicamente fu oggetto di dispute per il controllo delle merci che vi transitavano, dirette al mare.
Al tempo dell'espansione romana verso le Gallie, fu probabilmente il passo che la via Emilia Scauri superava per aggirare l'Appennino ligure fino a Dertona (Tortona). La strada fu costruita dal censore Marco Emilio Scauro nel 109 a.C. Dopo Dertona ridiscendeva verso Vada Sabatia (Vado Ligure) dopo aver nuovamente superato l'Appennino ligure al passo di Cadibona.
Nel XVI secolo segnava il confine tra il Ducato di Parma e Piacenza ed il Granducato di Toscana, dopo aver delimitato il confine fra le terre dei Longobardi e dei Bizantini.
Istituzionalizzato come via di pellegrinaggio intorno al 718 d.C. – anno in cui Moderanno, vescovo di Rennes, percorse questa strada per recarsi a Roma[1] – nel Medioevo era noto con il nome di monte Bardone. Celebre fra i pellegrini che, provenienti dal nord Italia, dalla Francia e dalla Germania, percorrevano la via Francigena per raggiungere il cuore della cristianità, era conosciuto per l'antico Ospizio di Santa Maria, edificato poco prima dal valico con lo scopo di fornire ristoro ed alloggio ai viandanti.
Durante la seconda guerra mondiale, tra il 30 giugno e il 7 luglio del 1944 la zona fu teatro dell'operazione Wallenstein, una serie di rastrellamenti di partigiani effettuati da forze naziste.[2]
Monumenti e luoghi d'interesseModifica
Santuario della Madonna della GuardiaModifica
Costruito in forme neoromaniche e neogotiche tra il 1919 e il 1922, l'edificio fu elevato a santuario mariano nel 1930 con l'incoronazione della statua bronzea della Madonna della Guardia, proclamata nel 1965 patrona di tutti gli sportivi; la chiesa, circondata da un deambulatorio, ospita un coro ligneo intarsiato neorinascimentale, decorato con piccoli dipinti a olio.[3][4] Ogni anno il 29 agosto, giorno dedicato a Nostra Signora della Guardia, molti fedeli vi si recano in pellegrinaggio, provenendo dalle province di Parma, Massa-Carrara, La Spezia, Piacenza e Genova.
NoteModifica
- ^ Copia archiviata, su francigenaway.com. URL consultato il 29 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2014).
- ^ Operazione "Wallenstein": le stragi dell'estate, su eccidinazifascisti.parma.it. URL consultato il 26 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2014).
- ^ Santuario della Madonna della Guardia "Berceto", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 10 settembre 2018.
- ^ Santuario Madonna della Guardia – Berceto (Parma), su viaggispirituali.it. URL consultato il 10 settembre 2018.
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul passo della Cisa