Precotto
Precotto (Precòtt in dialetto milanese, AFI: [preˈkɔt]) è un quartiere di Milano, posto nella periferia nord-orientale della città, appartenente al Municipio 2.
Precotto | |
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Il centro del quartiere | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Milano |
Città | Milano |
Circoscrizione | Municipio 2 |
Codice postale | 20126, 20128 |
Altitudine | 133 m s.l.m. |
Nome abitanti | precottini |
Patrono | Arcangelo Michele |
Origine del nome
modificaSull'etimologia del nome del quartiere di Precotto vi sono ipotesi discordanti; da una parte, potrebbe trattarsi di una forma dialettale praa/pree ("prato/prati") + cott nel senso di "riarso/-i". D'altra parte, però, si segnala un antico toponimo pulcoctum (1148, 1153) o ad Pullum Coctum (1162), Precogio XIII secolo, latino ecclesiastico Praecautum, che potrebbe ricordare un'antica osteria lungo la strada tra Milano e Monza.[1]
Storia
modificaPrecotto era un piccolo centro abitato di antica origine, da sempre legato al territorio milanese, al cui interno era inserito nella Pieve di Bruzzano. Confinava con i comuni di Bicocca e di Segnano (poi fuso in Greco Milanese) ad ovest, Gorla Primo a sud, Crescenzago ad est e Sesto San Giovanni a nord. Oltre che dal centro abitato principale, il comune di Precotto era composto altre frazioni e località, tra le quali Villa San Giovanni e Brughirolo.
Agli atti del 1751, Precotto risultava come un villaggio di 260 abitanti saliti a 339 nel 1771 e a 494 nel 1805, nel pieno dell'età napoleonica, poco prima che nel 1808 il comune fosse soppresso e aggregato alla città di Milano[2], recuperando però l'autonomia dopo l'istituzione del Regno Lombardo-Veneto nel 1816.[3]
L'abitato, che nel 1853 fece registrare 834 residenti, continuò a crescere negli anni, 881 nel 1861 su una superficie di 179 ettari, arrivando a quota mille nel 1872, a 1586 nel 1901, e a 2557 nel 1911.
Precotto costituì un comune autonomo fino al 1920, quando venne annesso da Gorla Primo nel nuovo comune di Gorla-Precotto.[4] Tuttavia dopo soli tre anni anche il comune di Gorla-Precotto venne soppresso e annesso a Milano insieme ad altri dieci comuni.[5]
Come tutti i quartieri dell'area a nord del centro di Milano, Precotto ha iniziato a crescere sin dalla prima metà del novecento, a causa della progressiva industrializzazione. È nel secondo dopoguerra che però subisce un aumento vertiginoso della popolazione per via dell'enorme flusso migratorio che accomuna un po' tutte le città del nord Italia.
Infrastrutture e trasporti
modifica- Linea M1: stazione di Precotto, Villa San Giovanni e Sesto Marelli
Il quartiere di Precotto dal Viale Monza, la prima strada a collegare Milano con Monza, e in particolare con la Villa Reale. Questa strada, costruita nella prima metà del XIX secolo, è stata la principale strada che collegava le due città, fino all'apertura del Viale Fulvio Testi. Il quartiere avrebbe dovuto essere attraversato dalla Strada interquartiere Nord, che avrebbe collegato tra di loro i quartieri a nord del centro di Milano; tale progetto è stato sostituito dalla nuova tranvia Cascina Gobba-Certosa, che utilizzerà i binari già esistenti nel quartiere cha fanno parte parte della linea 7.
Nel quartiere sono presenti tre stazioni della linea M1 della metropolitana di Milano, Precotto, Villa San Giovanni e Sesto Marelli; quest'ultima si trova lungo il confine tra il territorio del comune di Milano e il territorio di Sesto San Giovanni. Presso il quartiere si trova anche il deposito di Precotto, costruito nella prima metà degli anni sessanta, oggi utilizzato e come deposito della metropolitana e tranviario. Precotto è, inoltre, lambito a ovest dalla ferrovia Milano-Monza, la seconda linea ferroviaria costruita in Italia.
Varie linee di autobus e una di tram, gestite da ATM, collegano Precotto ai quartieri limitrofi. In passato, Precotto era interessato al passaggio della linea tranviaria Milano-Monza, smantellata negli anni sessanta a seguito dell'apertura della metropolitana.
Geografia antropica
modificaAltre località
modificaVilla San Giovanni (già Villa, Villa in dialetto milanese, AFI: [ˈvila]) è un quartiere a nord di Precotto. La frazione di Villa era formata da poche cascine, su entrambi i lati della Strada provinciale per Monza. Come nel resto del quartiere, l'urbanizzazione della zona è iniziata nella prima metà del novecento, con la progressiva industrializzazione dell'area nord di Milano ed è esplosa esponenzialmente nel secondo dopoguerra.
Note
modifica- ^ Per queste etimologie, si veda Pierino Boselli, Toponimi lombardi, Milano, SugarCo 1977, p. 224
- ^ Sotto il Regno d'Italia, il 9 febbraio 1808, un decreto impose l'unione della città murata di Milano con il circondario per un raggio di 4 miglia. Così facendo, si trovarono ad essere annessi alla città trentacinque comuni (Affori, Bicocca, Boldinasco, Casa Nova, Chiaravalle, i Corpi Santi, Crescenzago, Dergano, Garegnano Marcido, Gorla, Grancino, Lambrate, Lampugnano, Linate superiore ed inferiore, Lorenteggio, Macconago, Morsenchio, Musocco, Niguarda, Nosedo, Poasco, Precentenaro, Precotto, Quarto Cagnino, Quinto Sole, Redecesio, Ronchetto, San Gregorio, Segnano, Sella Nova, Trenno, Turro, Vajano, Vigentino, Villapizzone). Tuttavia con il ritorno degli Austriaci tornarono immediatamente autonomi, e il comune di Milano tornò a coincidere con la cerchia dei Bastioni (notificazione del 12 febbraio 1816).
- ^ Notificazione 12 febbraio 1816
- ^ Regio Decreto n° 1013 del 1º luglio 1920, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 177 del 28 luglio 1920
- ^ Regio Decreto 2 settembre 1923, n. 1912, art. 1
Bibliografia
modifica- Ferdinando Scala, Precotto, Villa e il regio viale per Monza. Storia, fatti e misfatti di un borgo antico, Graphot, 2005, ISBN 978-8897122845.
- Fausto Bertinotti, Tutti i colori del rosso, Sperling & Kupfer, 1995, ISBN 9788820019693.
- Gianluca Grignani, La mia storia tra le dita, Rizzoli, 2010, ISBN 9788817043120.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Precotto
Collegamenti esterni
modifica- Precotto - Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it.