Equazione

uguaglianza tra due espressioni contenenti una o più variabili, dette incognite

Un'equazione (dal latino aequatio) è una uguaglianza matematica tra due espressioni contenenti una o più variabili, dette incognite. L'uso del termine risale almeno al Liber abbaci del Fibonacci (1228).

Un esempio di equazione

Se un'equazione ha incognite, allora ogni -upla (ordinata) di elementi che sostituiti alle corrispondenti incognite rendono vera l'uguaglianza è una soluzione dell'equazione. Risolvere un'equazione significa individuare l'insieme di tutte le sue soluzioni.

Descrizione

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Insiemi coinvolti in un'equazione

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  • L'insieme di definizione delle variabili incognite è l'insieme massimale degli elementi in uno specifico insieme ambiente di riferimento fissato a priori per cui le espressioni ad ambo i membri dell'equazione sono definite.
  • Il dominio delle variabili incognite è l'insieme degli elementi in cui si cercano le soluzioni dell'equazione. Il dominio deve essere contenuto nell'insieme di definizione.
  • L'insieme delle soluzioni è l'insieme formato dagli elementi che, sostituiti alla variabile incognita, rendono vera l'uguaglianza.
L'insieme delle soluzioni è condizionato dal dominio. Si consideri come esempio l'equazione
 
Questa equazione non ammette soluzioni se il dominio è l'insieme dei numeri razionali, mentre ammette due soluzioni se il dominio è l'insieme dei numeri reali:  . Analogamente, l'equazione
 
non possiede soluzioni reali ma è risolvibile se il dominio è il campo dei numeri complessi.

Teoremi di equivalenza

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Due equazioni si dicono equivalenti se i rispettivi insiemi delle soluzioni coincidono. Vi sono due principi che consentono di manipolare le equazioni per trovare l'insieme delle soluzioni; essi sono una conseguenza diretta delle proprietà delle uguaglianze:

  • Primo teorema di equivalenza: data un'equazione E, si ottiene un'equazione (semanticamente) equivalente a E aggiungendo o sottraendo ad ambo i membri una stessa espressione a patto che non vengano ristrette le condizioni di esistenza.
    Esempio:
 
 
 
  • Secondo teorema di equivalenza: data un'equazione E, si ottiene un'equazione (semanticamente) equivalente a E moltiplicando o dividendo ambo i membri di E per la stessa espressione, purché questa non restringa le condizioni di esistenza dell'equazione e non si annulli.
    Esempio:
 
 
 
 
l'equivalenza logica tra le prime due e le rimanenti equazioni non sussiste però per   che ne annulla il denominatore.

Notazioni

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Tipicamente in un'equazione compaiono, oltre alle incognite, dei coefficienti noti che moltiplicano le incognite stesse e dei termini noti che sono ad esse applicati tramite somma algebrica: questi elementi, se non sono esplicitati nel loro valore numerico, sono indicati in genere con le lettere  ,  ,  ... mentre alle variabili incognite sono convenzionalmente attribuite le ultime lettere dell'alfabeto ( ,  ,  ...).

Le soluzioni di un'equazione vengono generalmente indicate esplicitando le incognite delle espressioni che contengono le costanti ed eventuali parametri arbitrari. Ad esempio, la soluzione dell'equazione

 

dove   è un parametro non nullo, e il dominio è l'insieme dei numeri reali, si scrive come

 

Nomenclatura

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Un'equazione si dice:

  • determinata se l'insieme delle soluzioni è formato da un numero finito di elementi;
  • impossibile se l'insieme soluzione è l'insieme vuoto;
  • identità se l'insieme delle soluzioni coincide col dominio;
  • indeterminata se il numero delle soluzioni è infinito ma non coincide con l'intero dominio.

Risolubilità

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Risoluzione di un'equazione.

Dal teorema fondamentale dell'algebra[1], segue immediatamente che un'equazione polinomiale (cioè formata da un polinomio uguagliato a zero, in una variabile) di grado   ammette sempre   soluzioni nel campo complesso, di cui alcune possono essere multiple. In particolare un'equazione di grado   ammette almeno   soluzione e al massimo   soluzioni complesse differenti[2].

Per il teorema di Abel-Ruffini, non esiste una formula generale per esprimere le radici delle equazioni polinomiali di grado   o superiore tramite una formula per radicali. Viceversa le equazioni di primo grado, secondo grado, terzo grado e quarto grado ammettono una formula risolutiva generica. Casi particolari di equazioni di grado superiore al quarto possono comunque essere risolti tramite radicali.

Il metodo delle tangenti di Newton, sotto determinate ipotesi, fornisce un algoritmo per la risoluzione numerica delle equazioni. Un altro algoritmo con ipotesi più generali è il metodo di bisezione. Le soluzioni trovate mediante metodi numerici vengono chiamate approssimate in contrapposizione alle soluzioni date da formule chiuse che vengono chiamate esatte. Tuttavia alcune volte l'errore commesso tramite metodi approssimanti risulta minore di quello commesso nell'approssimazione ai numeri macchina implementando metodi esatti. (ne è un esempio il metodo di Mandelbrot per equazioni di quinto e sesto grado).

Classificazione delle equazioni

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Una prima classificazione delle equazioni può avvenire in questo modo:

Equazioni algebriche

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Le equazioni algebriche possono essere divise in vari gruppi in base alle loro caratteristiche; è necessario ricordare che un'equazione deve appartenere ad almeno e solo una delle categorie per ogni gruppo.

In base al grado del polinomio:

Possono inoltre essere divise in base alla presenza di incognite al radicando di radici:

  • equazioni non irrazionali;
  • equazioni irrazionali, contenenti radici con incognite al radicando, si classificano in base all'indice della radice:
    • indice pari;
    • indice dispari.

Equazioni omogenee

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Si definisce equazione omogenea un'equazione algebrica in più variabili i cui termini hanno tutti lo stesso grado. Un'equazione omogenea ammette sempre la soluzione banale con tutte le variabili uguali a   e, su un campo algebricamente chiuso, ammette sempre infinite soluzioni, infatti da ogni soluzione se ne ottengono infinite altre alterandole per un fattore di proporzionalità. Ad esempio:

 

ha per soluzioni, sul campo dei numeri complessi la coppia   e   e la coppia   e   con   e   numeri complessi qualsiasi.

Non è vero su un campo non algebricamente chiuso, infatti l'equazione omogenea

 

ammette come unica soluzione, sul campo dei numeri reali, la coppia   e  .

Equazioni trascendenti

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Le equazioni trascendenti coinvolgono almeno un'incognita come argomento di una funzione non polinomiale. Le più comuni categorie di equazioni trascendenti sono:

Equazioni con valori assoluti

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Le equazioni con valori assoluti contemplano oltre le incognite la presenza del valore assoluto di espressioni algebriche o trascendenti. Possiamo aver quindi:

  • equazioni algebriche con uno o più valori assoluti;
  • equazioni trascendenti con uno o più valori assoluti.

Equazioni funzionali

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Le equazioni funzionali hanno almeno un'incognita che è una funzione. Le più comuni categorie di equazioni funzionali sono:

In base alle espressioni letterali

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In base alla presenza di altre espressioni letterali tutte le equazioni possono essere divise in:

Altre categorie

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  • Le equazioni diofantee sono equazioni in cui si ricercano solo le soluzioni intere.
  • I sistema di equazioni sono una collezione di più equazioni di cui si ricercano delle soluzioni simultanee, cioè che verificano tutte le equazioni considerate contemporaneamente. Essi a loro volta possono essere suddivisi in tutte le altre categorie sopra menzionate.
  • Nel 1521 Francesco Galigai, fiorentino, riunì quanto studiato sino ad allora sulle equazioni di primo e secondo grado nel suo Summa de arithmetica stampato a Firenze da Bernardo Zucchetta.

Equazioni famose

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  1. ^ Il teorema fondamentale dell'algebra (PDF), su www-dimat.unipv.it, Università di Pavia. URL consultato il 27 ottobre 2013.
  2. ^ Una breve storia del Teorema Fondamentale dell'Algebra (TFA), su dm.uniba.it, Università di Bari. URL consultato il 27 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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