Bernardo D'Arezzo

politico, sindacalista e pubblicista italiano

Bernardo D'Arezzo (Pagani, 23 agosto 1922Roma, 13 settembre 1985) è stato un politico italiano, deputato della Democrazia Cristiana dal 1958 al 1979 e senatore dal 1979 al 1983. Fu ministro del turismo e dello spettacolo in due governi, tra il 1979 e il 1980.

Bernardo D'Arezzo

Ministro del Turismo e dello spettacolo
Durata mandato4 agosto 1979 –
3 aprile 1980
PresidenteFrancesco Cossiga
PredecessoreEgidio Ariosto
SuccessoreBernardo D'Arezzo

Ministro del Turismo e dello spettacolo
Durata mandato4 aprile 1980 –
18 ottobre 1980
PresidenteFrancesco Cossiga
PredecessoreBernardo D'Arezzo
SuccessoreNicola Signorello

Senatore della Repubblica Italiana
LegislaturaVIII
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CircoscrizioneCampania
CollegioEboli
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaIII, IV, V, VI, VII

[1], IV[2], V[3], VI[4], VII[5]

Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CircoscrizioneXXIII
CollegioBenevento-Salerno
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDemocrazia Cristiana
Titolo di studioLaurea in Economia e Commercio
ProfessioneDirigente INAM, pubblicista, sindacalista, dirigente di partito, dottore commercialista

Biografia modifica

Nacque a Pagani, in provincia di Salerno, da genitori d'origine contadina. Il padre divenne più tardi tranviere. Nel 1947 si laureò in Scienze economiche e commerciali all'Università degli Studi di Napoli Federico II, avendo come relatore di tesi Epicarmo Corbino, già ministro del Tesoro, e diventò in seguito dottore commercialista.

Il sindacato e le assicurazioni modifica

Fu attivo come sindacalista già durante gli studi universitari, stipulando il primo contratto nazionale dei lavoratori conservieri, in qualità di dirigente sindacale nazionale. Ricoprì diversi incarichi, da sindacalista o da esperto, presso l'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro le Malattie, le ACLI, le casse mutue artigiane e le casse dei coltivatori diretti.

Promosse, negli anni settanta, durante l'incarico come direttore dell'Ufficio Centrale della DC sui problemi delle assicurazioni, il 1º Convegno Nazionale dei problemi assicurativi. Vice presidente vicario del C.I.R.S.A. Centro Italiano Ricerche e Studi Assicurativi, affiancando il senatore Giuseppe Pella che occupava il ruolo di presidente e inoltre coordinò Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private, elaborando un documento che poi diverrà legge dello Stato.

Dal 1972 fu presidente del consiglio di amministrazione della S.I.D.A, Società di Assicurazioni del Gruppo Tirrena.

Nel 1984 venne chiamato a far parte del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Direttivo dell'INA Assitalia, Istituto Nazionale delle Assicurazioni.

Gli anni della Azione Cattolica, del sindacato e della scelta politica modifica

Proveniente dalla Gioventù di Azione Cattolica diretta da Luigi Gedda, e dalla FUCI, nel 1944 si iscrisse alla Democrazia Cristiana e nel 1946 fu impegnato in prima fila nel paese di origine Pagani e nell'agro nocerino sarnese, in favore del referendum istituzionale e in favore della scelta repubblicana, in un panorama locale, provinciale e regionale dominato dalle famiglie monarchiche.

 
Bernardo D'Arezzo con il Presidente Sen. Amintore Fanfani

Partecipò ai primi congressi provinciali dei gruppi giovanili della DC fino a che nel 1947 divenne componente del Comitato provinciale di Salerno della DC e nel 1952 venne eletto consigliere comunale a Pagani dove ricoprì la carica di capo della minoranza DC. Leader della corrente dei fanfaniani della provincia di Salerno, nel 1954 divenne segretario provinciale della DC. Durante il quinquennio della segreteria politica Fanfani, rivestì diversi incarichi come dirigente provinciale nella Giunta esecutiva.

L'elezione alla Camera e l'attività parlamentare modifica

 
Un comizio elettorale degli anni sessanta in provincia di Salerno.

Sull'onda dei successi elettorali ottenuti dalla Democrazia Cristiana in quasi tutti i comuni della provincia di Salerno durante le elezioni del maggio 1956, Bernardo D'Arezzo venne eletto per la prima volta deputato[6] con le elezioni del 25 maggio del 1958[7], avendo ottenuto nella circoscrizione Avellino-Benevento-Salerno 45.028 voti. Presenta 24 progetti di legge[8][9].

Nel 1963 è rieletto deputato[10][11] con 57.433 voti di preferenza. Presenta quale primo e co-firmatario 17 progetti di legge.[12]

Nel 1968 è nuovamente rieletto alla Camera nella V Legislatura[13] con oltre 71.000 voti. Dal 1968 al 1972 è sottosegretario di Stato alle Poste e telecomunicazioni, presenta quale primo e co-firmatario 1 progetto di legge.[14]

Riconfermato nel 1972 deputato[15][16] con oltre 110 000 voti, propone 9 progetti di legge e tra questi nel 1973 la prima legge di "definizione e disciplina delle operazioni di locazione finanziaria" - Leasing finanziario -[17][18]

Rieletto per la quinta volta, propone 11 progetti di legge[19].[20]

Nel giugno 1979 è candidato per la Democrazia Cristiana al Senato, dove viene eletto senatore nel collegio di Eboli[21].

Nel corso della VIII Legislatura fece parte delle seguenti Commissioni del Senato della Repubblica e delle Commissioni speciali sul terremoto del 1980:

  • 3ª Commissione permanente (Affari esteri) 4 agosto 1981 - 11 luglio 1983
  • 10ª Commissione permanente (Industria, commercio, turismo) 11 luglio 1979 - 25 settembre 1979 e 14 gennaio 1981 - 29 luglio 1981
  • 12ª Commissione permanente (Igiene e sanita') dal 26 settembre 1979 al 13 gennaio 1981
  • Commissione speciale per l'esame di provvedimenti riguardanti la ricostruzione dei territori colpiti dal terremoto del novembre 1980 dal 19 febbraio 1981 - 13 gennaio 1982
  • Commissione speciale modifiche ricostruzione eventi sismici 14 gennaio 1982 - 11 luglio 1983
  • Commissione bicamerale d'inchiesta sulla loggia massonica P2[22]

L'impegno nella Democrazia Cristiana e di Governo modifica

 
Giuramento Sottosegretario di Stato al Ministero delle Poste e telecomunicazioni - Governo Rumor

Nel 1968, nel Governo Leone II, venne nominato per la prima volta Sottosegretario di Stato alle Poste e Telecomunicazioni e in seguito riconfermato allo stesso dicastero nei cinque successivi Governi (Governo Rumor I, II e III, Governo Colombo I, Governo Andreotti I). In quel periodo gli venne affidata più volte la delega di Presidente del Consiglio di Amministrazione del Ministero delle Poste e dell'Azienda dei Telefoni di Stato. In rappresentanza del Governo prese parte attiva in numerose delegazioni, sottoscrivendo numerosi accordi internazionali con diversi paesi europei ma anche dell'Asia, del Medio Oriente e dell'Africa.

Dal 1962 fu consigliere nazionale della Democrazia Cristiana, ruolo che gli venne riconfermato nei successivi Congressi Nazionali di Milano, Roma e Napoli.

Dopo l'esperienza di Governo al Ministero di Viale Aventino, e ritornato all'impegno alla vita di partito, venne prima chiamato a far parte della Direzione Centrale della Democrazia Cristiana, quale Vice Segretario Organizzativo, e poi a dirigere l'Ufficio Centrale della DC sui problemi delle Assicurazioni.

Nel 1974 Dirigente dell'Ufficio Elettorale della DC, curò l'organizzazione elettorale del referendum sul divorzio.

 
I Governo Cossiga 4 agosto 1979 da sinistra: Gaetano Stammati, Vito Scalia, Adolfo Sarti, Bernardo D'Arezzo, Giulio Marcora, Sandro Pertini, Francesco Cossiga, Filippo Maria Pandolfi, Salvatore Valitutti, Virginio Rognoni, Franco Nicolazzi. Ludovico Ariosto, Attilio Ruffini

Governi Cossiga I e Cossiga II - Ministro del Turismo e spettacolo modifica

Ministro del turismo e dello spettacolo nel Governo Cossiga I del 1979, e riconfermato nel 1980 nel Governo Cossiga II, propone al Consiglio dei ministri 25 disegni di legge, di cui 5 di riforma nei settori del dicastero: cinema, turismo, attività sportiva, teatrale, musicale e lirica, circense.[23][24][25][26][27][28][29][30][31][1] alcuni vigenti:

 
Milano 1980 - Il Sen. D'Arezzo Ministro del Turismo in rassegna con il Gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa

La commissione d'inchiesta sulla P2 modifica

Al termine del mandato di Governo, il 10 novembre 1981 fu nominato nella Commissione bicamerale d'inchiesta sulla loggia massonica P2, presieduta da Tina Anselmi, che gli affidò la relazione su Licio Gelli, e partecipò attivamente ai lavori della commissione d'inchiesta fino al novembre 1982 quando durante una seduta e un interrogatorio del generale Raffaele Giudice, venne ricoverato d'urgenza per un edema polmonare acuto.

Per oltre 3 mesi e per la grave malattia che l'aveva colpito, si allontanò suo malgrado dai lavori parlamentari e dalla vita politica e dagli scenari politici nazionali e provinciali, mentre la legislatura si sciolse anticipatamente e vennero indette le nuove elezioni politiche del 26 giugno 1983.

La Democrazia Cristiana gli negò il collegio senatoriale di Nocera Pagani, e venne nuovamente candidato nel collegio di Eboli dove risultò il primo dei non eletti[32]

Da Pagani al governo del paese modifica

Nel 1960, nel quadro del Piano Case INA-Casa, di Amintore Fanfani, è promotore, con il contributo di Giulio Andreotti allora Ministro della Difesa, di una legge che permise la realizzazione, su un ex-suolo del demanio militare, di oltre 10 000 vani. Nello stesso periodo fece anche realizzare le infrastrutture scolastiche allora inesistenti nella città di Pagani.

In qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione dell'Ospedale Civile “Andrea Tortora”[33] di Pagani, si occupò alla costruzione di un nuovo complesso ospedaliero che trasformò la struttura ottocentesca del vecchio Ospedale Civile . Il 4 agosto 1968 il Ministro dei Lavori Pubblici, Lorenzo Natali, inaugurò la nuova struttura, tra le più moderne del mezzogiorno d'Italia, e la scarna decina di posti letto del vecchio nosocomio, aveva ormai lasciato spazio all'innovazione tecnologia, con oltre 300 posti letto. Realizza e Presiede la prima "Scuola professionali per Infermieri - G. Vaccaro" istituita presso l'Ospedale "Andrea Tortora" di Pagani. Si adoperò negli anni settanta al finanziamento e alla costruzione di due nuovi edifici ospedalieri, per ulteriori 500 posti letto, che affiancarono il primo inaugurato nel 1968 e che con il terremoto del 23 novembre 1980, non vennero completati dopo la sua morte nel 1985.

Nel 1973 fu tra i primi a proporre una legge sul leasing finanziario, modalità che permise l'ulteriore ampliamento del complesso ospedaliero paganese, e al progetto per la realizzazione di un centro di cardiochirurgia.

Dopo lunghi studi e ricerche, riuscì a convincere i dirigenti della società svedese Ericsson a investire nella realizzazione a Pagani e nella piana del Sele di un polo industriale elettronico; così venne inaugurata nel 1971 la Ericsson F.A.T.M.E., Fabbrica Apparati Telefonici e Materiali Elettrici,dove trovarono lavoro oltre 650 addetti.

Dopo poco tempo la piana del Sele vide la nascita anche di un'altra industria elettronica, la Telesud.

Nel 1976 venne inaugurato il nuovo Mercato ortofrutticolo di Pagani, il terzo in ordine di grandezza in Italia, nel 1982 fusosi con il mercato di Nocera Inferiore, tutt'oggi snodo cruciale per lo smistamento dei prodotti locali e di quelli provenienti da tutto il Mediterraneo.

Vicepresidente dell'Istituto italo-cinese, per il quale compie due viaggi per due mesi nella Repubblica Popolare Cinese, pubblicando con altri autori un volume "Cantiere Cina" per l'Ed. Mandelli.

L'ultimo anno modifica

Nel 1984 è nominato presidente dell'USL 50 di Nocera-Pagani e avvia un progetto di rilancio delle strutture sanitarie di Pagani e Nocera Inferiore, nell'ambito della riforma sanitaria, che prevedeva la costituzione di un polo ospedaliero avanzato, in una delle aree più densamente popolate della Campania e del Mezzogiorno, riprendendo e rilanciando la ultimazione dei due nuovi edifici che avevano subìto gravi danni con il terremoto del 1980.

I lavori di adeguamento dei due nuovi edifici dell'ospedale A. Tortora di Pagani sono poi ripresi dopo molti anni.

Nel 1985 l'ultimo incarico politico: è eletto segretario di sezione della DC a Pagani. Alla fine di agosto, un male incurabile ne determina un nuovo ricovero d'urgenza all'ospedale A. Tortora di Pagani, del quale era rimasto presidente del CdA.

Bernardo D'Arezzo muore a Roma al policlinico Gemelli il 13 settembre 1985.

 
Comune di Pagani (SA) Piazza Bernardo D'Arezzo

Dal 1991 la piazza del Municipio di Pagani è intitolata a Bernardo D'Arezzo.

 
26 ottobre 2015 - Comune di Pagani (SA) - Scopertura lapide commemorativa XXX Anniversario dalla scomparsa

Il 25 ottobre 2015, il sindaco del Comune di Pagani Salvatore Bottone, ha concluso il XXX anniversario dalla scomparsa con la scopertura di una lapide commemorativa sul Palazzo di Città, nella antistante piazza del Comune già intitolata a Bernardo D'Arezzo e voluta nel 1991 dalla'amministrazione comunale e dal sindaco Angelo Grillo.

 
Bernardo D'Arezzo 1922 - 1985

La poesia di Bernardo D'Arezzo modifica

Bernardo D’Arezzo aveva pubblicato due raccolte di poesie in vernacolo, nel 1976 "Poesia dal mio paese”, edito da Cappelli con la prefazione di Domenico Rea e ripubblicato per Marotta Editore nel 1979[34]. Sempre nel 1979 per Marotta Editore il secondo libro, “Vularria”, con prefazione di Antonello Trombadori presentato il 22 marzo 1979 al Circolo della Stampa di Napoli da Eduardo De Filippo, Diego Fabbri e Piero Piccioni e Domenico Rea.

Un terzo libro di poesie inedite, Verso l'infinito, è stato pubblicato a cura del Comune di Pagani nel 2015, con la prefazione di Luigi De Filippo.

Note modifica

  1. ^ La Camera dei Deputati, su legislature.camera.it. URL consultato il 15 agosto 2016.
  2. ^ La Camera dei Deputati, su legislature.camera.it. URL consultato il 15 agosto 2016.
  3. ^ La Camera dei Deputati, su legislature.camera.it. URL consultato il 15 agosto 2016.
  4. ^ La Camera dei Deputati, su legislature.camera.it. URL consultato il 15 agosto 2016.
  5. ^ La Camera dei Deputati, su legislature.camera.it. URL consultato il 15 agosto 2016.
  6. ^ La Camera dei Deputati, La Camera dei Deputati, su legislature.camera.it. URL consultato il 20 maggio 2017.
  7. ^ ::: Ministero dell'Interno ::: Archivio Storico delle Elezioni - Camera del 25 Maggio 1958, su elezionistorico.interno.it. URL consultato il 20 maggio 2017.
  8. ^ III Legislatura, su storia.camera.it.
  9. ^ Bernardo d'Arezzo: III Legislatura della Repubblica italiana / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico
  10. ^ IV Legislatura, su legislature.camera.it.
  11. ^ ::: Ministero dell'Interno ::: Archivio Storico delle Elezioni - Camera del 28 Aprile 1963, su elezionistorico.interno.it. URL consultato il 20 maggio 2017.
  12. ^ Bernardo d'Arezzo: IV Legislatura della Repubblica italiana / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico
  13. ^ ::: Ministero dell'Interno ::: Archivio Storico delle Elezioni - Camera del 19 Maggio 1968, su elezionistorico.interno.it. URL consultato il 20 maggio 2017.
  14. ^ Bernardo d'Arezzo: V Legislatura della Repubblica italiana / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico
  15. ^ VI Legislatura, su storia.camera.it.
  16. ^ ::: Ministero dell'Interno ::: Archivio Storico delle Elezioni - Camera del 7 Maggio 1972, su elezionistorico.interno.it. URL consultato il 20 maggio 2017.
  17. ^ Proposta di Legge n. 83 Camera dei Deputati 1973 (PDF), su camera.it.
  18. ^ Bernardo d'Arezzo: VI Legislatura della Repubblica italiana / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico
  19. ^ Bernardo D'Arezzo: VII Legislatura della Repubblica italiana / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico, su storia.camera.it. URL consultato il 22 giugno 2017.
  20. ^ Bernardo d'Arezzo: VII Legislatura della Repubblica italiana / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico
  21. ^ senato.it - Scheda di attività di Bernardo D'AREZZO - VIII Legislatura, su senato.it. URL consultato il 2 giugno 2017.
  22. ^ http://notes9.senato.it/web/senato.nsf/32c270ebc89efac6c12576420038e3b1/bf8d2ceaa2f4540c412563f8003b7fda?OpenDocument
  23. ^ http://www.camera.it/_dati/leg08/lavori/stampati/pdf/07660001.pdf
  24. ^ http://www.camera.it/_dati/leg08/lavori/stampati/pdf/08770001.pdf
  25. ^ http://www.camera.it/_dati/leg08/lavori/stampati/pdf/08780001.pdf
  26. ^ http://www.camera.it/_dati/leg08/lavori/stampati/pdf/08790001.pdf
  27. ^ http://www.camera.it/_dati/leg08/lavori/stampati/pdf/08800001.pdf
  28. ^ http://www.camera.it/_dati/leg08/lavori/stampati/pdf/08810001.pdf
  29. ^ http://www.camera.it/_dati/leg08/lavori/stampati/pdf/09420001.pdf
  30. ^ http://www.camera.it/_dati/leg08/lavori/stampati/pdf/12700001.pdf
  31. ^ http://www.camera.it/_dati/leg08/lavori/stampati/pdf/15400001.pdf
  32. ^ Elezioni del 26/06/1983 su elezionistorico.interno.it
  33. ^ aslsa1.it - aslsa1 Resources and Information., su aslsa1.it. URL consultato il 2 giugno 2017.
  34. ^ Bernardo D'Arezzo, Poesia da mio paese, 1979.

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