Casalbuttano ed Uniti

comune italiano

Casalbuttano ed Uniti (Cazalbütàan in dialetto cremonese) è un comune italiano di 3 644 abitanti della provincia di Cremona in Lombardia.

Casalbuttano ed Uniti
comune
Casalbuttano ed Uniti – Stemma
Casalbuttano ed Uniti – Bandiera
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Cremona
Amministrazione
SindacoGian Pietro Garoli (lista civica) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate45°15′N 9°58′E / 45.25°N 9.966667°E45.25; 9.966667 (Casalbuttano ed Uniti)
Altitudine60 m s.l.m.
Superficie22,88 km²
Abitanti3 644[1] (31-12-2021)
Densità159,27 ab./km²
FrazioniPolengo, San Vito
Comuni confinantiBordolano, Casalmorano, Castelverde, Castelvisconti, Corte de' Cortesi con Cignone, Olmeneta, Paderno Ponchielli, Pozzaglio ed Uniti
Altre informazioni
Cod. postale26011
Prefisso0374
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT019016
Cod. catastaleB869
TargaCR
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 389 GG[3]
Nome abitanticasalbuttanesi
Patronosan Giorgio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Casalbuttano ed Uniti
Casalbuttano ed Uniti
Casalbuttano ed Uniti – Mappa
Casalbuttano ed Uniti – Mappa
Posizione del comune di Casalbuttano ed Uniti nella provincia di Cremona
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Il comune è situato nella bassa pianura padana tra i fiumi Oglio e Po, a 14 chilometri di distanza in linea d'aria da Cremona. Il capoluogo del comune, Casalbuttano, si trova lungo il percorso dell'ex strada statale 498. Il Naviglio Civico divide il capoluogo dalla frazione San Vito, mentre l'altra frazione, Polengo, si trova 2 km a sud.

Storia modifica

Alcuni ritrovamenti risalenti all'età del bronzo, e altri reperti (per esempio monete romane) del I secolo a.C. fanno supporre che esistessero insediamenti umani nella zona già da quell'epoca, anche se ad oggi ciò non è stato dimostrato. Il suffisso longobardo -eng rilevabile nel nome della frazione Polengo, porta a ritenere che la località esistesse nell'alto medioevo.

Notizie certe sull'esistenza dell'abitato di Casalbuttano arrivano però dall'XI e dal XII secolo, epoca nella quale si sa che in paese fu eretto un castello, demolito però nel '700. Il paese fu dato alle fiamme nel 1212 durante una battaglia tra le truppe milanesi e quelle di Cremona.

Nel 1627 in piena dominazione spagnola, il paese fu assegnato in feudo alla famiglia Schinchinelli, che possedeva parecchie terre nella zona, mentre dal secolo successivo sino a tutto l'800 si registrò l'ascesa di due importanti e nobili famiglie, gli Jacini e i Turina, legati sia all'attività agricola in quanto proprietari di vasti appezzamenti di terreno e numerose cascine, sia e soprattutto all'attività industriale che andava imponendosi in quel tempo, la lavorazione della seta. In paese risultavano attivi a metà del XIX secolo quattro filande a vapore per il trattamento dei bozzoli, su un totale di 21 esistenti in tutto il territorio provinciale. L'attività tessile era la principale fonte di occupazione per gli abitanti del paese, che superarono per vari decenni le 6000 unità.

Nel 1867 i due comuni di San Vito e Polengo, fino ad allora autonomi, vennero soppressi ed aggregati a Casalbuttano. Il comune assunse quindi la denominazione di Casalbuttano ed Uniti[4].

Simboli modifica

Stemma

Lo stemma è stato riconosciuto con DCG del 9 luglio 1931.[5]

«Campo di cielo, al castello merlato di tre alla ghibellina, al naturale, aperto del campo, finestrato di tre, 2 e 1, e murato di nero, all'aquila dal volo spiegato al naturale, posata sui due merli laterali del castello. Ornamenti esteriori di Comune.»

Gonfalone

Il gonfalone è stato concesso con DPR del 6 marzo 1950.[5]

«Drappo partito di rosso e di bianco riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma comunale con l'iscrizione centrata in argento: COMUNE DI CASALBUTTANO ED UNITI. Le parti di metallo e i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dai colori rosso e bianco con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati di argento.»

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Nel centro storico di Casalbuttano si trovano alcuni edifici di un certo rilievo.

La chiesa parrocchiale, dedicata a san Giorgio, domina la piazza principale del paese. Esisteva già nel XII secolo ma l'edificio attuale fu realizzato tra il 1620 e il 1638, come anche il robusto campanile in mattoni alto 65 metri, che affianca la chiesa sul suo lato sinistro. La facciata, pur riprendendo nelle forme lo stile barocco del resto dell'edificio, è frutto di una ristrutturazione operata nel 1920. L'interno del tempio, a tre navate, conserva numerosi dipinti di pregio e uno dei più grandi e meglio conservati organi storici della provincia di Cremona, edificato nel 1831 dal varesino Luigi Maroni Biroldi ed ampliato nel 1892 da Natale Balbiani [6] di Milano.

La chiesa di San Francesco è un piccolo edificio, a navata unica, del XVII secolo. All'interno si trovano alcune tele di valore e sculture in legno di Giacomo Bertesi.

Il Palazzo Turina sede del municipio e il Palazzo Jacini sono due esempi di architettura signorile del XVIII secolo.

 
La Torre della Norma durante una nevicata

La Torre della Norma è una singolare costruzione neogotica collocata al centro di un parco. Fu eretta per ricordare il soggiorno a Casalbuttano di Vincenzo Bellini, compositore dell'omonima opera. Le fanno da contorno alcuni padiglioni dal gusto neogotico, e i resti delle scuderie.

Nella città si trova il santuario di Nostra Signora della Graffignana, situato lungo la strada provinciale SP86 nei pressi della frazione San Vito. L'edificio sacro fu costruito nel XVIII secolo sui resti di un più antico oratorio all'interno del quale la tradizione vuole sia avvenuto un evento miracoloso. L'interno, a unica navata, è costellato di ex voto.

La chiesa parrocchiale di Polengo è di antica origine, ma l'aspetto attuale è frutto di numerosi adattamenti avvenuti in varie epoche. L'elegante campanile è in mattoni a vista. Il tempio presenta un'inusuale planimetria a croce latina rovesciata, vale a dire con il braccio più lungo rivolto verso il presbiterio, segno di un probabile capovolgimento dell'orientamento della chiesa durante una sua fase di ristrutturazione.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[7]

Infrastrutture e trasporti modifica

Ferrovie modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Casalbuttano.

Il paese dispone di una propria stazione ferroviaria posta lungo la linea Treviglio–Cremona.

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
21 giugno 1985 24 giugno 1990 Emanuele Zerbini Democrazia Cristiana Sindaco [8]
28 giugno 1990 24 aprile 1995 Giuseppe Carrara Partito Comunista Italiano Sindaco
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Giuseppe Carrara sinistra Sindaco [9]
14 giugno 1999 8 giugno 2009 Guido Montagnini sinistra Sindaco
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Donato Daldoss centro-destra Sindaco
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Gian Pietro Garoli lista civica Sindaco
27 maggio 2019 in carica Gian Pietro Garoli lista civica Sindaco

Note modifica

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2021.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Carla Marcato (a cura di), Dizionario di Toponomastica, Torino, UTET, 1990, p. 150, ISBN 88-02-04384-1.
  5. ^ a b Casalbuttano ed Uniti, su Archivio Centrale dello Stato.
  6. ^ [1]
  7. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  8. ^ Anagrafe degli Amministratori Locali e Regionali, su amministratori.interno.gov.it. URL consultato il 17 agosto 2022.
  9. ^ La legislatura 1995-1999 durò solo quattro anni, secondo i termini fissati dalla Legge 25 marzo 1993, n. 81. Il mandato fu riportato a cinque anni in seguito alle modifiche introdotte dal Decreto Legislativo 167/2000.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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