Sandro Ruotolo

giornalista e politico italiano

Alessandro Ruotolo, detto Sandro (Napoli, 9 luglio 1955), è un giornalista e politico italiano.

Sandro Ruotolo

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato27 febbraio 2020 –
13 ottobre 2022
LegislaturaXVIII
Gruppo
parlamentare
Misto (fino al 29/04/2021)
Misto-Liberi e Uguali-Ecosolidali (dal 29/04/2021)
CoalizioneCentro-sinistra
CircoscrizioneCampania
Collegio7 (Napoli-Arenella)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politico Partito Democratico (dal 2023)
In precedenza
Indipendente di sinistra (fino al 2023)
Titolo di studioDiploma di maturità scientifica
ProfessioneGiornalista

Biografia modifica

Carriera giornalistica modifica

Ha iniziato l'attività giornalistica nel 1974, iniziando a lavorare per il quotidiano il manifesto.

Alle elezioni regionali in Campania del 1980 è candidato consigliere regionale per il Partito di Unità Proletaria per il Comunismo nelle province di Caserta e Napoli, ottenendo rispettivamente 113 e 192 preferenze e non risultando eletto.

Nel 1980 entra alla Rai, e sei anni dopo viene nominato inviato speciale per conto della sede della Campania. È corrispondente da Napoli per il TG2 e per il GR1. Nel 1991 lavora per il TG3, per tre stagioni televisive lavora a Mediaset con Michele Santoro, dal 1996 al 1999, per poi tornare in Rai dove viene prima assegnato a Rai 1 e poi a Rai 2.

Ha un fratello gemello, Guido, giornalista de La Stampa. Una sua cugina, Silvia Ruotolo, è stata nel 1997 vittima innocente della Camorra.[1]

 
Piero Marrazzo, Sandro Ruotolo e Giuseppe Giulietti alla manifestazione per la libertà di stampa, Roma piazza San Giovanni 14 settembre 2002

Nel 1988 inizia un'ininterrotta collaborazione con Michele Santoro. Diventa caporedattore e poi vicedirettore. Collabora a diversi programmi televisivi: Samarcanda, Il rosso e il nero, Tempo reale, Moby Dick, Moby's, Circus, Il raggio verde, Sciuscià, Annozero. Nell'ottobre del 2009, in corrispondenza di un'inchiesta sui rapporti tra mafia e Stato e dopo aver intervistato Massimo Ciancimino, riceve una lettera minatoria in cui viene minacciato di morte.[2]

Il 31 ottobre 2011, alla scadenza del suo contratto con la Rai, segue Michele Santoro e partecipa al programma Servizio pubblico. Alle elezioni politiche del 2013 si candida alla Camera dei deputati in sei circoscrizioni nella lista Rivoluzione Civile dell'ex magistrato Antonio Ingroia.[3] Inoltre è candidato Presidente alle regionali del Lazio nello stesso anno, sempre per Rivoluzione Civile.

Nel corso della campagna elettorale, al termine di un dibattito televisivo dell'8 febbraio si rifiuta di stringere la mano al candidato di CasaPound Simone Di Stefano, dichiarandosi "orgogliosamente antifascista".[4][5][6][7] L'11 febbraio seguente, sempre in campagna elettorale, alcuni militanti di CasaPound, durante un'iniziativa elettorale a Civita Castellana (Viterbo) fanno irruzione nella sala con un megafono e uno striscione con scritto "Ruotolo maleducato"[8].

A seguito del non confortante risultato nel Lazio (71.219 voti, pari al 2,18%), non viene eletto presidente e non accede neanche al Consiglio regionale.[9] A causa del mancato raggiungimento della soglia di sbarramento da parte della lista non sarà eletto nemmeno alla Camera.

Nel maggio del 2015 viene messo sotto scorta dopo aver ricevuto minacce da Michele Zagaria, boss dei Casalesi, a causa delle sue inchieste sul traffico di rifiuti tossici in Campania[10]. Nei primi giorni di febbraio 2019 viene ventilata la possibilità che la scorta gli sia revocata. A seguito di numerose proteste, la decisione viene sospesa il 5 febbraio successivo.

Dal 2015 collabora con il sito di informazione alganews.it[11] e, dal 2017, anche con Fanpage.it.[12] Nel 2018 recita come attore, impersonando se stesso, nel film Ed è subito sera per la regia di Claudio Insegno, con Franco Nero, sulla vita di Dario Scherillo, vittima innocente di camorra.

Senatore modifica

Nel 2020 annuncia la sua candidatura per le elezioni suppletive per il Senato della Repubblica nel collegio uninominale Campania - 07 (Napoli - Circoscrizione 7 San Carlo all'Arena) come indipendente sostenuto dal centro-sinistra per sostituire Franco Ortolani del Movimento 5 Stelle, deceduto il 23 novembre 2019.[13] Il 23 febbraio 2020 viene eletto senatore con il 48,45% dei voti, il doppio rispetto all’avversario del centro-destra Salvatore Guangi (24,06%) e a quello del Movimento 5 Stelle Luigi Napolitano (22,47%). L'affluenza è pari al 9,5%.[14] Iscrittosi inizialmente al Gruppo misto, il 29 aprile 2021 aderisce alla componente Liberi e Uguali-Ecosolidali.

Alle elezioni politiche del 2022 viene candidato alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale Campania 1 - 07 (Torre del Greco) dalla coalizione di centro-sinistra, ottenendo il 21,79% e venendo superato da Gaetano Amato del Movimento 5 Stelle (34,26%) e da Annarita Patriarca del centrodestra (33,99%), non è dunque rieletto.[15]

Il 9 marzo 2023 annuncia di essersi iscritto al Partito Democratico dopo la vittoria alle primarie di Elly Schlein della cui mozione era stato il portavoce in Campania.[16]

Filmografia modifica

 
Sandro Ruotolo al V-Day nel 2007.

Cinema modifica

Premi e riconoscimenti modifica

Gli sono stati assegnati i premi giornalistici:

Note modifica

  1. ^ Il camorrista Ruotolo, su sandroruotolo.splinder.com. URL consultato il 10-9-2009 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2011).
  2. ^ Sandro Ruotolo minacciato di morte, in La Stampa, 6 ottobre 2009. URL consultato il 6 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2009).
  3. ^ Sandro Ruotolo candidato con Ingroia e De Magistris, su Fanpage. URL consultato il 22 febbraio 2019.
  4. ^ Raffaello Binelli, Lazio, aggredito Sandro Ruotolo, su ilgiornale.it, il Giornale, 11 febbraio 2013. URL consultato il 3 febbraio 2019 (archiviato il 23 marzo 2017).
    «Sono nel mirino di CasaPound perché in occasione dell'incontro dell'8 febbraio con gli altri candidati presidenti del Lazio ho rifiutato di stringere la mano al candidato di CasaPound, perché sono convintamente antifascista»
  5. ^ Blitz di Casapound al comizio di Sandro Ruotolo - Tgcom24 - Foto, su tgcom24.mediaset.it. URL consultato il 22 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2013).
  6. ^ Casa Pound, aggressione al comizio di Ruotolo: "Mi hanno minacciato", su Il Fatto Quotidiano, 11 febbraio 2013. URL consultato il 22 febbraio 2019.
  7. ^ Intervista a Sandro Ruotolo su Romaitalialab.it, su romaitalialab.it. URL consultato il 13 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2013).
  8. ^ Lazio, aggredito Sandro Ruotolo
  9. ^ ELEZIONI LAZIO 2013 - Gli eletti - Risultati ed eletti - Speciale
  10. ^ Piero Rossano, Zagaria minaccia Ruotolo di morte. Il giornalista messo sotto scorta, su Corriere.it, 5 maggio 2015. URL consultato il 6 maggio 2015.
  11. ^ Archivio degli articoli di Sandro Ruotolo [collegamento interrotto], su alganews.it.
  12. ^ Italian Leaks, la trattativa Stato-Camorra nella gestione rifiuti in Campania, su fanpage.it. URL consultato il 15 gennaio 2017.
  13. ^ Napoli, Sandro Ruotolo: " Sarò il candidato di tutti, su la Repubblica, 22 gennaio 2020. URL consultato il 27 gennaio 2020.
  14. ^ Suppletive Senato, a Napoli vince Sandro Ruotolo ma urne semi deserte, su tgcom24.mediaset.it, TG Com 24, 24 febbraio 2020. URL consultato il 24 febbraio 2020.
  15. ^ Elezioni Camera 2022: i candidati delle 4 coalizioni, tutte le sfide uninominali
  16. ^ Pd, Sandro Ruotolo si iscrive al partito: dopo 43 anni torno per Elly Schlein e mandiamo a casa i signori delle tessere, su Corriere della Sera, 9 marzo 2023. URL consultato il 9 marzo 2023.
  17. ^ In memoria di "Mimmo Beneventano", su liberainformazione.org. URL consultato l'8-11-2009 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2010).
  18. ^ Sassano: Premio "Orchidea d'Argento" ai giornalisti Russo, Di Marino e Ruotolo e cittadinanza onoraria al presidente Lucarelli, su Ondanews.it, 18 maggio 2014. URL consultato il 21 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2019).
  19. ^ 105tv, Sassano. Premio “Orchidea d'Argento” a Ruotolo, Di Marino e Russo, su 105tv.it. URL consultato il 21 febbraio 2019.
  20. ^ XIV edizione 7 settembre 2015, su ns.joepetrosino.org. URL consultato il 21 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2019).

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN29689570 · ISNI (EN0000 0000 3541 6031 · LCCN (ENn95016061 · BNF (FRcb135204228 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n95016061