Varano de' Melegari

comune italiano

Varano de' Melegari (Varàn di Melgär in dialetto parmigiano[4]) è un comune italiano di 2 581 abitanti della provincia di Parma situato nella bassa valle del Ceno a circa 30 km dal capoluogo.

Varano de' Melegari
comune
Varano de' Melegari – Stemma
Varano de' Melegari – Bandiera
Varano de' Melegari – Veduta
Varano de' Melegari – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
Amministrazione
SindacoGiuseppe Restiani (lista civica di centro-destra Guardando al futuro) dal 1-6-2015
Territorio
Coordinate44°41′N 10°01′E / 44.683333°N 10.016667°E44.683333; 10.016667 (Varano de' Melegari)
Altitudine190 m s.l.m.
Superficie64,92 km²
Abitanti2 581[1] (31-5-2023)
Densità39,76 ab./km²
FrazioniVedi elenco
Comuni confinantiBore, Fornovo di Taro, Medesano, Pellegrino Parmense, Solignano, Varsi
Altre informazioni
Cod. postale43040
Prefisso0525
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT034045
Cod. catastaleL672
TargaPR
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 700 GG[3]
Nome abitantivaranesi
Patronosan Martino
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Varano de' Melegari
Varano de' Melegari
Varano de' Melegari – Mappa
Varano de' Melegari – Mappa
Posizione del comune di Varano de' Melegari nella provincia di Parma
Sito istituzionale

Storia modifica

Il territorio di Varano, legato strettamente al torrente Ceno, risultava abitato già in epoca preistorica; sono infatti riemersi vari reperti in selce del Paleolitico e alcuni oggetti in ceramica dell'Età del bronzo.[5]

Verso il III secolo a.C. la zona ospitava alcuni insediamenti dei Liguri, che nel II secolo a.C. assorbirono la cultura dei Celti, dei quali si conservano i resti di una necropoli in prossimità della frazione di Vianino.[5]

L'arrivo dei Romani frazionò il territorio varanese nelle due diverse giurisdizioni di Parma e Velleia, che furono collegate alla vallata attraverso nuove strade; risale proprio all'età imperiale l'origine del nome di Varano, derivato dalla gens Varia, che era proprietaria di numerose terre nei pressi del torrente Ceno.[5]

Nel V secolo, in seguito al crollo dell'impero romano, la zona fu occupata dai Goti, ai quali subentrarono nel VI secolo i Longobardi.[5]

Fin dall'epoca longobarda il territorio fu una pertinenza monastica dell'abbazia di San Colombano di Bobbio[6][7][8], era inserito come corte di Variano (o Variaco) nella grande corte di Boccolo (Bardi), che si estendeva nella Val Ceno. La corte monastica di Variano (o Variaco) comprendeva il feudo di Varano de' Melegari e Varano dei Marchesi di Medesano[9][10] ed era una domusculta gestita da 10 livellari del monastero ed altrettanti massari, le terre erano dedicate a grano, vigna ed a pascolo, era presente una selva per il pascolo dei maiali, e la domus coltilis del borgo. Il fondo agricolo rendeva al monastero di Bobbio annualmente 7 moggia di grano, metà delle 22 carra (carra=10 brente, circa 500 litri) di vino prodotte, 60 denari, 10 polli e 100 uova.

Tra l'VIII e l'XI secolo iniziarono a sorgere i primi castelli ed edifici religiosi,[5] tra cui la pieve di Serravalle, costruita sul luogo di un preesistente tempio pagano dedicato alla dea Diana,[11] e la cappella di Careno, nata probabilmente nel 1044.[12]

Nell'XI secolo l'importante famiglia dei Pallavicino estese i propri domini sulla zona, che fu inglobata nel vasto Stato Pallavicino, formalmente dipendente dal Sacro Romano Impero ma di fatto gestito in piena autonomia dai marchesi,[5] che riedificarono il castello di Varano.[13] Tra i notai al servizio della potente famiglia si ebbe la dinastia dei Melegari, donde il nome che fu aggiunto alla località per distinguerla dalla non lontana Varano dei Marchesi, anch'essa appartenente ai Pallavicino.[5]

Il maniero, strategico per la sua posizione, fu ricostruito nel 1208 per volere del Comune di Parma,[14] Nel 1249 l'imperatore del Sacro Romano Impero Federico II di Svevia investì il marchese Oberto II Pallavicino del feudo di Varano.[14]

Nel 1405[5] Rolando il Magnifico entrò in guerra con i Rossi e i Terzi per il controllo di alcuni luoghi strategici della pianura parmense; il castello fu allora conquistato da Ottobuono de' Terzi, che lo consegnò ai Visconti.[15]

Nel 1431 Rolando Pallavicino fu investito del feudo di Varano dal duca Filippo Maria Visconti.[14] Tuttavia nel 1441 Niccolò Piccinino convinse il milanese del tradimento del marchese e si fece incaricare di conquistare lo Stato Pallavicino; attaccato su più fronti, il Pallavicino fu costretto alla fuga e tutti i suoi feudi furono incamerati dal duca di Milano.[16] Nel 1445 Rolando diede prova di lealtà al Visconti, che acconsentì alla restituzione di quasi tutte le terre confiscate, a eccezione di Monticelli d'Ongina e alcuni altri feudi donati al Piccinino.[17]

Nel 1480 il castello passò agli Sforza e fu subito alienato dal duca Gian Galeazzo al marchese Gianfrancesco I Pallavicino di Zibello.[14] Nel 1526, alla morte del marchese Bernardino, il feudo fu frazionato tra i suoi due figli Pallavicino e Gian Francesco, i cui eredi si spartirono il territorio fino al 1588, quando lo Stato Pallavicino fu soppresso dal duca Alessandro Farnese, che ne annetté il territorio al ducato di Parma e Piacenza; i marchesi tuttavia conservarono il possesso del castello e mantennero alcuni privilegi sulla zona, tra cui la facoltà di promulgare leggi, amministrare la giustizia e nominare le cariche pubbliche.[5]

Nel 1782 morì l'ultimo marchese Ercole Pallavicino, arciprete della pieve di Cusignano, estinguendo il ramo di Varano della casata; tutti i suoi beni furono ereditati dai marchesi Bergonzi,[18] che mantennero i diritti feudali fino al 1805, quando gli editti napoleonici sancirono la loro abolizione; fu nominato allora il primo sindaco (o maire) del comune.[5]

In seguito alla Restaurazione Varano entrò definitivamente a far parte del ducato di Parma e Piacenza, alle dipendenze di Borgo San Donnino (l'odierna Fidenza); il territorio comunale fu esteso nel 1870 alle due frazioni di Vianino e Viazzano.[5]

Durante la seconda guerra mondiale nella zona si radunarono numerosi gruppi di partigiani; i rastrellamenti subiti dalle popolazioni da parte dell'esercito tedesco culminarono nell'eccidio del Dordia del 10 gennaio del 1945, in cui persero la vita 17 uomini.[5]

Dal 1994 Varano de' Melegari fu inserita tra le città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione, in quanto insignita della Medaglia di Bronzo al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana.[5]

Simboli modifica

 
 

«Bandato d'oro e di rosso, di dieci pezzi, a due torri d’argento, munite di tre merli alla guelfa, finestrata di nero, fondate sul sommo di una rupe isolata d'argento, poste una nel cantone sinistro del capo, l’altra nel cantone destro della punta ed attraversanti sul tutto»

«Drappo di azzurro…»

Lo stemma comunale deriva da un affresco medievale all'interno della pieve di San Lorenzo di Serravalle, dove eran dipinte pure le lettere C.A che lo fanno attribuire alla famiglia Castelletti[19], insigniti del titolo nobiliare nel 1463 da parte del duca di Milano Francesco Sforza.[5]

Onorificenze modifica

Il Comune di Varano de' Melegari è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignito della medaglia di bronzo al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[21]:

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

 
Il castello di Varano de' Melegari visto dal torrente Ceno
 
Chiesa di San Martino - facciata e lato nord

Il monumento storico più importante di Varano de' Melegari è il castello medievale, edificato originariamente forse nell'XI secolo, menzionato nella Cronaca Pallavicina del 1087 e ricostruito nel 1208 dai marchesi Pallavicino; caduto nelle mani dei Visconti agli inizi del XV secolo, il maniero fu fortificato e adeguato alle esigenze belliche dell'epoca; riconquistato da Rolando Pallavicino nel 1452, rimase all'importante casata fino al 1805, quando se ne impossessò la nobile famiglia Grossardi; acquistato dalla famiglia Levacher, nei primi anni del XX secolo fu restaurato internamente dall'ingegner Rolando Levacher; alienato alla famiglia Tanzi nel 1965, il castello fu acquistato nel 2001 dal Comune di Varano de' Melegari che lo aprì al pubblico. Oltre alle numerose sale interne, la fortezza conserva le antiche prigioni, che nel 1442 ospitarono Annibale I Bentivoglio, liberato rocambolescamente il 6 giugno del 1443 da Galeazzo Marescotti e altri quattro guelfi bolognesi.[13][15]

 
Battistero e pieve di Serravalle

Il borgo ospita anche la chiesa di San Martino, edificata originariamente in stile romanico nel 1453, ma completamente ricostruita nelle attuali forme barocche tra il 1725 e il 1769; il luogo di culto si sviluppa su un'unica navata affiancata da tre cappelle, tra cui quella dedicata al Santo Rosario, pregevolmente affrescata dal pittore Giuseppe Peroni.[5]

 
Torre del castello di Vianino
 
Casa Grossardi a Viazzano

Nella piccola frazione di Serravalle si trova l'antica pieve di San Lorenzo, edificata originariamente tra il X e l'XI secolo, ma ricostruita in seguito a un terremoto nel XIV secolo e ristrutturata tra il 1796 e il 1814. Di particolare pregio risulta il battistero adiacente, considerato il monumento religioso più antico di tutto il Parmense; il piccolo edificio a pianta ottagonale, rivestito interamente in conci squadrati di arenaria, è decorato sugli spigoli esterni con lesene, cui corrispondono all'interno quattro semicolonne alternate ad altrettanti pilastri; uno dei capitelli è arricchito da due sculture raffiguranti un volto e un uccello, dai tratti antelamici; l'altare marmoreo poggia su due piedritti di reimpiego risalenti all'età longobarda, ornati con bassorilievi.[22][23]

Nell'antico borgo di Vianino si trova una torre medievale, unica superstite del castello eretto nel X secolo e appartenuto a numerose importanti casate del Parmense.[24]

 
Chiesa di San Pietro a Riviano

La frazione di Viazzano conserva numerose case-torre d'epoca medievale, alcuni palazzi rinascimentali e la chiesa neoclassica di Sant'Ilario, d'origine duecentesca.[25]

Nella piccola frazione di Riviano, sede nel XIII secolo di un castrum fortificato, si trova ancora la seicentesca chiesa di San Pietro, contenente la cappella della Madonna dei baler, o Madonna delle castagne bollite.[26]

Il borgo di Montesalso, sede di un castello distrutto alla fine del XIII secolo, conserva la chiesa di San Prospero, costruita in epoca medievale ma ristrutturata in stile neoclassico nel 1762.[27]

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[28]

Cultura modifica

Musei modifica

A Varano ha sede dal 2018 la Dallara Academy, museo polifunzionale dell'automobilismo annesso alla sede della Dallara.[29]

Geografia antropica modifica

 
La frazione di Viazzano

Frazioni modifica

Al Monte, Bertinelli, Boccolo, Boschi, Case Rosse, Case Turni, Faeto, Fontanelle, Gallo, Il Monte, Le Aie, Legnago, Maneia, Mazzini, Molino, Montesalso, Ombasini, Pagano, Pecorini, Pianelli, Piani Riva, Ponte Dordia, Ponte Vetrioni, Pradarolo, Riviano, Scarampi, Serravalle, Vianino, Viazzano, Volta.

Amministrazione modifica

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
11 luglio 1988 11 giugno 1993 Giorgio Bonzani Democrazia Cristiana Sindaco [30]
11 giugno 1993 28 aprile 1997 Cirillo Carra Democrazia Cristiana Sindaco [30]
28 aprile 1997 14 maggio 2001 Cirillo Carra centro-sinistra (L'Ulivo) Sindaco [30]
14 maggio 2001 29 novembre 2004 Mario Gherardi centro-sinistra (L'Ulivo, PDS) Sindaco [30]
21 dicembre 2004 5 aprile 2005 Franco Zasa Comm. pref. [30]
5 aprile 2005 30 marzo 2010 Luigi Bassi Democratici di Sinistra (dal 2007 Partito Democratico) Sindaco [30]
30 marzo 2010 31 maggio 2015 Luigi Bassi Partito Democratico Sindaco [30]
1º giugno 2015 in carica Giuseppe Restiani lista civica: "Guardando al futuro", sostenuta da Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale e civiche di centro-destra) Sindaco [30]

Sport modifica

Nel suo territorio sorge l'Autodromo Riccardo Paletti, circuito per automobilismo e motociclismo. In ambito sportivo-dilettantistico nasce nel 1975 la società USD Varanese.

Note modifica

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Capacchi, p. 895.
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n o Storia del Capoluogo, su comune.varano-demelegari.pr.it. URL consultato il 5 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2018).
  6. ^ Giulio Buzzi e Carlo Cipolla, Codice diplomatico del monastero di S. Colombano di Bobbio fino all'anno MCCVIII, volume I, II, III, Roma, Tip. del Senato, 1918.
  7. ^ Valeria Polonio Felloni, Il monastero di San Colombano di Bobbio dalla fondazione all'epoca carolingia, Tabella I dei possedimenti in Italia, p. 16a.
  8. ^ Eleonora Destefanis, Il monastero di Bobbio in età altomedievale, Carte di distribuzione fig. 44-44a-44b, pp. 67-70.
  9. ^ Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio, pp. 139, 140, 191, 257, 259.
  10. ^ Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio, p. 92.
  11. ^ Varano de' Melegari (PR) - Pieve di Serravalle - Il culto di Diana e la presenza dei templari, su luoghimisteriosi.it. URL consultato il 5 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2016).
  12. ^ Chiesa millenaria della Beata Vergine Assunta di Careno: la storia, il culto, i tesori (PDF), su comune.pellegrino-parmense.pr.it. URL consultato il 5 luglio 2016.
  13. ^ a b Varano de' Melegari - Castello Pallavicino, su preboggion.it. URL consultato il 6 luglio 2016.
  14. ^ a b c d Castello Varano Melegari, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 2 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2016).
  15. ^ a b Cenni Storici, su castellodivarano.it. URL consultato il 6 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2016).
  16. ^ Pezzana, pp. 446-448.
  17. ^ Pezzana, p. 498.
  18. ^ Chini, p. 30.
  19. ^ a b Decreto concessione stemma, gonfalone e bandiera (PDF), su ww2.gazzettaamministrativa.it, Comune di Varano de' Melegari, 21 novembre 2018. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  20. ^ a b Varano de' Melegari, su AraldicaCivica.it. URL consultato il 6 novembre 2011.
  21. ^ Istituzioni decorate di medaglia di bronzo al valor militare, su istitutonastroazzurro.it.
  22. ^ Battistero di Serravalle, su turismo.comune.parma.it. URL consultato il 4 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2016).
  23. ^ Serravalle, Chiesa di San Lorenzo e Battistero, su piazzaduomoparma.com. URL consultato il 4 luglio 2016.
  24. ^ Vianino, su comune.varano-demelegari.pr.it. URL consultato l'8 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2022).
  25. ^ Viazzano, su comune.varano-demelegari.pr.it. URL consultato l'8 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2018).
  26. ^ Riviano, su comune.varano-demelegari.pr.it. URL consultato il 1º settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2018).
  27. ^ Montesalso, su prolocovarano.it. URL consultato il 2 settembre 2018.
  28. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  29. ^ Dallara Academy. L’eccellenza che fa scuola, su bbs.unibo.it. URL consultato il 10 settembre 2022.
  30. ^ a b c d e f g h http://amministratori.interno.it/

Bibliografia modifica

  • Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio, I.
  • Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio, III.
  • Guglielmo Capacchi, Dizionario Italiano-Parmigiano, Tomo II M-Z, Parma, Artegrafica Silva.
  • Luigi Chini, I Pallavicino - la storia di una famiglia longobarda, Piacenza, L.I.R. edizioni, 2014.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.

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Collegamenti esterni modifica

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