Annibale I Bentivoglio

Signore di Bologna

Annibale I Bentivoglio (Bologna, 1413Bologna, 24 giugno 1445) fu signore di Bologna dal 1443 al 1445.

Annibale I Bentivoglio
Signore di Bologna
Stemma
Stemma
In carica1443-1445
PredecessoreAnton Galeazzo[1]
SuccessoreSante
NascitaBologna, 1413
MorteBologna, 24 giugno 1445
Luogo di sepolturaBasilica di San Giacomo Maggiore
DinastiaBentivoglio
PadreAnton Galeazzo Bentivoglio
MadreFrancesca Gozzadini
ConsorteDonnina Visconti
FigliGiovanni
Antonia
ReligioneCattolicesimo

Biografia modifica

Figlio naturale di Anton Galeazzo Bentivoglio, nel 1435 dovette lasciare Bologna dopo l'uccisione del padre per ordine del vescovo di Concordia Daniele Scoti, allora governatore pontificio della città. Nel 1441 tornò a Bologna, dove governava come fosse signore assoluto Niccolò Piccinino, messo a capo della città dai Visconti, il cui aiuto era stato richiesto dai bolognesi stessi.[2]

 
Il monumento funebre di Annibale I nella cappella Bentivoglio nella basilica di San Giacomo Maggiore, Bologna

Vedendo in Annibale un probabile pericolo per i suoi privilegi, Piccinino fece catturare e rinchiudere Bentivoglio nel castello di Varano vicino a Parma, all'epoca assieme a Piacenza sotto il dominio milanese. Da qui, in seguito ad una difficile fuga, fu liberato il 3 giugno 1443 da Galeazzo Marescotti de' Calvi e altri suoi fedeli.[2][3]

Tornato a Bologna in segreto, trovò una rivolta in corso frutto dell'alleanza di tutte le maggiori famiglie bolognesi, diretta a cacciare Piccinino.[2] Altre fonti riportano che si mise a capo della rivolta: al suo comando comunque i bolognesi riuscirono a ricacciare le truppe milanesi di Luigi Dal Verme sconfiggendoli nella battaglia di San Giorgio di Piano (14 agosto 1443). Cacciato Piccinino, i bolognesi nel 1445 elessero Annibale capo dei Sedici Riformatori, in pratica Signore della città.

La supremazia dei Bentivoglio provocò un nuovo malcontento, stavolta dei Canetoli, famiglia rivale. Annibale cercò di placare gli animi nominando Battista Canetoli Capo degli anziani ma senza risultati[4]: i Canetoli infatti organizzarono un complotto volto ad ottenere il controllo della città. Con l'aiuto della famiglia Ghisileri, tesero un'imboscata ad Annibale, che stava andando ad un battesimo su loro invito. L'assassinio di Annibale provocò però la reazione delle altre famiglie: i membri delle famiglie Canetoli e Ghisileri vennero condannati a morte o esiliati da Bologna[2].

Essendo il figlio di Annibale, Giovanni, troppo piccolo ed essendosi altri nobili rifiutati di prendere il comando della città, venne nominato primo cittadino Sante Bentivoglio, figlio illegittimo di Ercole Bentivoglio, cugino di Annibale.

La cappella Bentivoglio, presso la chiesa di San Giacomo Maggiore, cominciata da Annibale nel 1445 venne finita da suo figlio Giovanni II nel 1486[5].

Matrimonio e figli modifica

Signori di Bologna
Bentivoglio
 
Giovanni I
Anton Galeazzo
Figli
Annibale I
Figli
Sante
Figli
Giovanni II
Annibale II
Modifica

Nel 1441 Filippo Maria Visconti gli diede in sposa Donnina Visconti, figlia di Lancillotto Visconti, figlio a sua volta di Bernabò Visconti; le nozze furono celebrate a Bologna il 7 maggio di quell'anno[6][7]. Da lei ebbe due figli:

Note modifica

  1. ^ Dopo la morte di Anton Galeazzo ci furono alcuni anni di anarchia, seguiti dal ritorno della signoria viscontea, rappresentata da Francesco Piccinino.
  2. ^ a b c d ESCI
  3. ^ http://www.castellodivarano.it/bentivoglio.htm[collegamento interrotto]
  4. ^ Copia archiviata (SWF), su canetoli1850.com. URL consultato il 20 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2005).
  5. ^ La Cappella Bentivoglio
  6. ^ Rerum italicarum scriptores. Raccolta degli storici italiani dal cinquecento al millecinquecento · Volume 33, S. Lapi, 1915, p.69.
  7. ^ Storia di Milano ::: I Visconti
  8. ^ Rerum italicarum scriptores. Raccolta degli storici italiani dal cinquecento al millecinquecento · Volume 33, S. Lapi, 1915, p.165.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN1556580 · ISNI (EN0000 0000 3713 2518 · LCCN (ENn88075137 · BNF (FRcb16715084g (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n88075137