Cerignale

comune italiano

Cerignale (Serignâ in ligure[4], Sergnâ nella varietà locale e bobbiese, Cerignäl in piacentino) è un comune italiano di 124 abitanti[1] della provincia di Piacenza in Emilia-Romagna.

Cerignale
comune
Cerignale – Stemma
Cerignale – Bandiera
Cerignale – Veduta
Cerignale – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Piacenza
Amministrazione
SindacoFausta Pizzaghi (lista civica di sinistra Pizzaghi sindaco) dal 14-5-2023
Territorio
Coordinate44°41′N 9°21′E / 44.683333°N 9.35°E44.683333; 9.35 (Cerignale)
Altitudine725 m s.l.m.
Superficie30,82 km²
Abitanti124[1] (31-5-2023)
Densità4,02 ab./km²
FrazioniBastardina, Cà d'Abrà, Carisasca, Cariseto, Casale, Castello, La Serra, Lisore, Madonna, Oneto, Ponte Organasco, Rovereto, Selva, Zermogliana
Comuni confinantiBrallo di Pregola (PV), Corte Brugnatella, Ferriere, Ottone, Zerba
Altre informazioni
Cod. postale29020
Prefisso0523
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT033015
Cod. catastaleC513
TargaPC
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 3 385 GG[3]
Nome abitanticerignalesi
Patronosan Lorenzo
Giorno festivo10 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cerignale
Cerignale
Cerignale – Mappa
Cerignale – Mappa
Posizione del comune di Cerignale nella provincia di Piacenza
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

È situato nell'alta val Trebbia, sull'Appennino ligure (di cui fa parte l'Appennino piacentino), in una conca boscosa sulle pendici del monte delle Tane, vetta che crea lo spartiacque con la val d'Aveto.

Il territorio comunale oltre il paese consta di numerose frazioni sparse ed alcune molto popolate specie nei fine settimana e nel periodo estivo.

Il paesaggio della val Trebbia e del territorio comunale è ordinatamente coltivato fino alle altitudini in cui i boschi ricoprono fittamente le pendici dei monti.

Storia modifica

La storia del borgo è legata al feudo della fortezza di Cariseto, documentata già nel XI secolo.

Nel 1052, l'imperatore Enrico III concesse il feudo al Monastero di San Paolo di Mezzano Scotti (Bobbio), mentre, nel 1164, l'imperatore Federico Barbarossa lo concesse in feudo perpetuo ai Malaspina, possesso che durò fino al XVI secolo.

La tradizione narra che, pochi anni dopo, Federico Barbarossa in persona, in fuga da Roma, passò per l'antica via medievale del Cifalco. Era il 1167 e, poiché la strada di Monte Bardone era stata sbarrata dai pontremolesi, l’imperatore pernottò nel castello di Cariseto, aiutato poi dai fedeli Malaspina a riprendere la strada tra queste montagne. In quegli anni i feudi della nobile famiglia si estendevano dalla Lunigiana alla Liguria, dalla Val d'Aveto all'alta Val Trebbia, fino alla Val Staffora.

Nel 1540 il feudo venne venduto a Gianluigi Fieschi per circa 10.000 scudi d'oro. Nel 1547 il Fieschi morì nella rivolta antispagnola che organizzò insieme ai francesi per il predominio su Genova contro Andrea Doria, episodio storico conosciuto come la Congiura di Gianluigi Fieschi. Così nella rivolta il castello di Cariseto fu distrutto dai genovesi ed il feudo concesso dopo la confisca di tutti i beni flicani ai Doria dall'imperatore Carlo V. Il feudo, inserito nel Contado di Ottone, dipese dal marchesato e poi dal Principato di Torriglia fino all'abolizione nel 1797 dei feudi imperiali.

Nel 1801 il territorio è annesso assieme alla Liguria alla Francia napoleonica fino al 1814. Nel 1814 gli ex territori del contado di Ottone sono inseriti nella Provincia di Bobbio. Nel 1848 come parte della provincia di Bobbio passa dalla Liguria al Piemonte, nel 1859 entrò a far parte nel Circondario di Bobbio della nuova provincia di Pavia e quindi della Lombardia. Nel 1923, smembrato il circondario di Bobbio, passa alla provincia di Piacenza e quindi all'Emilia-Romagna[5].

Il 17 luglio del 1908[6] si verificò un violento nubifragio con una piena straordinaria della Trebbia che devastò case e campagne soprattutto nel territorio del mandamento bobbiese di Ottone e fra i confini delle provincie di Genova e Pavia, con gravi danni nell'abitato di Gorreto, distruggendo cinque ponti lungo la statale 45 interrompendo le comunicazioni stradali fra Ottone e Torriglia, e la linea telegrafica fra Bobbio e Genova; danni ed allagamenti anche nel piacentino a Rivergaro e a Sant'Antonio a Trebbia nei pressi di Piacenza. Distruzioni imponenti e danni più ingenti si verificarono, invece, con l'alluvione che colpì la val Trebbia il 19 settembre 1953[7][8].

Nella notte fra il 14 e il 15 settembre 2015 una parte della provincia di Piacenza fu devastata dalle esondazioni improvvise del Nure dell'Aveto e del Trebbia, dovute al maltempo e ad ammassi di detriti, che causarono danni ingenti, il crollo del Ponte di Barberino sul Trebbia e la morte di tre persone. Le località più colpite furono Roncaglia, Pontenure, Ponte dell'Olio, Bettola, Farini, Ferriere, Rivergaro, Bobbio, Corte Brugnatella e Ottone.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture religiose modifica

Le parrocchie dipendono dal vicariato di Bobbio, Alta Val Trebbia, Aveto e Oltre Penice della diocesi di Piacenza-Bobbio[9].

  • Chiesa parrocchiale di San Lorenzo di Cerignale. Parrocchia eretta nel 1642.
  • Cappelletta di San Rocco di Cerignale, di aspetto tardo ottocentesco.
  • Chiesa parrocchiale di San Pietro, nella frazione di Carisasca. Parrocchia eretta nel 1744.
  • Oratorio di Sant'Agostino, nella frazione di Carisasca.
  • Oratorio di Sant'Anna, nella frazione di Cariseto del XVII secolo, alle dipendenze della parrocchia di Selva.
  • Chiesa di Sant'Andrea, nella frazione di Oneto del XVII secolo, alle dipendenze della parrocchia di Cerignale.
  • Oratorio di San Carlo, nella frazione di Ponte Organasco del 1622, alle dipendenze della parrocchia di Carisasca.
 
Madonnina della Val Trebbia, protettrice della valle e della strada posta sulla statale
  • Antico Oratorio di Sant'Agostino, chiesa dell'XI secolo, rimaneggiato in tempi successivi, di cui ne rimangono i resti lungo l'antico tragitto Caminus Genuae, la cui strada passava con un tragitto più basso ed appena sopra il fiume Trebbia, rispetto alla statale attuale.
  • Madonnina della Val Trebbia, posta sulla Strada Statale 45 dopo la frazione di Ponte Organasco verso Genova, poco prima dell'abitato di Losso di Ottone; è situata in un tempietto votivo che sovrasta una roccia adiacente uno slargo ai lati della strada fra i confini comunali di Cerignale, di Ottone e davanti ai monti di Zerba e la vicina val Boreca. È la protettrice della val Trebbia e della strada irsa di pericoli proprio nel tratto più impegnativo della vallata. In basso i resti dell'antico oratorio di Sant'Agostino da cui provenne la statua votiva e dove un tempo passava l'antico tratto della strada.
  • Oratorio della Madonna della Guardia, nella frazione di Rovereto, di recente costruzione.
  • Chiesa parrocchiale Invenzione di Santo Stefano, nella frazione di Selva. Parrocchia eretta nel 1523. L'attuale chiesa venne edificata nel 1968 in sostituzione del precedente ed antico edificio, abbandonato per una frana, sorto nel XVI secolo ed ingrandito nel settecento. Attualmente ne rimangono i resti ben visibili di fronte al locale cimitero.

Architetture storiche e civili modifica

 
Il castello di Cariseto
  • Municipio
  • Mulino di Pian dei Mulini (di proprietà privata), antico mulino con ruota ancora funzionante e avente due macine per la frantumazione dei cereali e delle castagne. Nella zona si svolgono varie feste del paese.
  • Castello di Cariseto, del X secolo. Documentato nel 972 e nel 1143 come pertinenza del Monastero di San Colombano di Bobbio, documenti riconsiderati come non veritieri o smentiti per contrasti politici dell'epoca fra il monastero e e diocesi vicine. Nel 1052 l'imperatore Enrico III di Franconia concede il feudo ed il castello al monastero di S. Paolo di Mezzano, poi degli Scotti. Nel 1164 Federico Barbarossa lo infeudò a Obizzo Malaspina, che salvò l'imperatore dalle truppe nemiche, scortandolo da Pontremoli fino a Pavia. Nel 1540 passò ai Fieschi e nel 1547 ai Doria fino al 1797.
  • Resti del Forte di Castello, nell'omonima località appartenuto ai Malaspina.
  • Resti del Castello di Oneto, documentato il 27 luglio 972 nel diploma imperiale di Ottone I, come feudo appartenente al monastero di Bobbio, concesso anch'esso nel 1164 da Federico Barbarossa al marchese Obizzo Malaspina.
  • Borgo medioevale di Ponte Organasco, con il castello dell'XI secolo, che era a difesa dell'antico ponte romano sul Trebbia, oggi non più esistente. Appartenne ai Malaspina, poi ai Doria, nel XVII secolo ai Castelli, nel XVIII secolo ai Palazzi e agli Ansaldi.
  • Casa-Torre di Ca' Minata, in località Camminata di Carisasca.
 
L'Elefante del Trebbia ed i Meandri di Confiente fra Cerignale e Corte Brugnatella

Elefante del Trebbia modifica

L'Elefante del Trebbia è una curiosa formazione montuosa, appena sotto Cerignale, che fa capo al complesso del Monte Cerello che degrada nel fiume Trebbia fino nei Meandri di Confiente nel comune di Corte Brugnatella. La sagoma del monte ha l'aspetto curvilineo del dorso dell'elefante, disegnato dai meandri nelle estremità basse (piedi e proboscide). Figura colta per la prima volta nel 2009, in un famoso scatto fotografico di Paolo Guglielmetti, che ne diede il nome e fama internazionale.[10]

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[11]

Cultura modifica

 
I ruderi della chiesa Invenzione di Santo Stefano a Selva

Questo paese fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che accompagnato dalla fisarmonica, e un tempo dalla müsa (cornamusa appenninica), guida le danze e anima le feste. Questi strumenti animano le due feste tradizionali, quella del 13 agosto, che vede musicisti, ballerini e turisti girare per le viuzze e fermarsi per un bicchiere di vino, un ballo o un coro nelle piazzette, e la castagnata dell'ultima domenica di ottobre.

Amministrazione modifica

Dalla data dell'11 febbraio 2022 il sindaco Massimo Castelli, accusato di corruzione e posto in custodia cautelare in carcere in data 10 febbraio 2022, è sospeso e sostituito dalla vicesindaca Piera Reboli come sindaca facente funzione[12]. Il 22 febbraio 2022 il sindaco Castelli si dimette, portando il comune verso il commissariamento fino a fine mandato[13]. Il 15 marzo 2022 è entrato in carica il commissario prefettizio e vice prefetto Luigi Swich[14]. Sciolto il Consiglio comunale, il commissario è restato in carica fino alle elezioni amministrative del 14 maggio 2023[15].

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
18 giugno 1985 9 giugno 1990 Gerolamo Ricci Democrazia Cristiana Sindaco [16]
9 giugno 1990 24 aprile 1995 Gerolamo Ricci Democrazia Cristiana Sindaco [16]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Gerolamo Ricci centro Sindaco [16]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Giovanni Barilotti lista civica di sinistra Sindaco [16]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Giovanni Barilotti lista civica di sinistra Sindaco [16]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Massimo Castelli lista civica di sinistra Sindaco [16]
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Massimo Castelli lista civica di sinistra: Insieme ancora per Cerignale Sindaco [16]
27 maggio 2019 sospeso in data 10 febbraio 2022
dimesso in data 22 febbraio 2022
Massimo Castelli lista civica di sinistra: Insieme ancora per Cerignale Sindaco [16]
11 febbraio 2022 15 marzo 2022 Piera Reboli lista civica di sinistra: Insieme ancora per Cerignale Vicesindaca
sindaca facente funzioni
15 marzo 2022 14 maggio 2023 Luigi Swich Commissario prefettizio
14 maggio 2023 in carica Fausta Pizzaghi lista civica di sinistra: Pizzaghi sindaco Sindaco [16]

Comunità montane modifica

Fa parte della nuova Unione Montana Valli Trebbia e Luretta.

Geografia antropica modifica

Frazioni modifica

In val Trebbia:

  • Cà d'Abrà: 724 m.
  • Carisasca: 532 m.
  • Castello: 627 m.
  • La Serra: 810 m.
  • Loc. Madonna
  • Oneto, 811 m.
  • Ponte Organasco: 457 m. posto nel fondovalle della val Trebbia a sul bivio tra la Strada statale 45 di Val Trebbia e quella che porta al passo del Brallo.

In val d'Aveto:

  • Cariseto: 982 m.
  • Casale: 723 m.
  • Lisore: 708 m.
  • Rovereto: 1034 m.
  • Selva: 1060 m.
  • Zermogliana: 404 m.

Note modifica

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 193, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ Regio Decreto 8 luglio 1923, n. 1726
  6. ^ Da La Trebbia del 26 luglio 1908
  7. ^ Da La Trebbia del 25 settembre 1953 Archiviato il 5 agosto 2019 in Internet Archive.
  8. ^ Gigi Pasquali, Cento anni di storia bobbiese - 1903-2003, tratto dagli articoli del settimanale bobbiese La trebbia, Bobbio 2003, Capitolo 2: Il fiume Trebbia pp.15-27
  9. ^ ParrocchieMap.it Parrocchie, chiese ed oratori del comune di Cerignale
  10. ^ Home Archiviato il 16 ottobre 2011 in Internet Archive. Surus, L'elefante del Trebbia
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  12. ^ Val Trebbia, cambio alla guida di tre comuni dopo l’arresto dei sindaci. Le reazioni - Libertà Piacenza, su Liberta.it. URL consultato l'11 febbraio 2022.
  13. ^ Inchiesta corruzione, dopo Guarnieri anche Castelli si dimette da sindaco, su PiacenzaSera.it. URL consultato il 22 febbraio 2022.
  14. ^ Sciolto il consiglio comunale di Cerignale. Il commissario è Luigi Swich, su Liberta.it. URL consultato il 15 marzo 2022.
  15. ^ A Cerignale per due voti il nuovo sindaco è Fausta Pizzaghi, su IlPiacenza.it. URL consultato il 19 maggio 2023.
  16. ^ a b c d e f g h i http://amministratori.interno.it/

Bibliografia modifica

  • Cesare Bobbi, Storia Ecclesiastica Diocesana di Bobbio - Pievi e Parrocchie della Diocesi - Archivi Storici Bobiensi, Bobbio
  • Leonardo Cafferini - Guida turistica “Piacenza e la sua provincia”, Cerignale.
  • AA.VV. - "Le Valli Piacentine", guida turistica a cura della Comunità Montana dell'Appennino Piacentino.
  • Daniele Bertacchi - Monografia di Bobbio (La provincia di Bobbio nel 1858), Comune di Cerignale, Ristampa Bobbio 1991
  • Vittorio Pasquali - La Provincia di Bobbio Post napoleonica - Descrizione del territorio e dell'economia nell'anno 1814 - (Archivi di Stato di Torino: "Quadro del circondario di Bobbio", mazzo 44), il Contado di Ottone, Ed. Amici di San Colombano, Bobbio 2004
  • Carmen Artocchini Castelli piacentini - Edizioni TEP Piacenza 1967
  • Bruno Giontoni, Franca Balletti, I Feudi imperiali della Val Trebbia - Società e territorio tra Genova e Piacenza, De Ferrari Editore, Genova 2019, ISBN 978-88-5503-057-1 (88-5503-057-4)

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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