Chiesa cattolica in Belgio

La Chiesa cattolica in Belgio è parte della Chiesa cattolica universale, sotto la guida spirituale del Papa e della Santa Sede.

Chiesa cattolica in Belgio
Mappa delle diocesi del Belgio
Anno2022[1]
Cristiani
65,00%[1]
Cattolici58,00%[1]
Popolazione11.668.278[1]
PrimateLuc Terlinden
Presidente della
Conferenza episcopale
Luc Terlinden
Nunzio apostolicoFranco Coppola
Santi patroniSan Giuseppe
CodiceBE

Nel 2010 il 60% della popolazione si dichiara cattolica, pur essendo l'87% della popolazione nata in famiglie cattoliche.[2] Nel 1980 si dichiaravano cattolici il 72% dei belgi, scesi al 68% nel 1990 e al 65% nel 2005.

Storia modifica

Ancien régime modifica

Primo Ottocento modifica

La situazione in Belgio dopo il Congresso di Vienna modifica

Il Congresso di Vienna aveva unito Belgio e Paesi Bassi, con il nome di Regno Unito dei Paesi Bassi, sotto il monarca protestante Guglielmo I d'Orange-Nassau. Dal punto di vista religioso, nei Paesi Bassi vi era una maggioranza protestante ed una minoranza cattolica; mentre il Belgio era a maggioranza cattolica. In uno Stato religiosamente diviso, l'unica soluzione era la libertà e l'uguaglianza dei culti, così come venne imposta a Vienna. Ma mentre i cattolici olandesi considerarono la Costituzione del 1814 un progresso rispetto al passato, i cattolici belgi e soprattutto fiamminghi volevano che per le province meridionali venissero ristabiliti gli antichi privilegi (specialmente sull'insegnamento). Così, guidati dal focoso vescovo di Gand De Broglie, le autorità diocesane belghe condannarono l'indifferentismo della nuova Costituzione e vietarono ai cattolici di prestarvi giuramento.

Sorsero poi nuove difficoltà sulla ristrutturazione delle diocesi, sulla nomina dei vescovi, sulla libera formazione del clero (nel 1825 la Chiesa belga si oppose all'istituzione del collegio filosofico di Lovanio, perché sarebbe stato di controllo statale). In pratica il re attuava una politica vessatoria nei confronti dei cattolici (più per spirito regalista che anticattolico); in Belgio si era persuasi che il re volesse protestantizzare il paese. Nel 1827, al momento della firma del Concordato con i Paesi Bassi, tutte le diocesi erano vacanti tranne l'arcidiocesi di Malines.

La nascita del cattolicesimo liberale modifica

 
Concattedrale di San Michele e Santa Gudula, Bruxelles.

Nel Belgio si fa strada intanto una nuova mentalità, destinata a fare il giro dell'Europa con il nome di liberalismo cattolico. Giornali cattolici belgi si fanno portavoce di questa linea politica, vista con diffidenza a Roma, ma appoggiata dal Primate, l'arcivescovo De Méan (già ultimo principe-vescovo di Liegi), dal suo vicario e poi successore Sterckx, dal Van Bommel, dal De Ram (futuro rettore di Lovanio). Cattolici e liberali si trovarono così uniti contro la monarchia, i primi per difendere la libertà di insegnamento e la difesa del proprio culto, i secondi per la libertà di stampa e di effettiva rappresentanza in Parlamento.

Benché contemporaneo dell'Avenir, tuttavia il liberalismo cattolico belga non adotterà mai i principi del giornale lamennesiano; è un liberalismo puramente tattico, giustificato dalle contingenze e dalla situazione di fatto. Si possono distinguere tre tendenze nel liberalismo cattolico belga:

  • una minoranza che: condivide coi liberali l'entusiasmo per le grandi possibilità offerte dalla libertà dal punto di vista politico; inclina verso la repubblica; e rivendica una piena autonomia dei vescovi nel campo temporale;
  • all'estremo opposto stanno i conservatori, unionisti solo per il momento, in attesa di restaurare la tradizione monarchica e la religione di Stato;
  • fra i due schieramenti la cosiddetta "scuola di Malines", che non condivide interamente i principi del Lamennais, in quanto vuole combinare assieme i vantaggi del sistema liberale con quelli dell'ancien régime, nella convinzione che la libertà non deve escludere la protezione, né la protezione escludere la libertà.

Il Belgio indipendente modifica

L'aver comunque fatto fronte unico rappresentò uno dei fattori decisivi per la vittoria della rivoluzione del 1830, che portò all'indipendenza del Belgio sotto un nuovo sovrano, il protestante Leopoldo I di Sassonia-Coburgo-Gotha. Nel congresso riunitosi per stabilire la nuova costituzione, l'arcivescovo De Méan scrisse una lettera a Roma, redatta dallo Sterckx, in cui non si chiedevano privilegi, ma libertà. Accanto a questa lettera, abbiamo anche l'opuscolo del De Ram, Considérations sur les libertés religieuses, largamente diffuso.

Di fatto la Costituzione belga riconobbe:

  • la libertà religiosa e la libertà di culto pubblico
  • che nessuno può essere costretto ad atti o cerimonie di culto
  • che lo Stato non deve intervenire nella nomina dei ministri di qualsiasi culto né impedire la libera comunicazione con i superiori
  • che il matrimonio civile precede quello religioso
  • che l'insegnamento è libero
  • che gli stipendi dei ministri della religione siano pagati dallo Stato (per compensare le confische subite durante la rivoluzione francese).

L'atteggiamento della Santa Sede modifica

Roma dapprima fu diffidente verso la soluzione belga, poi, in seguito alla risposta dello Sterckx (non è vera e propria separazione, ma un modus vivendi che rappresenta la soluzione pratica migliore), mantenne il silenzio, anche dopo la Mirari vos.

Politicamente si susseguirono diversi cabinetti "unionisti" cattolico-liberali; religiosamente abbiamo lo sviluppo degli ordini religiosi, delle scuole, il riconoscimento dell'università di Malines voluta dall'episcopato, ma combattuta dai liberali e dal nunzio. Fu merito certamente del re e dello Sterckx, se la Chiesa poté realizzare quanto di meglio potesse.

Secondo Ottocento modifica

Novecento modifica

Organizzazione ecclesiastica modifica

La Chiesa cattolica in Belgio è organizzata in un'unica provincia ecclesiastica, quella di Malines-Bruxelles, con 7 diocesi suffraganee.

Nunziatura apostolica modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Nunziatura apostolica in Belgio.

Conferenza episcopale modifica

Elenco dei presidenti della Conferenza episcopale del Belgio:

Elenco dei segretari generali della Conferenza episcopale del Belgio:

Luoghi della cattolicità modifica

Santuari modifica

 
Statua della Vergine nel santuario di Banneux

Il santuario mariano più famoso è quello della Vergine dei Poveri di Banneux. In questo villaggio, vicino a Liegi, la Vergine apparve ad una bambina undicenne per otto volte dal 15 gennaio al 2 marzo 1933. A differenza della maggior parte dei santuari, a Banneux c'è solo una piccola cappella e le celebrazioni si svolgono di regola all'esterno. Accorrono qui circa un milione di pellegrini ogni anno. Maria è venerata a Banneux con il titolo di Signora dei Poveri.

Altri santuari belgi sono:

  • Il santuario di Nostra Signora del Biancospino
a Beauring, vicino a Namur, dove ci furono altre apparizioni appena prima di quelle di Banneux.
  • Il santuario di Nostra Signora di Halle
fra Mons e Bruxelles, ritenuto il santuario nazionale del Belgio, dove dal 1257 si custodisce un simulacro della Vergine donato da sant'Elisabetta d'Ungheria a Matilde di Brabante, figlia di Enrico I.
esistente già prima del XIII secolo, non lontano da Lovanio, vanta una bella chiesa barocca

Beghinaggi modifica

 
Il beghinaggio di Diksmuide
  Lo stesso argomento in dettaglio: Beghinaggi fiamminghi.

In moltissime città del Belgio, soprattutto nelle Fiandre, sorgono uno o più beghinaggi, piccole città nelle città, circondate da mura, dove le beghine si ritiravano per una vita di meditazione e di preghiera, ma soprattutto di fattiva carità. Non si trattava di veri e propri monasteri, ma di comunità di laiche (fra le quali molte vedove), che ricevevano una piccola abitazione a titolo gratuito.

Prassi religiosa modifica

Devozione popolare modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d (EN) Most Christian Countries 2022, su worldpopulationreview.com. URL consultato il 4 marzo 2022.
  2. ^ Un catholique sur trois a renoncé à sa foi

Bibliografia modifica

  • Giacomo Martina, La Chiesa nella prima metà dell'Ottocento. Orientamenti generali: principi e realtà (liberamente scaricabile dal sito della Treccani [1])
  • Santuari belgi, su unitalsiemiliaromagna.it. URL consultato il 29 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2007).

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica