Internet Research Agency

Organizzazione di propaganda filo Cremlino
(Reindirizzamento da Fabbrica dei troll)

L'Internet Research Agency (IRA, russo: Агентство интернет-исследований) è un'azienda russa, con sede a San Pietroburgo, impegnata in operazioni di propaganda online per conto di aziende russe e per gli interessi politici del Cremlino.

Internet Research Agency
StatoBandiera della Russia Russia
Fondazione2013 a San Pietroburgo
Chiusura1º luglio 2023
Sede principaleSan Pietroburgo
SettoreInformazione

Il rapporto del gennaio 2017 dell'intelligence degli Stati Uniti - Assessing Russian Activities and Intentions in Recent US Elections - ha descritto l'agenzia come una fabbrica di troll e che: "Il probabile finanziatore della cosiddetta IRA di troll professionali situata a San Pietroburgo è un alleato di Putin con stretti legami con l'intelligence russa "; ha anche osservato che" in precedenza erano devoti a sostenere le azioni russe compiute durante l'occupazione della Crimea- [e] hanno iniziato a sostenere il presidente eletto Trump già a dicembre 2015. "

L'agenzia ha utilizzato account falsi registrati sui principali social network, forum di discussione, siti di giornali on-line e servizi di video hosting per promuovere gli interessi del Cremlino in politica interna ed estera, compresa l'Ucraina e il Medio Oriente, oltre al tentativo d'influenzare le elezioni presidenziali statunitensi del 2016. Più di 1.000 dipendenti hanno lavorato in un singolo edificio dell'agenzia nel 2015.

La misura con cui l'agenzia russa ha cercato d'influenzare l'opinione pubblica usando i social media è diventata più nota dopo un articolo di BuzzFeed del giugno 2014 dove veniva notevolmente ampliata la documentazione governativa sugli hacker russi.[1] L'IRA ha acquisito maggiore attenzione nel giugno 2015 quando uno dei suoi uffici è stato segnalato per aver utilizzato degli account falsi usati per il trolling su Internet. Successivamente, sono emerse notizie d'individui che ricevono un compenso monetario per l'esecuzione di questi compiti.[2]

Il 16 febbraio 2018 un gran giurì degli Stati Uniti ha incriminato 13 cittadini russi e 3 entità russe, tra cui l'Internet Research Agency, con l'accusa di violazione delle leggi penali con il preciso intento d'interferire "con elezioni e processi politici", secondo il Dipartimento di Giustizia.[3]

Origine modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Brigate del Web.

La società è stata fondata a metà del 2013.[4] In quell'anno il quotidiano Novaya Gazeta ha riportato che l'ufficio di Internet Research Agency Ltd si trovava a Olgino, un quartiere di San Pietroburgo.[5]

I termini "Troll da Olgino" e "Troll di Olgino" sono diventati generalmente usati per descrivere i troll che diffondono la propaganda filo-russa, non solo necessariamente quelli che si trovano nella sede di Olgino.[6][7][8] In Italia viene utilizzato maggiormente il termine "fabbrica dei troll".[9][10][11][12]

Organizzazione modifica

Il quotidiano russo Vedomosti riferisce che la strategia della fabbrica dei troll viene approvata direttamente dalle autorità russe per la manipolazione della coscienza pubblica attraverso i nuovi media sotto la supervisione di Vyacheslav Volodin, presidente della Duma e braccio destro di Vladimir Putin.[13]

Uffici modifica

San Pietroburgo modifica

In Olgino modifica

 
Il nome "troll di Olgino" è stato utilizzato dopo che i falsi account per influenzare l'opinione pubblica tramite Internet sono stati fatti risalire a San Pietroburgo, Russia.[2]

Come riportato da Novaya Gazeta, alla fine dell'agosto 2013, il seguente messaggio è apparso sui social network: "Cercasi operatori Internet! Lavoro presso l'ufficio chic di Olgino !!! (Staraya Derevnia), salario 25960 rubli al mese ($ 780 USD 2013) Compito: postare commenti su Internet e scrivere post tematici su blog e social network. Rapporti tramite screenshot. Schedatura individuale [...] Pagamento settimanale di 1180 rubli per turno (dalle 8.00 alle 16.00, dalle 10.30 alle 18.30, dalle 14.00 alle 22.00) PAGAMENTI OGNI SETTIMANA E PASTI GRATUITI !!! Collocamento ufficiale o secondo contratto (a volontà).[5]

Come riportato dai media e dagli ex dipendenti, l'ufficio di Olgino esisteva e funzionava da settembre 2013. Era situato in una casetta bianca, a 15 minuti di metropolitana dalla stazione di Staraya Derevnia, di fronte alla stazione ferroviaria di Olgino.[5] I luoghi di lavoro per i dipendenti sono stati collocati nelle stanze del seminterrato.[6][14][15]

Savushkina Street modifica

Secondo il quotidiano online russo DP.ru, diversi mesi prima di ottobre 2014, l'ufficio si trasferì da Olgino in un edificio di quattro piani in via Savushkina 55.[16][17] Come riportato dai giornalisti l'edificio era "ufficialmente" una costruzione incompleta ed è rimasto tale fino a marzo 2015.[18]

A un reporter investigativo del New York Times è stato detto che l'Internet Research Agency aveva abbreviato il suo nome in "Internet Research" e che a giugno 2015 era stato chiesto di lasciare il 55 Savushkina Street "un paio di mesi prima" perché "stava dando all'intero edificio una cattiva reputazione. " Un'organizzazione forse correlata, FAN o Federal News Agency, si trovava nell'edificio. L'articolo del New York Times descrive varie esperienze riportate da ex dipendenti della fabbrica dei troll nella sede di Savushkina Street. Descrive anche diversi falsi allarmi generati negli Stati Uniti e in Europa, come la bufala dell'esplosione di un impianto chimico colombiano in Luisiana, che ebbe una vasta diffusione grazie a una capacità d'azione altamente coordinata, può essere attribuita alla fabbrica dei troll o a simili organizzazioni con sede in Russia.[19]

In altre città modifica

Novaya Gazeta ha riferito che, secondo Alexey Soskovets, a capo dell'ufficio di Olgino, l'agenzia con sede nella parte nord-occidentale della Russia stava assumendo dipendenti per progetti simili a Mosca e in altre città (nel 2013).[5]

Organizzazione del lavoro modifica

Secondo le stime circa 1.000 blogger e commentatori sono stati al soldo dell'organizzazione in un singolo edificio in Savushkina Street nel 2015[20]; ma molti altri impiegati lavoravano in remoto. Secondo BuzzFeed più di 600 persone erano generalmente impiegate nell'ufficio dei troll in precedenza (giugno 2014).[1] Ogni commentatore ha una quota giornaliera di 100 commenti.[5]

I troll si concentrano principalmente in social come LiveJournal e Vkontakte, nei confronti dei relativi argomenti delle linee guida di propaganda assegnate. Tra i dipendenti sono inclusi artisti che disegnano vignette politiche.[18] L'orario lavorativo si aggira sulle 12 ore ogni due giorni. La quota di un blogger è di dieci post per ogni turno (ogni post è di almeno 750 caratteri). Di norma l'obbiettivo di un commentatore è di realizzare nel proprio orario di lavoro 126 commenti e due post per account. Ogni blogger è responsabile di tre account.[17]

I dipendenti dell'ufficio a Olgino guadagnavano 25.000 rubli russi al mese; quelli dell'ufficio della via Savushkina guadagnavano circa 40.000 rubli russi.[17] Nel maggio 2014, Fontanka.ru ha descritto gli schemi per occultare i soldi necessari per l'operazione dal bilancio federale, destinati ad andare verso l'organizzazione.[4][7] Nel 2017 un altro informatore ha dichiarato che con i bonus e gli straordinari il salario può raggiungere gli 80.000 rubli.[21]

Un impiegato intervistato dal Washington Post ha descritto il suo lavoro:

Mi sono subito sentito come un personaggio nel libro 1984 di George Orwell - un luogo in cui devi scrivere che il bianco è nero e il nero è bianco. Il tuo primo sentimento, quando sei lì dentro, è che sei in una specie di fabbrica che trasforma la menzogna, raccontando falsità, in una catena di montaggio industriale.[22]

Temi trattati modifica

Secondo le testimonianze dei giornalisti investigativi e degli ex dipendenti degli uffici gli argomenti principali per la propaganda furono:[5][8][16][17]

I giornalisti hanno scritto che i temi della fabbrica di troll erano coerenti con quelli di altri mezzi di propaganda russi su argomenti e tempistiche. I punti tecnici usati per la propaganda sono stati presi principalmente dai contenuti di Russia Today e Sputnik News (entrambe agenzie di stampa al soldo del Cremlino).[17][18]

Un'indagine della BBC del 2015 ha identificato che l'Internet Research Agency era il più prolifico soggetto produttore di video falsi. "Saiga 410K review" del settembre 2015 era un filmato in cui un attore interpreta un soldato americano che spara ad un libro che poi si rivela essere un Corano. La BBC ha riscontrato tra le altre irregolarità che l'uniforme del soldato non è usata dai militari statunitensi ed è facilmente acquistabile in Russia e che l'attore filmato era molto probabilmente un barman di San Pietroburgo legato a un impiegato di una fabbrica di troll.[23][24]

Il sito di citizen-journalism Bellingcat ha identificato nell'organizzazione gli autori di un video attribuito al battaglione Azov in cui alcuni soldati mascherati minacciano i Paesi Bassi per aver organizzato il referendum sull'accordo di associazione tra Ucraina e Unione Europea.[25]

Campagna anti-ucraina organizzata modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Crisi della Crimea del 2014.

All'inizio di aprile 2014 incominciò una campagna online organizzata per spostare l'opinione pubblica del mondo occidentale al fine di favorire gli interessi delle autorità russe in merito all'intervento militare russo in Ucraina nel 2014. Documenti hackerati fanno trapelare le istruzioni che i commentatori da quel momento dovevano pubblicare nelle pagine di diverse testate americane tra cui: Fox News, The Huffington Post, The Blaze, Politico, WorldNetDaily, ecc. Viene anche menzionato il requisito dell'orario di lavoro per i troll: 50 commenti al giorno sotto gli articoli di notizie. Ogni blogger doveva gestire sei account su Facebook, pubblicare almeno tre post ogni giorno e partecipare almeno due volte alle discussioni in qualche gruppo. Altri dipendenti dovevano gestire 10 account su Twitter, pubblicando almeno 50 tweet al giorno. I giornalisti hanno concluso che Igor Osadchiy era un probabile leader del progetto e che la campagna stessa era gestita da Internet Research Agency Ltd. Osadchiy ha negato la sua connessione con l'agenzia.[1]

La compagnia è anche uno dei principali sponsor di una mostra anti-occidentale nota come Material Evidence.[26]

All'inizio del 2016 l'agenzia di stampa statale ucraina Ukrinform ha affermato che la fabbrica dei troll aveva creato un vasto sistema di bot nei social network che chiedeva di fare violenza contro il governo ucraino e di dare l'avvio al "The Third Maidan" (una serie di proteste). Ha riferito che l'organizzatore di questo sistema è l'ex combattente anti-ucraino Sergiy Zhuk del Donbass. Ha presumibilmente eseguitoqueste attività su Internet dal distretto di Vnukovo a Mosca.[27]

Ulteriori attività degli organizzatori modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Russiagate.

L'organizzazione, oltre alla propaganda interna al paese e nell'ex blocco sovietico, si occupa anche di agire in altri paesi.

Sulla base dei documenti pubblicati da Anonymous International, questa agenzia è stata collegata al finanziamento di diversi media in Ucraina e Russia, tra cui l'agenzia di notizie di Kharkiv, News of Neva, Newspaper About Newspapers, Business Dialog e Journalist Truth.[7][8]

A settembre 2017 Facebook ha dichiarato, nei confronti del Russiagate, che le pubblicità erano state "mirate geograficamente".[28][29] Facebook ha anche rivelato che, durante le elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2016, l'IRA aveva acquistato pubblicità sul sito web per 100.000 dollari americani, il 25% delle quali era geograficamente indirizzato agli Stati Uniti.[30] Il capo della sicurezza di Facebook ha detto che le pubblicità "sembravano concentrarsi sull'amplificazione delle divisioni sociali e politiche tramite messaggi fortemente basati sullo spettro ideologico ".[28][29]

Secondo un rapporto di BuzzFeed News del 17 ottobre 2017 l'IRA ha ingannato gli attivisti americani per intraprendere azioni reali attraverso proteste e addestramento di autodifesa in quello che sembrerebbe essere un ulteriore tentativo di sfruttare il razzismo.[31]

Il 23 marzo 2018, The Daily Beast ha rivelato nuovi dettagli sull'IRA raccolti da documenti interni trapelati,[32] che hanno dimostrato che l'IRA ha utilizzato Reddit e Tumblr come parte della sua campagna d'influenza.[33] Lo stesso giorno Tumblr ha annunciato di aver bloccato 84 account dell'IRA, riferendo che avevano diffuso disinformazione attraverso i messaggi convenzionali piuttosto che con le pubblicità.[33][34]

Raduni e proteste organizzate dall'IRA negli Stati Uniti modifica

Il gruppo è stato fortemente attivo negli Stati Uniti e ha contribuito a molte proteste con il fine di destabilizzare la società americana.[32][35][36][37][38][39][40][41][42][43]

Italia modifica

In Italia la fabbrica dei troll si concentra principalmente per promuovere le realtà populiste e di estrema destra.[44][45]

Scienza modifica

Il gruppo, durante le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016, ha diffuso molte fake news sulla pericolosità dei vaccini (come la bufala vaccini-autismo) con lo scopo di alimentare i conflitti sociali.[46][47]

Causa modifica

Nel maggio 2015 una dipendente della compagnia, Lyudmila Savchuk, a San Pietroburgo ha citato in giudizio il suo capo per violazioni delle leggi sul lavoro al fine di rivelare le reali intenzioni del gruppo. Ivan Pavlov per la difesa dei diritti umani ha rappresentato Savchuk, e l'imputato (IRA) ha accettato di pagare a Savchuk i suoi stipendi trattenuti e di ripristinare il suo lavoro.[48]

Rinvii a giudizio modifica

Il 16 febbraio 2018 13 persone sono state incriminate dalla grande giuria di Washington, DC, per presunte interferenze illegali nelle elezioni presidenziali del 2016, durante le quali hanno fortemente appoggiato la candidatura di Donald Trump, secondo l'ufficio del consigliere speciale Robert Mueller. Anche l'IRA, la Concord Management e il Concord Catering sono stati incriminati. La fabbrica di troll è controllata da Evgenij Prigožin, un ricco magnate associato del presidente russo Vladimir Putin.[49][50]

Il 15 marzo il presidente Trump ha imposto restrizioni nell'ambito del Countering America's Adversaries Through Sanctions Act sui 13 russi imputati e sulle organizzazioni incriminate da Mueller, impedendo loro di entrare negli Stati Uniti per rispondere alle accuse qualora lo desiderassero.[51]

Valutazione del fenomeno modifica

I blogger russi Anton Nosik, Rustem Adagamov e Dmitriy Aleshkovskiy sostengono che i troll di Internet pagati dal Cremlino non cambiano l'opinione pubblica. Il loro utilizzo è solo un modo per rubare i soldi del budget statale.[4][7][8]

Leonid Volkov, un politico che lavora per la Fondazione anti-corruzione di Alexei Navalny, ritiene che l'obbiettivo di sponsorizzare questo comportamento via Internet è quello di rendere la piattaforma così disgustosa che la gente comune smetta di partecipare alla vita politica.[19]

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) Max Seddon, Documents Show How Russia’s Troll Army Hit America, su BuzzFeed, 2 giugno 2014. URL consultato il 12 giugno 2016. Russian reprint: Документы показали, как армия российских 'троллей' атакует Америку (InoPressa).
  2. ^ a b (EN) Everything you wanted to know about trolls but were afraid to ask, in ShareAmerica, U.S. State Dept. Bureau of International Information Programs, 4 novembre 2015. URL consultato il 6 novembre 2015.
  3. ^ Mike Calia, Dan Mangan, Special counsel Mueller: Russians conducted 'information warfare' against US to help Trump win, in CNBC, 16 febbraio 2018. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  4. ^ a b c (RU) В США начали охоту на проплаченных интернет-троллей из России [The hunt for Russian internet trolls started in the U.S.], in Criminal Ukraine, NEWSru.com, 5 giugno 2014. URL consultato il 12 giugno 2016. Ukrainian reprint: Американці розпочали полювання на проплачених Кремлем інтернет-тролів Archiviato il 12 giugno 2014 in Internet Archive. (zik.ua).
  5. ^ a b c d e f (RU) Alexandra Garmazhapova, Где живут тролли. Как работают интернет-провокаторы в Санкт-Петербурге и кто ими заправляет [Where are the trolls: The internet provocateurs in St. Petersburg and who funds them], in Novaya Gazeta, 9 settembre 2013. URL consultato il 12 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2015). Ukrainian reprint: Де живуть тролі у РФ: як працюють інтернет-провокатори в Санкт-Петербурзі і хто ними заправляє Archiviato il 5 febbraio 2015 in Internet Archive. (finance.ua).
  6. ^ a b (RU) СМИ: Под Петербургом за умеренную плату ругали Навального [Near St. Petersburg there are those being paid a modest fee to abuse Navalny], su Lentizdat, 4 settembre 2013. URL consultato il 12 giugno 2016.
  7. ^ a b c d (RU) Denis Korotkov, Сотни троллей за миллионы [Hundreds of millions of trolls], in Fontanka.ru, 29 maggio 2014. URL consultato il 12 giugno 2016.
  8. ^ a b c d (RU) Andrew Soshnikov, Интернет-тролли из Ольгино заговорили на английском и украинском [Internet trolls from Olgino start talking in English and Ukrainian], in Moy Rayon, 30 maggio 2014. URL consultato il 12 giugno 2016.
  9. ^ "La fabbrica dei troll contro Mattarella: attacco su Twitter dopo il no a Savona" - Il Fatto Quotidiano, in Il Fatto Quotidiano, 3 agosto 2018. URL consultato il 4 agosto 2018.
  10. ^ Dentro la "fabbrica di troll" russi - Il Post, in Il Post, 20 febbraio 2018. URL consultato il 4 agosto 2018.
  11. ^ Ecco come funzionava la fabbrica dei troll del Russiagate, in LaStampa.it. URL consultato il 4 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2018).
  12. ^ La "fabbrica dei troll" del Cremlino, in euronews, 18 agosto 2015. URL consultato il 4 agosto 2018.
  13. ^ AGI - Agenzia Giornalistica Italia, La scure di Zuckerberg sulla "fabbrica dei troll" russa, su Agi. URL consultato il 4 agosto 2018.
  14. ^ (RU) Andrew Soshnikov, Под Петербургом обнаружено логово троллей, которые клеймят Навального и хвалят русское кино [Near St. Petersburg lies the lair of trolls that brand and praise Russian cinema], in Moy Rayon, 4 settembre 2013. URL consultato il 12 giugno 2016.
  15. ^ (RU) Тролль из Ольгино: Над Лукашенко отрывались как могли [Troll from Olgino: After Lukashenko, came out as best as they could], in Khartyia'97, 9 settembre 2014. URL consultato il 12 giugno 2016.
  16. ^ a b (RU) Sofia Korzova, СМИ: "Ольгинские тролли" стали "савушкинскими" ['Trolls from Olgino' have become 'savushkinskimi'], in Lentizdat, 28 ottobre 2014. URL consultato il 12 giugno 2016.
  17. ^ a b c d e (RU) Тролли из Ольгино переехали в новый четырехэтажный офис на Савушкина [Trolls from Olgino moved to a new four-story office on Savushkina], in DP.Ru, 28 ottobre 2014. URL consultato il 12 giugno 2016.
  18. ^ a b c d (RU) Diana Khachatryan, Как стать тролльхантером [How to become a troll-breaker], in Novaya Gazeta, vol. 24, 11 marzo 2015. URL consultato il 12 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2016).
  19. ^ a b Adrian Chen, The Agency: From a nondescript office building in St. Petersburg, Russia, an army of well-paid 'trolls' has tried to wreak havoc all around the Internet – and in real-life American communities., in The New York Times Magazine, 2 giugno 2015, ISSN 0362-4331 (WC · ACNP). URL consultato il 3 giugno 2015.
  20. ^ Tim Lister, Jim Sciutto and Mary Ilyushina, CNN, Putin's 'chef,' the man behind the troll factory, su cnn.com.
  21. ^ (EN) Confessions of a pro-Kremlin troll | EU vs Disinformation, su euvsdisinfo.eu. URL consultato il 3 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2020).
  22. ^ Anton Troianovski, A former Russian troll speaks: 'It was like being in Orwell's world', Washington Post, 17 febbraio 2018. URL consultato il 19 febbraio 2018.
  23. ^ (RU) Andrew Soshnikov, Фейковый расстрел: кто стоит за роликом об уничтожении Корана [Fake shot: Who is behind the filming of the destruction of the Quran], in BBC Russian Service, 23 marzo 2016. URL consultato il 24 marzo 2016.
  24. ^ (EN) Ross Logan, Video of 'US soldier shooting Qur'an' is a fake made in Russia, in Daily Mirror, 30 marzo 2016. URL consultato il 12 giugno 2016.
  25. ^ (EN) Behind the Dutch Terror Threat Video: The St. Petersburg 'Troll Factory' Connection, su Bellingcat, 3 aprile 2016. URL consultato il 3 aprile 2016.
  26. ^ Andy Cush, Emails Link Kremlin Troll Farm to Bizarre New York Photography Exhibit, su Gawker, 20 agosto 2015. URL consultato il 13 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2015).
  27. ^ (UK) Lana Samokhvalova, Московський слід колорадського Жука, або Хто і як готує "Майдан-3" [Moscow's cyber roaches, or who's calling for 'Maidan 3'], in Ukrinform, 21 gennaio 2016. URL consultato il 21 gennaio 2016.
  28. ^ a b Russian firm tied to pro-Kremlin propaganda advertised on Facebook during election, su Washington Post. URL consultato il 7 settembre 2017.
  29. ^ a b Facebook Manipulation Echoes Accounts From Russian 'Troll Factory', su RadioFreeEurope/RadioLiberty. URL consultato il 7 settembre 2017.
  30. ^ David S Cloud e David Pierson, Facebook will provide ads bought by Russian company to congressional committees investigating Trump ties, LA Times, 21 settembre 2017.
  31. ^ Maya Kosoff, The Russian Troll Farm That Weaponized Facebook Had American Boots on the Ground; The shadowy Internet Research Agency duped American activists into holding protests and self-defense classes., su VanityFair.com, 17 ottobre 2017. URL consultato il 20 ottobre 2017.
  32. ^ a b Spencer Ackerman, Gideon Resnick e Ben Collins, Leaked: Secret Documents From Russia’s Election Trolls, in The Daily Beast, 1º marzo 2018. URL consultato il 29 marzo 2018.
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  36. ^ Craig Malisow, Hate Group Planning Islamic Library Protest Totally Doesn't Think They're a Hate Group, su Houston Press, 11 maggio 2016. URL consultato il 30 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2018).
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  38. ^ Mike Isaac e Scott Shane, Facebook’s Russia-Linked Ads Came in Many Disguises, su The New York Times, 2 ottobre 2017. URL consultato il 2 aprile 2018.
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  42. ^ Peter Stein e Lori Aratani, Crowds rally at March for Truth in Washington and dozens of cities, su Chicago Tribune, 3 giugno 2017. URL consultato il 9 aprile 2018.
  43. ^ Will Yates e Mike Wendling, 'Russian trolls' promoted California independence, su BBC News, 4 novembre 2017. URL consultato il 2 aprile 2018.
  44. ^ Rolling Stone Italia, Dentro la fabbrica dei troll russi, in Rolling Stone Italia. URL consultato il 4 agosto 2018.
  45. ^ Quel network russo di profili fake che inquieta la politica italiana: ecco tutti i dati sui troll gestiti da San Pietroburgo, in Repubblica.it, 3 agosto 2018. URL consultato il 4 agosto 2018.
  46. ^ Vaccini: dietro le "fake news" su twitter troll russi e account finti, in Repubblica.it, 23 agosto 2018. URL consultato il 24 agosto 2018.
  47. ^ Jacqueline Howard, CNN, Why Russian trolls stoked US vaccine debates, in CNN. URL consultato il 24 agosto 2018.
  48. ^ David Filipov, The notorious Kremlin-linked ‘troll farm’ and the Russians trying to take it down, in The Washington Post, 8 ottobre 2017.
  49. ^ Jon Swaine e Marc Bennetts, Thirteen Russians criminally charged with interfering in US election, Mueller announces, in The Guardian, 16 febbraio 2018. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  50. ^ Indictment in Mueller investigation, February 2018, su justice.gov. URL consultato il 31 luglio 2018.
  51. ^ Sonam Sheth, Trump administration announces new sanctions on Russians charged in the Mueller investigation, in Business Insider, 15 marzo 2018. URL consultato il 15 marzo 2018.

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