J. Edgar Hoover
Questa voce o sezione sugli argomenti funzionari e politici statunitensi non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
|
J. Edgar Hoover | |
---|---|
John Edgar Hoover nel 1961 | |
Direttore dell'FBI | |
Durata mandato | 22 marzo 1935 – 2 maggio 1972 |
Presidente | Franklin D. Roosevelt Harry Truman Dwight D. Eisenhower John F. Kennedy Lyndon B. Johnson Richard Nixon |
Predecessore | sé stesso come direttore del BOI |
Successore | Clarence M. Kelley |
6° Direttore del Bureau of Investigation | |
Durata mandato | 10 maggio 1924 – 22 marzo 1935 |
Presidente | Calvin Coolidge Herbert Hoover Franklin D. Roosevelt |
Predecessore | William J. Burns |
Successore | sé stesso (direttore dell'FBI) |
Dati generali | |
Partito politico | Repubblicano |
Titolo di studio | Laurea in legge |
Università | George Washington University |
Firma | ![]() |
John Edgar Hoover (Washington, 1º gennaio 1895 – Washington, 2 maggio 1972) è stato un funzionario e politico statunitense.
La sua immagine è strettamente legata all'FBI, uno dei più famosi servizi investigativi del mondo. Ha infatti lavorato per il Dipartimento della Giustizia per quasi mezzo secolo (come direttore del BOI dal 1924-35, dell'FBI dal 1935 -1972) sotto otto presidenti statunitensi, da Calvin Coolidge a Richard Nixon. Dopo la sua morte, Nixon limitò la durata del mandato dei direttori dell'FBI a 10 anni.
BiografiaModifica
La direzione dell'FBIModifica
Quando il Presidente Calvin Coolidge lo mise, giovanissimo, a capo del BOI (dal 1935 FBI), c'erano 600 agenti in forza: al termine della sua gestione erano 6.000. L'accademia nazionale per l'addestramento degli agenti, l'immenso archivio per le impronte digitali e i laboratori scientifici sono creazioni di Hoover.
Ereditò un'organizzazione indebolita dalle politiche e dall'inettitudine dei raccomandati; Hoover fece piazza pulita di tutto, instaurò una disciplina ferrea, metodi rigidissimi di addestramento e di selezione e fece dell'FBI uno strumento di rara efficienza. Tuttavia alcuni lo ritengono fra i responsabili delle numerose violenze commesse dagli agenti nei confronti della comunità afroamericana, con un presunto accanimento particolare verso i membri di organizzazioni come le Black Panthers.
Combatté il gangsterismo, eliminando John Dillinger, detto "il pericolo pubblico numero uno", e George R. Kelly, detto machine gun ("mitragliatrice"). Scoprì dopo quattro anni di indagini il rapitore e assassino del figlio del famoso aviatore statunitense Charles Lindbergh, Bruno Hauptmann, un immigrato tedesco, carpentiere ed ex detenuto, che venne processato, riconosciuto colpevole (anche se non confessò mai il proprio crimine) e giustiziato.
In un paese con una criminalità così estesa e fenomeni di violenza così gravi come gli Stati Uniti, Hoover diventò per alcuni una specie di eroe nazionale. Verso la fine della sua carriera, tuttavia, venne accusato di violazione dei diritti civili per aver disposto indagini illecite (attraverso il controverso programma COINTELPRO), tese a identificare cittadini americani ritenuti per le loro idee politiche simpatizzanti con il comunismo durante il maccartismo. Tra questi ricordiamo il caso più famoso, Charlie Chaplin, ma anche Martin Luther King e molti altri.
Il programma COINTELPROModifica
Il programma COINTELPRO di Hoover permise agli agenti dell'FBI di mettere le mani su organizzazioni come le Pantere Nere, il Movimento per i diritti civili di Martin Luther King Jr., la Southern Christian Leadership Conference e il Ku Klux Klan, usando mezzi quali infiltrazioni, minacce legali e persino pura violenza.
La sua rete d'informatori gli permise di ottenere dati personali sulla vita di molte celebrità dell'epoca, incluso il Presidente degli Stati Uniti d'America. I dati riguardavano adulteri, orientamenti sessuali e politici, con particolare risalto alle eventuali simpatie comuniste degli indagati. Esistono archivi declassificati che mostrano come gli agenti dell'FBI informavano con regolarità Hoover dell'attività sessuale dei politici.
La morteModifica
Hoover morì a seguito di un attacco cardiaco, durante il mandato Nixon, il 2 maggio 1972, all'età di 77 anni e dopo aver diretto l'FBI ininterrottamente per 48 anni (inclusi quelli al BOI). Gli vennero tributati funerali di Stato.
Le critiche all'operatoModifica
Nel 1979, l'HSCA (comitato per le indagini sugli omicidi), che aveva riaperto le indagini sull'assassinio del presidente Kennedy, dichiarò che Hoover «...non aveva indagato adeguatamente sulla possibile cospirazione tesa all'uccisione del presidente». L'HSCA aggiunse che Hoover «...fu restio nel comunicare le informazioni in suo possesso agli altri organismi e dipartimenti». In conseguenza di ciò abbondano le teorie cospirative relativamente alla negligenza di Hoover nello svolgimento delle sue funzioni relativamente all'omicidio Kennedy.
La sede dell'FBI a Washington porta il nome di Hoover. A causa delle polemiche sull'eredità politica di Hoover, nel 2001, il senatore Harry Reid patrocinò un emendamento per togliere il nome di Hoover dall'edificio. L'emendamento non venne però approvato dal Senato.
Vita privataModifica
Hoover rimase sempre scapolo e a partire dagli anni quaranta hanno cominciato a circolare voci insistenti su una sua presunta omosessualità,[1] che non venne mai confermata. Non fu neppure accertato la sua presunta relazione con Clyde Tolson, direttore associato dell'FBI, con il quale aveva collaborato per anni. Tali idee potrebbero essere semplicemente il frutto delle tante inimicizie che Hoover ebbe modo di farsi nei numerosi anni trascorsi come direttore del Bureau.
Hoover fu membro della Massoneria e raggiunse il 33º ed ultimo grado del Rito scozzese antico ed accettato[2].
FilmografiaModifica
- Interpretato da Treat Williams nel film per la televisione J. Edgar Hoover (1987), diretto da Robert L. Collins
- Interpretato da Kevin Dunn nel film Charlot (1992), diretto da Richard Attenborough
- Interpretato da Bob Hoskins nel film Gli intrighi del potere (1995), diretto da Oliver Stone
- Interpretato da Ernest Borgnine nel film Hoover (2000), diretto da Rick Pamplin
- Interpretato da Billy Crudup nel film Nemico pubblico - Public Enemies (2009), diretto da Michael Mann
- Interpretato da Enrico Colantoni nella miniserie The Kennedys (2011), diretta da Jon Cassar
- Interpretato da Leonardo DiCaprio nel film J. Edgar (2011), diretto da Clint Eastwood
- Interpretato da Eric Ladin nella quarta stagione (2013) della serie televisiva Boardwalk Empire - L'impero del crimine.
- Interpretato da Dylan Baker nel film Selma - La strada per la libertà (2014), diretto da Ava DuVernay
- Interpretato da Stephen Root nel film per la televisione All the Way (2016), diretto da Jay Roach
- Interpretato da T. R. Knight nella prima stagione della serie televisiva Genius (2017)
- interpretato da William Forsythe nella terza e nella quarta stagione di L'uomo nell'alto castello (2018-19)
OnorificenzeModifica
NoteModifica
- ^ Jennifer Terry, An American Obsession: Science, Medicine, and Homosexuality in Modern Society, University of Chicago Press, 1999, p. 350, ISBN 0-226-79366-4.
- ^ (EN) Doolittle sul sito del Supreme Temple Architects Hall of Honor.
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikisource contiene una pagina in lingua inglese dedicata a John Edgar Hoover
- Wikiquote contiene citazioni di o su John Edgar Hoover
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su John Edgar Hoover
Collegamenti esterniModifica
- FBI file on J. Edgar Hoover, su vault.fbi.gov. URL consultato il 2 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2011).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 17237962 · ISNI (EN) 0000 0001 2099 3618 · LCCN (EN) n79077374 · GND (DE) 118553488 · BNF (FR) cb12029558q (data) · NLA (EN) 35205414 · NDL (EN, JA) 00620831 · WorldCat Identities (EN) n79-077374 |
---|