Quella notte a Miami...

film del 2020 diretto da Regina King
(Reindirizzamento da One Night in Miami)

Quella notte a Miami... (One Night in Miami...) è un film del 2020 diretto da Regina King, al suo esordio alla regia di un lungometraggio.[1]

Quella notte a Miami...
I quattro protagonisti in una scena del film
Titolo originaleOne Night in Miami...
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno2020
Durata115 min
Rapporto2,39:1
Generedrammatico, biografico
RegiaRegina King
Soggettodalla pièce teatrale di Kemp Powers
SceneggiaturaKemp Powers
ProduttoreJess Wu Calder, Keith Calder, Jody Klein
Produttore esecutivoPaul O. Davis, Chris Harding, Regina King, Kemp Powers
Casa di produzioneABKCO Films, Snoot Entertainment
Distribuzione in italianoPrime Video
FotografiaTami Reiker
MontaggioTariq Anwar
Effetti specialiEric Grenaudier
MusicheTerence Blanchard
ScenografiaPage Buckner
CostumiFrancine Jamison-Tanchuck
TruccoAllison Lacour, Remi Savva
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La pellicola, adattamento cinematografico dell'omonima pièce teatrale del 2013 scritta da Kemp Powers,[2] narra le vicende, prima reali poi immaginarie, del 25 febbraio 1964, quando l'incontro di pugilato Sonny Liston vs. Cassius Clay vede il secondo diventare a sorpresa il nuovo campione del mondo dei pesi massimi; in seguito, a causa della segregazione razziale in vigore negli Stati Uniti, Clay festeggia la vittoria in una stanza dell'Hampton House Motel insieme ai suoi amici più intimi: Malcolm X, Sam Cooke e Jim Brown, discutendo anche del futuro della comunità afroamericana.[3]

Trama modifica

Nel 1963, Cassius Clay quasi perde un incontro di boxe contro Henry Cooper allo stadio di Wembley. Al Copacabana di New York, il cantante soul Sam Cooke soffre per un'esibizione di fronte a un pubblico freddo e tutto bianco. Tornato a casa in Georgia, il giocatore di football Jim Brown viene ricevuto dall'amico di famiglia Carlton in una vasta piantagione. Carlton loda "il grande Jim Brown", ma quando Brown si offre di aiutarlo a spostare alcuni mobili, Carlton gli ricorda che le persone di colore non sono ammesse in casa. Intanto, Malcolm X torna a casa e discute i suoi piani per lasciare la Nation of Islam con la moglie Betty.

Il 25 febbraio 1964 i quattro uomini si trovano tutti a Miami per l'incontro per il titolo di Clay contro Sonny Liston. X incontra Clay in una stanza d'albergo prima del combattimento e i due pregano in modo tradizionale islamico. Quella notte, Brown è un commentatore in prima fila e Cooke e Malcolm X sono tra la folla mentre Clay batte Liston, diventando così il campione del mondo dei pesi massimi.

In seguito, X invita gli altri tre uomini nella sua stanza di motel. Le loro speranze festeggiare vengono deluse quando X chiarisce che sono gli unici che ha invitato: vuole passare un po' di tempo a riflettere sui loro successi, ma sorge la tensione tra lui e Cooke. X pensa che Cooke abbia svenduto la comunità nera assecondando il pubblico bianco, ma Cooke si rifiuta di sentirsi in colpa per il suo successo. Clay informa gli altri tre uomini dei suoi piani per annunciare la sua conversione alla Nation of Islam, esacerbando così la tensione. Brown discute i suoi piani per diventare un attore cinematografico e si chiede se andrà tutto bene.

Il conflitto tra X e Cooke si intensifica: Malcolm ridicolizza duramente la musica che Cooke ha prodotto da quando ha avuto successo; Cooke insiste che il suo successo e la sua autonomia creativa sono d'ispirazione per la comunità nera, ribadisce il suo sostegno alla lotta degli afroamericani e afferma che le canzoni di protesta non sono commercialmente redditizie. X lo mette di fronte al successo di Blowin' in the Wind di Bob Dylan.

Diventa chiaro che l'antagonismo di X nei confronti di Cooke è motivato, almeno in parte, dalle pressioni che l'attivista è costretto ad affrontare e, in particolare, dalle molestie da parte dell'FBI e dai timori per la sua rottura con Elijah Muhammad. X è devastato nell'apprendere che Clay sta avendo dei ripensamenti sulla sua conversione. Dice a Clay che sta progettando di formare la propria organizzazione e gli chiede di unirsi a lui. Clay rifiuta, sentendosi tradito dal suo mentore e chiedendosi se la sua conversione sia stata uno stratagemma di X per attirare l'attenzione sul suo nuovo progetto. Un bussare alla porta li informa che la stampa ha avuto notizia dell'incontro. Mentre Clay si prepara a parlare con i media, il pugile chiede a X di venire con lui. Quando se ne vanno, Cooke dice a Brown che ha avuto pensieri simili su Blowin' in the Wind e ha già scritto una canzone, ma non l'ha ancora eseguita.

In seguito all'incontro Clay cambia ufficialmente il proprio nome in Muhammad Ali, mentre la vita di X cambia radicalmente dopo la rottura con la Nation of Islam: la sua casa viene data alla fiamme, ma riesce comunque a completare la propria autobiografia. Cooke debutta con A Change Is Gonna Come al The Tonight Show, mentre Brown lascia la NFL per perseguire la carriera cinematografica.

Produzione modifica

Il progetto viene annunciato nel luglio 2019 per la regia di Regina King su una sceneggiatura di Kemp Powers, basata sullo spettacolo teatrale dello stesso Powers.[2]

Le riprese del film sono iniziate nel gennaio 2020 a New Orleans.[4]

Il budget del film è stato di 16,9 milioni di dollari.[5]

Promozione modifica

La prima clip promozionale del film è stata diffusa l'8 settembre 2020.[6]

Distribuzione modifica

Il film è stato presentato in anteprima fuori concorso alla 77ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il 7 settembre 2020,[3] diventando il primo film nella storia diretto da una regista afroamericana ad essere presentato alla Mostra.[7]

La pellicola è stata distribuita nelle sale cinematografiche statunitensi a partire dal 25 dicembre 2020 e nel resto del mondo su Prime Video dal 15 gennaio 2021.[8]

Accoglienza modifica

Critica modifica

Il film è stato accolto molto positivamente dopo la presentazione alla Mostra di Venezia.[3]

Sull'aggregatore Rotten Tomatoes, riceve una percentuale del 97% delle recensioni professionali positive, con un voto medio di 8,39 su 10 basato su 66 critiche.[9]

Grazie al film, la regista Regina King è stata inserita da Peter Debruge, critico di Variety, nella lista dei dieci registi più promettenti da tenere d'occhio per il futuro.[10]

Riconoscimenti modifica

Note modifica

  1. ^ Paola Casella, ONE NIGHT IN MIAMI, IL RESOCONTO DI UN INCONTRO IMMAGINARIO TRA QUATTRO GRANDI FIGURE BLACK, su MYmovies.it, 8 settembre 2020. URL consultato l'8 settembre 2020.
  2. ^ a b (EN) Dino-Ray Ramos, Regina King To Direct Adaptation Of ‘One Night In Miami’, su Deadline Hollywood, 9 luglio 2019. URL consultato l'8 settembre 2020.
  3. ^ a b c Valentina D'Amico, ONE NIGHT IN MIAMI INCANTA VENEZIA 2020: REGINA KING SARÀ LA PRIMA REGISTA NERA CANDIDATA ALL'OSCAR?, su Movieplayer.it, 8 settembre 2020. URL consultato l'8 settembre 2020.
  4. ^ (EN) ‘One Night in Miami’ Directed By Regina King Open Casting Call, su projectcasting.com, 12 febbraio 2020. URL consultato l'8 settembre 2020.
  5. ^ (EN) Initial Certification Search, su astlaneng.louisianaeconomicdevelopment.com. URL consultato l'8 settembre 2020.
  6. ^   Amazon Prime Video, One Night in Miami - First Look Clip, su YouTube, 8 settembre 2020. URL consultato l'8 settembre 2020.
  7. ^ (EN) Lanre Bakare, Regina King makes history at Venice film festival with One Night in Miami, su The Guardian, 7 settembre 2020. URL consultato l'8 settembre 2020.
  8. ^ Beatrice Pagan, ONE NIGHT IN MIAMI: AMAZON SVELA LA DATA DI USCITA, su Movieplayer.it, 2 ottobre 2020. URL consultato il 2 ottobre 2020.
  9. ^ (EN) Quella notte a Miami..., su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC. URL consultato il 21 settembre 2020.  
  10. ^ Max Borg, REGINA KING E ROBIN WRIGHT TRA I 10 REGISTI DA TENERE D’OCCHIO NEL 2021 SECONDO VARIETY, su Movieplayer.it, 12 dicembre 2020. URL consultato il 13 dicembre 2020.
  11. ^   Oscars, 93rd Oscars Nominations, su YouTube, 15 marzo 2021. URL consultato il 15 marzo 2021.
  12. ^ Fabio Fusco, GOLDEN GLOBE 2021: TUTTE LE NOMINATION, su Movieplayer.it, 3 febbraio 2021. URL consultato il 3 febbraio 2021.
  13. ^ (EN) Ryan Adams, Chloe Zhao’s Nomadland Leads Chicago Film Critics Association 2020 Nominations, su awardsdaily.com, 18 dicembre 2020. URL consultato il 18 dicembre 2020.
  14. ^ (EN) 2020 CIC Awards, su chicagoindiecritics.org, 3 gennaio 2021. URL consultato l'8 febbraio 2021.
  15. ^ (EN) Clayton Davis, ‘Nomadland’ Wins Best Feature at the Gothams, Ahmed and Beharie Upset in Acting Categories, su Variety, 11 gennaio 2021. URL consultato il 12 gennaio 2021.
  16. ^ (EN) Clayton Davis, National Board of Review Names ‘Da 5 Bloods’ Best Picture, Spike Lee Becomes Second Black Director Winner, su variety.com, Variety, 26 gennaio 2021. URL consultato il 26 gennaio 2021.
  17. ^ (EN) Ryan Lattanzio, ‘Nomadland’ Wins TIFF’s 2020 People’s Choice Award, su IndieWire.com, 20 settembre 2020. URL consultato il 21 settembre 2020.
  18. ^ (EN) Jacqueline Coley, NOMADLAND, ONE NIGHT IN MIAMI, THE MANDALORIAN, AND THE QUEEN'S GAMBIT AMONG AFI'S 2020 HONOREES, su Rotten Tomatoes, 25 gennaio 2021. URL consultato il 26 gennaio 2021.
  19. ^ (EN) 2021 EE British Academy Film Awards: The Nominations, su British Academy Film Awards, 9 marzo 2021. URL consultato il 9 marzo 2021.
  20. ^ (EN) Film nominees for the 26th annual Critics Choice Awards have been announced, su Critics' Choice Awards, 8 febbraio 2021. URL consultato l'8 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2021).
  21. ^ Andrea Francesco Berni, Nomadland domina i Critics Choice Awards con quattro premi: tutti i vincitori, su BadTaste.it, 8 marzo 2021. URL consultato l'8 marzo 2021.
  22. ^ (EN) 2021 DIRECTORS GUILD AWARDS NOMINATIONS: THE FULL LIST, su Rotten Tomatoes, 9 marzo 2021. URL consultato il 10 marzo 2021.
  23. ^ (EN) Jacqueline Coley, 2021 FILM INDEPENDENT SPIRIT AWARDS NOMINATIONS ANNOUNCED, su Rotten Tomatoes, 26 gennaio 2021. URL consultato il 27 gennaio 2021.
  24. ^ (EN) Maggie Dela Paz, Nomadland Tops 2021 Independent Spirit Awards, Full List of Winners, su comingsoon.net, 23 aprile 2021. URL consultato il 23 aprile 2021.
  25. ^ Valentina D'Amico, PGA 2021: NOMADLAND E IL PROCESSO AI CHICAGO 7 GUIDANO LE NOMINATION, su Movieplayer.it, 9 marzo 2021. URL consultato il 9 marzo 2021.
  26. ^ (EN) San Diego Film Critics Society 2020 Awards Nominations, su sdfcs.org, San Diego Film Critics Society Awards, 8 gennaio 2021. URL consultato l'8 gennaio 2021.
  27. ^ (EN) 2020 San Diego Film Critics Society Award Winners, su sdfcs.org, San Diego Film Critics Society, 11 gennaio 2021. URL consultato il 12 gennaio 2021.
  28. ^ (EN) Mirjana Van Blaricom, 25th Satellite Awards Nominees for Motion Pictures and Television Announced, su pressacademy.com, International Press Academy, 1º febbraio 2021. URL consultato il 2 febbraio 2021.
  29. ^ (EN) NOMINATIONS ANNOUNCED FOR THE 27TH ANNUAL SCREEN ACTORS GUILD AWARDS, su Screen Actors Guild Award, 4 febbraio 2021. URL consultato il 4 febbraio 2021.
  30. ^ (EN) 'Nomadland' Finds a Home with WAFCA Critics, su Washington D.C. Area Film Critics Association. URL consultato l'8 febbraio 2021.
  31. ^ (EN) 2021 Writers Guild Awards Nominees, su Writers Guild of America. URL consultato il 17 febbraio 2021.

Collegamenti esterni modifica