Utente:Guido Fineschi Sergardi/Sandbox2

Fineschi
Trinciato, nel 1º di rosso, al cane levriero corrente d'argento collarinato dello stesso; nel 2º d'azzurro, a tre rose d'argento ordinate in banda Trinciato, nel 1º di rosso, al cervo corrente d'argento; nel 2º d'azzurro, a tre rose d'argento ordinate in banda
Stato Repubblica di Firenze
Granducato di Toscana
Principato di Piombino
Regno d'Italia
FondatoreLore
Data di fondazioneXIV secolo
EtniaItaliana

I Fineschi sono un’antica famiglia toscana originaria di Radda in Chianti

Storia modifica

Origini modifica

 
Manoscritto: prima pagina di un trattato di danza del XV secolo, in volgare, con lo stemma miniato dei Fineschi da Radda
 
Nota di possesso di Matteo di Ser Bartolomeo e Domenico suo fratello di Ser Domenico di Ser Bartolomeo di Maestro Matteo Fineschi da Radda, libro sec. XVI
 
Stemma di Domenico Fineschi da Lamole sul Palazzo Pretorio di Campi Bisenzio

Sviluppatasi principalmente fra il Chianti e Firenze, la famiglia proviene da Radda, allora capitale della Lega del Chianti, pur mantenendo sempre uno stretto legame con la stessa, suoi esponenti furono cittadini di Firenze, anche al servizio della Repubblica.

Cognome modifica

Capostipite fu ser Lore di Finochio da Radda,[N 1] notaio che rogava nella prima metà del secolo XIV,[1] che in alcuni atti viene riportato come Ser Lore Finochi da Radda[2]. Dopo due generazioni, nasce il cognome e troviamo il nipote in atti riportato come, ser Giovanni di maestro Matteo di Ser Lore de Fineschi da Radda[3] (dal nome medievale Finochio: Finochi-Fineschi ). I discendenti continuarono ad utilizzare alternativamente, come identificativo personale: da Radda, Fineschi, Fineschi da Radda.

Esponenti modifica

Ser Lore era notaio, Matteo, vissuto fra la seconda metà del XIV secolo e la prima del XV (morto nel 1418, o 1419) fu maestro di grammatica[4] e insegnò le arti nello Studio fiorentino. Per testamento lasciò 10 Fiorini d’oro per la realizzazione di una pala d’altare per la chiesa di San Biagio a Vercenni, Radda.[5]

I suoi figli includono ser Giovanni (n. circa 1389), che fu giudice e notaio,[6] (notaio per i priori di S. Croce),[7] ser Bartolomeo (n. circa 1395), notaio,[8] e Guasparre, medico fisico,[9] maestro (n. circa 1393).[10]

Notai saranno anche, in linea diretta, il nipote, ser Domenico (notaio per i priori, quartiere di S.Croce)[11] e il bisnipote, ser Bartolomeo, appartenenti quindi alla prima delle Arti Maggiori di Firenze, quella appunto dei Giudici e dei Notai.[12]

Francesco di Mariotto di Ser Matteo de Fineschi di Firenze, è abitante a Siena nel 1476 ed è maestro di ballo.[13] Anche i figli di Maestro Francesco saranno maestri di ballo e Maestro Lorenzo e Maestro Marchantonio di Francesco Fineschi, con atto notarile del primo Gennaio 1537, apriranno una scuola di ballo per i giovani gentiluomini (in particolare i figli di messer Gismondo Chigi e di messer Girolamo Cinughi) e damigelle senesi.[14]

A Roma, Nicola Gioannazzo de Fineschi, fu conservatore[15] in Campidoglio nel 1511 (carica che attribuiva automaticamente la nobiltà civica/patriziato romano). Antonio Fineschi fu caporione di Trevi nel 1532. Nel 1546, Girolamo Fineschi è fra i finanziatori della fabbrica della Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini.[16]

Nel 1635 viene citato Tiberio di Antonio di Francesco Fineschi, per aver ricevuto le antiche proprietà a Stignano-Buggiano , di Coluccio Salutati (1375-1406), noto cancelliere e segretario della Repubblica di Firenze, quale eredità di sua sorella Virginia, che aveva sposato Francesco Salutati, discendente del segretario fiorentino. [17][18]

Sempre nel XVII secolo, fu molto noto e apprezzato a Firenze, per la sua poesia e drammaturgia, Antonio Fineschi da Radda.

Nel settecento, da un ramo collaterale (se ne ha tracce dalla fine del ‘600), fu podestà di Campi Bisenzio (1747), Domenico di Egidio Fineschi da Lamole (paese del Chianti a 12 km da Radda).

La famiglia ebbe sepoltura sia a Radda, nella Chiesa di San Niccolò, che a Firenze, nella Basilica di Santa Croce.[19]

Armi modifica

L' arme usata dalla famiglia, ha avuto nel tempo, qualche modifica e fra Firenze e Radda, nei secoli, i vari rami ne hanno alzate diverse altre.

Ramo di Siena modifica

A Siena, città vicina a Radda e non più nemica di Firenze, si sviluppò un ramo e nel ‘700 si ricordano, Anton Maria (1743-1803), laureato in utroque jure, valente giurista ed agronomo e suo nipote, don Michelangelo (1777-1841), che fu canonico del Duomo, professore di sacre scritture e lingue orientali presso l'università degli studi di Siena[24] e membro dell' Accademia dei Fisiocritici.[25] Il dott. Giovan Domenico di Girolamo Fineschi (n. 1761; altro nipote di Anton Maria), laureato in utroque jure, fu notaio e cancelliere comunitativo[26][27] (carica creata in epoca granducale, che non proveniva da estrazioni per imborsamenti, ma da Motu proprio del granduca, cioè per nomina diretta del sovrano). Fu anche capitano della Nobile Contrada del Nicchio per il Palio straordinario corso in onore della visita senese del granduca Ferdinando III e della granduchessa Luisa Maria di Borbone-Napoli, del 17 Agosto 1791.[28] Il padre e lo zio di Anton Maria, Giovan Domenico (n. 1695) e Francesco (n. 1688), furono il primo, priore della Contrada Sovrana dell'Istrice (1733), il secondo, capitano della stessa contrada (1735).

Ramo del Principato di Piombino modifica

 
Nil Impossibile Volenti

Nel periodo dell'Ancien Régime e poi napoleonico, all'Elba e Piombino, in questo piccolo stato, in cui godette della nobiltà, fiorì un altro ramo Fineschi, sempre proveniente dall'area senese, che alzò due ulteriori armi. Di loro, servendo sia sotto la corona dei Boncompagni-Ludovisi, che quella di Felice Baciocchi ed Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone I, si ricorda nel '700, all'Elba, il dott. Girolamo Fineschi (1726-1813), sposato con Fiore Taddei Castelli (sorella di Lazzaro Taddei Castelli, governatore generale).[29] Medico fisico, fu membro del consiglio degli Anziani di Rio, intendente delle miniere di ferro, ministro di marina, giudice di pace e presidente del tribunale correzionale di Longone. Il figlio Francesco (n.1764), fu avvocato, notaio, giudice, governatore dei paesi di Buriano (1795), Scarlino (1800) e Suvereto (1805), primo giudice auditore presso il tribunale civile e criminale del principato (1807), procuratore imperiale con il titolo di commissario del principe (1808),[N 2] capitano della guardia nazionale e capitano della guardia d'onore, infine, dopo l'annessione del principato al Granducato di Toscana, podestà di Castel del Piano.

Francesco ha lasciato molti scritti ed in una lunghissima lettera scritta al granduca Ferdinando III del 1823, riporta fra le altre cose, della propria interessante storia personale, anche quella breve militare nel periodo rivoluzionario, qui un passo:

«Fertile di avvenimenti l’anno 1799, specialmente dopo la battaglia della Trebbia, giovine come ero allora, e che avevo un grado militare, lasciato un sostituto all’impiego ed animato per la buona causa, mi feci capo di 180 uomini di cavalleria volontaria, fra i migliori possidenti, allorché l’invito degli augusti alleati fecesi generale contro la sedicente repubblica francese, ed unitomi ad altri buoni sudditi andai nella città di Siena, ov’era un comandante austriaco, che mi prescelse a formar la vanguardia e la retroguardia, per scortare in mezzo alla mia truppa dodici pezzi di artiglieria, a la città di Viterbo ov’era il quartiere generale tedesco con un corpo di sopra quattromila uomini, avendone fatta consegna al barone Luzer comandante la vanguardia austriaca, non senza patire strada facendo, di un’imboscata verso Montefiascone nel quale incontro fatti quindici prigionieri tutti cisalpini li presentai al general comando di piazza. Questo mio corpo volontario riunito alle altre forze dalla parte del Tebro sotto gli ordini del Cardinale Ruffo, che vi era in persona, facilito’ coll’aiuto austriaco l’espulsione del nemico da Toscanella, Ronciglioni, Vetralla, Baccano, Sutri, Oriolo, Caprarola, né mancava che sloggiarlo da Civitacastellana, quale dopo nove giorni di assedio, si rese per capitolazione alle nostre armi nell’agosto di detto anno. …ed ecco la prima mia affezione alla Toscana, abbandonato nel feudo di Piombino ove mi ritirai munito dei brevetti di servizio militare ricevuti fra gli Austriaci segnati dell’8, 20 e 29 Agosto 1799, avendomi lo squadrone volontario accompagnato alla mia residenza di Buriano, quando il mio principe non solo riconobbe in me la qualità onorifica di capitano, ma in grazia del mostrato zelo mi nominò governatore di Scarlino ancora con ingerenza militare sulle torri del Barbiere, Civette, Puntone e Follonica, i cui ancoraggi erano a mio profitto.»

Il secondogenito di Girolamo, Teofilo (1766-1830), sposato con Caterina Soldani, fu membro del consiglio degli Anziani di Piombino (1801-1804), tesoriere del principato, consigliere municipale di Piombino (1813). Teofilo ebbe due figli, Lorenzo (n.1797) e Giacomo (1798-1846). Il secondo, laureato in legge, fu procuratore comunitativo di Piombino; il primo, ufficiale d'artiglieria, colonnello, sposato con Elisa Lubrano, fu comandante del battaglione d’artiglieria da piazza,[30] comandante della piazza di 1ª classe di Orbetello e del 3° battaglione cacciatori volontari di costa (1855),[31][N 3] ispettore generale del R. Corpo d'Artiglieria e ultimo capo dello stato maggiore generale[32] del granduca Leopoldo II, infine, governatore civile e militare dell'isola d'Elba.

Dopo l'unificazione del Regno d'Italia, suo figlio Adolfo (1838-1929), giovane tenente dell'esercito toscano[33], entrò in quello nazionale neocostituito. Ufficiale d’artiglieria,[34] fu tenente generale[35] del R.E., si sposò con Maria Lavinia Sergardi, figlia dell' avv. Tiberio Sergardi, sindaco di Siena e senatore del regno, ultima del suo ramo. La sorella di Adolfo, Adele (n. 1844), andrà in sposa al dott. Bernardino Riccomanni,[36] patrizio aretino. I figli di Adolfo, Lorenzo (1874-1937), ufficiale di fanteria, fu generale di brigata del R.E. e luogotenente generale della M.V.S.N[N 4]; Guido (1891-1950), avvocato, partecipò alla Marcia su Roma (1922), fu assessore anziano al comune di Siena, Maggiore del R.E. di complemento, si sposò con Maria Gabriella Rugani. Le sorelle di Lorenzo e Guido, andranno in spose, Elisa (1876-1963), al conte Emilio Piccolomini Clementini, patrizio senese, Maria (1880-1963) e Lina (1892-1984), rispettivamente ai fratelli Emilio Griccioli, la prima e al Col. Mario Griccioli[N 5], la seconda.
I discendenti (Fineschi Sergardi) vivono ancora oggi a Siena, risiedendo nel palazzo Fineschi Sergardi e a Roma.

Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ a volte riportato anche come ser Lori, o ser Loro
  2. ^ È del 9 settembre 1808, un suo Abrégé historique de la Principauté de Piombino - Compendio Istorico sul Principato di Piombino e mezzi di risorsa, che inquadra la situazione generale amministrativa ed economica dello stato, partendo dalla storia dello stesso, destinato ai principi di Piombino
  3. ^ insignito della croce di Cavaliere di seconda classe dell'Ordine del Merito Militare, 1857
  4. ^ insignito della croce di Cavaliere dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro (quale Colonnello di Fanteria, 1919) e di Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia (quale Console Generale della M.V.S.N., 1925)
  5. ^ nobili senesi e fiorentini

Fonti modifica

  1. ^ Ser Lore di Finochio, su ASFI - Ferrantini pergamene. URL consultato il 27 Febbraio 2019.
  2. ^ P. Berti, Frammenti della cronaca di Messer Luca di Totto da Panzano da una copia di Vincenzo Borghini, in Archivio Storico Italiano, vol. 13, 1861.
  3. ^ Paolo Di Matteo Petriboni, Matteo Di Borgo Rinaldi, Priorista (1407-1459), Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2001.
  4. ^ Robert Black, Education in the florentine Catasto, 1427 - Education and Society in Florentine Tuscany, Teachers, Pupils and Schools, c. 1250-1500, Appendix One, Series: Education and Society in the Middle Ages and Renaissance, Volume: 29, 2007.
  5. ^ Maurizio Carnasciali, Gli edifici sacri nel comune di Radda in Chianti, Studium Edizioni, pp 30-31, 1996.
  6. ^ Ser Ioannes Ser Mathei Ser Loris de Fineschis de Radda, Imperiali atcque Apostolica Auctoritate Iudex Ordinarius Publicusque Notarius cfr. Kleve-Mark Urkunden 1394-1416 : p. 201, Regesten des Bestandes Kleve-Mark Urkunden im Nordrhein-Westfälischen Hauptstaatsarchiv in Düsseldorf / bearbeitet von Heike Preuss. 2003
  7. ^ Giovanni di Iacopo e Leonardo di Lorenzo Morelli, Croniche di Giovanni di Iacopo e di Lionardo di Lorenzo Morelli, Firenze, Gaet. Cambiagi Stampator Granducale, pag. 145, MDCCLXXV.
  8. ^ Anthony Molho, Franek Sznura, Sismel, Brighe, Affanni, Volgimenti di Stato: le ricordanze quattrocentesche di Luca di Matteo di Messer Luca dei Firidolfi da Panzano, Firenze, Edizioni del Galluzzo pag. 327, 2010.
  9. ^ Katharine Park, Doctors and Medicine in Early Renaissance Florence, Princeton, New Jersey, Princeton University Press, 1985.
  10. ^ Robert Black, Education and Society in Florentine Tuscany, Teachers, Pupils and Schools, c. 1250-1500, Education in the Florentine Catasto 1427, Chicago, The University of Chicago Press, 2007.
  11. ^ Istorie di Giovanni Cambi cittadino fiorentino pubblicate, e di annotazioni, e di antichi munimenti accresciute, ed illustrate da fr. Ildefonso di San Luigi Carmelitano Scalzo della Provincia di Toscana Accademico Fiorentino, Firenze, Gaetano Cambiagi stampatore granducale, pag. 395, volume primo, MDCCLXXXV.
  12. ^ Arti Maggiori e Minori di Firenze
  13. ^ Il 6 Giugno 1476 acquista una abitazione a Siena, nel Terzo di San Martino, per 21 fiorini
  14. ^ Frank A. D'Accone, The Civic Muse: Music and Musicians in Siena during the Middle Ages and the Renaissance, Chicago, University of Chicago Press, 1997.
  15. ^ Claudio De Dominicis, MEMBRI DEL SENATO DELLA ROMA PONTIFICIA Senatori,Conservatori, Caporioni e loro Priori e Lista d’oro delle famiglie dirigenti (secc. X-XIX), Roma, Fondazione Marco Besso, p. 38, 2009.
  16. ^ Francesco Guidi Bruscoli, Papal Banking in Renaissance Rome: Benvenuto Olivieri and Paul III, 1534–1549, Routledge - Taylor and Francis Group, 2017.
  17. ^ Giovanni Targioni Torzzetti, Relazioni d'alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana per Osservare le Produzioni Naturali e gli Antichi i Monumenti di Essa, Firenze, Gaetano Cambiagi Stampatore Granducale, Vol. 5, 1777.
  18. ^ Francesco Novati, Epistolario di Coluccio Salutati, Roma, Tipografia del Senato, Volume 4, Parte 2, 1911.
  19. ^ Stefano Rosselli, Sepoltuario Fiorentino, Firenze, ASFI Ms. 624, Tomo I, pag. 333, 1657.
  20. ^ a b c d e f citato in CIRR
  21. ^ a b Blasone o sia l'Armolario, contenente l'Armi Gentilizie delle Famiglie Toscane e delle Città, Terre e Castelli,..., ricavato da altro simile esistente nell'Archivio Segreto di S.A.R., su BNCF - Manoscritti Cappugi 623 - c. 255 v , XVII sec. URL consultato il 27 Febbraio 2019.
  22. ^ Stemma Fineschi da Radda, su archiviodistato.firenze.it. URL consultato il 27 Febbraio 2019.
  23. ^ a b Stemma Fineschi da Lamole, su archiviodistato.firenze.it. URL consultato il 27 Febbraio 2019.
  24. ^ Emilio De Tipaldo, BIOGRAFIA DEGLI ITALIANI ILLUSTRI Nelle Scienze, Lettere ed Arti del Secolo XVIII, è de’ Contemporanei compilata da Letterati Italiani di ogni Provincia e Pubblicata per Cura del Professore Emilio De Tipaldo, Venezia, Tipografia di Alvisopoli, Volume IV, MDCCCXXXVII.
  25. ^ Almanacco Toscano, Firenze, Stamperia Granducale, 1832.
  26. ^ Ministro Regio dell’Estimo e del Censo e Consigliere Legale della Comunità e degli Stabilimenti Comunitativi (Legge 16 settembre 1816)
  27. ^ Almanacco Toscano, Firenze, Stamperia Granducale, 1819.
  28. ^ Tommaso Paccagnini, In espettazione delle Loro Altezze Reali Ferdinando III, principe reale d'Ungheria e di Boemia, arciduca d'Austria, gran duca di Toscana, e Luisa Maria di Borbone real principessa di Napoli sua consorte: feste pubbliche destinate dalla città di Siena in contrassegno della sua gioja e devozione, Siena, dai Torchj Pazzini Carli, 1791.
  29. ^ Gianfranco Vanagolli, LAZZARO TADDEI CASTELLI, Ragguaglio sul soggiorno di Napoleone all’Elba, al Principe di Piombino, Quaderni di letteratura arte e storia, Le Opere e i Giorni, MMXII.
  30. ^ Magg. Lorenzo Fineschi Comandante il Battaglione d’Artiglieria da Piazza
  31. ^ Almanacco Toscano, Firenze, Stamperia Granducale, 1857.
  32. ^ Almanacco Toscano, Firenze, Stamperia Granducale, 1859.
  33. ^ Adolfo Fineschi, nomina a Sotto-Tenente dell'Esercito del Granduca
  34. ^ Col. Adolfo Fineschi, nomina a Comandante il 15° Rgt. d’Artiglieria
  35. ^ Ten. Gen. Adolfo Fineschi Gr. Uff. dell'Ordine della Corona d’Italia
  36. ^ Cesare Riccomanni, Raccolta di Scritture Varie pubblicate nell'Occasione delle Nozze Riccomanni-Fineschi, Torino, Tipografia V.Vercellino Doragrossa, 1863.

Bibliografia modifica

  • Istorie di Giovanni Cambi cittadino fiorentino pubblicate, e di annotazioni, e di antichi munimenti accresciute, ed illustrate da fr. Ildefonso di San Luigi Carmelitano Scalzo della Provincia di Toscana Accademico Fiorentino, Firenze, Gaetano Cambiagi stampatore granducale, Volume Primo, MDCCLXXXV.
  • Pagolo di Matteo Petriboni Matteo di Borgo Rinaldi, PRIORISTA 1407-1459, Roma, Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, Edizioni di storia e letteratura, 2001.
  • Katharine Park, Doctors and Medicine in Early Renaissance Florence, Princeton, New Jersey, Princeton University Press, 1985.
  • Almanacco Toscano, Firenze, Stamperia Granducale, 1819.
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  • Robert Black, Humanism and Education in Medieval and Renaissance Italy: Tradition and Innovation in Latin Schools, Cambridge, Cambridge University Press p. 202, 2001.
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  • Claudio De Dominicis, MEMBRI DEL SENATO DELLA ROMA PONTIFICIA Senatori, Conservatori, Caporioni e loro Priori e Lista d’oro delle famiglie dirigenti (secc. X-XIX), Roma, p. 38, Fondazione Marco Besso, 2009.
  • P. Berti, FRAMMENTI DELLA CRONACA DI MESSER LUCA DI TOTTO DA PANZANO DA UNA COPIA DI VINCENZIO BORGHINI, Archivio Storico Italiano NUOVA SERIE, Vol. 13, No. 1 (25), GIORNALE STORICO DEGLI ARCHIVI TOSCANI: Anno V. Dispensa Prima, pp. 58-78,Tip. di M. Cellini e C. alla Galileiana, 1861.
  • Heike Preuss, Kleve-Mark Urkunden 1394-1416, Düsseldorf, Hauptstaatsarchiv - p. 201, Regesten des Bestandes Kleve-Mark Urkunden im Nordrhein-Westfälischen, 2003.
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  • Tito Cappugi (raccolta), Blasone o sia l'Armolario, contenente l'Armi Gentilizie delle Famiglie Toscane e delle Città, Terre e Castelli,..., ricavato da altro simile esistente nell'Archivio Segreto di S.A.R., Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Manoscritti Cappugi 623, c. 255 v, XVII sec..
  • Alfredo Cirri (frate Eusebio), Blasonario Fiorentino, Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, manoscritti.
  • Enrico Ceramelli Papiani (raccolta), Blasoni delle famiglie toscane, Firenze, ASFI ff. 2028-2029.
  • Nuove Istruzioni per i Cancellieri Comunitativi secondo gli ultimi regolamenti ed ordini di Sua Altezza Reale approvate nel di 16 novembre 1779, Firenze, Gaetano Cambiagi Stampator Granducale, 1779.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica