Angoscia (film 1944)

film del 1944 diretto da George Cukor

Angoscia (Gaslight) è un film del 1944 diretto da George Cukor. Tratta dall'omonima opera teatrale del 1938 di Patrick Hamilton, è la storia di una giovane coppia e dei deragliamenti psicologici legati alla manipolazione. Si tratta infatti del soggetto narrativo che diede origine al termine "gaslighting".

Angoscia
Charles Boyer e Ingrid Bergman nel film
Titolo originaleGaslight
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1944
Durata114 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37:1
Generenoir, drammatico, thriller
RegiaGeorge Cukor
SoggettoPatrick Hamilton
SceneggiaturaJohn van Druten, Walter Reisch, John L. Balderston
ProduttoreArthur Hornblow Jr.
Casa di produzioneMetro-Goldwyn-Mayer
FotografiaJoseph Ruttenberg
MontaggioRalph E. Winters
Effetti specialiWarren Newcombe
MusicheBronislau Kaper
ScenografiaCedric Gibbons, William Ferrari
CostumiIrene e Mary Herwood
TruccoJack Dawn
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Doppiaggio originario:

Ridoppiaggio TV (1980):

Trama modifica

 
Angela Lansbury, nei panni della cameriera Nancy, in una scena del film

Londra, epoca vittoriana. Paula è una giovane aspirante soprano inglese, nipote della celebre cantante lirica Alice Alquist; destinata ad altre fortune, si troverà di fronte al misterioso omicidio della zia. Si recherà quindi in Italia per cercare di studiare e distrarsi dalla tragedia. In quel soggiorno incontrerà Gregory, un elegante pianista dai dolci modi, dal cui colpo di fulmine verrà uno spedito matrimonio e la decisione di tornare a Londra, nella residenza della zia defunta. Inizierà lì ad incrinarsi la loro vita matrimoniale e la salute di Paula, a causa dell'insolita personalità di Gregory e delle sue attenzioni presto rivelate non propriamente innocue ed oneste come in apparenza.

Produzione modifica

 
Ingrid Bergman in una scena del film

Il film è il remake di una pellicola dallo stesso titolo (Gaslight) prodotta nel 1940, con Anton Walbrook e Diana Wynard, per la regia di Thorold Dickinson.

Le riprese furono completamente effettuate all'interno di set insonorizzati e, non potendo ricreare le atmosfere della Londra vittoriana nei luoghi reali, anche le poche scene esterne furono ricostruite nei set.

Boyer era più basso della Bergman e perciò dovette girare alcune scene su un piedistallo per apparire più alto.

David O. Selznick prestò la Bergman alla MGM, ma quando seppe che Charles Boyer voleva che il suo nome apparisse per primo nei titoli del film, cambiò idea. Fu l'insistenza della Bergman, che voleva a tutti i costi la parte, a farlo tornare sui suoi passi. Per interpretare al meglio il ruolo di Paula, una donna che lentamente impazzisce, la Bergman si documentò approfonditamente; andò in un istituto di igiene mentale e studiò a lungo una paziente, per carpire ogni singola espressione del viso e degli occhi in particolare.

Distribuzione modifica

Fu presentato in concorso al Festival di Cannes 1946.[1]

Doppiaggio italiano modifica

In Italia il film uscì nel 1946 e le voci italiane dei protagonisti furono affidate a Lydia Simoneschi (Bergman), Emilio Cigoli (Boyer) e Mario Pisu (Cotten). Nel 1980, quando la Rai allestì un ciclo di film dedicato a Ingrid Bergman, ci si accorse che la copia originale del film c'era, ma non si trovava il doppiaggio italiano. Così il film venne ridoppiato e questa volta le voci italiane dei tre protagonisti divennero quelle di Ludovica Modugno (Bergman), Antonio Colonnello (Boyer) e Giacomo Piperno (Cotten)[2].

Premi e riconoscimenti modifica

Nel 2001 l'American Film Institute l'ha inserito al 78º posto della classifica dei cento migliori film thriller e horror di tutti i tempi.

Nel 2019 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti[3]

Influenza culturale modifica

Dal titolo originale Gaslight deriva l'espressione "Gaslighting" che indica una forma di violenza psicologica attraverso cui la vittima viene indotta a dubitare della sua percezione della realtà. Tale violenza può consistere in manovre esteriori (come il nascondere o spostare oggetti) o psicologiche. Così facendo il carnefice fa credere alla vittima di essere colpevole dei maltrattamenti subiti ma mostrandosi contemporaneamente compassionevole.

Note modifica

  1. ^ (EN) Official Selection 1946, su festival-cannes.fr. URL consultato il 25-1-2011 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2015).
  2. ^ clandestino in galleria: ANGELA, NON SEMPRE ANGELICA
  3. ^ [1]

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN313506183 · LCCN (ENno2015017178
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