Caudron G.3

aereo da ricognizione Caudron AER

Il Caudron G.3, citato anche come Caudron G.III, era un monomotore da ricognizione biplano sviluppato dall'azienda francese Société des avions Caudron negli anni dieci del XX secolo.

Caudron G.3
Un Caudron G.3 riprodotto in un'autocromia del fotografo Jules Gervais-Courtellemont
Descrizione
Tipoaereo da ricognizione
Equipaggio2
ProgettistaGaston e René Caudron
CostruttoreBandiera della Francia Caudron
Bandiera dell'Italia AER
Data primo volomaggio 1914
Utilizzatore principaleBandiera della Francia Aéronautique Militaire
Altri utilizzatoriBandiera dell'Italia Corpo Aeronautico Militare
Bandiera del Regno Unito RFC
Bandiera della Finlandia Suomen ilmavoimat
Esemplari2 450
Sviluppato dalCaudron G.2
Altre variantiCaudron G.4
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza6,40 m
Apertura alare13,40 m
Altezza2,50 m
Superficie alare27,00
Peso a vuoto420 kg
Peso carico710 kg
Propulsione
Motoreun rotativo Le Rhône 9C
Potenza80 CV (59 kW) ciascuno
Prestazioni
Velocità max108 km/h
Velocità di crociera86 km/h[1]
Autonomia4 h[1]
300 km
Tangenza4 000 m
Notedati riferiti alla versione G.3

i dati sono estratti da Aviafrance[2] integrati dove indicato

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Progettato dai fratelli Caudron, René e Gaston, come miglioramento del Caudron G.2, venne ampiamente utilizzato durante la prima guerra mondiale.

Il Caudron G.3 prestò servizio principalmente nelle forze aeree di Francia, Italia, Regno Unito e, in numeri minori, in molte altre durante il periodo bellico e postbellico.

Il 30 luglio 1921, con un Caudron G3, l’aviatore francese Francois Durafour atterrò e decollò senza assistenza sul colle Dome delle Alpi Francesi a 4331 metri. Un artistico murales ricorda l’avvenimento nella cittadina di Saint Gervais nell’Alta Savoia

Storia del progetto

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Dopo aver realizzato il Caudron G.2 i fratelli Gaston e René Caudron avviarono lo sviluppo di un modello derivato destinato all'uso militare. Il modello, identificato come G.III o G.3, riproponeva l'impostazione del precedente G.2, ovvero un velivolo caratterizzato dalla configurazione a doppia trave di coda in struttura tubolare a vista che collegava la velatura biplano-sesquiplana dal sensibile allungamento all'impennaggio dal lungo elemento orizzontale. L'equipaggio trovava posto, in due abitacoli separati in tandem, in una gondola centrale posta tra le due ali che fungeva anche da supporto al motore aeronautico collocato all'apice anteriore della stessa.

Il prototipo venne portato in volo per la prima volta nel maggio 1914 dal campo di volo di Le Crotoy[3] e sottoposto all'attenzione dei vertici dell'Armée de terre, l'esercito francese, ne ottenne impressioni favorevoli tanto da sottoscrivere un iniziale contratto di fornitura per i reparti della sua componente aerea, l'Aéronautique Militaire.

Con lo scoppio della prima guerra mondiale, date le mutate esigenze il modello venne ordinato in grande quantità, la maggior parte costruite dalla stessa Caudron (1 423 esemplari sui 2 450 totali prodotti in Francia) e venendo costruite oltre che dall'apparato industriale francese anche nel Regno Unito, 233 esemplari, e nel Regno d'Italia dalla AER di Orbassano in, a seconda delle fonti, 166 o 170 unità. I fratelli Caudron decisero inoltre di non richiedere alcuna tassa di licenza per il progetto esprimendsi in tal senso come un atto di patriottismo.[3]

Il progetto subì qualche miglioria nel corso della sua produzione, adottando dopo l'iniziale sistema di controllo del volo basato sullo svergolamento alare una velatura più evoluta con ala superiore dotata di alettoni. Inoltre, benché inizialmente non fosse prevista l'installazione di alcun armamento, con l'introduzione dei primi reparti di aereo da caccia avversari si rese necessario l'equipaggiamento di mitragliatrici di piccolo calibro e, nell'evolversi della guerra aerea, anche di piccoli ordigni da caduta quando impiegato in missioni di bombardamento.

Impiego operativo

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Dal 2 luglio 1915 6 esemplari sono la linea di volo della 1ª Squadriglia per l'artiglieria che dal 15 aprile 1916 diventa 41ª Squadriglia.[4] Dal 5 ottobre 1915 diventa operativa la 4ª Squadriglia per l'artiglieria che il 15 aprile 1916 diventa 44ª Squadriglia.[5] Dal 21 ottobre è operativa la 5ª Squadriglia per l'artiglieria che il 15 aprile 1916 diventa 45ª Squadriglia volando sui G.3 fino al giugno 1916.[6] A metà novembre 1915 anche la 2ª Squadriglia per l'artiglieria passa su questi velivoli diventando dal 15 aprile 1916 42ª Squadriglia che al 1º gennaio 1917 dispone di 9 G.3 fino allo scioglimento del 15 ottobre 1917.[7] Sempre nel novembre 1915 anche la 3ª Squadriglia per l'artiglieria transita sui G.3 e dal 15 aprile 1916 diventa 43ª Squadriglia e nel maggio 1917 ne ha in linea 8.[8] La 49ª Squadriglia nasce sui G.3 dal 19 luglio 1916 operando fino al 17 agosto 1917.[9]

Versioni

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G.3 A2
G.3 D2
G.3 E2
G.3 R1
G.3.12
versione finale, equipaggiata con motore radiale Anzani 10.

Su licenza

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Gotha LD 3
Gotha LD 4

Utilizzatori

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(lista parziale)

Un G.3 in servizio nella Repubblica di Cina
Si noti la particolare insegna con la stella a cinque punte in uso nel paese asiatico alla fine degli anni dieci del XX secolo.
  Argentina
  Australia
  Brasile
  Belgio
Cina
  Colombia
operò con tre esemplari, i primi velivoli che equipaggiarono la neofondata forza aerea colombiana.
  Francia
  Finlandia
  Italia
  Portogallo
  Romania
  Russia
  Regno Unito
Stati Uniti

Esemplari attualmente esistenti

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Sono diversi gli esemplari di Caudron G.3 arrivati ai nostri giorni e presenti nelle strutture museali di tutto il mondo, tra i quali il RAF Museum Hendon, il Musée de l'Air et de l'Espace di Parigi, il Koninklijk Museum van het Leger en de Krijgsgeschiedenis di Bruxelles ed il Museu Aeroespacial di Rio de Janeiro. Un esemplare (1E.18) è attualmente in fase di restauro presso l'Hallinportin ilmailumuseo di Kuorevesi in Finlandia.

  1. ^ a b Caudron G.IV in Уголок неба.
  2. ^ Caudron G.3 in Aviafrance.
  3. ^ a b Donald 1997, p. 233.
  4. ^ I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 69-70
  5. ^ I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 202-204
  6. ^ I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 204-205
  7. ^ I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 70-71
  8. ^ I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 71-72
  9. ^ I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pagg. 215-216

Bibliografia

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  • (EN) David Donald (ed.), The Encyclopedia of World Aircraft, Leicester, UK, Blitz Editions, 1997, ISBN 1-85605-375-X.
  • (FI) Kalevi Keskinen, Kyösti Partonen; Kari Stenman, Suomen Ilmavoimat I 1918-27, 2005, ISBN 952-99432-2-9.
  • (FI) Kalevi Keskinen, Kari Stenman; Klaus Niska, Suomen ilmavoimien lentokoneet 1918-1939, Tietoteos, 1976.
  • (EN) Owen Thetford, British Naval Aircraft since 1912, 4th Edition, London, Putnam, 1978, ISBN 0-370-30021-1.
  • I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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