Discussione:Umberto I di Savoia

Ultimo commento: 1 mese fa, lasciato da Arianna Fornasari in merito all'argomento Monumenti a Umberto I
Umberto I di Savoia
Argomento di scuola secondaria di II grado
Materiastoria
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Progetto Wikipedia e scuola italiana

Scorporo? modifica

E' stata fatta una proposta di scorporo per creare una voce specifica sull'assassinio di Umberto I di Savoia. Sarebbe ragionevole: noto che sulla Wikipedia inglese ci sono voci specifiche per i quattro presidenti americani assassinati (Lincoln, Garfield, McKinley e Kennedy) e voci separate che approfondiscono l'assassinio. Sicuramente la morte violenta di un capo di stato merita una trattazione estesa. Però il paragrafo sulla voce relativa a Umberto I non è sufficientemente ampio da giustificare lo scorporo. Come mai è stata aggiunta quella tag? Solo per analogia?--93.40.80.105 (msg) 13:29, 20 giu 2010 (CEST)Rispondi

Beltà di Sua Maestà modifica

Avevo fatto un'aggiunta alla biografia di Umberto I. Solo una breve frase, tratta peraltro dalla storia d'Italia di Montanelli, che ricordava come, per i canoni estetici dell'epoca, Umberto I fosse consuiderato un uomo bellissimo. Vedo che è stata tolta, senza peraltro dare una spiegazione in discussione. Chiedo, prima di iniziare una guerra di aggiunte/cancellazioni, il motivo di ciò. Stefano


Ciao, non ho cancellato io la frase da te aggiunta ma incuriosito sono andato a dare un occhiata in che cosa consisteva e devo dire che hanno fatto bene ad eliminarla. Montanelli era solito per alleggerire la lettura dei suoi scritti fare un pò di ironia e quindi in quel contesto una disgressione tipo "novella 2000" ci può stare, ma all'interno di un articolo enciclopedico.... . --AleR 19:18, 23 mar 2006 (CET)Rispondi

ho letto su un libro che Umberto I durate il suo regno si è mertitato l'appellativo di Re Buono, ma questo è in disaccordo con l'articolo, qualcuno ne sa qualcosa?--Django 15:16, 27 apr 2006 (CEST)Rispondi

La dinastia e il capo di casa Savoia modifica

Com'è noto, esiste una vicenda aperta in ordine all'attribuzione della qualifica di capo di Casa Savoia (le pagine relative a Vittorio Emanuele e ad Amedeo - e le relative pagine di disussione - ne riportano ampi riferimenti). In relazione a ciò, è giusto che il template relativo alla dinastia (Template:Casato di Savoia) vada oltre a Umberto II (contemplando una discendenza biologica che non è unanimemente condviso che coincida con la successione nella guida del Casato) o non sarebbe meglio fremarsi lì? Microsoikos 13:10, 20 lug 2006 (CEST)Rispondi

Per favore, per unificare il dibattito e arrivare a una conclusione sul punto, proseguiamo la discussione qui, grazie! Microsoikos 17:29, 20 lug 2006 (CEST)Rispondi


Come mai fu soggetto a tanti attentati e tanto mal contento modifica

Una parte della stampa italiana dell'epoca definiva Umberto I "re buono" per dei suoi interventi caritatevoli compiuti di prima persona nei confronti di alcune emergenze sanitarie. Va ricordato in ogni caso che come re e quindi capo dello stato e come Comandante in capo dell'esercito fu uno dei responsabili delle repressioni e delle stragi compiute durante la fine del secolo, non si può addossare ai soli Rudinì e Bava ogni responsabilità dicendo che Umberto non centrava nulla perchè fu firmatario di ogni azione del governo per sedare manifestazioni e scioperi generali e premiò chi come il generale Bava disperse la folla a cannonate provocando una strage motivando tale onorificenza “per il grande servizio reso al re e allo stato".--AleR (msg) 11:59, 17 mar 2008 (CET)Rispondi

Durante i fatti del maggio 1898 a Milano il Re si trovava in vacanza a San Rossore e venne informato dal Regio Commissariato di Milano della repressione ordinata dal primo ministro Rudinì solamente a fatto compiuto, tant'è che Umberto I esclamò: "Senza dirmi niente??". La colpa non può dunque essere data al Re. Circa l'onoreficenza bisogna ricordare che all'epoca, come oggi, il Capo dello Stato non decideva personalmente a chi dare le onoreficenze. Esisteva, ed esiste, un apposito ufficio dove vengono ricevute e vagliate le proposte. Quando una persona viene proposta per un'onoreficenza, tale proposta viene accettata e passa al Quirinale, che ha solo il compito di attaccargli materialmente la medaglietta al petto. Allo stesso modo, le parole del Re sono semplicemente di circostanza, probabilmente neanche scritte da lui ma dalla sua segreteria (pensate che papi, re e presidenti si scrivano da soli i discorsi?). Inoltre, per la medaglia a Bava Beccaris non venne organizzata una cerimonia straordinaria, ma gli venne conferita in una normalissima cerimonia ordinaria insieme ad altre persone. La cronaca sui fatti di Milano venne fuori diversi anni dopo (e, ancora oggi, non risulta completamente chiarita), ed povero Umberto I si vide la commissione per le onoreficenze approvare la nomina di Bava Beccaris, la città di Milano che conferiva a Bava Beccaris la cittadinanza onoraria e le signore lombarde che continuavano a portargli fiori al Regio Commissariato in segno di omaggio. Cosa poteva fare? Dopo la campagna beppegrilliana che ti è stata stroncata, AleR, sei tornato all'attivismo antimonarchico di un tempo? Spero non scatenerai nuovamente i flame di una volta.--RiccardoP1983 (dimmi di tutto) 14:20, 17 mar 2008 (CET)Rispondi


Le repressioni delle manifestazioni popolari si svolsero da gennaio (in sicilia) fino a maggio quando raggiunsero Milano dove si ebbe il fatto di sangue più cruento provocato dalle cannonare del generale Bava. La politica di una dura repressione dei moti popolari vene varata a fine dicembre 1897 dal governo Rudinì approvata da Umberto I. Tali informazioni si possono trovare sul libro di Napoleone Colajanni "L'Italia nel 1898". --AleR (msg) 17:16, 17 mar 2008 (CET) Altri testi di riferimento "L'Italia dei Notabili" Indro Montanelli.--AleR (msg) 17:35, 17 mar 2008 (CET)Rispondi

Repressioni furono attuate dal gennaio 1898 fino a luglio dello stesso anno, l'intervento dell'esercito per sedare le manifestazioni fu firmato dal Umberto I a dicembre del 1897 - fonte "Storia d'Italia dal 1871 al 1915" di Benedetto Croce. --AleR (msg) 12:13, 21 mar 2008 (CET)Rispondi

La storiella del "Re Buono" fu un'invenzione del fido anteambulone governativo Ettore Friedländer, ma in fondo era una mezza verità, più che una totale menzogna. In effetti Umberto prima era un "Re buono a nulla", figlio dell'ignorante e coraggioso Vittorio Emanuele II, che dal padre aveva ereditato solo l'ignoranza. Gli storici tendono a tralasciare la figura di Umberto I in quanto non saprebbero di cosa parlare, dato che la sua azione politica fu di pura facciata e priva di qualsivoglia sostanza o, men che meno, iniziativa. Fu un pusillanime guidato/strumentalizzato dai vari potenti e potentati che si avvicendarono in Italia nell'ultimo ventennio del XIX secolo. Ed egli si fece guidare docilmente, a patto che non gli fossero toccati i beni cui maggiormente teneva: il vivere tranquillo, la buona tavola e le belle donne. Il tutto consumato senza eccessi o scandali. Forse le sue azioni non meritavano le pistolettate di Bresci, ma certo gli spettavano per culpa in eligendo, culpa in vigilando e culpa in negligendo. Né Bresci risolse alcunché, visto il successore Vittorio Emanuele III dimostrò la definitiva perdita del coraggio dal patrimonio genetico dei Savoia, se non quello di sfidare il ridicolo. E nessuno vide cambiamenti. --Norge (msg) 10:30, 15 giu 2010 (CEST)Rispondi
In sostanza, qui si sta facendo il processo a Umberto I perché si è comportato da sovrano di una monarchia parlamentare, dove a decidere sono gli altri organi dello Stato (Parlamento, Governo), più che il re in prima persona (anche se manteneva un ruolo chiave), e quindi definito "pusillanime guidato/strumentalizzato dai vari potenti e potentati"... certo che è curioso!--PM (msg) 13:05, 15 giu 2010 (CEST)Rispondi
Inoltre sui fatti di Milano e sulla loro strumentalizzazione ideologica ci sarebbe molto da dire: si legga, ad esempio, il rapporto di Del Majno (archivio Franca Rame)... quando si fa la rivoluzione, si costruiscono barricate e muniti di armi più o meno sofisticate si ammazzano agenti delle forze dell'ordine, ci si lascia alle più esecrabili opere di vandalizzazione delle città, non ci si può aspettare che lo Stato (e uno Stato del 1898; ma si pensi alle repressioni sanguinose delle più pacifiche proteste contadine in età repubblicana, e anche agli incidenti del G8 di Genova) stia a guardare e si lasci beatamente sovvertire... specialmente se l'intento dichiarato dei facinorosi è quello di una rivoluzione generale.--PM (msg) 13:05, 15 giu 2010 (CEST)Rispondi

Bilanciamento e sviluppo della voce modifica

Ho aggiunto il template "neutralità" alla pagina che attualmente è quasi tutta imperniata sulla vicenda degli anarchici (tra l'altro senza una ricostruzione o un accenno al contesto sociale e politico anche internazionale: questo è il periodo con il più alto tasso di regicidi e omicidi politici della storia occidentale dovuta allo sviluppo delle violente ideologie anarco-insurrezionaliste e socialiste rivoluzionarie). è indubbiamente necessario dare risalto agli attentati al Re (magari senza disperdersi sulle pene inflitte ai "poveri" regicidi, cosa che di sicuro è sviluppata nelle loro apposite voci), però devono essere sviluppate altre sezioni della voce (periodo risorgimentale e suo erosimo militare, politica interna nelle sue diverse fasi, vita famigliare, rapporto con Crispi e con gli esponenti della Sinistra prima di sostenere i governi conservatori, ecc.) per evitare di ridurre la figura di Umberto I a quella del nemico numero uno degli anarchici (e quindi, dal loro p.v. dell'umanità).--PM (msg) 10:14, 4 gen 2011 (CET)Rispondi

Io non vedo nessuna violazione della neutralità e le fonti vengono da autori che antiSavoia non sono. Probabilmente dovremmo lasciare un accenno alla pena di Passannante e ridurre la dinamica dell'attentato di Bresci ma, tutto sommato, la voce mi sembra equilibrata. Non possiamo trascurare la vicenda di Romeo Frezzi e le cannonate a Milano. --Generale Lee (posta) 11:36, 4 gen 2011 (CET)Rispondi
quello che intendo dire è che, nel suo complesso, dalla voce risulta che Umberto I abbia passato la vita a scampare attentati di anarchici e non abbia fatto altro o quasi... Non dico che quello che è scritto sia fazioso, ma per ora la parte dedicata agli attentati e all'anarchia è esagerata. Ciò non significa che si debba eliminare (anzi), ma semplicemente si invitano gli appassionati di storia umbertina ad arricchire la voce in altre sue parti.--PM (msg) 11:42, 4 gen 2011 (CET)Rispondi
Sì ma questo non significa che la voce non sia neutrale, al massimo incompleta. Se il sovrano ha fatto altre cose buone che io ignoro ben vengano arricchimenti. --Generale Lee (posta) 11:52, 4 gen 2011 (CET)Rispondi
Rileggendo le linee guida di wikipedia sulla neutralità mi sono reso conto che l'avviso di non neutralità della voce può risultare improprio o non del tutto corretto. Anche se resta il fatto che la voce sia attualmente sbilanciata su un aspetto della vita del sovrano, la neutralità della voce è assicurata: purtroppo manca un avviso relativo al "bilanciamento della voce". Procedo alla rimozione dell'avviso sulla neutralità e aggiungo gli avvisi {{S}} nelle sezioni da sviluppare. L'avviso {{A}} è inadeguato perché la voce non è né un abbozzo né fatta male... necessita di aiuto, ma non può finire tra quelle proponibili per la cancellazione... Ho inserito all'inizio il {{W}} perché forse il più generico?--PM (msg) 16:35, 8 gen 2011 (CET)Rispondi

Congresso di Berlino modifica

Trasferisco qui parte riferita al governo italiano e copiata e incollata da Congresso di Berlino#L'Italia al Congresso dove non vi è alcun riferimento a Umberto I:

"... molto prima del Congresso di Berlino, aveva sperato che l’eventuale occupazione austriaca della Bosnia le procurasse il compenso del Trentino, ancora nelle mani di Francesco Giuseppe. Il Consiglio dei ministri italiano il 6 giugno 1878 dava, così, incarico al Ministro degli Esteri Luigi Corti di adoperarsi a Berlino affinché l’occupazione austriaca in Bosnia, data per sicura, avesse un carattere temporaneo. Se si fosse trattato di un’annessione vera e propria, invece, egli doveva esaminare l’opportunità di presentare una domanda di compensi. Cfr. Albertini, Le origini della guerra del 1914, Milano, 1942, Vol. I, pp. 25, 29.

Stabilita dal Congresso la sorte della Bulgaria, Cairoli, il 30 giugno telegrafava a Corti che l’occupazione austriaca della Bosnia doveva essere assolutamente provvisoria proprio come quella russa in Bulgaria, e cioè doveva durare nove mesi. Ciò anche sull’onda degli avvenimenti: due giorni prima, diffusasi la voce che il Congresso aveva affidato la Bosnia all’Austria, cominciava a Venezia, con l’abbattimento dello stemma del consolato austriaco, quella serie di dimostrazioni che contrassegnarono il luglio 1878. Cfr. Albertini, Le origini della guerra del 1914, Milano, 1942, Vol. I, pp. 29, 30.

Ma i delegati italiani non avevano scelta, poiché, per non porre un veto all’occupazione della Bosnia, di fronte al quale si sarebbe potuta aprire una crisi internazionale, essi presentarono una domanda di chiarimento, alla quale Andrássy rispose decisamente che l’occupazione austriaca della Bosnia corrispondeva al punto di vista dell’Europa. Insistere su questo punto avrebbe significato mettersi contro Vienna e l’Europa, mentre i plenipotenziari italiani avevano avuto disposizioni dal governo «di comportarsi in modo da conservare all’Italia l’amicizia di tutte le potenze, mantenendola pienamente libera da ogni impegno per l’avvenire». Cfr. Giordano, Cilindri e feluche, Roma, 2008, pp. 196, 197, 198. (Secondo il plenipotenziario ottomano Karatheodorìs la seduta del 28 giugno fu drammatica e Andrassy fu perentorio nei confronti dell’Italia. Benché in un telegramma a Francesco Giuseppe, Andrassy usi toni pacati: “Corti quindi, come aveva concordato con me, fece la domanda se io non potevo dare maggiori chiarimenti su questa combinazione. Io mi riferii al mio discorso ed espressi la persuasione che anche l’Italia troverebbe la sua piena tranquillità nel punto di vista europeo”). Cfr. (Albertini, Le origini della guerra del 1914, Milano, 1942, Vol. I, p. 29).

Corti palesò la sua inquietudine al Ministro degli Esteri tedesco Bernhard Ernst von Bülow (1815-1879) che gli chiese il motivo per cui non pensava all’occupazione di Tunisi (allora possedimento ottomano), previo accordo con la Gran Bretagna. Corti rispose che ciò avrebbe portato ad uno scontro con la Francia benché Salisbury avesse dichiarato al secondo delegato italiano, Edoardo de Launay, che il litorale africano dell'Impero ottomano era tanto grande che sia la Francia che l’Italia avrebbero potuto trovarvi compensi.
Certo è che sia Waddington che Salisbury avanzarono l’idea di compensare l’Italia con Tripoli, e che il ministro francese avrebbe domandato, in cambio, un’ipoteca francese su Tunisi. Cfr. Albertini, Le origini della guerra del 1914, Milano, 1942, Vol. I, pp. 30, 31.

Corti, però, non poteva violare le direttive del governo e poiché non era stato possibile ottenere compensi riguardo all’unità della nazione, non conveniva accettarne di minori che avrebbero compromesso le relazioni dell’Italia con altre potenze o l'avrebbero impegnata per il futuro. Cfr. Giordano, Cilindri e feluche, Roma, 2008, p. 200. Di fronte all’opinione pubblica, il delegato italiano tornò da Berlino senza risultati: fu male accolto anche nelle vie di Milano. Venne fatto segno di attacchi pesantissimi e il 16 ottobre 1878 si dimise."

--Xerse (msg) 08:37, 6 lug 2013 (CEST)Rispondi

Schiaffo di Tunisi modifica

Trasferisco qui parte riferita alla situazione internazionale copiata e incollata da Schiaffo di Tunisi dove non vi è alcun riferimento a Umberto I:

"Una simile inversione della politica estera dell'ultimo decennio, tuttavia, non poteva essere condotta dai medesimi uomini politici e Cairoli riconobbe la necessità di presentare le dimissioni, il 29 maggio 1881, evitando così che la Camera lo censurasse apertamente. Da allora di fatto scomparve dalla scena politica. La Tunisia, incuneata fra l'Algeria a ovest, colonia francese dal 1830 e la Libia a sud-est, ambita dall'Italia, era allora un obiettivo strategico francese. La debolezza dei bey, gli intrighi dei loro ministri, come Mustafà Khaznadar e Mustafà Ben Ismail, la pressione costante dei consoli europei, la bancarotta dello Stato divenuto ostaggio dei suoi creditori nonostante gli sforzi del riformatore Kheireddine Pascià, apriranno le porte all'occupazione francese il 12 maggio 1881 in seguito alla conclusione del trattato del Bardo sotto il regno di Sadok Bey. Il trattato privò lo Stato tunisino del diritto di legazione attiva incaricando «gli agenti diplomatici e consolari della Francia nei paesi stranieri [...] della protezione degli interessi tunisini».

Circa al bey, non poteva concludere alcun atto a carattere internazionale senza averne informato in precedenza lo stato francese e senza averne ottenuto l'assenso. Ma l'articolo 6 del decreto del 9 giugno gli permetteva di prendere parte alla conclusione di trattati internazionali. Due anni più tardi, le convenzioni della Marsa, siglata il 5 giugno 1883, svuotano il trattato del suo contenuto e violano la sovranità interna della Tunisia forzando il bey a «procedere alle riforme amministrative, giudiziarie e finanziarie che il governo francese giudicherà utili». Cfr. Charles-André Julien, L'Afrique du Nord en marche, pagg. 48 e 52

Alcune decisioni non potevano essere prese senza aver ricevuto l'approvazione del residente generale di Francia in Tunisia e del segretario generale (francese) del governo. Infine, europei e tunisini erano rappresentarti alla pari (53 membri per ciascuna comunità) in seno al Gran Consiglio, assemblea consultiva eletta a suffragio universale secondo il sistema del doppio collegio.

Le potenze europee reagirono differentemente secondo i loro interessi: il Regno Unito s'affrettò a occupare a sua volta l'Egitto. Gli immigrati italiani in Tunisia causeranno serie difficoltà alla Francia. Tuttavia, poco alla volta il problema rientrò e gli italiani già immigrati in Tunisia poterono optare in seguito per la cittadinanza francese per beneficiare degli stessi vantaggi dei coloni francesi."

--Xerse (msg) 08:54, 6 lug 2013 (CEST)Rispondi

Triplice alleanza modifica

Trasferisco qui parte copiata da Triplice alleanza (1882) che non cita né si riferisce a Umberto I:

"Il Ministro degli Esteri austriaco Gustav Kálnoky, di idee conservatrici, era però restio ad abbandonare il papa e si rifiutò di accogliere le sollecitazioni italiane. Bismarck, invece, cominciava ad essere preoccupato per la situazione internazionale: nel novembre 1881, in Francia, il patriota radicale Léon Gambetta, nominato Primo Ministro, auspicava un'alleanza con la Russia e con la Gran Bretagna, e a più breve scadenza una riconciliazione con l'Italia.Cfr. Taylor, 1961, p. 397.

Il Cancelliere tedesco, inoltre, temeva un cambiamento della situazione a San Pietroburgo: nel gennaio 1882, a Varsavia, il generale Michail Dmitrievič Skobelev (1843-1882) eroe della guerra russo-turca, aveva rivolto ai polacchi un appello al panslavismo e il 17 febbraio a Parigi aveva pronunciato il suo più vibrante discorso. Così che il 28, Bismarck, nel timore (forse eccessivo) che i conservatori in Russia stessero perdendo fatalmente terreno, sollecitò il ministro austriaco a riprendere i negoziati con l'Italia e a raggiungere un risultato. Cfr. Taylor, L'Europa delle grandi potenze, Bari, 1961, p. 398.

L'accordo prevedeva: soccorso da parte di Germania e Austria all'Italia nel caso fosse attaccata dalla Francia; soccorso da parte delle altre due nel caso una delle contraenti fosse attaccata da due o più potenze nemiche; l'assicurazione di neutralità benevola da parte delle altre due nel caso una delle potenze firmatarie si fosse trovata, minacciata, a provocare essa stessa una guerra. Con questo accordo la Germania scongiurava il pericolo di un avvicinamento della Francia all'Italia, e l'Austria poteva sperare in un raffreddamento dei moti irredentistici nei territori a maggioranza italiana in suo possesso. Speranza che trovò eco nelle parole del Ministro degli Esteri italiano Pasquale Stanislao Mancini. Dopo il fallito attentato a Francesco Giuseppe a Trieste, nel settembre 1882, ad opera dell'irredentista Guglielmo Oberdan, Mancini dichiarò: «Perché a motivo del fatto che alcuni territori austriaci sono italiani noi dovremmo pretenderli? Noi dovremmo allora avanzare simili proposte alla Francia e all'Inghilterra a cui appartengono Nizza, la Corsica e Malta». Per un certo periodo il governo italiano frenò ufficialmente le più evidenti manifestazioni nazionalistiche. Cfr. May, La monarchia asburgica. Bologna, 1991, p. 393." --Xerse (msg) 14:15, 10 set 2013 (CEST)Rispondi

Governi Cairoli e Depretis modifica

Un altro brano inserito nella voce che non riguarda Umberto I, né lo cita. Lo parcheggio qui in attesa di eventuali chiarimenti:

Il principale obiettivo di politica estera del secondo governo guidato da Benedetto Cairoli era la colonizzazione della Tunisia, cui ambivano la ricca Francia e la debole Italia. Cairoli, come prima di lui Agostino Depretis non ritennero mai di procedere ad un'occupazione, essendo in generale ostili ad una politica militarista. Essi, tuttavia, confidavano nella possibile opposizione della Gran Bretagna all'allargamento della sfera di influenza francese in Africa del nord (mentre, semmai, Londra era ostile al fatto che una sola potenza controllasse per intero il Canale di Sicilia).

Cosicché il governo si lasciò sorprendere, l'11 maggio 1881, quando i francesi procedettero all'occupazione della colonia. Essa diede ulteriore conferma della debolezza della posizione internazionale dell'Italia, e rinfocolò le polemiche successive al Congresso di Berlino. Gli eventi, in effetti, dimostravano la velleitarietà della politica del Cairoli e del Depretis, l'impossibilità di un'alleanza con la Francia e la necessità di un riavvicinamento con Berlino e, quindi, con Vienna, seppure obtorto collo.

Questo gravissimo incidente diplomatico, noto come Schiaffo di Tunisi, provocò la caduta, il 14 maggio, del gabinetto Cairoli, che fu di nuovo sostituito da Depretis. Due gli obiettivi del nuovo esecutivo di sinistra: continuare con il programma di riforme sociali e far uscire il Paese dall'isolamento internazionale. Ma anche lui, non disponendo della maggioranza parlamentare necessaria, iniziò la pratica del trasformismo, ovvero la spregiudicata alleanza con gruppi parlamentari di idee politiche diverse che alla fine provocò effetti negativi, come l'annullamento delle differenze ideologiche tra Destra e Sinistra, la nascita del particolarismo politico e la limitata portata delle riforme stesse.

Ciò si vide con il progetto di riforma elettorale, approvato il 22 gennaio 1882: si trattò in effetti di un limitato allargamento della base elettorale, che abbassava l'età adatta a votare da 25 a 21 anni e il censo necessario da 40 a 19 lire annue, mentre restava l'obbligo di licenza scolastica. In tal modo gli elettori passarono da 650.000 (2,2% dei votanti, di cui solo la metà si recava alle urne) a poco più di due milioni (7,4% dell'elettorato). Fu tuttavia un passo importante, che confermava la volontà di allargare la partecipazione politica della popolazione allo Stato.

--Xerse (msg) 19:30, 19 mar 2014 (CET)Rispondi

Errori e imprecisioni modifica

Mi permetto indicare alcuni errori contenuti nella voce del resto ampia e accurata. Mi servo soprattutto di due libri fondamentali in materia: Maria Pascoli (la sorella Mariù)' "Lungo la vita di Giovanni Pascoli", Mondadori editore e Carlo Casalegno "La regina Margherita", Einaudi editore, che non vedo citati, mentre si dà ampio spazio ad autore sconosciuto che pubblica per una casa editrice sconosciuta (Galzerano).

1)"Palazzo Moncalieri" a Torino non esiste. 2)"persona arida". Casalegno riporta giudizi diversi: leale, aperto e gentile, pag. 27. 3)"caso Griggi": .."chiesto la conferma dei suoi diritti", rectius delle sue pretese, infatti i tribunali respinsero sempre le sue pretese. 4)"scoprì il marito a letto con l'amante". Frasetta che squalifica la voce e falsa. Del resto poco credibile. Casalegno ricostruisce così: "entrando nell'appartamento del marito, trovò Umberto e la duchessa in pur corretto téte à teté, perdette il controllo, pronunciò parole gravi e minacciò di tornare da sua madre (...) L'episodio è abbastanza verosimile(...) bisogna aggiungere però che Margherita doveva conoscere da tempo il legame di suo marito (...) Il legame precede di molti anni il matrimonio. quando i due amanti si incontrarono , lui aveva 18 anni e lei 25". (pag. 87). 5)"avesse voluto divorziare". Affermazione ridicola per quei tempi. 6) la Litta era duchessa e non "marchesa". 7)"Umberto I sul trono italiano e di Umberto IV su quello sabaudo". Il trono sabaudo non esiste. 8)"Umberto I fu il primo monarca sabaudo a regnare non per grazia di Dio". Già Carlo Alberto regna dopo lo Statuto per grazia di Dio e volontà della nazione. 9) "Tra gli eredi di questa famiglia ecc. Carlomaria di Savoia" Refuso? 10)"guadagnare parte della notorietà". Noto lo era, rectius popolarità. 11)Caso Pascoli. la sorella Mariù dà una versione diversa e più credibile per chi conosce l'animo pascoliano e non raccoglie scempiaggini. Pascoli presiedeva una riunione socialista. Una persona gli diede da leggere qualcosa, Pascoli iniziò a leggere. Quando si accorse di cosa si trattata gettò via il foglio e pronunciò parole di sdegno contro chi lo aveva scritto. 12) "Migliaia" di persone furono uccise a Brescia dagli austriaci? 13) "onore che non era toccato nemmeno ai reduci del Risorgimento". Ma questi sì erano migliaia. Conme facevano a riceverli tutti? al Quirinale? 14)"avvenne la delibera del codice penale". Ma chi è l'illetterato che si esprime così?--93.147.235.77 (msg) 12:17, 16 mar 2015 (CET)Rispondi

Caro anonimo, sei stato quindi troppo buono a definire la voce "accurata". Puoi tranquillamente procedere alle correzioni e se hai delle perplessità sul funzionamento o gli scopi del progetto, puoi chiedere spiegazioni anche qui.--Xerse (msg) 13:17, 17 mar 2015 (CET)Rispondi
: Ti ringrazio vivamente. Aspetto ancora qualche giorno per vedere se ci sono obiezioni e poi procedo --2.32.185.91 (msg) 21:36, 20 mar 2015 (CET)Rispondi
Sto procedendo alle correzioni con grande difficoltà. In quanto mi vengono respinte. Su certe osservazioni condivido e riaggiusto. Speriamo bene. E' che sui Savoia spesso Wiki è malevola e apportare fonti autorevoli a volte pare non bastare.--93.148.13.28 (msg) 19:37, 29 mar 2015 (CEST)Rispondi
D'accordo però mi sembra strano che una persona arida possa poi accorrere a Casamicciola e a Napoli per il colera e il terremoto, rifiutando i guanti per evitare il contagio. Mi pare un animo coraggioso. Del resto fu detto dagli estmatori "buono" --93.148.13.28 (msg) 23:11, 29 mar 2015 (CEST)Rispondi
Sul carattere del Sovrano ho aggiunto in nota due autori mi pare conosciuti. Mentre l'affermazione dell'aridità d'animo ecc. non è supportata da nessun testo.

Sono innumerevoli i libri che parlano bene di Umberto I come ce ne sono di contrari soprattutto di questi ultimi anni. Ma non si può dar credito solo a questi e non a quelli opposti.--93.148.13.28 (msg) 13:23, 30 mar 2015 (CEST) Con questo cessa la mia contribuzione e saluto cordialmente.Rispondi

Ciao Anonimo, ma che saluti cordialmente?! La voce deve essere completamente rivista e io contavo su di te. Non ti offendere per così poco. All'inizio è facile sbagliare. Ti consiglio di prendere la cosa con un po' più di calma. Nessuno ti corre dietro. La voce è ampiamente da rivedere, quindi hai tutti i motivi (e il tempo) per modificarla. Attenzione però a rimanere neutrale e a citare correttamente le fonti. Grazie del lavoro fin qui svolto.--Xerse (msg) 14:13, 30 mar 2015 (CEST)Rispondi
Ti ringrazio, va bene pian piano procederò. Approfitto per ricordar che De Amicis , che dà un giudizio estremente favorevole, era socialista. Inoltre con lo Statuto concesso da Carlo Alberto, inizia il periodo costituzionale ed il Re non è più tale per grazia divina. E' errato quanto dice la voce, affermando che Umberto fu il primo. Così per la questione Umberto I o IV. Vittorio Emanuele mantenne la numerazione II perchè era re di Sardegna con tale numerazione e i plebisciti ponevano il quesito dell' "annessione" al Regno di Sardegna (almeno tale è l'interpretazione che se ne dà). Umberto III era Conte di Savoia, vissuto secoli e secoli prima, come poteva Umberto nominarsi IV come Re d'Italia? --2.32.186.81 (msg) 10:44, 31 mar 2015 (CEST)Rispondi
Sul numerale si possono scrivere moltissime righe, ognuna strumentale per supportare una posizione e un giudizio, e anche polemiche pelose, in ogni caso il main-stream storiografico non ci da peso.--Bramfab Discorriamo 10:57, 31 mar 2015 (CEST)Rispondi
D'accordo, però Bramfab io ho molto da fare come penso che tu sappia benissimo, e se ora ti ci metti di mezzo tu, siamo fritti.
Io ho indicato prima (nel primo dei miei interventi)gli errori maggiori (e anche la sintassi e la grammatica errate), alcuni sono stati espunti altri rimessi, per il resto la voce può anche andare. :::Non ho nè tempo nè voglia di mettermi a battagliare con te in una disputa senza fine. Già c'è da correggere la voce sulla nascita della Rep. Perchè non mi scrivi con la posta elettronica o non mi chiedi l'amicizia per Face e così possiamo disputare senza fine con comodità?--2.32.186.81 (msg) 14:42, 31 mar 2015 (CEST)Rispondi
Non mi sembra ne di battagliare ne di far perdere tempo, non bazzico facebook, non ho il tuo indirizzo email e in ogni caso quello che c'e' da discutere può' essere discusso in wiki. Piuttosto ti rinnovo l'invito a iscriverti come wikipediano, usando il nomignolo che meglio preferisci.--Bramfab Discorriamo 15:08, 31 mar 2015 (CEST)Rispondi
Mi ero iscritto con uno pseudonimo, dopo un po' è scomparso. Riproverò.
Non scompaiono, magari avevi usato, anche senza accorgerti caratteri speciali, spazi o altro, oppure una password che non ti ricordi esattamente quale fosse. Usa una semplice parola.--Bramfab Discorriamo 22:31, 31 mar 2015 (CEST)Rispondi
--2.32.186.81 (msg) 21:02, 3 apr 2015 (CEST)Rispondi
Fatto--Giulio giorgio vignoli (msg) 21:48, 8 apr 2015 (CEST)Rispondi


//// Sono del tutto non convincenti oltre che offensive ed inopportune alcune considerazioni sulla persona di Umberto I contenute nella voce di Wikipedia appunto su Umberto I di Savoia.

Registrati pure. Se hai fonti autorevoli da poter citare modifica pure la voce o, se hai problemi, chiedi pure qui. --Xerse (msg) 13:30, 2 mag 2016 (CEST)Rispondi

Posso chieder di verificare se il maresciallo dei carabinieri che l'ha arrestato e protetto dal linciaggio non fosse invece Andrea Braggio? --GianMarco Tavazzani (msg) 06:49, 3 apr 2018 (CEST)Rispondi

Immagini modifica

La pagina è decisamente intasata da immagini e stemmi in maniera eccessiva. Non è necessario avere ogni singolo ritratto che raffiguri Umberto, soprattutto nella parte finale la leggibilità diventa quasi difficoltosa, proporrei di sfoltire un po' di ritratti e stemmi vari --Moxmarco (scrivimi) 11:27, 16 lug 2019 (CEST)Rispondi

Sono d'accordo. Purtroppo su questa e altre voci negli ultimi giorni si è abbattuta una vera e propria bufera di immagini (da parte di un novellino, credo). Ho cercato di rimediare su alcune voci che ho sotto osservazione. --Xerse (msg) 13:23, 16 lug 2019 (CEST)Rispondi

Trasferisco qui una pletora di stemmi inseriti nella voce senza una fonte, una spiegazione o un riferimento apparente con il personaggio storico.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

--Xerse (msg) 13:11, 2 set 2019 (CEST)Rispondi

Storia coloniale modifica

In attesa che qualcuno la integri sposto qui parte che si riferisce alla Storia coloniale in cui non si cita né si fa riferimento a Umberto I.

Alle richieste di spiegazione da parte di Roma, il negus aizzò i dervisci contro gli italiani, invitandoli ad attaccare i loro possedimenti, ma gli invasori furono sconfitti dalla colonna di 2.000 àscari e 400 italiani al comando del colonnello Giuseppe Arimondi ad Agordat. Sull'onda di questo successo, Crispi ritenne giunto il momento di far pagare a Menelik di aver tradito l'Italia dopo averla usata per arrivare al trono; ordinò pertanto al successore di Baldissera, generale Oreste Baratieri, di avanzare sull'altopiano etiope, impegnandosi in un'operazione militare che durò tre mesi e si concluse nell'aprile 1895 con la conquista della regione del Tigrè e delle città di Macallè, Adigrat e Adua. Ma Baratieri sottovalutò la capacità di reazione degli etiopi, e allo scoppio ufficiale delle ostilità (7 dicembre 1895), Menelik II contrattaccò, strappando agli italiani gli avamposti di Amba Alagi e Macallè, con il conseguente massacro dei rispettivi contingenti.

A causa di questi insuccessi, il presidente del consiglio pensò di sostituire nuovamente Baratieri con Baldissera, ma proprio il timore di essere destituito convinse il generale italiano ad azzardare la sua mossa tattica, che prevedeva la marcia dei suoi 16.000 soldati verso Adua, dove stazionava il grosso dell'esercito abissino (circa 70.000 uomini). Il 1º marzo 1896 avvenne dunque la decisiva battaglia di Adua, catastrofica per le armi italiani, che costò la vita a ben 6.000 uomini (tra cui due dei cinque generali che erano al comando dell'armata italiana) e spezzò il prestigio derivato dalla conquista africana. Caddero nelle mani degli etiopi 3.000 prigionieri, tra cui moltissimi ascari, a cui fu praticata la pena riservata ai traditori: taglio del piede sinistro e della mano destra.

--Xerse (msg) 11:19, 20 ago 2020 (CEST)Rispondi

Relazioni sentimentali modifica

Trasferisco qui due notizie per cui sono state richieste citazioni che non sono state ottenute:

Come il padre, Umberto era attratto dalle belle donne e si lasciava andare a numerose avventure sentimentali[senza fonte]; tra queste vi fu la duchessa Eugenia Attendolo Bolognini Litta. conosciuta durante le feste per il Carnevale del 1867[senza fonte].

--Xerse (msg) 13:48, 28 ott 2020 (CET)Rispondi

Monumenti a Umberto I modifica

Ciao, sarebbe il caso, semmai, di mettere l'attuale galleria dentro la sezione Monumenti a Umberto I invece di averla a lato della pagina. Che ne pensate? Poi man mano inserire semmai i relativi monumenti che mi sa son ben più numerosi di quelli presenti in Galleria. --Amf78 (msg) 23:36, 17 mar 2024 (CET)Rispondi

Certo, sono d'accordo.--Xerse (msg) 14:07, 18 mar 2024 (CET)Rispondi
Ciao, grazie per la risposta. Tu semmai saresti in grado di effettuare lo spostamento? Io ho provato ma non riesco a farlo come vorrei... --Amf78 (msg) 13:57, 19 mar 2024 (CET)Rispondi
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