Eugenio Maurizio di Savoia-Soissons

conte di Soisson

Eugenio Maurizio di Savoia (Chambéry, 2 marzo 1633[1]Unna, 6 giugno 1673) fu capostipite del breve ramo Soissons di Casa Savoia.

Eugenio Maurizio di Savoia
Conte di Soissons
Stemma
Stemma
In carica1656 –
1673
PredecessoreTommaso di Savoia
SuccessoreLuigi Tommaso di Savoia
NascitaChambéry, 2 marzo 1633
MorteUnna, 6 giugno 1673 (40 anni)
DinastiaSavoia-Carignano
PadreTommaso di Savoia
MadreMaria di Borbone
ConsorteOlimpia Mancini
FigliLuigi
Filippo
Luigi Giulio
Emanuele Filiberto
Eugenio
Giovanna
Luisa
Francesca
ReligioneCattolicesimo

Valente comandante militare al servizio di Luigi XIV di Francia, fu padre del celebre feldmaresciallo Eugenio di Savoia. Fu inoltre marito di Olimpia Mancini, nipote del potente cardinale Mazarino, primo ministro e tutore del giovane re francese.

Biografia

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Primi anni

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Tommaso Francesco di Savoia, principe di Carignano, padre di Eugenio Maurizio
 
Maria di Borbone-Soissons, madre di Eugenio Maurizio.

Eugenio Maurizio nacque a Chambéry il 3 maggio 1633,[1] figlio terzogenito di Tommaso Francesco di Savoia, principe di Carignano, e di Maria di Borbone-Soissons, dalla quale gli fu destinato in eredità il titolo di conte di Soissons. Per parte di suo padre era nipote del duca Carlo Emanuele I di Savoia (1562-1630) e nipote del re spagnolo Filippo II, mentre attraverso la famiglia di sua madre era legato ai Borbone-Condé.

Sua sorella maggiore, Luisa Cristina (1627-1669) sposò nel 1653 il principe ereditario di Baden, Ferdinando Massimiliano (1625-1669), e fu madre dell'altrettanto celebre Turkenlouis, il margravio Luigi Guglielmo di Baden-Baden (1655-1707), nipote a cui Eugenio Maurizio fu sempre molto legato ed al quale trasmise la passione per le armi. Suo fratello maggiore, Emanuele Filiberto, sordomuto, dopo la morte del padre ereditò il titolo di principe di Carignano proseguendo la linea dei Savoia-Carignano dalla quale poi si origineranno anche i futuri re d'Italia.

Eugenio Maurizio, durante i primi anni di vita, soggiornò alla corte di Torino dove per lui era stata predispposta la carriera ecclesiastica. Tuttavia, tale programma venne abbandonato nel 1656, dopo la morte del secondo fratello maggiore Giuseppe Emanuele (1631-1656). Alla morte del padre nel 1656, dalla madre ottenne il titolo di conte di Soissons (il quale era stato acquisito dal padre ex uxore) e si trasferì con lei in Francia, presso la corte di Versailles. Nell'eredità di sua madre, Eugenio Maurizio ottenne anche l'Hôtel de Soissons, fatto costruire a suo tempo da Caterina de Medici a Parigi, attuale palazzo della Borsa di Parigi. Dal cugino duca di Savoia ottenne il permesso quindi di fondare un ramo della casata dei Savoia-Carignano, i Savoia-Soissons.

Carriera militare

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Eugenio Maurizio come generale dell'esercito francese in una stampa d'epoca

Per l'alto lignaggio della sua nascita e per la sua distinta posizione come principe del sangue piemontese, nonché per i propri collegamenti coi Borbone, Eugenio Maurizio decise di intraprendere la carriera militare presso l'esercito francese e, grazie alla sua posizione a corte, ebbe una carriera rapida. Malgrado questo non parve particolarmente versato in questa arte:

«Di natura pare che fosse mite, tutt'altro che complesso, non molto dotato intellettualmente, ma soprattutto era un soldato che temeva la battaglia e rifuggiva la gloria»

 
Eugenio Maurizio come generale francese in un ritratto d’epoca.

Soprattutto nella prima parte della sua carriera militare, venne favorito fortemente dal cardinale Mazarino di cui sposò a Parigi il 21 febbraio 1657 la nipote Olimpia Mancini (Roma, 1640 - Bruxelles, 9 ottobre 1708).

I primi scontri nei quali ebbe modo di scendere in campo furono nell'ambito della guerra franco-spagnola (1635-1659), dopo la pace di Westfalia. Nel luglio del 1657 prese parte all'assedio di Montmédy. Il 18 novembre 1657 venne nominato colonnello generale delle truppe mercenarie svizzere e dei Grigioni al servizio della Francia (Compagnie de le Cents Gardes Suisses du Corps du Roi). Partecipò quindi all'assedio di Dunkerque (1658), alla conquista di Douai e Oudenaarde (1667) ed alla campagna della Franca Contea contro la Spagna. Divenne governatore del Borbonese e delle province di Champagne e Brie ed ambasciatore straordinario di Francia a Londra nel 1662 in occasione dell'incoronazione di Carlo II d'Inghilterra. Si distinse nell'esercito francese raggiungendo il grado di Luogotenente Generale (1672). Dal 1672 al 1678 fu impegnato nella guerra contro la Repubblica delle Sette Province Unite al fianco del maresciallo di Turenna a Charleroi. Turenne, col quale aveva già servito durante la guerra franco-spagnola, lo considerava uno degli ufficiali più capaci dell'esercito francese.

 
Eugenio Maurizio in armatura nei suoi ultimi anni.

Nel 1662 ottenne in feudo la cittadina di Yvoy da poco conquistata dall'esercito francese (già parte del Lussemburgo e quindi dei Paesi Bassi spagnoli) elevata a ducato e ribattezzata Carignan in onore del titolo maggiore del proprio padre.

Morte improvvisa

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Eugenio Maurizio nei suoi ultimi anni.

Eugenio Maurizio, mentre si trovava in campagna militare presso la città di Unna, in Vestfalia, venne stroncato da una febbre improvvisa nel giugno del 1673, ma corse pure voce che fosse stato avvelenato.[3] Al sentire di queste voci, Luigi XIV diede ordine che venisse eseguita un'autopsia sul corpo del conte di Soissons per accertarne le cause della morte, ma a detta dei medici che eseguirono l'operazione in lui non furono trovate tracce di avvelenamento. Nel 1679, nell'ambito dell'affare dei veleni, riemerse nuovamente la teoria dell'avvelenamento ma questa volta ne venne incolpata sua moglie Olimpia, la quale venne sospettata di averlo avvelenato a causa del peggioramento della loro relazione, motivo per cui la contessa venne costretta all'esilio.[4]

Il 23 luglio 1673 il suo corpo, dopo molteplici omaggi, venne infine sepolto nel mausoleo dei conti di Soissons, la Certosa d'Aubevoye presso Gaillon, mentre il suo cuore fu posto su richiesta di sua madre nel convento dei carmelitani di Parigi.[5]

Dopo la sua morte improvvisa e l'esilio della moglie, i suoi figli vennero affidati alle cure di Maria di Borbone-Condé con la quale poterono rimanere a Parigi. Alla morte gli successe il figlio Luigi Tommaso.

Matrimonio e figli

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Olimpia Mancini, contessa di Soissons, ritratto di Pierre Mignard, 1700 circa.
 
Eugenio Maurizio, Conte di Soissons e marito di Olimpia Mancini.

Dalla moglie Olimpia, Eugenio Maurizio ebbe otto figli:

  1. Luigi Tommaso di Savoia (1657-1702), Conte di Soissons
  2. Filippo (1659-1693), abate, divenne noto col nome di "abate di Soissons"
  3. Luigi Giulio di Savoia (1660-1683), condottiero, divenne noto col nome di "Cavalier di Savoia"[6]
  4. Emanuele Filiberto di Savoia (1662-1676)
  5. Eugenio di Savoia (1663-1736), condottiero al servizio dell'Austria
 
Principe Eugenio di Savoia, figlio di Eugenio Maurizio e comandante in capo degli eserciti del Sacro Romano Impero.
  1. Giovanna di Savoia (1665-1705), divenne nota come Mademoiselle de Soissons
  2. Luisa Filiberta di Savoia (1667-1726), divenne nota come mademoiselle de Carignan
  3. Francesca di Savoia (1668-1671), divenne nota come mademoiselle de Dreux

Luigi Tommaso ereditò il titolo comitale continuando così la discendenza dei Savoia-Carignano-Soissons.

L'unione tra Eugenio Maurizio ed Olimpia Mancini aumentò ancora di più la sua considerazione presso la corte francese: nel 1658 accompagnò la famiglia ducale di Savoia ad un incontro col re di Francia a Lione. Grazie all'influente zio della moglie, il cardinale Mazarino, Olimpia ottenne del resto nel 1660 la nomina a dama di compagnia della regina Maria Teresa. Anche dopo la morte di Mazzarino nel marzo 1661, ad ogni modo, Eugenio Maurizio e sua moglie non persero il favore del re. Olimpia si legò ancora più profondamente al marito dal momento che, in tutti gli intrighi in cui ella venne coinvolta a corte, il marito la difese sempre e comunque, il che portò inevitabilmente ad un deterioramento nel rapporto con Luigi XIV. Quando infine Olimpia entrò in conflitto con Madame de Navailles, Eugenio Maurizio sfidò a duello il duca di Navailles e per questo il re si vide costretto a bandirlo brevemente da corte.

Un bando molto più lungo (aprile 1665 - autunno 1666) arrivò dopo che Olimpia si era intromessa nella relazione di Louise de La Vallière, allora amante del re. Eugenio Maurizio ottenne l'ordine "... se non ufficiale, perlomeno un segnale chiaro di ritirarsi con la moglie allo Champagne per adempiere al suo incarico di governatore della provincia.".[7]

Onorificenze

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Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Emanuele Filiberto I di Savoia Carlo II di Savoia  
 
Beatrice d'Aviz  
Carlo Emanuele I di Savoia  
Margherita di Francia Francesco I di Francia  
 
Claudia di Francia  
Tommaso Francesco di Savoia  
Filippo II di Spagna Carlo V d'Asburgo  
 
Isabella d'Aviz (1503-1539)  
Caterina Michela d'Austria  
Elisabetta di Francia Enrico II di Francia  
 
Caterina de' Medici  
Eugenio Maurizio di Savoia  
Luigi di Borbone Carlo di Borbone  
 
Giovanna III di Navarra  
Carlo di Borbone  
Francesca d'Orléans Francesco d'Orléans-Longueville  
 
Jacqueline de Rohan  
Maria di Borbone-Soissons  
Luigi di Montafià Giovanni II di Montafià  
 
 
Anna di Montafià  
Giovanna di Coesme Luigi di Coesmes  
 
Anna di Pisseleu  
 
  1. ^ a b Paola Bianchi, SAVOIA SOISSONS, Eugenio Maurizio di, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 91, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2018.  
  2. ^ Braubach: Prinz Eugen von Savoyen, vol. 1, Monaco di Baviera, 1963, p. 27.
  3. ^ Franz Herre, Eugenio di Savoia, Milano, Garzanti Editore, 2001. ISBN 88-11-69311-X, p. 15
  4. ^ Piltz: Prinz Eugen von Savoyen: Biografie, Berlino, 1991, p. 15
  5. ^ Braubach: Prinz Eugen von Savoyen, vol. 1, Monaco di Baviera, 1963, p. 44 e seguenti.
  6. ^ Luigi Giuglio comandava un reggimento di dragoni austriaci e morì il 13 luglio 1683 a seguito delle ferite riportate combattendo contro i turchi a Petronel pochi giorni prima. Il 14 dicembre dello stesso anno il comando di quel reggimento, denominato Dragoni di Savoia, fu affidato al fratello Eugenio
  7. ^ Braubach: Prinz Eugen von Savoyen, vol. 1, Monaco di Baviera, 1963, p. 41.

Bibliografia

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  • Alfred Ritter von Arneth: Prinz Eugen von Savoyen. Nach den handschriftlichen Quellen der kaiserlichen Archive. Band 1: 1663–1707. Neue Ausgabe. Braumüller, Wien 1864.
  • Max Braubach: Prinz Eugen von Savoyen. Eine Biographie. Band 1: Aufstieg. Oldenbourg, München 1963.
  • Karl Gutkas: Prinz Eugen und das barocke Österreich. Ausstellung der Republik Österreich und des Landes Niederösterreich. (Marchfeldschlösser Schlosshof und Niederweiden, 22. April bis 26. Oktober 1986). Niederösterreichisches Landesmuseum, Wien 1986, Template:Falsche ISBN.
  • Karl Gutkas: Prinz Eugen und das barocke Österreich. Verlag Residenz, Salzburg u. a. 1985, ISBN 3-7017-0428-7.
  • Georg Piltz: Prinz Eugen von Savoyen. Biografie. Verlag Neues Leben, Berlin 1991, ISBN 3-355-01192-4.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN80350797 · ISNI (EN0000 0000 5754 750X · CERL cnp00870529 · GND (DE135915910