Giuseppe Stuto

militare italiano

Giuseppe Stuto (Favara, 14 dicembre 1870Sigmundsherberg, 19 novembre 1917) è stato un militare italiano, particolarmente distintosi nel corso della prima guerra mondiale dove fu decorato di tre Medaglie d'argento al valor militare.

Giuseppe Stuto
NascitaFavara, 14 dicembre 1870
MorteSigmundsherberg, 19 novembre 1917
Cause della morteferita da arma da fuoco
Luogo di sepolturaChiesa madre di Favara
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armata Regio Esercito
ArmaFanteria
GradoTenente colonnello
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia del Podgora
Battaglia di Caporetto
Comandante di282º Reggimento fanteria, Brigata Foggia
Decorazionivedi qui
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Biografia

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Nacque a Favara, provincia di Agrigento, il 14 dicembre 1870, figlio di Carmelo e Carmela Grova, quarto di sette figli di una famiglia della borghesia del paese.[1] Dopo gli studi, decise di intraprendere la carriera militare arruolandosi nel Regio Esercito. Nel 1897 era in servizio con il grado di sottotenente presso il 23º Reggimento fanteria "Como" di guarnigione a Pisa, e nel 1905, con il grado di tenente, al 27º Reggimento fanteria "Pavia" di stanza a Palermo,[2] di cui 1907 divenne aiutante maggiore; due anni dopo fu trasferito nel Sannio e infine nel 1910 a Treviso. Dal 1913 ai primi mesi del 1914 fu mandato in Sicilia per effettuare alcuni rilievi topografici, egli infatti era topografo dell'Istituto Geografico Militare.

Ritornato al nord, raggiunse al 12º Reggimento fanteria di stanza a Imola, dove lo colse l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915. Si distinse in combattimento una prima volta a Podgora il 20 luglio, dove in servizio come capitano fu ferito gravemente durante la battaglia e venendo per questo decorato con una prima Medaglia d'argento al valor militare. Fu ferito di nuovo il 23 novembre e dopo la convalescenza ritornò a combattere nell'aprile del 1916 L'11 giugno 1916 assunse il comando del III Battaglione del 205º Reggimento fanteria della Brigata Lambro. Fu decorato con una seconda Medaglia d'argento al valor militare per essersi distinto in combattimento nei pressi di Oslavia nell'agosto successivo. Il 15 maggio 1917 riporto altre due ferite: una trasfossa da pallottola di mitragliatrice alla gamba destra e l'altra alla radice dello scroto, prodotta da palletta di shrapnel, rimasta profondamente conficcata alla radice della coscia sinistra, subito davanti al femore. La convalescenza fu lunga, e vista la oramai ridotta mobilità fu trasferito a servizi di seconda linea, assegnato al deposito fanteria di Milano.[3] Dopo il ferimento del tenente colonnello Federico Vigna, egli fu nominato comandante del 282º Reggimento fanteria della Brigata Foggia, con il grado di tenente colonnello il 15 settembre 1917.

Dopo lo sfondamento del fronte italiano a Caporetto da parte delle truppe austroungariche e tedesche, in cui si distinse l'allora tenente Erwin Rommel, gli fu affidato l'incarico di sbarrare l'avanzata tedesca. Ricevuto l'ordine di ritirarsi, per garantire l'allontanamento delle truppe ancora incolonnate, si sacrificò alla testa della 9ª Compagnia del 282º Reggimento,[4] resistendo valorosamente. Nel corso del combattimento fu ferito alla fronte; catturato, fu fatto prigioniero di guerra[5] Morì a Sigmundsherberg, in un ospedale militare, il 19 novembre del 1917.[6] La Scintilla, giornale del campo di prigionia, pubblicò un necrologio che iniziava: «... che sotto la terra non sua, giunga domani il tripudio delle sue speranze compiute...»[7] Per questi ultimi episodi gli fu concessa una terza Medaglia d'argento al valor militare.

La sua salma ritornò a Favara nel gennaio 1920[1] e oggi riposa all'interno della Chiesa madre del paese insieme a quelle di altri combattenti caduti. Nella sua città natale una via è dedicata in suo nome.

Onorificenze

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«Comandante di un distaccamento in posizione intensamente battuta dal fuoco nemico, riorganizzava alcuni reparti di altro corpo, rimasti privi di ufficiali, e li tratteneva sul fronte. Respingeva un contrattacco nemico, e, quantunque ferito, rimaneva sul posto per circa cinque ore, dando prova di mirabile energia, di coraggio e di altissimo spirito militare. Podgora, 20-21 luglio 1915
«Quale comandante di un battaglione di 2ª schiera, con calma, perizia e valore personale, concorreva a tempo opportuno alla conquista di una posizione, vincendo una difficile situazione tattica e la tenace resistenza nemica. Ispirandosi costantemente al concetto di manovra del suo superiore, primo tra tutti, trascinava ancora più avanti le sue truppe esultanti alla conquista di una seconda posizione, e fermava la sua marcia vittoriosa solamente quando gli veniva ordinato. Quota 188 presso Oslavia e Dosso del Bosniaco, 6 agosto 1916
«Avuto l'ordine di avanzare e di occupare col suo reggimento una posizione per fermare l'avanzata del nemico, alla testa del proprio reparto, si portava avanti con mirabile valore passando attraverso una forte colonna in ritirata. Avuto poi l'ordine di ripiegare, allo scopo di disimpegnare dal combattimento e proteggere col fuoco la ritirata di uno dei suoi battaglioni, schierava un reparto e ne dirigeva personalmente l'azione, finché non veniva gravemente ferito. Moriva alcuni giorni dopo in un ospedale dell'avversario. Caporetto 24 ottobre, Austria 19 novembre 1917
avanzamento per merito di guerra
— Decreto Luogotenenziale 8 luglio 1917[8]
  1. ^ a b Favara.
  2. ^ Annuario militare del Regno d'Italia, 1905, p. 353. URL consultato il 3 dicembre 2020.
  3. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli uffiziali, 1917, p. 3611. URL consultato il 3 dicembre 2020.
  4. ^ Alberti 2004, pp. 335-336.
  5. ^ Cavaciocchi 2006, p. 139.
  6. ^ Fronte del Piave.
  7. ^ Emporium, Volume 61, 1925)
  8. ^ Bollettino Ufficiale 13 luglio 1917, dispensa 52ª.

Bibliografia

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Periodici
  • Emporium, vol. 61, Istituto italiano d'arti grafiche, 1925.

Collegamenti esterni

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