L'occhio che uccide
L'occhio che uccide (Peeping Tom) è un film del 1960 diretto da Michael Powell.
Si tratta di un thriller psicologico e metacinematografico, scritto dal crittografo Leo Marks, incentrato sull'ossessione del guardare (il Peeping Tom del titolo originale è, in inglese, sinonimo gergale di guardone), e sulle conseguenze comportamentali delle violenze subite durante l'infanzia. Il film è il più importante tra quelli diretti da Powell senza la collaborazione di Emeric Pressburger ed è divenuto col tempo un autentico cult movie.
Il protagonista, Karlheinz Böhm, è accreditato come Carl Boehm.
Il titolo originale allude al personaggio che, secondo la tradizione popolare anglosassone, sarebbe diventato cieco dopo aver spiato Lady Godiva mentre cavalcava nuda.
Trama modifica
Londra: un uomo con una telecamera nascosta nel cappotto filma di nascosto una prostituta. Si fa accompagnare nel suo appartamento con la scusa di un servizio, poi la uccide filmandola. La mattina seguente, l'assassino torna sulla scena del delitto e riprende la rimozione del cadavere da parte della polizia.
L'omicida si chiama Mark Lewis ed è membro di una troupe cinematografica, sebbene desideri diventare lui stesso un regista, e arrotonda realizzando su commissione fotografie soft-porno di donne. Al di fuori del suo posto di lavoro è piuttosto timido e introverso, con una vita sociale ridotta al minimo. Nutre un particolare interesse per Helen Stephens, una giovane donna che vive nell'appartamento sotto il suo con la madre cieca, riuscendo a stringere amicizia con lei il giorno del suo compleanno.
Attraverso dei filmati casalinghi di suo padre, Mark rivela ad Helen che il genitore lo usava come cavia quando era bambino, sottoponendolo a esperimenti psicologici sulla paura e sul sistema nervoso: era così ossessionato da registrare il figlio, da farlo quando si svegliava piangendo nel cuore della notte, mettendogli lucertole nel letto e persino filmando la sua reazione mentre stava con sua madre sul letto di morte, sorvegliandolo costantemente.
Successivamente, Mark uccide una controfigura del suo studio attirandola sul set dopo la chiusura con la scusa di fare un film, rinchiudendo il corpo in un baule; il cadavere viene rinvenuto da Diane, un'attrice. La polizia collega l'omicidio con quello della prostituta, accorgendosi che le vittime erano accomunate da un'espressione terrorizzata. I membri della troupe vengono interrogati, Mark incluso, ma non viene indagato ulteriormente.
Helen e Mark approfondiscono il loro rapporto, ma la signora Stephens sospetta dell'uomo, anche a causa della sua tendenza di spiare la figlia dalla finestra. La signora Stephens entra nell'appartamento di Mark per aspettarlo dopo una serata che ha trascorso fuori con Helen e lui, a causa della sua compulsione, al suo ritorno inizia a proiettare uno dei filmati dei suoi omicidi. La signora Stephens minaccia di trasferirsi, ma Mark la rassicura che né lei né Helen finiranno mai nei suoi "film".
Uno psichiatra viene chiamato sul set per parlare con la traumatizzata Diane e ha modo di chiacchierare con Mark, che conosce per il lavoro di suo padre. Lo psichiatra rivela alla polizia il suo incontro, in quanto ha notato lo strano comportamento di Mark; quest'ultimo viene pedinato dalla polizia fino all'edicola dove scatta delle fotografie a una modella pin-up, che poi uccide.
Incuriosita dai film di Mark, Helen entra in casa sua mentre lui non c'è e ne vede uno, scoprendo i suoi delitti. Mark la sorprende e le spiega come compie gli omicidi: ha montato sulla cinepresa una lama affilata e uno specchio, così da catturare le reazioni di paura delle donne da lui uccise mentre sono costrette a guardarsi morire. Rifiuta di uccidere Helen e, in quel momento, arriva la polizia per arrestare Mark. Resosi conto di essere stato messo alle strette, come aveva già pianificato di fare, Mark fa partire un montaggio di tutti i suoi omicidi e si uccide impalandosi sulla sua lama mentre viene ripreso, così da fornire il finale del suo documentario. La polizia entra nella stanza, mentre Helen piange sul corpo di Mark.
Produzione modifica
Distribuzione modifica
Bibliografia modifica
- (EN) Leo Marks, Peeping Tom, Londra, Faber & Faber, 1998, ISBN 0-571-19403-6.
Altri progetti modifica
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su L'occhio che uccide
Collegamenti esterni modifica
- (EN) Lee Pfeiffer, Peeping Tom, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- L'occhio che uccide, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- L'occhio che uccide, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- L'occhio che uccide, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net.
- (EN) L'occhio che uccide, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) L'occhio che uccide, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) L'occhio che uccide, su Rotten Tomatoes, Flixster Inc.
- (EN, ES) L'occhio che uccide, su FilmAffinity.
- (EN) L'occhio che uccide, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) L'occhio che uccide, su TV.com, Red Ventures (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2012).
- (EN) L'occhio che uccide, su BFI Film & TV Database, British Film Institute (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2018).
- (DE, EN) L'occhio che uccide, su filmportal.de.
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