Persiana alla genovese

persiana nello stile genovese

La persiana alla genovese o persiana genovese (giöxîa[1][2] o persiànn-a, in lingua genovese[3]) è una tipologia di infisso tradizionale ampiamente diffuso nell'edilizia urbana di Genova, da cui ha origine, diffusosi nel resto della Liguria e in altre località del Mediterraneo per la presenza genovese. Dal 2017, il suo utilizzo è previsto come norma dal regolamento edilizio di Genova per gli edifici già edificati.[4] Simili obblighi sono presenti nei piani urbanistici o nei regolamenti edilizi di decine di comuni della Liguria e del Piemonte.[5]

Un esempio moderno di persiane alla genovese

Caratteristiche modifica

 
Xilografia precedente al 1892 della facciata di Palazzo Tommaso Spinola, in cui sono ben visibili vari dettagli tecnici degli infissi e della ferramenta
 
Le persiane alla genovese sulla facciata di Palazzo Rosso a Genova
 
La piazza delle Fontane Marose, con una serie di palazzi storici (fra cui Pantaleo-Spinola, Pallavicini-Cambiaso e Negrone), le cui facciate sono ornate con persiane alla genovese.
 
Uno scorcio del borgo storico di Boccadasse; tutti gli edifici raffigurati presentano persiane alla genovese
 
Un'antica persiana alla genovese a Cattaro, in Montenegro
 
Un esempio di persiane alla genovese reali e dipinte a trompe-l'œil in Palazzo Gio Carlo Brignole

La persiana alla genovese è un infisso formato da montanti, traversi e stecche parallele inclinate, caratterizzato da ante battenti, suddivise in due ulteriori sezioni nel senso verticale, l'inferiore delle quali è basculante dal basso verso l'alto, con una caratteristica antina, conosciuta anche come "gelosia".[6] Ciò consente un'apertura regolabile verso l'esterno per filtrare l'ingresso di luce e aria in modo variabile.[7] Tale particolarità permette di mantenere gli ambienti arieggiati, limitando l'ingresso del sole diretto e la vista verso l'interno,[6][8] caratteristiche particolarmente adatte al clima locale.[7]

Le stecche, più larghe delle misure tradizionali (circa 7 cm contro 4), hanno una caratteristica inclinazione a 45°, e sono distanziate fra loro di circa un centimetro.[6] Lungo il perimetro esterno vi è un profilo a toro.[6]

La ferramenta moderna di corredo è costituita dalle cerniere incassate nella battuta oppure da astine verticali con terminale a gancio per il fissaggio a perni infissi nel davanzale e nel mezzanino della finestra.[6] In origine, l'anta della persiana era invece mantenuta chiusa con un gancio infisso nel telaio della finestra da agganciarsi a un anello avvitato nel traverso dell'anta della persiana.

Per il mantenimento in posizione aperta, invece, si utilizzano ferma-persiana, tradizionalmente in ferro e a testa di moro od omino, fissati all'esterno della facciata, in corrispondenza del bordo inferiore delle ante principali.

Materiali modifica

Originariamente realizzate in legno, l'essenza più utilizzata è il pino massello, per la sua spiccata resistenza all'umidità.[7] Sono tuttavia utilizzate anche altre essenze, fra le quali l'abete, il faggio, il larice, il rovere, il castagno, il sassofrasso, il cedro e altre.[6][9] A partire dalla fine del XIX secolo sono iniziate le prime produzioni in ferro e acciaio e, in epoca più moderna, in alluminio e PVC, includendo anche modelli blindati.[6][7]

Storia modifica

L'origine delle persiane è antichissima, ma i sistemi moderni a liste di legno si attestano fra il Seicento e il Settecento.[10] I primi utilizzi delle persiane alla genovese nell'edilizia urbana cittadina risalgono almeno al XVII secolo,[11] poco prima delle cosiddette veneziane,[10] e si diffusero inizialmente negli edifici di maggior pregio del centro storico di Genova, e poi più ampiamenti in tutti i centri urbani della Liguria[6] e dei territori della Repubblica di Genova. Tutti i principali edifici nobiliari e aristocratici dell'epoca ne disponevano o sin dall'inizio, o nelle ristrutturazioni successive. Sono presenti, per esempio, nel Palazzo del Principe, in Villa Di Negro Rosazza, Villa delle Peschiere, Villa Gropallo dello Zerbino.

Noti sono gli esempi di Palazzo Reale, di Palazzo Rosso, che presenta in facciata imponenti persiane bicolore,[12] e quelli dei palazzi dei Rolli, patrimonio dell'umanità dell'UNESCO dal 2006. Il loro diffuso utilizzo, già dal XVIII secolo ha generato la moda architettonica di affrescare persiane a trompe-l'œil sulle facciate degli edifici, anche ove non presenti.[6][13][14]

Nei secoli seguenti, il suo utilizzo si diffuse,[15] influenzando più ampiamente l'architettura urbanistica anche a livello internazionale, come per esempio nel caso dei nuclei storici di Gibilterra,[16][17][18][19] dove era presente una comunità genovese, e di Cachoeira.[11]

Nome modifica

In lingua genovese la persiana è chiamata tradizionalmente giöxîa[1], ovvero gelosia, termine passato anche alla lingua italiana[20], utilizzato in alcune regioni per indicare la sola antina ad apertura verticale specificamente caratteristica delle persiane alla genovese.[20] L'etimologia del termine, secondo il vocabolario Treccani, avrebbe origine dalla possibilità che questa tipologia di persiane avrebbe garantito alle donne "di stare alle finestre togliendole però alla vista degli estranei".[2][20] L'infisso, già dall'Ottocento, è indicato in lingua genovese anche come persiànn-a, dall'influenza linguistica toscana.[1]

Piani urbanistici e regolamenti edilizi modifica

L'utilizzo delle persiane alla genovese, come elemento tipologico tradizionale, è dal 2017 stabilito anche dal regolamento edilizio comunale di Genova,[4] il quale prevede all'articolo 100 la regola secondo cui "le finestre degli edifici devono di norma essere munite di persiane “alla genovese”".[4] È ammessa deroga solo per gli "edifici di ambiente rurale" o di "nuova costruzione", nei quali sono permessi infissi differenti "purché concepiti in armonia con l'architettura e i caratteri dell'edificio".[4]

Simili normative sull'utilizzo delle persiane alla genovese sono in vigore in numerosi altri comuni della Liguria e Piemonte, quasi sempre con carattere di obbligo o di prevalenza. Fra questi: Savona[21], Recco,[22] Rapallo,[23] Santa Margherita Ligure,[24] Lavagna,[25] Moneglia,[26] Savignone,[27] San Colombano Certenoli,[28] Coreglia,[29] Spotorno,[30] Noli,[31] Finale Ligure,[32] Vobbia,[33] Portofino,[34] Cogoleto,[35] Castellaro,[36] Bergeggi,[37] Monterosso,[38] Borgio Verezzi,[39] Acqui Terme,[40] Arcola,[41] e altri.

Note modifica

  1. ^ a b c Angelo Paganini, Vocabolario domestico genovese-italiano, Tipografia di Gaetano Schenone, 1837, p. 211.
  2. ^ a b Giuseppe Olivieri, Dizionario genovese-italiano, Giovanni Ferrando, 1851, p. 218.
  3. ^ Porte e finestre, in Gazzettino Sampierdarenese, n. 10, novembre 2008. URL consultato il 1º agosto 2022.
  4. ^ a b c d Regolamento Edilizio Comunale (PDF), Comune di Genova, 2020. URL consultato il 1º agosto 2022.
  5. ^ Persiana alla genovese#Piani urbanistici e regolamenti edilizi
  6. ^ a b c d e f g h i Elena Matteuzzi, Materiali e modelli di persiane alla genovese, in Lavorincasa, Madex Editore, 9 marzo 2017. URL consultato il 1º agosto 2022.
  7. ^ a b c d Persiane alla genovese: come funzionano e quali sono i vantaggi, in PG Casa Magazine, italiaonline, 20 giugno 2018. URL consultato il 1º agosto 2022.
  8. ^ Tipi di persiane, ecco la persiana alla genovese, su baltera.com.
  9. ^ Persiane in legno: tipologie e costi [collegamento interrotto], in PG Casa Magazine, italiaonline.
  10. ^ a b Storia degli Oscuranti. Gli scuri e le persiane, su Museo della Finestra Agostini.
  11. ^ a b Maria Dalmira de Camargo Andrade, Paesaggi ed architetture di tradizione genovese nell'insediamento delle prime fondazioni atlantiche in Brasile tra XVI e XVII secolo, De Ferrari, 2004, ISBN 9788871725925.
  12. ^ Palazzo Rosso, Genova, su Gruppo Rivotti.
  13. ^ Andrea Battaglini, Liguria dipinta: outdoor trompe-l'oeil nel Tigullio, in La Stampa, 30 aprile 2020. URL consultato il 1º agosto 2022.
  14. ^ Valentina Bocchino, La curiosità: perché a Genova ci sono tante finestre dipinte sui palazzi?, in GenovaToday, 10 settembre 2019. URL consultato il 1º agosto 2022.
  15. ^ (EN) Edoardo Mazzino, The Historic Centre of Genoa, Stringa Editore, 1984.
  16. ^ (EN) Gibraltar’s Old Town, su Gibraltar Heritage Trust. URL consultato il 1º agosto 2020.
  17. ^ (EN) Claire Montado, At an architectural crossroads, in New Statesman, Mike Danson, 24 marzo 2015.
  18. ^ (EN) Jim Soar, Gibraltar for the weekend?, in The Times, 25 maggio 2007. URL consultato il 1º agosto 2022.
  19. ^ (EN) Kayleigh Buttigieg, From Fortress to Microstate: how should the cultural values and local identity of heritage buildings in Gibiltar be preserved within its future development plan?, su Riba, 2018.
  20. ^ a b c gelosia, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 1º agosto 2022.
  21. ^ PUC (PDF).
  22. ^ Piano Urbanistico Comunale, Recco.
  23. ^ Regolamento edilizio, su Comune di Rapallo.
  24. ^ Piano regolatore generale, D.P.G.R. n. 965 13/11/95, Santa Margherita Ligure.
  25. ^ Piano Regolatore Generale (PDF), Lavagna.
  26. ^ Regolamento Edilizio Comunale, Moneglia.
  27. ^ Piano Urbanistico Comunale (PDF), Savignone.
  28. ^ PUC, San Colombano Certenoli.
  29. ^ Piano Urbanistico Comunale, Coreglia (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2023).
  30. ^ Variante al Piano Regolatore Comunale (PDF), Comune di Spotorno.
  31. ^ Piano Urbanistico Comunale Semplificato (PDF), Comune di Noli.
  32. ^ Piano Urbanistico Comunale (PDF), Finale Ligure.
  33. ^ Piano Urbanistico Comunale (PDF), Vobbia.
  34. ^ Reolamento Edilizio (PDF), Comune di Portofino, 2017.
  35. ^ Regolamento Edilizio Comunale (PDF), Comune di Cogoleto, 2019.
  36. ^ Piano Urbanistico Comunale (PDF), Comune di Castellaro.
  37. ^ Piano Urbanistico Comunale (PDF), Comune di Bergeggi, 2019.
  38. ^ Regolamento Edilizio Comunale, Comune di Monterosso al Mare, 2017.
  39. ^ PUC (PDF), Comune di Borgio Verezzi, 2018.
  40. ^ Regolamento Edilizio Comunale (PDF), Acqui Terme.
  41. ^ Strumento Urbanistico Attuativo in località Ponte di Arcola, Arcola (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2023).

Bibliografia modifica

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