Luigi Gonzaga

gesuita italiano
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Luigi Gonzaga (Castiglione delle Stiviere, 9 marzo 1568Roma, 21 giugno 1591) è stato un religioso italiano della Compagnia di Gesù. Beatificato nel 1605, è stato proclamato santo da papa Benedetto XIII nel 1726.[2]

San Luigi Gonzaga
Francisco Goya, Luis Gonzaga, 1798.
 

Religioso

 
NascitaCastiglione delle Stiviere, 9 marzo 1568
MorteRoma, 21 giugno 1591 (23 anni)
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione19 ottobre 1605, da papa Paolo V
Canonizzazione31 dicembre 1726, da papa Benedetto XIII
Ricorrenza21 giugno
Attributicrocifisso, giglio, teschio e flagello
Patrono diRegno delle Due Sicilie, giovani, scolari, studenti, gesuiti e ministranti; Castiglione delle Stiviere (MN); Valmontone (RM); Aliano (MT); Caselle di Sommacampagna (VR)
Luigi Gonzaga
Ritratto giovanile di Luigi Gonzaga, artista ignoto XVII secolo.
Principe di Castiglione
Stemma
Stemma
EredeRodolfo Gonzaga
NascitaCastiglione, 9 marzo 1568
MorteRoma, 21 giugno 1591 (23 anni)
SepolturaRoma
Luogo di sepolturaChiesa di Sant'Ignazio
DinastiaGonzaga
PadreFerrante Gonzaga
MadreMarta Tana
Religionecattolica
Mottocome gli altri[1]

Biografia modifica

Figlio primogenito di Ferrante Gonzaga, primo marchese di Castiglione delle Stiviere, e di Marta Tana di Chieri, nacque nel castello di famiglia di Castiglione.[3] I genitori si erano conosciuti in Spagna, alla corte del re Filippo II.[2]

Primi anni di vita modifica

Fu battezzato il 20 aprile 1568 dal parroco Giambattista Pastorio (m. 1569) nella chiesa dei Santi Nazario e Celso (ora Duomo di Castiglione), rinnovando il nome del nonno Luigi Alessandro,[4] ed ebbe come padrino il cugino Prospero Gonzaga (1543-1614) di Luzzara.[5]

Primo di otto figli, e quindi erede al titolo di marchese, fin dalla prima infanzia fu educato alla vita militare, e all'età di cinque anni Ferrante portò con sé Luigi.[6] All'età di sette anni, tuttavia, avvenne la sua "conversione dal mondo a Dio", come egli stesso la definì: sentendosi chiamato a consacrare la propria vita al Signore, intensificò la preghiera, recitando ogni giorno in ginocchio i sette Salmi penitenziali e l'Ufficio della Madonna.

Nel 1576, a causa di un'epidemia nel feudo, venne trasferito a Firenze col fratello minore Rodolfo presso il granduca Francesco I de' Medici, affinché fosse lontano dalla peste ma pure per farlo vivere presso una corte raffinata e confacente al suo rango.[7] A Firenze, nella basilica della Santissima Annunziata fece voto di perpetua verginità.[8] Tre anni dopo venne poi dislocato alla corte di Mantova,[9] dove nel 1585 rinuncerà al titolo di futuro marchese di Castiglione, in favore del fratello Rodolfo.[10] Nel 1580 ricevette la Prima Comunione da Carlo Borromeo in visita nella Diocesi di Brescia (della quale Castiglione faceva parte a quel tempo).[11] Nel 1581 si recò a Madrid per due anni, come paggio d'onore del principe Diego (il padre era al servizio di Filippo II di Spagna).[12] A Madrid Luigi studiò logica, filosofia, teologia e matematica, mostrando la sua precoce intelligenza.[13][2]

 
Castiglione delle Stiviere, il castello
 
Santuario basilica di San Luigi Gonzaga a Castiglione delle Stiviere

Vita religiosa modifica

Studiò lettere, scienze e filosofia, lesse testi spirituali e relazioni missionarie, pregò e maturò la sua decisione di farsi gesuita e nonostante l'opposizione del padre inizialmente contrario (lo inviò in varie corti, sperando che la vita brillante lo facesse desistere dal suo proposito), all'età di 17 anni (il 25 novembre 1585) entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù a Roma.[14] Studiò teologia e filosofia. A Roma ebbe tra i suoi insegnanti e direttore spirituale San Roberto Bellarmino. Mentre si trovava nella capitale, Luigi apprese la notizia del morte del padre Ferrante, avvenuta il 13 febbraio 1586.[15]

Luigi lasciò Roma nel settembre 1589 su richiesta della madre Marta Tana e di Eleonora d'Austria, duchessa di Mantova, e fece ritorno al paese natale per tentare una mediazione sulla questione legata alla successione del marchesato di Solferino, dopo la morte dello zio Orazio Gonzaga, tra il fratello Rodolfo, lo zio Alfonso, marchese di Castel Goffredo e il duca di Mantova Vincenzo I Gonzaga, che si trovavano in lite per la spartizione del territorio.[16] Il suo intervento si concluse nel febbraio 1590, quando Luigi tornò a Milano per continuare gli studi in attesa di rientrare a Roma, nel maggio dello stesso anno.[2]

Nel 1590/91 una serie di malattie infettive uccisero a Roma migliaia di persone, inclusi i papi (Sisto V, Urbano VII, Gregorio XIV). Luigi Gonzaga, insieme a san Camillo de Lellis e ad alcuni confratelli gesuiti, si prodigò intensamente ad assistere i più bisognosi. Malato da tempo, dovette dedicarsi solo ai casi con nessuna evidenza di contagiosità, ma un giorno, trovato in strada un appestato, se lo caricò in spalla e lo portò all'ospedale della Consolazione.[17] Pochi giorni dopo morì, all'età di soli 23 anni. Il suo corpo è tumulato nella chiesa di Sant'Ignazio a Roma,[18] nello splendido altare barocco di Andrea Pozzo e Pierre Legros,[19] mentre il suo cranio è conservato nella basilica a lui intitolata a Castiglione delle Stiviere.[18] La mandibola è custodita nella Chiesa Madre di Rosolini, in provincia di Siracusa.[20]

Culto modifica

 
La tomba di San Luigi Gonzaga in Sant'Ignazio a Roma

La festa di San Luigi si celebra il 21 giugno, data della sua morte.[21]

Venne beatificato 14 anni più tardi da papa Paolo V il 19 ottobre 1605.[2] Il 31 dicembre 1726 venne canonizzato con un altro gesuita, San Stanislao Kostka, da papa Benedetto XIII.[22] Lo stesso papa lo dichiarò «protettore degli studenti» nel 1729. Nel 1926 fu proclamato patrono della gioventù cattolica da papa Pio XI. Nel 1991 Giovanni Paolo II lo nominò patrono dei malati di AIDS.

Iconografia modifica

Nell'arte, San Luigi è mostrato come un giovane che indossa una tonaca nera e una cotta o come un paggio. I suoi attributi sono un giglio, che si riferisce all'innocenza; una croce, che si riferisce alla pietà e al sacrificio; un teschio, riferito alla sua morte prematura; e un rosario, che si riferisce alla sua devozione alla Beata Vergine Maria.[23]

Un contributo determinante nel fornire schemi iconografici per la devozione a questo santo è attribuibile al pittore bresciano Pietro Scalvini, che nella sua vita ricevette numerosissime commissioni per riprodurre aspetti della vita e immagini del santo.[24]

Congregazioni di San Luigi modifica

Come santo protettore della gioventù studiosa, san Luigi Gonzaga è titolare di numerose congregazioni religiose dedite particolarmente all'istruzione e all'educazione cristiana della gioventù: i Fratelli di San Luigi Gonzaga, sorti nei Paesi Bassi nel 1840; le Suore oblate di San Luigi Gonzaga, fondate in diocesi di Alba nel 1815; le Maestre Luigine di Parma,[N 1] parzialmente confluite nelle Suore domenicane della Beata Imelda nel 2002.

Eredità modifica

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Rodolfo Gonzaga Ludovico II Gonzaga  
 
Barbara di Brandeburgo  
Aloisio Gonzaga  
Caterina Pico Gianfrancesco I Pico  
 
Giulia Boiardo  
Ferrante Gonzaga  
Gian Giacomo Anguissola Giovanni Carlo Anguissola  
 
Caterina Torelli d'Aragona  
Caterina Anguissola  
Angela Radini Tedeschi Daniele Radini Tedeschi  
 
...  
Luigi Gonzaga  
Ercole Tana Baldassarre Tana  
 
...  
Baldassarre Tana  
Elena Benso di Mondonio Bartolomeo Benso  
 
Tommasina Vignati  
Marta Tana  
Girolamo della Rovere Stefano della Rovere  
 
Luchesia della Rovere  
Anna della Rovere  
Maria Grimaldi Giovanni II di Monaco  
 
Libera Portoneri  
 

Note modifica

Annotazioni
  1. ^ A Parma le Suore Maestre Luigine continuano la tradizione educativa della fondatrice Rosa Orzi e del fondatore Padre Giuseppe Eugenio Porta. Sono una piccola Comunità Religiosa di Diritto Diocesano che opera in campo educativo soprattutto con il Pensionato Universitario San Luigi.
Fonti
  1. ^ Ecco chi era San Luigi Gonzaga: patrono della gioventù cattolica, su interris.it. URL consultato l'11 dicembre 2020.
  2. ^ a b c d e Luigi Gonzaga santo, su treccani.it. URL consultato l'11 dicembre 2020.
  3. ^ Marocchi, p. 221.
  4. ^ Ruggero Regonini, La successione contesa 1511-1513 per Ostiano e Castel Goffredo, Ostiano, 2011.
  5. ^ Marocchi, p. 222.
  6. ^ Marocchi, p. 231.
  7. ^ Marocchi, p. 237.
  8. ^ Marocchi, p. 239.
  9. ^ Marocchi, p. 241.
  10. ^ Marocchi, p. 264.
  11. ^ Marocchi, p. 246.
  12. ^ Marocchi, p. 254.
  13. ^ Marocchi, p. 259.
  14. ^ Marocchi, p. 265.
  15. ^ Marocchi, pp. 265-266.
  16. ^ Massimo Marocchi, Principi, santi, assassini, Mantova, 2015.
  17. ^ Virgilio Cepari, Vita di San Luigi Gonzaga della Compagnia di Gesù, appresso Gio. Antonio Pezzana, 1789.
  18. ^ a b San Luigi Gonzaga, su santignazio.gesuiti.it. URL consultato l'11 dicembre 2020.
  19. ^ foto Archiviato il 30 settembre 2007 in Internet Archive.
  20. ^ San Luigi Gonzaga e la reliquia di Bioggio, su agostinolurati.com. URL consultato l'11 dicembre 2020.
  21. ^ Santi e beati. San Luigi Gonzaga.
  22. ^ Storia della spiritualità cristiana: 700 autori spirituali, su books.google.it. URL consultato il 16 novembre 2015.
  23. ^ (EN) Martin, James, S.J. (20 June 2011). The Life of Times of St. Aloysius Gonzaga.
  24. ^ Begni Redona, p. 226
  25. ^ Diocesi di Mantova. Vergini di Gesù.

Bibliografia modifica

  • Giovanni Arledler, San Luigi Gonzaga. Un regno per il regno, Elledici, 2012
  • Città di Castiglione delle Stiviere (a cura di), Castiglione attraverso i secoli, Verona, 2004. ISBN non esistente.
  • Manlio Paganella, San Luigi Gonzaga, Ares, 2003
  • Pier Virgilio Begni Redona, Pitture e sculture in San Faustino, in AA.VV., La chiesa e il monastero benedettino di San Faustino Maggiore in Brescia, Editrice La Scuola, Brescia, 1999
  • Massimo Marocchi, I Gonzaga di Castiglione delle Stiviere. Vicende pubbliche e private del casato di San Luigi, Verona, 1990. ISBN non esistente.
  • Antonio Furioli, Un giovane anticonformista: San Luigi Gonzaga, in Rivista di Vita Spirituale, 62 (luglio-ottobre 2008), nn. 4-5, pp. 465–484.
  • Antonio Furioli, Risonanze aloisiane nella storia della spiritualità, in Rivista di Vita Spirituale, 63 (marzo-aprile 2009), n. 2, pp. 175–195.
  • Renata Salvarani, I Gonzaga e i papi. Roma e le corti padane fra Umanesimo e Rinascimento (1418-1620), Roma, 2014. ISBN 978-8820991722

Voci correlate modifica

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