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Le frazioni dell'Aquila sono i 49[1] centri abitati ricadenti nel territorio comunale dell'Aquila.[A 1]

La maggioranza di esse si consolidò nell'alto Medioevo e partecipò poi, nel XIII secolo, alla fondazione dell'Aquila, mantenendo comunque una propria autonomia. Tale frammentazione amministrativa proseguì con, vicende alterne, fino al 1927 quando l'intera conca aquilana venne accorpata in un unico comune nell'ambito del progetto della “Grande Aquila”. Nei decenni successivi, alcune frazioni si sono saldate all'area urbana della città diventandone, di fatto, quartieri.

Storicamente distinte in quattro quarti extra-moenia, estensione dei quarti cittadini, le frazioni aquilane sono urbanisticamente raggruppate in 8 sezioni: Arischia, Bagno, Camarda, Paganica, Preturo, Roio, Sassa e la stessa L'Aquila.[A 2]

Storia modifica

 
L'anfiteatro romano di Amiternum in una xilografia.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Aquila.

Gli insediamenti preromani nella conca aquilana sono riferibili alle popolazioni sabine e vestine: le prime si estendevano verso occidente, nel territorio tra Reate e Nursia, mentre le seconde verso oriente, lungo i percorsi tratturali.[2] In età classica, è attestata la presenza, tra le altre, delle città di Amiternum, Foruli e Pitinum nell'area sabina e Aveia, Furconium e Peltuinum nell'area vestina.[2]

In questo contesto, rivestirono particolare importanza Amiternum e Forcona, indubbiamente caratterizzate da notevoli dimensioni ed un discreto prestigio, come testimoniato dai monumentali resti archeologici e dal fatto che entrambe fossero sede di diocesi, le più antiche d'Abruzzo.[2] Con la caduta dell'impero romano, tuttavia, i due centri andarono in decadenza fino a scomparire quasi interamente intorno all'anno 1000,[2] in un periodo d'influenza longobarda caratterizzato da instabilità politica e amministrativa.[3]

 
Le rovine della cattedrale di San Massimo di Forcona in una xilografia.

Al progressivo spopolamento delle città, collocate nella piana del fiume Aterno, seguì la fondazione di numerosi pagi e villae sui colli circostanti che segnò l'inizio del decisivo fenomeno di frammentazione dell'abitato;[2] questa andò di pari passo con la frammentazione degli insediamenti religiosi, legati a differenti nuclei monastici tra cui, principalmente, quello farfense e quello volturnense.[4]

Tra il X secolo e il XII secolo nacquero quindi numerosi centri corrispondenti alle attuali frazioni aquilane: intorno alle rovine di Amiternum sorsero San Vittorino[5] e le vicine Preturo e Sassa, con le relative ville,[6] mentre nell'area di Forcona si originarono le ville di Bagno,[7] Monticchio[8] e Pianola.[6] Si consolidarono, inoltre, alcuni castrum di antica origine, quali Arischia (Oriscola), Coppito (Poppletum), Bazzano (Offidius), Paganica e Assergi (Prifernum).

Con l'arrivo dei Normanni, si verificò un tentativo di incastellamento di tali insediamenti urbani che acquisirono gradualmente importanza con l'annessione degli Abruzzi al Regno di Sicilia.[9] Il mutato quadro geopolitico — caratterizzato dal crescente prestigio del contado aquilano rispetto alle contee circostanti di Celano, Rieti e Valva — portò nel XIII secolo, con complesse vicende, all'edificazione una nuova città posta in posizione baricentrica nella valle aternina, che fungesse da baluardo difensivo e centro mercantile per l'intera area.[9]

 
La mappa disegnata da Girolamo Pico Fonticulano nel 1575, con la suddivisione della città in locali.

Alla fondazione dell'Aquila parteciparono tutti i centri abitati del circondario, ciascuno dei quali ricevette un «locale» intra-moenia, che costituiva l'estensione del castello extra-moenia, nell'ambito di un avveniristico sistema di città-territorio;[10] si procedette, quindi, alla fusione delle diocesi di Amiterno e Forcona in un'unica arcidiocesi e all'edificazione, in quasi tutti i locali, della parrocchia del castello di riferimento.

Sul finire del secolo, il territorio fu suddiviso in quattro Quarti, con elezione di una chiesa capoquarto, di importanza maggiore rispetto alle altre. Sorsero quindi in città le chiese capoquarto di Santa Maria per il castello di Paganica, di San Pietro per il castello di Coppito, di San Giovanni per il castello di Lucoli e di San Giorgio per il castello di Bazzano, poi divenuta chiesa di Santa Giusta; in seguito, la chiesa dei Santi Marciano e Nicandro dei castellani di Roio soppianterà la pieve lucolana, danneggiata dai continui eventi sismici.

Nei secoli seguenti, le ville del contado aquilano mantennero una loro vita autonoma da quella della città, divenendo talvolta possedimenti feudali per le famiglie nobili che ne ottenevano la proprietà. Con l'ascesa politica ed economica dell'Aquila, tuttavia, alcune di loro persero importanza e subirono un progressivo spopolamento, fino a scomparire totalmente: fu il caso, ad esempio, di Cascina, Chiarino, Porcinaro, Rascino, Sant'Anza, Vasto e Vio. Altri castelli furono ulteriormente frammentati in più località, come accadde alla Forcella situata al centro delle attuali frazioni preturesi di Casaline, Menzano e Santi.

Nel 1806, con la nuova suddivisione amministrativa voluta da Giuseppe Bonaparte, fu istituito il Distretto di Aquila facente capo alla provincia dell'Abruzzo Ulteriore Secondo; nella conca aquilana, venivano individuati i circondari dell'Aquila (a cui appartenevano anche Bagno, Collebrincioni, Coppito e Roio), di Sassa (che sconfinava nei territori di Lucoli, Scoppito e Tornimparte e a cui apparteneva anche Preturo) e di Paganica (a cui appartenevano anche Assergi, Bazzano, Camarda, Onna e San Gregorio). Il centro di Arischia fu invece ricompreso nel circondario di Pizzoli.

Con l'unità d'Italia, l'Abruzzo Ulteriore II si trasformò nella provincia dell'Aquila e, oltre a quello del capoluogo, furono istituiti i comuni di Arischia, Bagno, Camarda, Paganica, Preturo, Roio Piano, e Sassa.

Descrizione modifica

Mappa modifica

Elenco modifica

N. Frazione Quarto Sezione Note descrittive Abitanti[11] Immagine
1 Aragno   Santa Maria Camarda
...
398  
2 Arischia   San Pietro Arischia
...
1 299
3 Assergi   Santa Maria Camarda
...
524  
4 Bagno Grande   San Giorgio Bagno
...
609
7 Brecciasecca   San Giovanni Sassa
Sviluppatasi in età moderna, le sue vicende storiche sono collegate a quelle di Sassa, di cui costituisce una sub-frazione essendo stato parte del suo comune fino al 1927, quando fu annesso all'Aquila.[5] È situata sull'omonimo colle, alle pendici del gruppo montuoso di Monte Orsello-Monte Puzzillo, in posizione dominante sulla frazione capoluogo ed urbanisticamente connessa all'altra sub-frazione di Colle di Sassa.[12]
-  
15 Colle di Sassa   San Giovanni Sassa
Sviluppatosi in età moderna, le sue vicende storiche sono collegate a quelle di Sassa, di cui costituisce una sub-frazione essendo stato parte del suo comune fino al 1927, quando fu annesso all'Aquila.[5] È situato sull'omonimo colle, alle pendici del gruppo montuoso di Monte Orsello-Monte Puzzillo, in posizione dominante sulla frazione capoluogo ed urbanisticamente connessa all'altra sub-frazione di Brecciasecca.[12]
224  
17 Collefracido   San Giovanni Sassa
Di antica origine, fu interamente ricostruito dopo il terremoto dell'Aquila del 1703 con l'attuale impianto urbano. Le sue vicende storiche sono collegate a quelle di Sassa, di cui costituisce una sub-frazione essendo stato parte del suo comune fino al 1927, quando fu annesso all'Aquila.[5] È situato sul fianco occidentale del gruppo montuoso di Monte Orsello-Monte Puzzillo, al confine con il territorio di Lucoli.[12]
121
18 Collemare   San Giovanni Sassa
Di antica origine, è un unico organismo urbano costituito dalla fusione due nuclei distinti ― Collemare e San Martino ― interamente ricostruiti dopo il terremoto dell'Aquila del 1703 ed oggi praticamente disabitati. Le sue vicende storiche sono collegate a quelle di Sassa, di cui costituisce una sub-frazione essendo stato parte del suo comune fino al 1927, quando fu annesso all'Aquila.[5] È situato nella valle del Raio, a sud della frazione capoluogo e al confine con il territorio di Tornimparte.[12]
-  
21 Foce di Sassa   San Giovanni Sassa
Sviluppatasi in età moderna, le sue vicende storiche sono collegate a quelle di Sassa, di cui costituisce una sub-frazione essendo stato parte del suo comune fino al 1927, quando fu annesso all'Aquila.[5] È la più remota delle sub-frazioni di Sassa; è situata nella valle del Raio, a sud della frazione capoluogo e al confine con il territorio di Tornimparte.[12]
240  
33 Poggio Santa Maria   San Giovanni Sassa
Di antica origine, sorse con il nome di Sancta Maria de Podium. Le sue vicende storiche sono collegate a quelle di Sassa, di cui costituisce una sub-frazione essendo stato parte del suo comune fino al 1927, quando fu annesso all'Aquila.[5] È situata nella valle del Raio, a sud della frazione capoluogo e al confine con il territorio di Tornimparte.[12]
282  
41 San Martino   San Giovanni Sassa
Di antica origine, è un unico organismo urbano costituito dalla fusione due nuclei distinti ― Collemare e San Martino ― interamente ricostruiti dopo il terremoto dell'Aquila del 1703 ed oggi praticamente disabitati. Le sue vicende storiche sono collegate a quelle di Sassa, di cui costituisce una sub-frazione essendo stato parte del suo comune fino al 1927, quando fu annesso all'Aquila.[5] È situato nella valle del Raio, a sud della frazione capoluogo e al confine con il territorio di Tornimparte.[12]
14  
47 Sassa   San Giovanni Sassa
Antico castrum risalente al X secolo, partecipò alla fondazione dell'Aquila ricevendo un locale nel quarto di San Giovanni dove edificò la chiesa di San Pietro di Sassa, oggi scomparsa. In età moderna fu feudo della famiglia Antonelli ed in seguito all'unità d'Italia divenne comune autonomo. Nel 1927, il suo territorio fu annesso a quello dell'Aquila.[5] Il suo territorio, comprendente 10 sub-frazioni, è situato all'estremità sud-occidentale della conca aquilana, nella valle del Raio, alle pendici del gruppo montuoso di Monte Orsello-Monte Puzzillo ed al confine con i comuni di Lucoli, Scoppito e Tornimparte.[12]
607  

Altre località modifica

Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ In mancanza di un elenco ufficiale, il numero di 49 per le frazioni aquilane è da considerarsi convenzionale e ufficioso; talvolta, alle frazioni elencate, vengono aggiunte ulteriori località e quartieri dell'area urbana aquilana.
  2. ^ Tale distinzione ― sopravvissuta alla soppressione dei comuni del 1927 per la creazione della “Grande Aquila” ― viene mantenuta nei documenti urbanistici, come ad esempio il Catasto.

Fonti modifica

Bibliografia modifica