Verde da corsa britannico
Verde da corsa britannico | ||
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Coordinate del colore | ||
HEX | #004225 | |
sRGB1 | (r; g; b) | (0; 66; 37) |
CMYK2 | (c; m; y; k) | (90; 44; 92; 54) |
HSV | (h; s; v) | (153,2°; 98,5%; 25,9%) |
Riferimento | ||
British racing green, su colorhexa.com. | ||
1: normalizzato a [0-255] (byte) 2: normalizzato a [0-100] (%) |
Il verde da corsa britannico (British racing green abbreviato in BRG in lingua inglese), o verde inglese, è una gradazione di verde che prende il nome dal suo uso come colore nazionale nelle competizioni automobilistiche, dove rappresenta il Regno Unito.
StoriaModifica
Nacque nel 1903 alla Gordon Bennett Cup sulle auto britanniche che parteciparono a questa competizione. Inizialmente utilizzato nelle gare più importanti, fu successivamente codificato dalla Federazione Internazionale dell'Automobile (FIA) per essere usato in tutti gli eventi motoristici ufficiali. Il verde da corsa britannico fu protagonista sulle Sunbeam e sulle Bentley, che dominarono molte competizioni negli anni venti del XX secolo. Negli anni cinquanta e sessanta del XX secolo squadre motoristiche britanniche come Aston Martin, Vanwall, Cooper, Lotus e BRM, con le loro vetture color verde britannico, dominarono i campionati di Formula 1 e delle vetture sport.
Il verde da corsa britannico fu utilizzato su tutte le automobili da competizione britanniche fino al Campionato mondiale di Formula 1 del 1968, quando la Commissione Sportiva Internazionale della FIA autorizzò le squadre a ricorrere a sponsorizzazioni extra sportive. La britannica Lotus siglò una partnership con il produttore di tabacco Imperial Tobacco: le loro vetture furono le prime monoposto ad abbandonare la livrea nazionale per i colori dello sponsor[1]. Nel 1970 la FIA concesse formalmente alle squadre motoristiche della Formula 1 l'esenzione dalla regola che prescriveva l'obbligo dell'uso dei colori nazionali sulle monoposto. Da tale anno i colori nazionali scomparvero quasi completamente dalla Formula 1 venendo sostituiti dalle livree degli sponsor. Questa esenzione fu estesa a tutte le categorie di competizione automobilistiche, fermo restando la possibilità di usare i colori nazionali nel caso in cui regolamenti specifici lo richiedessero.
Il verde da corsa britannico venne ripreso nel 2000 dalla Jaguar Racing in Formula 1[2], ma dopo che il team venne venduto alla Red Bull nel 2004, la nuova Red Bull Racing iniziò a utilizzare i propri colori. Altri marchi ne seguirono l'esempio. La Bentley tornò per un breve periodo a partecipare alla 24 Ore di Le Mans con la sua Bentley Speed 8, che si aggiudicò la competizione francese nel 2003, dipinta di verde da corsa britannico. Nel 2013 la Aston Martin è tornata a disputare il Campionato del mondo endurance, nell'occasione con la sua Aston Martin DBR9 verniciata di verde da corsa britannico.
Dato il suo successo nelle competizioni automobilistiche, il verde da corsa britannico è diventato un colore popolare sulle automobili da strada britanniche, in particolar modo su quelle sportive e su quelle di lusso.
NoteModifica
- ^ (EN) Sponsors: Imperial Tobacco (Gold Leaf), su grandprix.com. URL consultato il 21 aprile 2020.
- ^ Simone Peluso, Livree iconiche - Jaguar 2000-2004, su formulapassion.it, 19 maggio 2020.
Voci correlateModifica
Collegamenti esterniModifica
- (EN) 1960 Road & Track article, su miata.net.
- (EN) 1903 Leinster Leader article, su kildare.ie.