Alfonso II del Portogallo

re del Portogallo
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Alfonso Sanchez, detto il Grasso, Alfonso anche in spagnolo e in asturiano, Afonso in portoghese e in galiziano, Alfons in catalano, Alifonso in aragonese e Alfontso in basco, Adefonsus o Alfonsus in latino (Coimbra, 23 aprile 1185Coimbra, 25 marzo 1223), fu il terzo re del Portogallo, dal 1212 al 1223.

Alfonso II del Portogallo
Ritratto di Alfonso II del Portogallo
Re del Portogallo
Stemma
Stemma
In carica26 marzo 1212 –
25 marzo 1223
PredecessoreSancho I
SuccessoreSancho II
Nome completoAfonso Sanches di Borgogna
NascitaCoimbra, 23 aprile 1185
MorteCoimbra, 25 marzo 1223 (37 anni)
Luogo di sepolturaMonastero di Alcobaça
Casa realeBorgogna
PadreSancho I del Portogallo
MadreDolce di Barcellona
ConsorteUrraca di Castiglia
FigliSancho
Alfonso
Eleonora
Ferdinando
Vincenzo
ReligioneCattolicesimo

Origine modifica

Figlio del re del Portogallo Sancho I e di Dolce di Barcellona (1160-1198), figlia della regina di Aragona Petronilla e del conte di Barcellona Raimondo Berengario IV. Dolce era quindi la sorella del sovrano della corona d'Aragona, Alfonso II.[1][2][3]

Biografia modifica

Il cronista Rodrigo Jiménez de Rada, nel suo De Rebus Hispaniæ, lo elenca tra i figli di Sancho I e Dolce di Barcellona chiamandolo Aldefonsum e specifica che succedette a suo padre.

Nel 1206 sposò Urraca di Castiglia (1186/87-1220), figlia del re di Castiglia, Alfonso VIII e di Eleonora Plantageneta, figlia del re d'Inghilterra Enrico II e di sua moglie la duchessa d'Aquitania Eleonora, ex regina di Francia.

 
Stemma della Casa capetingia di Borgogna del Portogallo dal 1180 al 1247

Alfonso divenne re il 26 marzo 1212, dopo la morte del padre Sancho I.

Alfonso convocò immediatamente le cortes, dove fu deciso che il diritto canonico entrasse a fare parte della legge del regno e che qualsiasi legge civile in contrasto con esso dovesse essere abrogata. Il clero inoltre, in quanto gestore di scuole e ospedali, fu esentato da molte tassazioni; in cambio il clero accettò una legge che proibiva alle corporazioni ecclesiastiche di acquistare altra terra.
Papa Innocenzo III immediatamente gli confermò il titolo reale.

Nel luglio del 1212 Alfonso inviò un contingente di truppe portoghesi che si unì all'esercito dei regni cristiani di Aragona, Castiglia e Navarra, che sconfisse le truppe musulmane degli Almohadi nella battaglia di Las Navas de Tolosa.

Dopo la morte del padre, le sorelle di Alfonso, Teresa, Sancha e Mafalda avevano ricevuto in eredità tre castelli, unitamente alle rispettive città, con le relative rendite. Ma Alfonso II rifiutava di consegnare loro città e castelli, in quanto temeva che, una volta riconosciuto il diritto di proprietà alle sorelle, eventuali eredi avrebbero poi potuto succedere loro e spezzare l'unità del regno.
Da questo fatto nacque una disputa tra il re e le tre sorelle, che avevano l'appoggio del fratello Pietro e di buona parte della nobiltà; la disputa portò ad un conflitto che vide il re del León, schierato dalla parte della ex moglie, e il re di Castiglia, schierato con Alfonso (per riconoscenza delle truppe inviate a Las Navas de Tolosa), che, nel 1217, risultò vincitore sui nobili ribelli, anche per l'arbitrato favorevole di Innocenzo III.
Il fratello Pietro dovette lasciare il Portogallo e si rifugiò in León, dove la sorella Teresa era stata regina.

Nel 1217 una flotta crociata, al comando dei conti d'Olanda, aiutò le truppe portoghesi, senza la presenza del re, a porre l'assedio ad Alcácer do Sal, che cadde dopo due mesi, il 18 ottobre.

Nel 1218 sorse una disputa tra il cancelliere del re ed il vescovo di Lisbona, circa la supremazia del potere civile sul clero, ed il re appoggiò il suo cancelliere.

La legge contro la manomorta, che avrebbe impedito alla terra di passare nella mano del clero, a detrimento delle risorse dello stato, non era mai stata applicata e allora Alfonso cominciò a violare le immunità della chiesa e i privilegi garantiti al clero dalle cortes nel 1211.
L'arcivescovo di Braga convocò un'assemblea di prelati e, dopo aver condannato l'operato pubblico e la condotta adultera di Alfonso, scomunicò lui ed i suoi ministri.

Dopo il 1220 il papa Onorio III, intervenuto in favore dell'arcivescovo, non avendo ottenuto alcun risultato, minacciò Alfonso di sciogliere i suoi sudditi dall'obbligo di fedeltà; Alfonso allora si sentì minacciato e fece pace con la chiesa.

Dopo qualche mese, nel 1223, Alfonso morì.
Il cronista Rodrigo Jiménez de Rada, nel suo De Rebus Hispaniæ, racconta che Alfonso fu inumato nel monastero di Alcobaça.

Alla sua morte gli succedette il figlio Sancho II.

Comunque Alfonso II fu il re che per primo attese alla sistematica compilazione delle leggi portoghesi.

Discendenza modifica

Alfonso ed Urraca ebbero cinque figli:[1][2][4]

Alfonso ebbe anche un figlio naturale da un'amante di cui non si conosce il nome:

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Enrico del Portogallo Roberto I di Borgogna  
 
Sibilla di Barcellona  
Alfonso I del Portogallo  
Teresa di León Alfonso VI di León  
 
Jimena Núñez de Lara  
Sancho I del Portogallo  
Amedeo III di Savoia Umberto II di Savoia  
 
Giselda di Borgogna  
Mafalda di Savoia  
Adelaide  
 
 
Alfonso II del Portogallo  
Raimondo Berengario III di Barcellona Raimondo Berengario II di Barcellona  
 
Matilde d'Altavilla  
Raimondo Berengario IV di Barcellona  
Dolce I di Provenza Gilberto I di Gévaudan  
 
Gerberga di Provenza  
Dolce di Barcellona  
Ramiro II d'Aragona Sancho Ramírez d'Aragona  
 
Felicia di Ramerupt  
Petronilla d'Aragona  
Agnese d'Aquitania Guglielmo IX d'Aquitania  
 
Filippa di Tolosa  
 

Note modifica

  1. ^ a b PORTUGAL, su fmg.ac. URL consultato il 17 ottobre 2023.
  2. ^ a b Capet 47, su genealogy.euweb.cz. URL consultato il 17 ottobre 2023.
  3. ^ mittelalter-genealogie.de, su www.mittelalter-genealogie.de. URL consultato il 17 ottobre 2023.
  4. ^ mittelalter-genealogie.de, su www.mittelalter-genealogie.de. URL consultato il 17 ottobre 2023.

Bibliografia modifica

  • Edgar Prestage, Il Portogallo nel Medioevo, in Storia del mondo medievale, vol. VII, 1999, pp.576–610

Voci correlate modifica

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN266855001 · ISNI (EN0000 0001 2125 0074 · BAV 495/138196 · CERL cnp01167939 · LCCN (ENnb2007011410 · GND (DE137553366 · BNE (ESXX4617350 (data) · BNF (FRcb16206778n (data) · J9U (ENHE987007462582205171 · WorldCat Identities (ENlccn-nb2007011410