Fausto Lavizzari

militare e geografo italiano

Fausto Lavizzari (Sondrio, 10 giugno 1893Krinovoje, 28 febbraio 1943) è stato un militare e geografo italiano.

Fausto Lavizzari
NascitaSondrio, 10 giugno 1893
MorteKrinovoje, 28 febbraio 1943
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoAlpini
GradoTenente colonnello
GuerrePrima guerra mondiale - Guerra civile spagnola - Seconda guerra mondiale
CampagneBattaglia delle Alpi Occidentali - Campagna italiana di Grecia - Campagna italiana di Russia
BattaglieSeconda battaglia difensiva del Don
Comandante di5º Reggimento Alpini e 9º Reggimento Alpini
Decorazionivedi qui
Studi militariAccademia militare di Modena
Pubblicazionivedi qui
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Biografia modifica

Nel 1913 si iscrisse all'Accademia militare di Modena uscendone con il grado di Sottotenente[1]. Tenente di fanteria durante la prima guerra mondiale fu decorato con una Medaglia di bronzo e una Croce di guerra al valor militare nel corso della Battaglia degli Altipiani. Terminò la guerra con tre ferite di guerra e il grado di Capitano[1].

Nel 1920 fu inviato in Cirenaica nella Libia italiana come rilevatore fotografico e in seguito in Alto Adige, sempre con lo stesso incarico, per delimitare i nuovi confini italo-austriaci[1]. Fu quindi assegnato all'Istituto Geografico Militare dove rimase fino 1929[1]. Nel 1932 furono pubblicate dall'Istituto Poligrafico di Stato le sue monografie relative alla delimitazione del confine tra Italia e Svizzera: La frontiera italo-svizzera. Vol. 1, Da Monte Dolent a Cima di Cugn e Vol. 2: Da Cima di Cugn al Piz Lat[2].

Nel 1938 fu promosso tenente colonnello e l'anno seguente combatté nella guerra civile spagnola cui, secondo il foglio matricolare, prese parte come volontario[1].

Seconda guerra mondiale modifica

«... il colonnello Lavizzari e il maggiore Zanelli guardano lassù il battaglione Tirano sfilar nella nebbia sul costone della Lanchette, fra i grandi alberi bianchi e neri delle granate...»

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, alla guida del Battaglione alpini "Edolo", prese parte alla Battaglia delle Alpi Occidentali distinguendosi negli scontri nella Valle des Glaciers[1]. Subito dopo la fine delle operazioni contro la Francia divenne vicecomandante del 5º Reggimento alpini in partenza per la campagna italiana di Grecia e alla fine della campagna in Albania prese per breve tempo il comando del reggimento al posto del Colonnello Carlo Fassi che, elevato al rango di Generale, era stato rimpatriato[1]. Promosso Tenente Colonnello, nel giugno 1942 assunse il comando del 9º Reggimento Alpini della Julia[1]. Lavizzari prese parte alla campagna italiana di Russia, in particolare l'azione di copertura dello schieramento sul Don[4], per la quale il 9º Reggimento fu decorato con la Medaglia d'oro al valor militare[5].

Nell'inverno 1942 durante la seconda battaglia difensiva del Don il 9º Reggimento dovette più volte intervenire con tutti i propri reparti per fermare la penetrazione sovietica. Le battaglie si protrassero fino al 17 gennaio 1943 quando arrivò l'ordine di ripiegamento e il 9° fu impiegato nella retroguardia.

Il 21 gennaio 1943 a Lesnitschiansky, già fortemente provati dai combattimenti, i resti del 9º Reggimento si arresero ai russi dopo essere stati accerchiati. I prigionieri furono costretti ad una lunga marcia fino al campo di prigionia di Krinovaja vicino Voronež, ricavato all'interno di vecchie scuderie imperiali. Lavizzari morì in prigionia nel gulag di Krinovaja[6] il 28 febbraio successivo per tifo petecchiale[1].

La sua figura è ricordata nel romanzo Il sole è cieco (1947) di Curzio Malaparte[7][8].

Onorificenze modifica

«Tempra adamantina di comandante di reggimento alpino riusciva, su posizioni improvvisate nella desolata steppa invernale, a contenere per un intero mese, a costo di gravi sacrifici, unità avversarie imbaldanzite da precedenti successi e soverchianti per numero e mezzi. I suoi alpini animati e sospinti dal loro colonnello sempre presente laddove la lotta infuriava più cruenta, seppero con indomito valore respingere sanguinosamente, attacchi sempre rinnovantisi. In successivo ripiegamento, coi resti dei suoi fieri battaglioni, in disperati scontri di retroguardia combattuti sulla neve e nel gelo dava ancora ripetute prove di valore tenace e pugnace fino a quando stremato e attorniato da unità blindate avversarie veniva catturato. In dura e dolorosa prigionia chiudeva la sua intemerata esistenza di uomo e soldato.»
— Fronte russo, 16 gennaio 1942-21 gennaio 1943[1][9]
«Comandante di battaglione alpini nel corso di un'importante offensiva, svolta in condizioni di eccezionali avversità meteorologiche, difficoltà di terreno e sotto violenta reazione avversaria, conduceva brillantemente il proprio battaglione all'attacco, conquistando forti posizioni ed infliggendo al nemico perdite in morti, prigionieri e materiale bellico vario. Esplicava personalmente azione particolarmente ardita e coraggiosa.»
— Valle des Glaciers, 21-25 giugno 1940 XVIII[1][9]
«Alla testa della compagnia, sotto l'intenso fuoco avversario, la guidò brillantemente, con perizia e valore, alla conquista della prima linea nemica. Mentre poi stava per raggiungere la seconda, essendo rimasto ferito alle gambe, e trovatosi nell'assoluta impossibilità di muoversi, da terra continuò ad animare ad alta voce i soldati scossi per le gravi perdite sibite.»
— Monfalcone, 23 maggio 1917[9]
«Comandante di un importante tratto di settore d'alta montagna, dava prove di coraggio e di perizia nella difesa della posizione, ripetutamente attaccata anche col favore della notte, e respingeva gli avversari infliggendo loro gravi perdite.»
— Settore Guri i Topit (fronte greco), 16-17 febbraio 1941[1][9]
«Ufficiale superiore a disposizione del comando di settore aspramente conteso, durante lungo periodo di operazioni contro forze soverchianti di uomini e di mezzi, contribuiva validamente al buon esito di alcune azioni assolvendo con perizia ed ardimento ogni incarico assegnatogli. Costante esempio di intelligente iniziativa e di alte virtù militari.»
— M Lisec-Kamenice-Dusar-Guri i Prer Sqimari (fronte greco), 16 novembre-30 dicembre 1940-XIX[1][9]
«Bella figura di soldato, pieno di spirito e di coraggio, prestò opera preziosa nell'organizzare la sua sezione mitragliatrici, e diede prova di valore e perizia nell'impegnarla in combattimento.»
— Altipiano di Asiago, giugno 1916[1][9]

Pubblicazioni modifica

  • La frontiera italo-svizzera. Vol. 1, Da Monte Dolent a Cima di Cugn, Istituto poligrafico dello Stato, Roma, 1932
  • La frontiera italo-svizzera. Vol. 2, Da Cima di Cugn al Piz Lat, Istituto poligrafico dello Stato, Roma, 1932

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Alpini Gruppo Ponchiera-Arquino Sezione Valtellinese (Ponchiera e Arquino), su digilander.libero.it. URL consultato il 27 gennaio 2016.
  2. ^ 7: La frontiera italo-svizzera. Vol. 1, Da Monte Dolent a Cima di Cugn / 1. capitano Fausto Lavizzari, su sbn.it, OPAC SBN. URL consultato il 27 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2016).
  3. ^ Curzio Malaparte, Il sole è cieco, Aria d'Italia, ed. 1957, p.123
  4. ^ Alfio Caruso, p. 192.
  5. ^ Med. D'Oro Gaetano Tavoni, su anapalmanova.it, Sezione A.N.A. Palmanova, 2003. URL consultato il 27 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  6. ^ Alfio Caruso, p. 252.
  7. ^ Alfio Caruso.
  8. ^ Luigi Martellini, Comete di ghiaccio: Il sole è cieco di Curzio Malaparte : stesure e varianti, Edizioni scientifiche italiane, 2003.
  9. ^ a b c d e f Istituto del Nastro Azzurro - i decorati al valor militare, su decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org. URL consultato il 27 gennaio 2016.

Bibliografia modifica

  • Giulio Bedeschi, Fronte greco-albanese, c'ero anch'io, Milano, Ugo Mursia Editore, 1977, ISBN 978-88-425-2453-3.
  • Alfio Caruso, Noi moriamo a Stalingrado, Milano, Longanesi & C., 2006, ISBN 978-88-304-2396-1.
  • Gian Carlo Fusco, Beppe Benvenuto, La lunga marcia, Sellerio Editore, Palermo, 2004
  • Hope Hamilton, Sacrificio nella steppa: La tragedia degli alpini italiani in Russia, Rizzoli, Milano, 2012
  • Carlo Vicentini, Il Sacrificio Della Julia in Russia, Gaspari Editore, Udine, 2006

Voci correlate modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN1186159234751703372625 · SBN MILV214147