Joe Louis
Joe Louis | ||
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Nazionalità | ![]() | |
Altezza | 188 cm | |
Peso | 99 kg | |
Pugilato ![]() | ||
Categoria | Pesi massimi | |
Termine carriera | 26 ottobre 1951 | |
Carriera | ||
Incontri disputati | ||
Totali | 70 | |
Vinti (KO) | 67 (53) | |
Persi (KO) | 3 (2) | |
Pareggiati | 0 | |
Joe Louis, pseudonimo di Joseph Louis Barrow (La Fayette, 13 maggio 1914 – Paradise (Nevada), 12 aprile 1981), è stato un pugile statunitense, fra i più popolari e prestigiosi campioni della storia del pugilato mondiale.
Peso massimo, soprannominato "Brown Bomber" e "The People's Champ", contribuì a rendere il pugilato uno sport popolare nel periodo post Jack Dempsey, costruendosi una grande reputazione come atleta onesto e laborioso; il pugilato era all'epoca uno sport dominato dal gioco d'azzardo.
Fu detentore del titolo di campione del mondo per quasi 12 anni: dal 22 giugno 1937 al 1º marzo 1949, durante i quali vinse 27 match validi per il titolo mondiale, record rimasti ad oggi imbattuti nella categoria dei massimi. Nel 2005 Louis fu nominato miglior peso massimo di ogni epoca dalla International Boxing Research Organization.[1]
La sua figura ebbe un impatto culturale anche al di fuori dal pugilato: è considerato il primo afroamericano ad aver ottenuto lo status di eroe nazionale, e fu un punto di riferimento del sentimento anti-nazista che condusse alla seconda guerra mondiale.[2]
Ebbe anche un ruolo determinante nell'integrazione e diffusione del gioco del golf, oltre che come praticante, presentandosi come sponsor in un evento PGA nel 1952.[3], contribuendo a rompere le barriere razziali nello sport americano.
BiografiaModifica
Joseph Louis Barrow nacque il 13 maggio 1914 in una casa fatiscente a circa sei miglia dal nord-ovest di Lafayette, nelle zone rurali di Chambers County. Munroe Barrow e Lillie (Reese) Barrow avevano otto figli ed egli era il settimo.[4] Subito dopo il parto pesava 11 libbre.[4] Entrambi i genitori di Joe erano figli di ex schiavi e alternarono mezzadria e allevamenti di noleggio.[5] Munroe era un afroamericano con alcuni antenati bianchi, mentre Lillie era per metà Cherokee.[5]
Louis trascorse i suoi primi 12 anni di vita nelle zone rurali dell'Alabama e poco si sa della sua infanzia. Soffriva di un particolare impedimento, che non gli dava la possibilità di parlare correttamente: il piccolo Joe, infatti, parlò pochissimo sino al raggiungimento di circa 6 anni.[6] Sfortunatamente il genitore, Munroe, venne mandato in un istituto psichiatrico nel 1916 poiché creduto non sano mentalmente, e come risultato Louis seppe poco del suo padre biologico.[7] Intorno al 1920 la madre, Lillie, si sposò con Pat Brooks, un imprenditore edile locale, dopo aver ricevuto la falsa notizia che Munroe Barrow era morto (in realtà Munroe era ancora in vita e morì nel 1938, senza rendersi conto della fama di suo figlio).[8]
Nel 1926, scossa da un alterco con il Ku Klux Klan, la famiglia di Joe si trasferì a Detroit, nel Michigan, prendendo parte alla grande migrazione afroamericana.[9][10] Suo fratello trovò lavoro nella Ford (dove lo stesso Joe in persona avrebbe lavorato per un certo periodo nella River Rouge Plant) e la famiglia Barrow si stabilì in una casa presso 2700 Catherine (ora Madison) Street nel quartiere di Detroit detto Black Bottom.[11]
Louis frequentò la Bronson Vocational School per alcuni anni e sua madre tentò in qualche modo di avvicinarlo al mondo della musica, in particolare a fargli imparare a suonare un violino.[12]
CarrieraModifica
DilettanteModifica
La grande depressione colpì anche la famiglia di Joe, ma come alternativa alle varie gang di strada, Louis cominciò a trascorrere il suo tempo in un centro ricreativo giovanile a 637 Brewster Street, Detroit.[13] La leggenda vuole che Joe tentò di nascondere alla madre la sua passione per la boxe tenendo i suoi guantoni dentro l'astuccio del violino.[14]
Louis iniziò la sua carriera da principiante probabilmente intorno al 1932,[15] all'età di 17 anni, come peso mediomassimo. Secondo un'altra leggenda, prima di un match, Louis, che sapeva a malapena leggere e scrivere, firmò così grande che non ci fu più posto per il suo cognome "Barrow" - come risultato di ciò venne presentato come Joe Louis e divenne noto con quel nome per tutto il resto della sua carriera pugilistica.[16] Più probabilmente, Louis decise di omettere il suo cognome per tenere segrete le sue attività pugilistiche alla madre, che non aveva ancora alcun sospetto. Dopo il suo debutto (una sconfitta contro Johnny Miller[17]), Joe collezionò una numerosa serie di vittorie e vinse il campionato del club del suo centro ricreativo di Brewster Street, casa di molti aspiranti atleti vincitori di Golden Gloves nazionali.[18]
Nel 1933 Louis si aggiudicò il campionato novizio Golden Gloves dell'area di Detroit (pesi mediomassimi) contro Joe Biskey, prima di perdere nel torneo dei campioni Golden Gloves di Chicago.[19] L'anno seguente vinse nuovamente il Golden Gloves regionale, ma questa volta riuscì a trionfare anche nel torneo dei campioni di Chicago, e anche se un infortunio alla mano lo costrinse a rinunciare alla competizione massima di New York-Chicago per la conquista del Golden Gloves, vinse il torneo National AAU di St. Louis nell'aprile 1934.[20] Terminò la sua carriera da dilettante con un record eccezionale: 50 vittorie, delle quali 43 per KO, e solamente 4 sconfitte.[21]
ProfessionistaModifica
Le impressionanti prestazioni da dilettante di Joe attirarono subito l'attenzione dei promoter professionali. Piuttosto che sceglierne uno di pelle bianca, Louis decise di essere rappresentato da uno di colore, un bookmaker di Detroit di nome John Roxborough. Come Louis spiegò nella sua autobiografia, Roxborough lo convinse che i manager bianchi non avevano alcun vero interesse nel vedere un pugile nero farsi strada:
[Roxborough] mi parlò del destino della maggior parte dei pugili neri, quelli con manager di pelle bianca, che finivano con un nulla di fatto e sul lastrico prima ancora di raggiungere il massimo della forma. I manager bianchi non erano interessati agli uomini di cui si occupavano, ma solo ai soldi che potevano guadagnare da loro. Non si prendevano tempo a sufficienza per assicurarsi che i combattenti avessero un allenamento adeguato, che vivessero comodamente o mangiassero bene, o avessero qualche soldo in tasca. Mr. Roxborough stava parlando del Black Power ("il potere nero") prima che diventasse popolare.[22]
Roxborough conosceva un promotore di boxe della zona di Chicago, di nome Julian Black, che si occupava già di un gruppo di pugili mediocri, contro cui Louis avrebbe potuto affinare la sua arte, questa volta nella divisione più redditizia dei pesi massimi.[22] Una volta entrato nella squadra, Black sollecitò Jack "Chappie" Blackburn, un altro nativo di Chicago, a diventare allenatore di Louis.[22] Come risultato i primi incontri professionali di Joe si svolsero tutti nell'area di Chicago. Il suo debutto come professionista avvenne il 4 luglio 1934 contro Jack Kracken, al Bacon Casino del sud di Chicago.[23] La contesa terminò subito con un KO al 1º round che lasciò al tappeto Kracken. Joe guadagnò 59 dollari per la vittoria ottenuta.[24] Quell'anno Joe disputò un totale di 12 match, vincendoli tutti e portandone a termine 10 per KO.
Nel settembre 1934, mentre stava pubblicizzando un incontro che si sarebbe svolto a Detroit (un "ritorno a casa") contro il canadese Alex Borchuk, Roxborough venne sottoposto a pressioni da parte della Michigan State Boxing Commission, che aveva intenzione di associare Joe ad un promotore bianco.[25] John rifiutò e continuò ad occuparsi personalmente della carriera di Louis, organizzando match contro i contendenti Sykes Arte e Stanley Poreda.
Mentre si stava allenando per uno scontro con Lee Ramage, Louis conobbe una giovane segretaria del quotidiano nero Chicago Defender in palestra. Dopo aver sconfitto Ramage, la segretaria, che si chiamava Marva Trotter, venne invitata ad una festa di celebrazione al Chicago's Grand Hotel.[26] Marva sarebbe in seguito diventata la prima moglie di Joe nel 1935. Durante questo periodo Louis incontrò anche un collega di lunga data, Truman Gibson, che in seguito sarebbe diventato il suo avvocato personale.[27]
Contesa per il titoloModifica
Sebbene il manager di Louis gli trovasse sfidanti legittimi al titolo, il suo percorso non era imminente. Molti americani, infatti, erano diffidenti alla prospettiva di avere un altro campione mondiale nero, dopo Jack Johnson. A molti pugili neri, anche in categorie di peso differenti venivano impediti incontri per i titoli. Quelli a cui venivano concesse occasioni erano pochi. Joe Louis e i suoi manager si discostavano dall'immagine di Jack Johnson enfatizzando la modestia del "Bombardiere nero" e la sua sportività.
Nel 1935 entrò nel management di Joe Louis Mike Jacobs, uno dei più importanti promoter dell'epoca, con il quale firmò un contratto della durata di 3 anni. Il contratto non escludeva Roxborough e Black, con cui Louis al compimento di 21 anni firmò un contratto molto oneroso che trasferiva ad entrambi la metà delle future entrate di Louis.
Black e Roxborough continuarono attentamente e deliberatamente a gestire l'immagine pubblica di Joe. Essi diedero a Louis i "Sette Comandamenti" per la sua condotta personale, questi includevano:
- mai farsi fotografare con una donna bianca
- mai prendersi gioco di un avversario sconfitto
- vivere e combattere in maniera pulita[28]
Joe Louis vs. Max SchmelingModifica
All'epoca, Joe Louis era 1º contendente al titolo dei pesi massimi[29] e aveva vinto il premio di "Atleta dell'anno" della Associated Press per il 1935.[30] Prima del match per il titolo, fu fissato un altro match per il giugno 1936 contro il tedesco Max Schmeling. Sebbene fosse un ex campione mondiale, Schmeling non era considerato all'altezza di Louis, che aveva un record di imbattibilità di 27–0.[31] Schmeling aveva vinto il titolo nel 1930 per squalifica dell'avversario, Jack Sharkey, che lo aveva colpito con un colpo proibito sotto la cintura. Schmeling aveva inoltre già 30 anni all'epoca dell'incontro con Louis, ed era considerato un pugile in declino.[31] Louis si allenò per il match a Lakewood, New Jersey, dove ebbe la possibilità di giocare per la prima volta a golf, gioco che sarebbe diventato una delle grandi passioni della sua vita.[32][33] Louis trascorse la maggior parte del tempo a giocare a golf, piuttosto che allenarsi seriamente.[22]
Al contrario, Schmeling si preparò intensamente per il combattimento. Egli studiò attentamente lo stile di Louis individuando un suo punto debole: L'abitudine di Louis di abbassare la mano sinistra dopo un colpo.[34] Schmeling fu in grado di infliggere a Louis la prima sconfitta in carriera da professionista, mandandolo KO al dodicesimo round allo Yankee Stadium il 19 giugno 1936.[35]
Dopo aver sconfitto Louis, Schmeling si aspettava un match per il titolo con James J. Braddock, ma invece fu proprio Louis ad incontrare Braddock e a sconfiggerlo nel 1937 a Chicago, diventando il nuovo campione mondiale dei pesi massimi.
Il rematch tra Louis e Schmeling sarebbe diventato uno degli incontri di pugilato più famosi della storia e viene ricordato come uno dei maggiori eventi sportivi del XX secolo.[31] A seguito della sua vittoria su Joe Louis nel 1936, Schmeling era diventato un eroe nazionale in Germania. La vittoria di Schmeling su un pugile afroamericano venne presentata dai nazisti come una prova ufficiale della dottrina della superiorità della razza ariana. Quando la data del rematch venne fissata, questa volta Louis si allenò seriamente. Poche settimane prima della sfida, egli fu ricevuto alla Casa Bianca dal Presidente Franklin D. Roosevelt che gli disse: «Joe, abbiamo bisogno di muscoli come i tuoi per sconfiggere la Germania».[31]
Quando Schmeling arrivò a New York nel giugno 1938 per l'incontro, era in compagnia di un addetto stampa membro del partito nazista che rilasciò dichiarazioni razziste, come per esempio che "un negro non avrebbe mai potuto sconfiggere Schmeling". Disse inoltre che "appena Schmeling avesse vinto il match, il suo premio in denaro sarebbe stato impiegato per costruire dei carri armati in Germania per il Reich".[31]
La sera del 22 giugno 1938, Louis e Schmeling si affrontarono per la seconda volta sul ring. Il match si tenne nuovamente allo Yankee Stadium, di fronte a una folla di 70,043 persone.
La contesa durò solo 2 minuti e 4 secondi. Joe Louis riuscì a sconfiggere Schmeling per TKO mandandolo al tappeto per ben tre volte nel primo round infliggendogli una punizione severissima.[31]
Carriera successivaModifica
Nella sua carriera mise fuori combattimento i campioni mondiali:
Nel 1937, a Chicago, conquistò il titolo mondiale dei pesi massimi battendo Braddock e lo conservò ininterrottamente, difendendolo 27 volte, per 12 anni, fino al 1949 quando annunciò ufficialmente il ritiro dal ring e la rinuncia, per conseguenza, al titolo.
In quel periodo, soltanto tre avversari (Tommy Farr, Arturo Godoy e Jersey Joe Walcott) riuscirono a resistere fino alla quindicesima ripresa.
Fra i primati di Louis si annoverano cinque incontri nel giro di 25 giorni (nel 1934) e cinque vittorie alla prima ripresa in incontri di campionato: fra esse, famosa è rimasta quella su Max Schmeling (nel 1938) nel rematch valido per il titolo mondiale, ottenuta in 2:04.
Al suo aspetto fisico placido e apparentemente pigro, Louis contrapponeva, sul ring, una grande velocità e una straordinaria potenza, per cui ebbe il soprannome di "Brown Bomber" ("Bombardiere bruno").
DeclinoModifica
Tornò sul ring nel 1951 per rimediare a difficoltà economiche, ma con alterna fortuna: tra quelli che lo sconfissero, Ezzard Charles e Rocky Marciano. Quest'ultimo in particolare, all'apice della carriera e lanciato verso la conquista del titolo dei massimi, lo mise al tappeto infliggendogli un sonoro KO all'ottava ripresa. Il secondo in carriera per Louis, che quindi decise di ritirarsi dai professionisti.
Joe Louis e il golfModifica
Una delle altre passioni di Louis era il golf, per il quale ha anche svolto un ruolo storico importante. Era un appassionato di lunga data di questo sport, al quale venne introdotto prima dell'incontro del 1936 con Schmeling. Come altri atleti di colore, tra i quali le ex stelle della NBA Michael Jordan e Charles Barkley, Joe era noto anche per aver mescolato il gioco d'azzardo con il golf.[36] Nel 1952 Louis venne invitato a giocare al San Diego Open come sponsor, diventando così il primo afroamericano a partecipare ad un evento PGA.[36] Inizialmente il PGA statunitense fu riluttante nel permettere a Louis di partecipare all'evento, avendo ai tempi un decreto di legge che limitava la partecipazione al PGA a soli caucasici.[3] Ciononostante la popolarità di Louis spinse il PGA ad annullare il decreto, dando via libera alla prima generazione di golfisti neri, tra i quali Calvin Peete.[3] Il Brown Bomber in persona diede supporto finanziario alle carriere di molti altri golfisti afroamericani, come Bill Spiller, Ted Rhodes, Howard Wheeler, Clyde Martin e Charlie Sifford.[36] Contribuì anche alla fondazione del First Tee, un ente di beneficenza che aiuta i bambini svantaggiati ad acquisire familiarità con il gioco del golf.[3] Suo figlio, Joe Louis Barrow Jr., gestisce attualmente l'organizzazione.[36]
Nel 2009, il PGA of America ha concesso l'adesione postuma di Ted Rhodes, John Shippen e Bill Spiller, ai quali venne negata l'opportunità di diventare membri del PGA nel corso della loro carriera professionale. Il PGA ha anche concesso l'adesione postuma onoraria a Joe Louis.[37]
La vita dopo la boxeModifica
Dopo il suo ritiro dall'attività agonistica, nel 1955 Louis sposò Rose Morgan, da cui divorziò nel 1958; successivamente sposò Martha Jefferson, la prima donna avvocato della California. Louis si trasferì a Las Vegas, dove divenne uomo di relazioni per l'hotel Caesars Palace, lavoro procuratogli dal suo ex sparring partner Ash Resnick. Lavorò anche nello staff di Sonny Liston, che considerava suo erede, e come agente di Muhammad Ali.
Dedito all'eroina ed in difficoltà economiche, negli anni settanta Louis scoprì di essere affetto da una grave cardiopatia e fu sottoposto a due interventi chirurgici a cuore aperto nell'ospedale di Houston da parte del noto chirurgo Michael DeBakey. Le operazioni furono pagate da Frank Sinatra, che era suo amico.
MorteModifica
Joe Louis morì solo e inseguito dal fisco, a causa di un arresto cardiaco il 12 aprile 1981 a soli 66 anni. Grazie ad un intervento del Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, fu sepolto con gli onori militari nell'Arlington National Cemetery.
Risultati nel pugilatoModifica
Ris. | Avversario | Tipo | Rnd. Tempo | Data | Luogo | Note |
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Perso | Rocky Marciano | KO | 8 (10) | 26-10-1951 | Madison Square Garden, New York | |
Vinto | Jimmy Bilvins | Decisione (unan.) | 12 | 15-08-1951 | Baltimora, Maryland | |
Vinto | Cesar Brion | Decisione (unan.) | 12 | 01-08-1951 | San Francisco, California | |
Vinto | Lee Savold | KO | 6 (15) 2:29 | 15-06-1951 | Madison Square Garden, New York | |
Perso | Ezzard Charles | Decisione (unan.) | 15 | 27-09-1950 | Yankee Stadium, New York | Match valido per il titolo mondiale dei pesi massimi |
Vinto | Jersey Joe Walcott | KO | 11 (15) | 25-06-1948 | Yankee Stadium, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Jersey Joe Walcott | Decisione (unan.) | 15 | 05-12-1947 | Madison Square Garden, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Tami Mauriello | KO | 1 (15) | 18-09-1946 | Yankee Stadium, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Billy Conn | KO | 8 (15) | 19-06-1946 | Yankee Stadium, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Johnny Davis | TKO | 1 (4) | 14-11-1944 | Memorial Auditorium, Buffalo, New York | Match valido per il titolo NYSAC dei pesi massimi |
Vinto | Abe Simon | TKO | 6 (15) | 27-03-1942 | Madison Square Garden, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Buddy Baer | KO | 1 (15) | 09-01-1942 | Madison Square Garden, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Lou Nova | TKO | 6 (15) | 29-09-1941 | Polo Grounds, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Billy Conn | KO | 13 (15) | 18-06-1941 | Polo Grounds, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Buddy Baer | Squalifica | 7 (15) | 23-05-1941 | Griffith Stadium, Washington D.C. | Match valido per i titoli The Ring e Lineare Baer squalificato dopo che il suo manager si rifiutò di uscire dal ring |
Vinto | Tony Musto | TKO | 9 (15) | 08-04-1941 | St. Louis Arena, St. Louis, Missouri | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Abe Simon | TKO | 13 (20) | 21-03-1941 | Olympia, Detroit, Michigan | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Gus Dorazio | KO | 2 (15) | 17-02-1941 | Convention Hall, Filadelfia, Pennsylvania | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Red Burman | KO | 5 (15) | 31-01-1941 | Madison Square Garden, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Al McCoy | Ritiro | 5 (15) | 16-12-1940 | Madison Square Garden, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Arturo Godoy | TKO | 8 (15) | 20-06-1940 | Yankee Stadium, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Johnny Paychek | TKO | 2 (15) | 29-03-1940 | Madison Square Garden, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Arturo Godoy | Decisione | 15 | 09-02-1940 | Madison Square Garden, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Bob Pastor | KO | 11 (20) | 20-09-1939 | Briggs Stadium, Detroit, Michigan | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Tony Galento | TKO | 4 (15) | 28-06-1939 | Yankee Stadium, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Jack Roper | KO | 1 (10) | 17-04-1939 | Wrigley Field, Los Angeles | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | John Henry Lewis | KO | 1 (15) | 25-01-1939 | Madison Square Garden, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Max Schmeling | KO | 1 (15) 2:04 | 22-06-1938 | Yankee Stadium, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Harry Thomas | KO | 5 (15) | 04-04-1938 | Chicago Stadium, Chicago | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Nathan Mann | KO | 3 (15) | 23-02-1938 | Madison Square Garden, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | Tommy Farr | Decisione (unan.) | 15 | 30-08-1937 | Yankee Stadium, New York | Match valido per i titoli The Ring e Lineare |
Vinto | James J. Braddock | KO | 8 (15) | 22-01-1937 | Comiskey Park, Chicago | Vince i titoli NBA, NYSAC, The Ring e Lineare dei pesi massimi |
Vinto | Natie Brown | KO | 4 (10) | 17-02-1937 | Municipal Auditorium, Kansas City | |
Vinto | Bob Pastor | Decisione (unan.) | 10 | 29-01-1937 | Madison Square Garden, New York | |
Vinto | Steve Ketchel | KO | 2 (4) | 01-11-1937 | Broadway Auditorium, Buffalo, New York | |
Vinto | Eddie Simms | TKO | 1 (10) | 14-12-1936 | Public Auditorium, Cleveland, Ohio | |
Vinto | Jorge Brescia | KO | 3 (10) | 10-09-1936 | Hippodrome Theatre, New York | |
Vinto | Al Ettore | KO | 5 (15) | 22-09-1936 | Municipal Stadium, Filadelfia, Pennsylvania | |
Vinto | Jack Sharkey | KO | 3 (10) | 18-08-1936 | Yankee Stadium, New York | |
Perso | Max Schmeling | KO | 12 (15) 2:29 | 19-06-1936 | Yankee Stadium, New York | |
Vinto | Charley Retzlaff | KO | 1 (15) | 17-01-1936 | Chicago Stadium, Chicago | |
Vinto | Paulino Uzcudun | TKO | 4 (15) | 13-12-1935 | Madison Square Garden, New York | |
Vinto | Max Baer | KO | 4 (15) | 24-09-1935 | Yankee Stadium, New York | |
Vinto | King Levinsky | TKO | 1 (10) | 07-08-1935 | Comiskey Park, Chicago | |
Vinto | Primo Carnera | TKO | 6 (15) | 25-06-1935 | Yankee Stadium, New York | |
Vinto | Biff Bennett | KO | 1 (6) | 22-04-1935 | Memorial Hall, Dayton, Ohio | |
Vinto | Roy Lazer | KO | 3 (10) | 12-04-1935 | Chicago Stadium, Chicago | |
Vinto | Natie Brown | Decisione (unan.) | 10 | 29-03-1935 | Olympia, Detroit, Michigan | |
Vinto | Don "Red" Barry | TKO | 3 (10) | 08-03-1935 | New Dreamland Auditorium, San Francisco | |
Vinto | Lee Ramage | TKO | 2 (10) | 21-02-1935 | Wrigley Field, Los Angeles | |
Vinto | Hans Birkie | TKO | 10 (10) | 11-01-1935 | Duquesne Gardens, Pittsburgh, Pennsylvania | |
Vinto | Patsy Perroni | Punti | 10 | 04-01-1935 | Olympia, Detroit, Michigan | |
Vinto | Lee Ramage | TKO | 8 (10) | 24-12-1934 | Chicago Stadium, Chicago | |
Vinto | Charley Massera | KO | 3 (10) | 30-11-1934 | Coliseum, Chicago | |
Vinto | Stanley Poreda | KO | 1 (10) | 14-11-1934 | Arcadia Gardens, Chicago | |
Vinto | Jack O'Dowd | KO | 2 (10) | 31-10-1934 | Arcadia Gardens, Chicago | |
Vinto | Art Sykes | KO | 8 (10) | 24-10-1934 | Arcadia Gardens, Chicago | |
Vinto | Adolph Wiater | Punti | 10 | 26-09-1934 | Arcadia Gardens, Chicago | |
Vinto | Al Delaney | TKO | 4 (10) | 11-09-1934 | Naval Armory, Detroit | |
Vinto | Buck Everett | KO | 2 (8) | 27-08-1934 | Marigold Gardens Outdoor Arena, Chicago | |
Vinto | Jack Kranz | Decisione (unan.) | 8 | 13-08-1934 | Marigold Gardens Outdoor Arena, Chicago | |
Vinto | Larry Udell | TKO | 2 (8) | 30-07-1934 | Marigold Gardens Outdoor Arena, Chicago | |
Vinto | Willie Davies | TKO | 3 (6) | 12-07-1934 | Bacon's Arena, Chicago | |
Vinto | Jack Kracken | KO | 1 (6) | 07-07-1934 | Bacon's Arena, Chicago |
RiconoscimentiModifica
Fu eletto Fighter of the year (pugile dell'anno) dalla rivista statunitense Ring Magazine nel 1936, 1938, 1939 e 1941.
Match dichiarati Ring Magazine fight of the year:
- 1935 - Joe Louis KO 4 Max Baer
- 1936 - Max Schmeling KO 12 Joe Louis I — vedi Joe Louis vs. Max Schmeling (match allo stesso tempo dichiarato Ring Magazine upsets of the year)
- 1937 - Joe Louis W 15 Tommy Farr
- 1939 - Joe Louis KO 11 Bob Pastor II
- 1941 - Joe Louis KO 13 Billy Conn I
La rivista lo ha inoltre nominato al 1º posto nella propria classifica dei migliori 100 puncher di tutti i tempi.
Nel 1935 è stato premiato come atleta maschile dell'anno dall'Associated Press.
La International Boxing Hall of Fame lo ha riconosciuto fra i più grandi pugili di ogni tempo.
Nel 2005 Louis è stato nominato il miglior peso massimo di ogni epoca dalla International Boxing Research Organization.[1]
OnorificenzeModifica
Medaglia d'oro del Congresso | |
— 26 agosto 1982 |
Frasi di Joe LouisModifica
- «Non amo il denaro in realtà, però mi calma i nervi»
- «Se gli devi dire chi sei, non sei nessuno»
- «Tutti hanno un piano fino a che non vengono colpiti»
- «Tutti vogliono andare in paradiso, ma nessuno vuole morire»
- «Molte cose non funzionano in America, ma non sarà Hitler a ripararle»
- «Ho fatto il meglio che ho potuto con quello che avevo»
- «Si vive solo una volta, ma se vivi bene, una volta è abbastanza»
- «Tutti devono prevedere di essere sconfitti qualche volta»
- «Una volta suonata la campana devi cavartela da solo»
- «Rispettavo tutti i miei avversari. Non è facile salire sul ring: bisogna avere un tipo speciale di coraggio»[38]
Voci correlateModifica
NoteModifica
- ^ a b Webarchive of International Boxing Research Organization, All Time Rankings, su ibroresearch.com, marzo 2005. URL consultato il 19 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2007).
- ^ John Bloom and Michael Nevin Willard (a cura di), Sports Matters: Race, Recreation, and Culture, New York, New York University Press, 2002, pp. 46-47, ISBN 978-0-8147-9882-9.
- ^ a b c d Celebrating Black History Month: Joe Louis, su majorleaguejerk.com. URL consultato il 28 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2016).
- ^ a b Bak, p. 6.
- ^ a b Bak, p. 5
- ^ Bak, pp. 6-7.
- ^ Bak, p. 7.
- ^ Bak, pp. 7-8.
- ^ Bak, p. 11.
- ^ Erenberg, p. 23.
- ^ Bak, pp. 13-14.
- ^ Bak, p. 22.
- ^ Bak, p. 23.
- ^ Bak, p. 26.
- ^ La data del debutto da dilettante di Joe è ancora soggetta a varie speculazioni. Alcune fonti datano il suo debutto al 1932, altre al 1933, ma secondo altre informazioni storiche, la data risale probabilmente agli inizi degli anni '30. See Bak, pp. 31-32.
- ^ Adler, p. 6.
- ^ Bak, pp. 31-32.
- ^ Bak, p. 33.
- ^ Bak, p. 35.
- ^ Bak, p. 40.
- ^ Bak, p. 42.
- ^ a b c d American Experience: John Roxborough and Julian Black, su pbs.org. URL consultato il 23 aprile 2009.
- ^ Vitale, p. 65.
- ^ Vitale. p. 67.
- ^ Vitale, p. 69.
- ^ Vitale, pp. 83-84.
- ^ Gibson, pag. 67.
- ^ Il bombardiere nero era l'eroe di tutti, su espn.com.
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- ^ PGA of America bestows membership upon late African-American pioneers Archiviato il 7 settembre 2009 in Internet Archive.
- ^ Frasi celebri: Joe Louis, su boxemore.com. Frasi di Joe Louis, su frasicelebri.it. Frasi di Joe Louis, su le-citazioni.it.
Altri progettiModifica
- Wikiquote contiene citazioni di o su Joe Louis
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Joe Louis
Collegamenti esterniModifica
- Joe Louis, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Joe Louis, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Joe Louis, su Find a Grave.
- (EN) Opere di Joe Louis, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Joe Louis, su BoxRec.com.
- (EN) Joe Louis, su ibhof.com, International Boxing Hall of Fame.
- (EN) Joe Louis, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) Joe Louis, su TV.com, CBS Interactive Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 70221278 · ISNI (EN) 0000 0000 8150 3179 · LCCN (EN) n80024557 · GND (DE) 118869418 · BNF (FR) cb16907693q (data) · BNE (ES) XX4889568 (data) · NDL (EN, JA) 00621016 · WorldCat Identities (EN) lccn-n80024557 |
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