Monetazione catalana

monetazione della Catalogna

La monetazione catalana è costituita dalle monete coniate in Catalogna e più in generale nei Paesi catalani.

Antiche pugese catalane

Gli inizi della monetazione catalana possono essere fissati nelle monete battute a Empúries nel V-IV secolo a.C.. Alle monete greche seguirono le monete romane e quindi le monete coniate dai Visigoti. Più tardi ci fu la diffusione della monetazione carolingia basata sul denaro che in Catalogna prese il nome di diner, seguita dalle emissioni delle contee catalane: il florí català e le monete di Tarragona, che iniziano con l'indebolimento del potere carolingio. Appaiono i diners delle differenti contee, che avevano sempre meno valore.

Monetazione greca

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Monetazione hispanica.
Emporiae, ca. 240 a.C.
 
Persefone, tre delfini intorno Pegaso in volo. Sotto ΕMΠΟΡΙΤΩΝ
AR; dracma
Ebusus, ca. II secolo a.C.
 
Kabeiros seduto, martello nella mano destra, serpente nella sin. Toro che carica.
Æ

Le colonie greche presenti in Catalogna furono Emporiae (Empúries) e Rhoda (Roses). Nelle Baleari furono coniate monete anche a Ebusa (Ibiza), una città di fondazione punica.

Emporiae

Le monete principali coniate ad Emporiae furono[1][2]:

Rhoda

Rhoda fu fondata secondo la tradizione da abitanti dell'isola di Rodi e nelle sue monete riporta tipi della madrepatria.

L'inizio della coniazione è leggermente posteriore alla dracma di Emporiae, ma ha una durata sensibilmente inferiore e pertanto le monete sono più rare[2].

Il tipo al rovescio indica il nome della città ("tipo parlante"), come anche nelle monete della madrepatria: ῥοδον (rhodon) in greco antico è il nome della rosa.

Ebusus

Ebusus, (Ibiza) era una colonia fenicia situata sulle Isole Baleari, fondata forse verso la fine dell'VIII secolo a.C..

Di Ebusus sono riportate didracme ed emidracme d'argento ed alcune monete di bronzo. La monetazione d'argento è collocata verso la metà del III secolo a.C. e gli inizi del II secolo a.C. mentre le monete di bronzo sono probabilmente leggermente posteriori, agli inizi del II secolo a.C.[2]

  • Didracma ed emidracma: Kabeiros seduto di fronte con martello e serpente / toro passante

Il piede usato per l'argento era di 9,98 per il didracma e per l'emidracma di ca. 2,53 grammi[2].

Le monete di bronzo presentano sempre al dritto la figura di Kabeiros con il martello ed il serpente ed al rovescio l'iscrizione in caratteri fenici, אבשם, con il nome dell'isola. Gli antichi credevano che il terreno di Ebusus uccidesse i rettili velenosi.[3] Questo forse spiegherebbe i tipi usati.

Monetazione romana

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Monetazione romana e Monetazione hispanica.

Con l'ingresso dell'Hispania Citerior nell'orbita di Roma gradualmente si diffuse la circolazione delle monete romane.

Le monete romane repubblicane più diffuse erano:

Circolarono anche monete di stile romano coniate localmente, con l'uso dell'alfabeto latino.

Nella penisola iberica ci furono anche emissioni locali, in particolare nell'Hispania citeriore presso le zecche di Saguntum, Emporiae, Carteia, Valentia ed altre.

Furono anche coniate monete di piede romano ma con testo in alfabeto iberico.[4]

A Saguntum fu coniato un vittoriato con un piede monetario di 3,37 g, mentre ad Emporiae fu coniata la dracma secondo lo standard del denario da 4,52 g.

Nel periodo 214-204 a.C. ci fu una nuova emissione di vittoriati a Saguntum in uno standard ridotto (2,90 g)

Agli inizi del II secolo a.C. Emporiae e Saguntum cessarono di battere monete d'argento.

Poco dopo fu dedotta la colonia di Carteia che coniò frazioni di asse in bronzo.

Nel 138 ci fu la deduzione della colonia di Valentia che batté bronzi di piede unciale con legende latine.

Dopo il 133 e la caduta di Numantia tutta la monetazione cessò nella Hispania citeriore eccetto i bronzi di Emporiae e Saguntum[5].

Monetazione dei Visigoti

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Monetazione visigota.
 
Il regno visigoto nella seconda metà del V secolo
Tremisse visigota, a nome di Giustiniano
 
C N IVSTIИIINVS IPVC, busto a destra VICTOΛ VIΛ IIVSTOИVI, Vittoria; COИOB
AV, circa 527-565.

I Visigoti entrano nei territori dell'Impero romano verso la fine del IV secolo e subiscono un profondo processo di romanizzazione; crearono dapprima un regno in Gallia e da qui allargarono il loro regno alla penisola Iberica. Con i Visigoti la monetazione nella Catalogna si restringe a Tarragona, Tortosa e Barcellona[6].

Nella seconda metà del V secolo avevano il controllo della Gallia meridionale e di una parte significativa della penisola Iberica che fu in gran parte sotto il loro controllo fino all'invasione islamica del 711.

Dal punto di vista monetario adottano il sistema romano dell'epoca, che era allora basato sul solido e sulla tremisse, la moneta dal valore di un terzo del solido. La tremisse divenne la moneta di base della monetazione dei Visigoti. Queste monete, le prime delle quali furono emesse nel sud della Gallia, imitavano fedelmente i modelli romani e bizantini[7].

Durante il regno di Leovigildo si ebbero le prime monete coniate direttamente a nome di un sovrano visigoto.

  • Tremisse a imitazione di quelle coniate dagli imperatori romani. In linea di massima recano al dritto il busto imperiale ed il nome dell'imperatore ed al rovescio uno dei tipi usati contemporaneamente nell'Impero romano d'Oriente.[8].
  • Tremisse di Barcellona, coniata da Leovigildo. Al dritto è raffigurato il busto stilizzato del re volto a sinistra e la legenda: XIVVIGILDVS. Al rovescio una croce su scalini, ad imitazione delle monete bizantine coeve, e la didascalia REX VARCINONA (re di Barcellona).[9]

Gran parte della Catalogna fu occupata per breve tempo nell'VIII secolo dai mussulmani di al-Andalus, ma dopo la sconfitta dell'emiro Abd al-Rahman ibn Abd Allah al-Ghafiqi alla battaglia di Poitiers del 732, i Visigoti riuscirono a riottenere la loro autonomia anche se scelsero di divenire tributari del regno dei Franchi, costituendo così parte della Marca Hispanica.

Monetazione carolingia

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Monetazione carolingia.
Diner de quatern: Pietro il Cattolico
 
PE-TR RE-:X:, croce patente lunga; anelletti nei quarti. •BARQINONA, croce patente piccola, forata al centro.
AR, 19mm, 0,83 g, 1h; zecca di Barcellona. Coniato 1213.

Il passaggio dei Vandali nell'area di influenza dei franchi favorì la diffusione in Catalogna della monetazione carolingia e il conseguente passaggio da una monetazione basata sull'oro (sistema aureo) a quella basata sull'argento.

La monetazione carolingia ha come moneta principale la lira, che in realtà in quel tempo era esclusivamente una moneta di conto, ed era divisa in 20 soldi, a loro volta suddivisi in 12 denari. In Catalogna le monete prendono rispettivamente il nome di lliura, sou e diner.

  • Lliura mallorquina: (lira di Maiorca, o anche lliura carolingia): era una unità di conto, equivalente a 20 sou e non veniva coniata[10].
  • Sou: anche il sou era una moneta di conto, equivalente a 12 diner; non veniva coniata.
  • Diner: era l'unica moneta coniata; nel tempo ebbe una progressiva svalutazione ed assunse varie nomi:
    • Diner de plata (denaro d'argento): era una moneta d'argento dal peso di circa un grammo d'argento fino.
    • Diner de billó (denaro di biglione): moneta dal peso di circa un grammo che conteneva ca. 0,35 grammi d'argento il resto era di rame. Questa moneta fu molto popolare durante il medioevo e fu coniata dalle diverse Contee catalane.

Medio evo ed evo moderno

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La malla barcelonina (maglia o medaglia di Barcellona), detta anche óbol era una moneta, corrispondente alla maglia in Italia e alla maille francese, che valeva mezzo diner. Fu coniata in argento nei secoli IX e X, o di biglione a partire dal X secolo[11][12].

La pugesa era una moneta de biglione, dal valore di un quarto di diner.[13]

Il diner de quatern era una moneta catalana di biglione creata da Pietro il Cattolico con la decisione presa il IX delle calende d'aprile del 1212. Si chiamava anche moneda de Cort (moneta di Corte). Il suo valore era costituito da quattro dodicesimi d'argento, cioè un terzo, e otto di rame.

Il figlio, Giacomo I, creò il diner de tern, una moneta la cui lega era costituita per tre dodicesimi d’argento e 9 di rame.

Il 1346 Pietro IV di Aragona creò una nuova moneta: il florí d'or d'Aragó, e creò una zecca a Perpignano per coniare i real d'oro. Imitava il fiorino di Firenze. Oltre a Perpignano fu coniato anche a Barcellona, Gerona, Valencia e Maiorca, però mai in Aragona.

 
Biglietto da una peseta emesso dal Consiglio municipale di Reus durante la guerra civile spagnola.
 
I Decreti di Nueva Planta, con il divieto dell'uso della lingua catalana nell'Amministrazione di giustizia in Catalogna

Il croat era una moneta barcellonese d'argento, coniata dall'epoca de Pietro II fino a Filippo V. Si chiamava anche diner de plata barcelonin, rals d'argent e gros blanc. Il nome viene dalla croce che era al rovescio. Fu abolito nel 1718 con i Decrets de Nova Planta.

A partir del 1612, dato lo scarso valore del diner, divenne generalizzata la coniazione dei multipli come il sou e la lliura, che furono in circolazione fino al 1714.

I decreti di Nueva Planta, emessi nel 1774 dopo, la guerra di successione spagnola, ebbero come conseguenza l'abolizione delle autonomie locali e l'imposizione della lingua castigliana nell'uso ufficiale dello stato. Furono inoltre abolite le Corti catalane le costituzioni catalane e la possibilità di emettere moneta[14].

L'escut divenne la moneta usata dall'anno della riforma del ministro dell'economia Pedro Salaverría (1864). Fino ad allora c'erano più di 90 diverse monete a corso legale tra gli abitanti dello Stato spagnolo, come i già citati diner, dobler, escut, maravedí, ral de billó, lliura mallorquina e infine perfino il sesterzio romano.

Durante la Guerra Civile (1936-39), gli ajuntament catalani fecero circolare fino a 3.384 banconote differenti della moneta in corso allora in Spagna, la peseta.[15]

Differenti monete usate in Catalogna

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Medioevo

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Occupazione francese dal 1808 al 1814

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Nel 1809 la Junta Superior de Govern del Principat de Catalunya creò la Casa de Moneda de Catalunya (zecca di Catalogna)[25].

  • Napoleó, pari a 5 pesete. Detto anche Nap[26].
  • Quart.
  • Peseta di Barcellona. Fu coniata per la prima volta durante l'occupazione francese dal 1808 al 1814. Fu nuovamente coniata a Maiorca nel 1823 e a Barcellona tra il 1836 e il 1837 per ordine della Junta d'Armament i Defensa del Principat[27].

Sistema spagnolo

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Galleria d'immagini

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N.B.: La sigla MNAC si riferisce al sito web del Gabinet Numismàtic de Catalunya, che conta una collezione di 130.000 monete dal secolo VI a.C. fino ai giorni d'oggi, nell'ambito del Museu Nacional d'Art de Catalunya.

  1. ^ Villaronga i Garriga, Leandre, "Dracmes emporitanes d'arracada singular", Revista Acta numismàtica, voluma 31, 2001, pp. 31-47
  2. ^ a b c d e Head.
  3. ^ Ebusi terra serpentes fugat (Plin. N. H. iii. 5. 11).
  4. ^ Denario Archiviato il 26 febbraio 2014 in Internet Archive. di Iltirta (oggi Lleida), MNAC
  5. ^ Asse di Emporiae con contromarca DD Archiviato il 26 febbraio 2014 in Internet Archive. (I secolo), MNAC
  6. ^ Salat.
  7. ^ Grierson (2007).
  8. ^ Tremisse visigota Archiviato il 26 febbraio 2014 in Internet Archive. d'imitazione a nome di Giustiniano I, MNAC
  9. ^ Leovigildo (573-586), tremisse di Barcellona Archiviato il 26 febbraio 2014 in Internet Archive., MNAC
  10. ^ Les monedes i les paraules Archiviato il 3 marzo 2016 in Internet Archive., Gabriel Bibiloni, Diari de Balears, 25 de febrer de 2002
  11. ^ Domingo i Sellart, F., "La malla coronada, tipus inèdit, probablement de Joan I", Revista Acta numismàtica, Volum 32, 2002, pp. 75-77
  12. ^ Sanahuja i Anguera, Xavier, "Les Malles barcelonines de Joana i Carles", Revista Acta numismàtica, Volume 31, 2001, pp. 105-110.
  13. ^ Pugesa de Lleida Archiviato il 26 febbraio 2014 in Internet Archive. al MNAC
  14. ^ Francesc Ferrer Archiviato il 27 settembre 2007 in Internet Archive., del manifest que l’any 1976 es va llegir a la Devesa de Girona, dins els actes organitzats per celebrar per primera vegada la Diada Nacional.
  15. ^ Consell Municipal d'Arenys de Mar, pesseta Archiviato il 22 febbraio 2014 in Internet Archive., MNAC
  16. ^ Jorba i Serra, Xavier, "Les Pellofes de Sant Jaume de Calaf i Santa Maria del Pi. Noves aportacions documentals i monetàries", Revista Acta Numismàtica, Volum 36, 2006, pp. 175-189
  17. ^ Vall-Llosera i Tarrés, J. "Noves aportacions al Catàleg dels croats de Barcelona 1285 - 1706", Revista Acta Numismàtica Volum 35, any 2005, pàgines 67 - 71
  18. ^ Felip III, mig croat de Barcelona Archiviato il 26 febbraio 2014 in Internet Archive., MNAC
  19. ^ Mig principat d'or, o mig ducat, moneda d'or, de Barcelona, de Ferran II (1493)., GREC.
  20. ^ Diner de billó. Jaume I, Lleida medieval. 1236-1243 Archiviato il 3 marzo 2016 in Internet Archive., a La Paeria de Lleida.
  21. ^ Sisé de coure
  22. ^ Revers d´un Florí del rei Joan I d´Aragó, GREC
  23. ^ Els Menuts de Banyoles
  24. ^ Felip IV, 5 rals de Barcelona de 1641 amb contramarques 20 rals i 1652 Archiviato il 26 febbraio 2014 in Internet Archive., MNAC
  25. ^ L'ocupació francesa Archiviato il 26 febbraio 2014 in Internet Archive., MNAC
  26. ^ Anvers d'un nap: moneda de 5 pesetes de la segona meitat del segle XIX, GREC
  27. ^ Anvers d'una peceta, moneda d'argent del Principat, encunyada a Barcelona durant la Guerra del Francès (1810), GREC
  28. ^ Escut d'or de Barcelona Archiviato il 26 febbraio 2014 in Internet Archive., MNAC
  29. ^ Isabel II, pesseta de Barcelona Archiviato il 26 febbraio 2014 in Internet Archive., MNAC
  30. ^ Glossari del Banc d'Espanya

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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