Regno di Bulgaria

Bulgaria tra il 1908 e il 1946

Il Regno di Bulgaria (in bulgaro: Царство България, Tsarstvo Bălgarija) venne fondato il 5 ottobre 1908 (22 settembre secondo il calendario giuliano) quando il Principato di Bulgaria si proclamò indipendente dall'Impero ottomano, elevandosi al rango di regno: tale proclamazione formalizzò anche l'annessione della provincia ottomana della Rumelia orientale, che era stata sotto il controllo bulgaro sin dal 1885.

Regno di Bulgaria
Motto: (BG) Съединението прави силата
(Săedinenieto pravi silata)
(IT) L'unione fa la forza
Regno di Bulgaria - Localizzazione
Regno di Bulgaria - Localizzazione
Il Regno di Bulgaria nel 1942
Dati amministrativi
Nome completoRegno di Bulgaria o Terzo Impero bulgaro
Nome ufficialeЦарство България
Lingue ufficialiBulgaro
InnoŠumi Marica (inno nazionale)
"Inno di Sua Maestà lo Zar" (inno reale)
CapitaleSofia
Politica
Forma di StatoMonarchia costituzionale (1908-1934; 1944-1946)
Dittatura militare (1934-1935)
Monarchia assoluta (1935-1944)
Zar di Bulgaria
Organi deliberativiAssemblea nazionale
Nascita15 ottobre 1908 con Ferdinando I
CausaIndipendenza dall'Impero ottomano e dall'Impero russo
Fine15 settembre 1946 con Simeone II
CausaAbolizione della monarchia e nascita della Repubblica Popolare di Bulgaria
Territorio e popolazione
Bacino geograficoEuropa
Massima estensione95.223 km2 nel 1908
110.994 km2 nel 1946
Popolazione4.215.000 nel 1908
7.029.349 nel 1946
Economia
ValutaLev bulgaro
Religione e società
Religione di StatoOrtodossa
La Bulgaria nel 1941.
Evoluzione storica
Preceduto daBandiera della Bulgaria Principato di Bulgaria
Succeduto da Repubblica Popolare di Bulgaria
Jugoslavia Federale Democratica
Bandiera della Grecia Grecia
Ora parte diBandiera della Bulgaria Bulgaria
Bandiera della Grecia Grecia
Bandiera della Serbia Serbia
Bandiera della Macedonia del Nord Macedonia del Nord

Nel 1946 la monarchia venne abolita e l'ultimo zar venne inviato in esilio, mentre la Bulgaria divenne una repubblica popolare. Sebbene raramente, è talvolta indicato con il nome di Terzo Impero bulgaro (Трета българска държава, Treta bălgarska dăržava), riconosciuto con tale nome però solo dal Regno Unito.

Le guerre balcaniche modifica

 
Lo zar Ferdinando I di Bulgaria

Nonostante la creazione di uno Stato bulgaro nel 1878 (Principato di Bulgaria) e il successivo controllo della Rumelia orientale nel 1885, vi era ancora una sostanziale fetta della popolazione bulgara che viveva sotto il dominio ottomano, in particolare in Macedonia. A complicare la questione vi erano inoltre la Grecia e la Serbia: la prima che rivendicava alcune zone della Macedonia "storicamente greche" e la seconda perché considerava la Macedonia come una regione slava, appoggiata dagli slavi macedoni che volevano l'annessione al Regno di Serbia; dalla quale iniziò un periodo di lotta fra questi Paesi per il controllo di quella zona che durò fino alla prima guerra mondiale.

Nel 1903 si verificò un'insurrezione bulgara in Macedonia che fece sembrare tangibile lo scoppio di una guerra tra la Bulgaria e gli ottomani. Nel 1908 Ferdinando I, già principe-sovrano, approfittando della lotta fra le grandi potenze, dichiarò la Bulgaria un regno indipendente con se stesso come sovrano. Ferdinando venne incoronato zar il 5 ottobre (22 settembre per il calendario giuliano, usato in Bulgaria sino al 1916) nella Chiesa dei Quaranta Martiri a Veliko Tărnovo.

Nel 1911 il primo ministro nazionalista Ivan Gešov firmò un patto di alleanza con il Regno di Grecia e il Regno di Serbia, decidendo di mettere da parte le loro rivalità per combattere il nemico comune: l'impero ottomano.

Nel febbraio 1912 venne firmato un trattato segreto fra la Bulgaria e la Serbia e nel maggio dello stesso anno un altro trattato segreto venne firmato con la Grecia, che inserì nel patto anche il Regno di Montenegro. I trattati prevedevano la spartizione della Macedonia e della Tracia tra gli alleati. Dopo un secco rifiuto dell'impero ottomano di attuare delle riforme nei settori contestati scoppiò la prima guerra balcanica nell'ottobre del 1912.

Gli alleati ebbero un successo travolgente: l'esercito bulgaro inflisse diverse sconfitte alle forze ottomane, avanzando minaccioso verso Costantinopoli, mentre serbi e greci avevano il pieno controllo della Macedonia, costringendo gli ottomani a chiedere la pace nel mese di dicembre. I negoziati durarono fino al febbraio del 1913 e costarono gravi perdite territoriali dell'impero ottomano nei confronti della lega balcanica.

 
Assetto confinario prima e dopo le due guerre balcaniche (1912-1913)

La Bulgaria ebbe il numero più alto di vittime fra gli alleati e su questa base il diritto di spartirsi la maggior parte del bottino. In particolare i serbi non vedevano di buon occhio le cose in questo modo e rifiutarono di lasciare qualsiasi territorio conquistato nel nord della Macedonia (che era, grosso modo, il territorio corrispondente alla moderna Repubblica di Macedonia), affermando che l'esercito bulgaro aveva omesso di intervenire ad Adrianopoli e che la l'accordo prebellico per la divisione della Macedonia sarebbe stato rivisto. Alcuni movimenti in Bulgaria erano favorevoli verso lo scoppio di una guerra contro la Serbia e la Grecia sulla questione della Macedonia. Nel giugno 1913 la Serbia e la Grecia formarono una nuova alleanza, questa volta contro la Bulgaria.

Le tensioni furono viste dalla Bulgaria come una violazione degli accordi precedenti la guerra e, incoraggiato dalla Germania e dall'Impero austro-ungarico, lo zar Ferdinando dichiarò guerra alla Serbia e alla Grecia facendo attaccare l'esercito bulgaro il 29 giugno. Gli eserciti serbi e greci si ritirarono sul confine occidentale, ma ben presto presero il sopravvento e costrinsero la Bulgaria alla ritirata. Il conflitto fu molto duro e con molte vittime, soprattutto durante la battaglia chiave di Bregalnica. Presto la Romania entrò in guerra e attaccò la Bulgaria dal nord: anche l'Impero ottomano attaccò da sud-est e la guerra era ormai definitivamente persa per la Bulgaria, che dovette abbandonare la maggior parte delle sue posizioni in Macedonia, Serbia e Grecia, oltre a restituire Adrianopoli all'Impero ottomano. La Romania prese possesso del sud della Dobrugia.

Prima guerra mondiale modifica

In seguito alle guerre balcaniche i bulgari avevano motivi di risentimento contro la Russia e le potenze occidentali, che non erano intervenuti per aiutare il Paese durante il conflitto. Il governo della Bulgaria, guidato da Vasil Radoslavov, si allineò con la Germania e l'Austria-Ungheria, anche se questo significava diventare un alleato degli ottomani, nemico storico dei bulgari. La Serbia, la Grecia e la Romania (alleati del Regno Unito e della Francia) erano in possesso di territori che la Bulgaria riconosceva come propri. La Bulgaria, che aveva il più grande esercito nei Balcani, per recuperare i territori persi durante le guerre balcaniche, allo scoppio della prima guerra mondiale, quando la Germania promise di ripristinare i confini del trattato di San Stefano, dichiarò guerra alla Serbia nell'ottobre del 1915. Il Regno Unito, la Francia e l'Italia dichiararono guerra alla Bulgaria.

L'esercito bulgaro ebbe delle notevoli vittorie militari contro la Romania e soprattutto contro la Serbia, che occupava gran parte della Macedonia. Il leader del partito agrario, Aleksandăr Stambolijski, fu imprigionato per la sua opposizione alla guerra, dato che in seguito al conflitto il Paese stava vivendo una grave crisi economica. La rivoluzione russa del febbraio 1917 ebbe un grande effetto in Bulgaria e la diffusione dei sentimenti di pace e antimonarchici tra le truppe e nelle città crebbe, tanto che nel mese di giugno il governo Radoslavov cadde: si rischiò il crollo della monarchia e l'istituzione della repubblica.

Il periodo tra le due guerre modifica

Nel settembre 1918 i serbi, gli inglesi, i francesi e i greci varcarono il fronte macedone e lo zar Ferdinando fu costretto a chiedere la pace. Stambolijski favorì le riforme democratiche ed evitò una rivoluzione. Al fine di scongiurare la rivoluzione convinse Ferdinando ad abdicare in favore del figlio Boris III: la rivoluzione fu soppressa e l'esercito sciolto.

 
Boris III, zar di Bulgaria

In base al trattato di Neuilly (novembre 1919) la Bulgaria perse la sua costa egea cedendola alla Grecia e la quasi totalità del suo territorio macedone al nuovo Stato del Regno di Jugoslavia e dovette dare la Dobrugia alla Romania. Le elezioni nel marzo 1920 videro il partito agrario vincere con una larga maggioranza e con Stambolijski la Bulgaria ebbe il primo governo realmente democratico. Stambolijski dovette affrontare enormi problemi sociali in quella che era ancora una nazione povera abitata soprattutto da piccoli contadini. Il governo bulgaro fu costretto a enormi riparazioni di guerra alla Jugoslavia e alla Romania ed ebbe a che fare con il problema dei rifugiati, quando i pro-bulgari macedoni dovettero lasciare la Macedonia jugoslava. Tuttavia Stambolijski fu in grado di portare a termine molte riforme sociali, malgrado l'opposizione dello zar. Un altro nemico fu l'Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone, che spingeva a una guerra per riconquistare la Macedonia. Di fronte a questa serie di nemici Stambolijski si alleò con il Partito Comunista Bulgaro e aprì le relazioni con l'Unione Sovietica.

Nel marzo 1923 Stambolijski firmò un accordo con il Regno di Jugoslavia riconoscendo la nuova frontiera e un accordo per sopprimere l'Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone. Questo fatto dette il via a una reazione nazionalista e il 9 giugno culminò in un colpo di Stato dopo che venne assassinato Stambolijkski (fu decapitato). Aleksandăr Cankov prese il potere con l'appoggio dello zar, dell'esercito e del Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone, che sparsero terrore contro il comunismo. Il leader comunista Georgi Dimitrov fuggì in Unione Sovietica. Una feroce repressione nacque nel 1925 dopo il secondo attentato fallito alla vita dello zar presso la cattedrale di Sveta Nedelja (il primo tentativo ebbe luogo nel passo di montagna di Arabakonak). Nel 1926 lo zar convinse Cankov a rassegnare le dimissioni e un governo più moderato, guidato da Andrej Ljapčev, prese il potere. Venne proclamata l'amnistia, anche se il comunismo rimase proibito. Il partito agrario venne riorganizzato e vinse le elezioni nel 1931 sotto la guida di Nikola Mušanov.

Proprio quando la stabilità politica fu ripristinata, gli effetti della grande depressione colpirono in pieno la Bulgaria e le tensioni sociali aumentarono di nuovo. Nel maggio 1934 vi fu un altro colpo di Stato, il partito agrario venne nuovamente soppresso e un regime autoritario guidato da Kimon Georgiev fu istituito con il sostegno dello zar Boris III. Nel mese di aprile 1935 Boris III stesso prese il potere, dietro la nomina fantoccio dei primi ministri Georgi Kjoseivanov (1935-1940) e Bogdan Filov (1940-1943). Il regime dello zar vietava tutti i partiti di opposizione e strinse alleanza con la Germania nazista e l'Italia fascista. Anche se la firma del patto dei Balcani del 1938 restaurava buone relazioni con la Jugoslavia e la Grecia, la questione territoriale continuava a rodere.

Seconda guerra mondiale modifica

Di fronte al rischio di un'invasione la Bulgaria scivolò nella seconda guerra mondiale sotto il governo di Filov. Il 7 settembre 1940 la Bulgaria fu spinta dal ritorno della Dobrugia meridionale dal Regno di Romania sotto i propri confini. Ciò avvenne per ordine del dittatore tedesco Adolf Hitler e attuata dal trattato di Craiova. Il 1º marzo 1941 la Bulgaria firmò formalmente il patto tripartito, diventando un alleato della Germania, dell'Impero giapponese e del Regno d'Italia. Truppe tedesche entrarono nel Paese per preparare l'invasione del Regno di Grecia e del Regno di Jugoslavia. Quando la Jugoslavia e la Grecia vennero sconfitti, la Bulgaria fu autorizzata a occupare tutta la Tracia greca e la maggior parte della Macedonia. La Bulgaria dichiarò guerra alla Gran Bretagna e gli Stati Uniti, ma resistette alla pressione tedesca di dichiarare guerra all'Unione Sovietica, timorosa del sentimento filo-russo nel Paese. Nel mese di agosto del 1943 lo zar Boris III morì improvvisamente dopo il ritorno dalla Germania (forse assassinato, anche se non è mai stato dimostrato) facendo salire al trono suo figlio di sei anni, Simeone II. Il potere era detenuto da un consiglio di reggenti diretto dallo zio del giovane zar, il principe Kirill, e la madre, la regina Giovanna di Savoia. Il nuovo primo ministro, Dobri Božilov, fu solo un fantoccio nelle mani del governo tedesco.

La resistenza contro i tedeschi e il regime bulgaro si diffuse dal 1943, coordinato principalmente dai comunisti. Insieme con il partito agrario, ora guidato da Nikola Petkov, i socialdemocratici e anche con molti ufficiali dell'esercito fondarono il "Fronte patriottico". I partigiani operavano sulle montagne ad ovest e sud. In seguito ai fatti del 1944 fu evidente che la Germania stava perdendo la guerra e il regime cominciò a cercare una via d'uscita dal conflitto. Božilov si dimise dalla carica nel mese di maggio e il suo successore Ivan Bagrjanov cercò di organizzare i negoziati con gli alleati occidentali.

Nel frattempo la capitale Sofia veniva bombardata da aerei alleati alla fine del 1943 e all'inizio del 1944, con incursioni in altre grandi città in seguito e l'esercito sovietico stava rapidamente avanzando verso la Bulgaria. Nel mese di agosto la Bulgaria annunciò unilateralmente il suo ritiro dalla guerra e richiese alle truppe tedesche di abbandonare il territorio: le truppe bulgare furono frettolosamente ritirate dalla Grecia e dalla Jugoslavia. Nel mese di settembre i sovietici attraversarono il confine settentrionale. Il governo, per evitare un'invasione sovietica, dichiarò guerra alla Germania, e così si ritrovò per un paio di giorni in guerra contro la Germania e l'Unione Sovietica contemporaneamente. Il 16 settembre l'esercito sovietico entrò a Sofia.

Il colpo di Stato comunista modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Colpo di Stato in Bulgaria del 1944.

Il Fronte patriottico prese il potere in seguito a un colpo di stato. Secondo i termini dell'accordo di pace alla Bulgaria fu consentito di mantenere la Dobrugia meridionale, dovendo rinunciare formalmente a tutti i territori in Grecia e al territorio jugoslavo. Per evitare ulteriori controversie 150.000 bulgari furono espulsi dalla Tracia greca. I comunisti, grazie ai sovietici, acquisirono molto rilievo e fondarono anche una milizia con cui assassinare i membri dei partiti non comunisti.

Nel febbraio 1945 il nuovo regime dimostrò la nuova realtà politica del Paese quando il principe Kirill e centinaia di altri funzionari del vecchio regime furono arrestati con l'accusa di crimini di guerra. Entro il mese di giugno i reggenti, ventidue ex ministri e molti altri seguirono lo stesso destino. Nel settembre del 1946 la monarchia fu abolita da un plebiscito e il giovane zar Simeone II con la famiglia reale vennero mandati in esilio. I comunisti presero apertamente il potere, Vasil Kolarov venne proclamato presidente e Georgi Dimitrov divenne primo ministro. Furono promesse libere elezioni per il 1946, ma vennero palesemente truccate e boicottate dall'opposizione. Il partito agrario rifiutò di cooperare con il nuovo regime e nel giugno 1947 il suo leader Nikola Petkov venne arrestato. Questo segnò il punto finale nella creazione di un regime comunista in Bulgaria.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica