Simeone II di Bulgaria
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Simeon Sakskoburggotski | |
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Simeone nel 2005 | |
Primo ministro della Bulgaria | |
Durata mandato | 24 luglio 2001 – 17 agosto 2005 |
Presidente | Petăr Stojanov Georgi Părvanov |
Predecessore | Ivan Kostov |
Successore | Sergej Stanišev |
Dati generali | |
Partito politico | Movimento Nazionale per la Stabilità e il Progresso |
Università | Valley Forge Military Academy and College e Victoria College |
Firma | ![]() |
Simeone II di Bulgaria | |
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Fotografia di Simeone II come Principe di Turnovo, prima del 1943 | |
Zar di Bulgaria | |
In carica | 28 agosto 1943 – 15 settembre 1946 |
Predecessore | Boris III |
Successore | Monarchia abolita |
Nome completo | Simeon Borisov |
Nascita | Sofia, 16 giugno 1937 |
Casa reale | Sassonia-Coburgo-Gotha |
Padre | Boris III di Bulgaria |
Madre | Giovanna di Savoia |
Consorte | Margarita Gómez-Acebo |
Figli | Kardam, principe di Turnovo Kiril, principe di Preslav Kubrat, principe di Panagyurishte Kostantin-Assen, principe di Vidin Kalina, contessa di Murány |
Religione | Ortodossia |
Simeone di Sassonia-Coburgo-Gotha (in bulgaro: Симеон Борисов Сакскобургготски?, traslitterazione Simeon Borisov Sakskoburggotski; Sofia, 16 giugno 1937) è un politico bulgaro. È stato zar di Bulgaria dal 1943 al 1946 e 62º primo ministro della Bulgaria dal 21 luglio 2001 al 16 agosto 2005. Dalla morte del sovrano rumeno Michele I, avvenuta il 5 dicembre 2017, è l'unico capo di Stato della seconda guerra mondiale ad essere ancora in vita insieme al Dalai Lama, Tenzin Gyatso.
BiografiaModifica
I primi anni e il breve regno in BulgariaModifica
Simeone era il secondogenito ed erede al trono dello zar Boris III di Bulgaria e della zarina Giovanna di Savoia (figlia di Vittorio Emanuele III); fu zar di Bulgaria dal 1943 al 1946, dopo l'improvvisa morte del padre Boris III. Vista la giovane età di Simeone, 6 anni, fu nominato un consiglio di reggenti, a capo del quale vi era suo zio principe Kyril di Bulgaria.
Nel 1946 la monarchia fu abolita con un referendum nel quale il 90,72% dei votanti si espresse a favore della repubblica. Nonostante l'ampio margine (che rifletteva pienamente il discredito della monarchia bulgara dopo la Seconda guerra mondiale), i monarchici sostennero che il risultato del referendum fosse stato manipolato dal governo di coalizione di "Otečestven front", nel quale il partito comunista era la forza principale, e influenzato dalla presenza, al tempo, delle truppe militari sovietiche in Bulgaria.
L'esilioModifica
La famiglia reale (la regina Giovanna, Simeone II e sua sorella Maria Luisa di Bulgaria) rimasero al Palazzo Vrana presso Sofia mentre il nuovo regime comunista si installava. Il 15 settembre 1946 si tenne un plebiscito col quale il popolo bulgaro accettava la presenza dell'esercito russo in paese per riportare l'ordine.
Dopo il referendum, il 16 settembre 1946, Simeone partì insieme alla famiglia per l'Egitto, ad Alessandria d'Egitto, ove risiedeva il padre di Giovanna, il re Vittorio Emanuele III, in esilio dall'Italia. Qui Simeone II terminò i propri studi al Collegio Victoria di Alessandria d'Egitto (assieme al principe ereditario Leka di Albania). Nel 1950 si trasferì in Spagna su invito del dittatore Francisco Franco che offrì ospitalità alla famiglia reale in esilio, e dove Simeone visse fino al 2000.
La carriera nel businessModifica
A Madrid, Simeone studiò al Lycée Français, ma non si diplomò. Nel 1958 entrò nella Valley Forge Military Academy and College negli Stati Uniti ove divenne noto col nome di "Cadet Rylski No. 6883", ottenendo il grado di Secondo Luogotenente. Tornato nuovamente in Spagna, Simeone studiò legge ed amministrazione commerciale. Simeone II, che non aveva mai siglato alcun atto di abdicazione, divenuto trentenne, nel 1966, si proclamò re, secondo le disposizioni della Costituzione di Tărnovo. Malgrado questa proclamazione fosse solo formale, Simeone costituì a Madrid una propria cancelleria dalla quale emise diverse dichiarazioni politiche ufficiali e prese di posizioni sul regime comunista in Bulgaria e sulla sua amministrazione dello Stato, facendo convogliare presso di sé molti compatrioti esiliati.[senza fonte] Egli tentò anche di creare un governo ufficiale in esilio, ma senza successo.[senza fonte]
Divenuto uomo d'affari, per trent'anni rimase a capo del consiglio d'amministrazione della Thomson SA, un gruppo elettronico francese. Fu anche consigliere di molte banche, hotels, ditte di elettronica e di catering.
Primo ministro bulgaroModifica
Nel 2001 il partito da lui fondato Movimento Nazionale Simeone Secondo (NDSV) vinse le elezioni parlamentari sulla base di un programma nel quale nel giro di 800 giorni si prometteva di portare la Bulgaria a un livello di vita europeo occidentale. Simeone di Sassonia-Coburgo Gotha divenne capo del governo di coalizione tra NDSV e DPS (Movimento per i Diritti e le Libertà - rappresentante della minoranza turca) in cui entrarono anche, a titolo personale, alcuni rappresentanti di Partito Socialista Bulgaro (BSP). Nel 2005 apportò alcuni cambiamenti nel gabinetto, includendo rappresentanti del partito Novoto Vreme.
In seguito alle elezioni del 2005 e alla secca sconfitta del suo movimento che perse quasi 2/3 dei consensi, NDSV formò un governo tripartito con BSP e DSP, guidato da Sergej Stanišev del Partito Socialista Bulgaro.
A Simeone di Sassonia-Coburgo-Gotha sono stati restituiti in Bulgaria terre e possedimenti, appartenenti alla casa regnante e confiscati dopo la proclamazione della Repubblica.[senza fonte]
Visione sulla restaurazione della monarchia in BulgariaModifica
Simeone II non ha mai rinunciato alla sua pretesa al trono bulgaro. Egli ha utilizzato da sempre il titolo di "Zar dei Bulgari", ma dal suo ritorno in Bulgaria col suo conseguente impegno politico, ad ogni modo, ha consistentemente accantonato le sue intenzioni di restaurare una monarchia in Bulgaria. Ricoprendo poi l'incarico di Primo ministro, ha dovuto giurare di proteggere il suo Paese secondo la Costituzione dello Stato repubblicano.[senza fonte]
Erede della Casa di Sassonia-Coburgo-Gotha-KoháryModifica
Dopo la morte del suo lontano cugino il principe Giovanni Enrico di Sassonia-Coburgo-Gotha nell'aprile del 2010 e per via dell'esclusione dello zio di quest'ultimo Philipp Josias Maria Joseph Ignatius Michael Gabriel Raphael Gonzaga (Walterskirchen, 18 agosto 1901 – 31 dicembre 1994) nonché dei suoi figli e discendenti per matrimonio morganatico con Sarah Aurelia Halasz, Simeone è divenuto il capo della Casa di Sassonia-Coburgo-Gotha-Koháry col titolo di Magnate d'Ungheria e pretendente ai castelli di Čabraď e Svätý Anton, entrambi nell'attuale Slovacchia. Nel 2012 egli ha ceduto i propri diritti come capo della casa di Koháry a sua sorella Maria Luisa.[1]
Matrimonio e figliModifica
Il 20 gennaio 1962 Simeone di Sassonia-Coburgo Gotha sposò a Losanna l'aristocratica spagnola Margarita Gómez-Acebo y Cejuela (Madrid, 6 gennaio 1935), parente del marito di Pilar di Borbone-Spagna, sorella del re Juan Carlos I di Spagna, dalla quale ebbe cinque figli:
- Kardam, principe di Tărnovo (Madrid, 2 dicembre 1962 - Madrid, 7 aprile 2015[2]), sposa a Madrid l'11 luglio 1996 Miriam Ungría y López (2 settembre 1963):
- Boris, principe di Tărnovo (Madrid, 12 ottobre 1997)
- Beltram (Madrid, 23 marzo 1999)
- Kiril, principe di Preslav (Madrid, 11 luglio 1964), sposa a Palma di Maiorca il 15 settembre 1989 Rosario Nadal y Fuster-Puigdórfila (22 ottobre 1968):
- Mafalda Cecilia (Londra, 27 luglio 1994)
- Olimpia (Londra, 13 dicembre 1995)
- Tassilo (Londra, 20 gennaio 2002)
- Kubrat, principe di Panagjurište (Madrid, 5 novembre 1965), sposa a Madrid il 2 luglio 1993 Carla María de la Soledad Royo-Villanova y Urrestarazu (3 gennaio 1969):
- Mirko (Madrid, 26 aprile 1995)
- Lukás (Madrid, 15 luglio 1997)
- Tirso (Madrid, 3 giugno 2002)
- Kostantin-Assen, principe di Vidin (Madrid, 5 dicembre 1967), sposa a Madrid il 7 luglio 1994 María García de la Rasilla y Gortázar (13 maggio 1970):
- Umberto (Madrid, 20 novembre 1999)
- Sofia (Madrid, 20 novembre 1999)
- Kalina, contessa di Murány (Madrid, 19 gennaio 1972), sposa a Sofia il 26 ottobre 2002 Antonio José Muñoz y Valcárcel (19 settembre 1958):
- Simeon-Hassan Muñoz (Sofia, 14 marzo 2007)
Albero genealogicoModifica
OnorificenzeModifica
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Onorificenze bulgareModifica
Onorificenze del Regno di BulgariaModifica
Gran Maestro e Cavaliere di Gran Croce con Collare dell'Ordine dei Santi Cirillo e Metodio | |
Gran Maestro e Grand'Ufficiale dell'Ordine militare al Coraggio | |
Gran Maestro e Cavaliere di Gran Croce con Collare dell'Ordine di Sant'Alessandro | |
Gran Maestro dell'Ordine nazionale al merito civile di Bulgaria | |
Gran Maestro dell'Ordine nazionale al merito militare di Bulgaria | |
Gran Maestro dell'Ordine nazionale del lavoro | |
Gran Maestro dell'Ordine del 9 settembre 1944 | |
Gran Maestro dell'Ordine della libertà del popolo | |
Medaglia del raggiungimento della maggiore età di re Simeone II | |
Onorificenze della Repubblica di BulgariaModifica
Cavaliere di I Classe dell'Ordine dei Monti Balcani | |
Collare dell'Ordine della giustizia | |
Onorificenze straniereModifica
Cavaliere e Collare dell'Ordine di Sant'Andrea (Russia) | |
Cavaliere dell'Ordine del Toson d'oro (Spagna) | |
— 1º ottobre 2004[3] |
Cavaliere dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata (Casa Savoia) | |
— 1955 |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Casa Savoia) | |
— 1955 |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia (Casa Savoia) | |
— 1955 |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Leopoldo II (Belgio) | |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona (Belgio) | |
— [4] |
Cavaliere dell'Insigne e reale Ordine di San Gennaro (Casa di Borbone - Due Sicilie) | |
Gran Cordone dell'Ordine dell'Indipendenza (Giordania) | |
Balì Cavaliere Gran Croce di Giustizia decorato di Collare del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio | |
— 1960[5] |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Carlo III (Spagna) | |
— 16 giugno 1955[6] |
Cavaliere di gran croce dell'ordine del Salvatore (Grecia) | |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (Santa Sede) | |
Balì Gran Croce di Onore e di Devozione del Sovrano militare ordine di Malta (SMOM) | |
— Vrana— marzo 2006[7] |
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di San Lazzaro (Casa di Orleans) | |
Grand'Ufficiale dell'Ordine della Legion d'onore (Repubblica Francese) | |
Medaglia commemorativa per il settantesimo genetliaco di Carlo XVI Gustavo (Svezia) | |
— 30 aprile 2016[8] |
NoteModifica
- ^ Bulgaria
- ^ (EN) Prince Kardam of Turnovo dies aged 52, su Hello!. URL consultato il 7 aprile 2015.
- ^ Bollettino Ufficiale di Stato
- ^ Noblesse et Royautés, Photo Archiviato il 17 marzo 2013 in Internet Archive. di Margarita e Simeone II, con la stella di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona (Belgio)
- ^ Rif. elenco sul sito dell'Ordine Costantiniano, su constantinianorder.org. URL consultato il 28 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2016).
- ^ Bollettino Ufficiale di Stato
- ^ Dal sito web del Sovrano Militare Ordine di Malta. Archiviato l'8 dicembre 2015 in Internet Archive.
- ^ Daily Mail
BibliografiaModifica
- (EN) Walter J.R. Curley, Monarchs in Waiting. London: Hutchinson & Co., 1975. (pp. 23–25: "Bulgaria: His Majesty King Simeon II")
- Simeone II di Bulgaria, "Un destino singolare " (autobiografia), Gangemi editore, Roma, 2017.
- https://www.corrispondenzaromana.it/tag/simeone-ii-di-bulgaria/
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Simeone II di Bulgaria
Collegamenti esterniModifica
- (BG, EN) Sito ufficiale, su kingsimeon.bg.
- Simeóne II zar dei Bulgari, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Francesco Cataluccio, SIMEONE II re dei Bulgari, in Enciclopedia Italiana, II Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1949.
- (EN) Simeon Saxecoburggotski, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 51739490 · ISNI (EN) 0000 0001 1507 0907 · LCCN (EN) n85228732 · GND (DE) 11909973X · BNE (ES) XX1343305 (data) · BNF (FR) cb12215594r (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-n85228732 |
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