Rod Stewart
Rod Stewart | |
---|---|
Rod Stewart nel 2014 | |
Nazionalità | ![]() |
Genere | Glam rock Soft rock Hard rock Folk rock Rock and roll Blues rock British blues Pop Soul Soul bianco |
Periodo di attività musicale | 1964 – in attività |
Strumento | voce, chitarra, armonica, banjo |
Album pubblicati | 56 |
Studio | 30 |
Live | 4 |
Raccolte | 22 |
Sito ufficiale | |
Sir Roderick David Stewart (Londra, 10 gennaio 1945) è un cantautore britannico.
Caratterizzato da una voce graffiante, è uno degli artisti rock di maggior successo di tutti i tempi, avendo venduto complessivamente più di 250 milioni di dischi in tutto il mondo.[1] Nel corso della sua lunga carriera, l'artista ha conquistato per dieci volte la prima posizione nelle classifiche degli album più venduti nel Regno Unito, ed è entrato per 26 volte nella top ten di quelle relative ai singoli. Soprannominato Rod the mod ("Rod il ribelle")[2], Stewart ha avuto un notevole successo anche negli Stati Uniti, con 16 singoli entrati nei primi dieci posti delle classifiche Billboard Hot 100, quattro dei quali hanno raggiunto il primo posto. Inoltre, in occasione di un concerto gratuito davanti a circa 3 milioni e mezzo di spettatori sulla spiaggia di Copacabana, tenutosi il 31 dicembre 1994, il cantautore britannico è divenuto l'artista con maggiore affluenza di pubblico nell'intera storia del rock[3].
Vincitore di numerosi premi, Stewart ha conquistato nel corso della sua carriera un Grammy Award nel 2005, un BRIT Award nel 1993, un American Music Award nel 1994 e due World Music Awards nel 1993 e nel 2001. Nel 2008, la rivista Billboard lo ha posizionato al 17º posto nella classifica dei 100 artisti di maggior successo di tutti i tempi, mentre si trova alla posizione numero 59 nell'omologa classifica stilata da Rolling Stone (che ha individuato tra i suoi migliori brani Maggie May, Tonight's the Night (Gonna Be Alright), e Downtown Train) .[4] Come artista solista, Stewart è stato inserito nella US Rock and Roll Hall of Fame nel 1994, nella UK Music Hall of Fame nel 2006, e una seconda volta nella US Rock and Roll Hall of Fame nel 2012 (come membro dei Faces). Inoltre, il suo nome è scritto sulla Hollywood Walk of Fame.
Nel 2007, è stato nominato CBE (Commendatore dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico) a Buckingham Palace per i meriti e il contributo dato alla musica, mentre nel 2016 è stato nominato Sir dalla regina Elisabetta II.
BiografiaModifica
Ultimogenito di una coppia di origine scozzese, Rod è, insieme a sua madre Elsie, l'unico Stewart nato in Inghilterra, più precisamente nel sobborgo londinese di Highgate. Suo padre, i suoi due fratelli e le sue due sorelle sono nati tutti in Scozia. Molto fiero della sua origine scozzese, è sempre stato un grande sostenitore del Celtic e della nazionale scozzese, nonché calciatore dilettante. Abbandonata la scuola all'età di 15 anni, Stewart lavorò brevemente come stampatore serigrafico, ma fu proprio il calcio la sua prima vocazione: nell'estate del 1960 fece quindi un provino per il Brentford F.C., allora militante in terza divisione, venendo tuttavia scartato[5]. Tra gli altri mestieri in cui si districò l'artista in giovane età ci sono quello di commesso nel negozio di famiglia e di fattorino di quotidiani, nonché di manovale per il cimitero di Highgate e di impiegato per un'impresa di pompe funebri a Barnet.
La sua passione per la musica cominciò invece cantando nei gruppi skiffle di Londra, e si rafforzò con un tour europeo del chitarrista folk Wizz Jones, che decise di portarlo con sé come corista. Nel 1964, ebbe brevi esperienze in diversi gruppi di blues britannico, suonando con John Paul Jones (futuro bassista dei Led Zeppelin), Mick Fleetwood, Julie Driscoll, il tastierista Brian Auger e gli Steampacket di Long John Baldry. Successivamente, entrò nell'orbita di Jeff Beck, conoscendo Ron Wood, con il quale strinse un'importante e duratura amicizia. Nel 1969, il Jeff Beck Group si sciolse, e così Stewart e Wood si unirono ai Faces, gruppo erede degli Small Faces. Da quel momento, la carriera di Stewart si dipanò lungo il versante solista e quello del gruppo.
L'album da solista The Rod Stewart Album, del 1969, ottenne qualche timido riscontro negli Stati Uniti ma non in patria, dove erano i Faces ad avere una discreta notorietà. Tuttavia, nel 1971, il suo terzo LP, grazie al singolo Maggie May, raggiunse la prima posizione nella Billboard Hot 100 statunitense, nonché nelle classifiche britanniche (per cinque settimane) e in quelle australiane (per quattro settimane), oltre a un terzo posto nei Paesi Bassi e a una quinta posizione in Svizzera. Ciò avrebbe avuto inevitabili ripercussioni sui Faces, cui il frontman avrebbe fatto pesare il nuovo status di star. Si rivelò l'inizio di un periodo d'oro: oltre a Maggie May, tutti i singoli estratti ebbero un successo impressionante, come Mandolin Wind, Reason to Believe, Every Picture Tells a Story e Mine for Me, scritta insieme a Paul McCartney.
La popolarità di Rod the Mod contribuì a spingere le vendite dei dischi dei Faces, ma nel 1975 il divorzio si consumò inesorabilmente. Il cantante visse ciononostante un momento d'oro; ogni suo singolo si imponeva con una facilità stupefacente: Sailing e Tonight's the Night (Gonna Be Alright) lo confermarono come superstar, evidenziando altresì un allontanamento dal rock vero e proprio in favore di un romantico soft rock, cui faceva da contrappeso la sua ruvida voce. Nei primi anni ottanta, egli introdusse elementi di synth pop nelle sue interpretazioni, e si mantenne saldamente in testa alle classifiche ancora per qualche anno. Progressivamente, però, pur rimanendo assai popolare come personaggio (specialmente in Inghilterra), le sue frequentazioni con la hit parade diminuirono: egli stesso rimase preso tra la tentazione di ritrovare le proprie radici e il terreno sicuro della ballata pop. Un esempio è Infatuation, ma si ricordano anche brani come Young Turks, Baby Jane, Every Beat of My Heart, People Get Ready (di nuovo insieme a Jeff Beck), Lost in You, Forever Young e My Heart Can't Tell You No, che diventarono dei classici degli anni ottanta.
Negli anni novanta, dopo il successo inaspettato dell'album Vagabond Heart, incise assieme a Bryan Adams e Sting il singolo All for Love, per la colonna sonora del film I tre moschettieri. Il brano, il cui titolo si ispira al motto dei tre moschettieri: «Uno per tutti, tutti per uno», fu scritto dallo stesso Adams con Mutt Lange e Michael Kamen. Il singolo raggiunse la vetta della Billboard Hot 100 il 22 gennaio 1994, rimanendovi per tre settimane. Nel 1998, Stewart decise di ritornare alle origini, ma un brutto colpo al suo tentativo di recuperare la vena propriamente rock gli venne dallo scarso successo di vendite dell'LP When We Were the New Boys.
Forse anche per questo, i due dischi successivi, Human e It Had to Be You, seguirono altre strade: quella del soul per il primo, quella dello swing per il secondo, uscito nel 2002 e composto da reinterpretazioni standard del canzoniere statunitense. Il secondo volume di quest'ultimo progetto, As Time Goes By..., vide la luce nell'autunno 2003, e fu seguito da un terzo nel 2004, che gli valse il primo posto nelle classifiche statunitensi dopo 25 anni; quindi da Thanks for the Memory, nel 2005, e infine da Fly Me to the Moon...The Great American Songbook Volume V, nel 2010. Nel 2007, uscì Still the Same... Great Rock Classics of Our Time, raccolta in cui Stewart ha reinterpretato successi della storia rock degli anni sessanta e settanta. Con queste sette pubblicazioni di pezzi storici della musica americana, Stewart ha venduto circa 20 milioni di copie.
Nel 2009, uscì la raccolta Session 1971-1998, un cofanetto di 4 CD racchiudente versioni alternative di molte canzoni celebri del cantante, oltre a una serie di inediti mai pubblicati. Nel 2010, fu la volta di Soulbook, un album di classici brani soul della storia della musica, come You Make Me Feel Brand New (con Mary J. Blige), What Becomes of the Broken Hearted, My Cherie Amour (con Stevie Wonder) e molti altri.
Nel maggio 2013, Stewart tornò sulla scena musicale con Time, il suo ventottesimo album, composto da dodici inediti, undici anni dopo Human, suo ultimo lavoro di canzoni originali. Prodotto dallo stesso artista insieme a Kevin Savigar, suo collaboratore degli anni ottanta e novanta, il disco ha segnato il ritorno alle sonorità pop-rock che hanno contraddistinto la pluridecennale carriera del cantante londinese. Time, anticipato dal singolo She Makes Me Happy, schizzò in testa alle classifiche britanniche, 37 anni dopo la prima posizione ottenuta da un album di studio di Rod The Mod (A Night on the Town). Il 23 giugno 2015, Stewart annunciò l'uscita di un nuovo album in studio, intitolato Another Country, pubblicato nell'ottobre dello stesso anno. Nel 2017, l'artista collaborò inoltre con il gruppo pop-rock statunitense DNCE nella realizzazione di una versione remixata del suo grande successo Da Ya Think I'm Sexy?, presentata agli MTV Video Music Awards.
Nel luglio 2018, Stewart rilasciò il singolo Didn't I (con la partecipazione della cantante Bridget Cady), in vista dell'uscita del suo nuovo album Blood Red Roses, pubblicato il 28 settembre dello stesso anno[6]. Il 22 novembre 2019, in occasione dei cinquant'anni di carriera dell'artista britannico, uscì inoltre l'album You're In My Heart: Rod Stewart With The Royal Philharmonic Orchestra, una raccolta di successi di Stewart ri-arrangiati dalla Royal Philharmonic Orchestra (oltre a un duetto con Robbie Williams e a un brano inedito: Stop Loving Her Today)[7]. Entrambi i dischi hanno raggiunto la prima posizione nelle classifiche settimanali degli album più venduti nel Regno Unito, a cinque anni di distanza dal successo di Time.
Vita privataModifica
Nel corso dei decenni, Stewart ha avuto numerose frequentazioni, specialmente con modelle bionde, che sono culminate in tre matrimoni e otto figli: il primo rapporto stabile fu quello che il cantautore ebbe, nel 1961, con la studentessa d'arte Susannah Boffey, dalla quale nacque la figlia Sarah (data poi in adozione ma rimasta in ottimi rapporti con l'artista). Tra le altre frequentazioni a cavallo tra gli anni sessanta e settanta sono menzionabili quelle con le modelle Jennie Rylance e Dee Harrington nonché con l'attrice svedese Britt Ekland. Il primo matrimonio venne invece celebrato nel 1979 con la statunitense Alana Hamilton, concludendosi con una separazione nel 1984, dopo aver avuto i figli Kimberley (1979) e Sean (1980). Già prima che il matrimonio terminasse, infatti, Stewart stava portando avanti una relazione con la modella texana Kelly Emberg, al cui fianco sarebbe rimasto per sette anni e avuto la figlia Ruby (1987). Il secondo matrimonio avvenne invece nel 1991 con la supermodella neozelandese Rachel Hunter, dalla cui unione nacquero altri due figli: Renée (1992) e Liam (1994). Tuttavia, la coppia si separò nel 1999, divorziando nel 2006[8]. Il 16 giugno 2007 Stewart si è risposato a Santa Margherita Ligure con la modella e personalità televisiva Penny Lancaster, sua ultima fiamma. Il rito è stato celebrato a Villa Durazzo e la festa si è svolta all'Abbazia della Cervara[9]. Dal 2009 Rod e Penny, in attesa dell'ottavo erede (Aiden, nato nel 2011), hanno deciso di tornare in Inghilterra e si sono stabiliti dapprima a Epping e poi ad Harlow[10], nell'Essex[11].
Nel maggio del 2000, a Stewart fu diagnosticato un cancro alla tiroide, per il quale si sottopose ad intervento chirurgico nello stesso mese[12]. Oltre a costituire un notevole pericolo per la propria salute, la chirurgia che ne derivava minacciò la voce dell'artista, che pertanto dovette ri-imparare a cantare.[13] Da allora, Stewart è molto attivo nel raccogliere fondi per la fondazione City of Hope, per trovare cure per ogni forma di cancro, specialmente quelle che colpiscono i bambini.
Prima di fare ritorno in Gran Bretagna, Stewart ha giocato per la squadra di calcio degli LA Exiles, composta da immigrati principalmente inglesi e alcune celebrità, tra cui Billy Duffy del gruppo rock The Cult, in un campionato di calcio senior a Palos Verdes, in California.[14]
Nonostante il padre sia un tifoso dell'Hibernian, Stewart è un grande fan del Celtic, che egli menziona in "You're in My Heart (The Final Acclaim)". L'artista sostiene la nazionale scozzese e segue inoltre il Manchester United come sua "squadra inglese". Il suo amore per il Celtic e il Manchester United è stato spiegato nel libro di Frank Worrall, Celtic United. Stewart ha fatto ulteriore chiarezza nel suo libro del 2012, Rod. L'autobiografia di Rod Stewart, specificando di avere avuto un semplice "legame affettivo" per il Manchester United negli anni settanta, perché vi giocavano tanti grandi giocatori scozzesi, tra cui Denis Law.
Stewart è un appassionato di modellismo ferroviario. In un'intervista rilasciata nel 2007 alla rivista statunitense Model Railroader, Stewart disse che per lui significava di più essere in una rivista di modellismo che in una rivista di musica.[15] L'artista è inoltre un collezionista di auto, possedendo un raro esemplare di Ferrari Enzo.
Nel 2007, Rod Stewart è entrato a far parte dell'Ordine dell'Impero Britannico con il titolo di Comandante, per i servizi resi nel campo della musica. In occasione della cerimonia a Buckingham Palace, Stewart ha commentato: "È un'occasione meravigliosa, siamo l'unico Paese al mondo a onorare l'uomo comune". Inoltre, nel 2016 gli è stata concessa l'onorificenza di Knight Bachelor.
Si stima che Stewart possegga una fortuna di circa 200 milioni di sterline, secondo la Sunday Times Rich List del 2020, facendone uno dei dieci artisti più ricchi dell'industria musicale britannica.[16]
ControversieModifica
Nel mese di ottobre 2011, l'artista, insieme a Sting, Julio Iglesias, Eros Ramazzotti ed Ennio Morricone, ha tenuto concerti a Tashkent, capitale dell'Uzbekistan, come eventualità principali del festival culturale che vi si organizza con periodicità annuale.[17] Le polemiche nascono dal fatto che il festival è considerato espressione del potere dittatoriale di Islom Karimov, la cui figlia, Gulnora Karimova, è promotrice e organizzatrice dell'evento.[17] Il festival fornisce uno strumento di visibilità, propaganda e consenso a uno dei peggiori regimi del pianeta, considerato, secondo i rapporti di Human Rights Watch, tra i più truci e repressivi del mondo, tanto da contendersi il primato negativo con i regimi di Corea del Nord e Birmania.[17]
DiscografiaModifica
Album in studioModifica
- 1969 - An Old Raincoat Won't Ever Let You Down (Mercury Records)
- 1970 - Gasoline Alley (Mercury Records)
- 1971 - Every Picture Tells a Story (Mercury Records)
- 1972 - Never a Dull Moment (Mercury Records)
- 1974 - Smiler (Mercury Records)
- 1975 - Atlantic Crossing (Warner Bros.)
- 1976 - A Night on the Town (Warner Bros.)
- 1977 - Foot Loose & Fancy Free (Warner Bros.)
- 1978 - Blondes Have More Fun (Warner Bros.)
- 1980 - Foolish Behaviour (Rhino Records)
- 1981 - Tonight I'm Yours (Warner Bros.)
- 1983 - Body Wishes (Warner Bros.)
- 1984 - Camouflage (Warner Bros.)
- 1986 - Every Beat of My Heart (Warner Bros.)
- 1988 - Out of Order (Warner Bros.)
- 1991 - Vagabond Heart (Warner Bros.)
- 1995 - A Spanner in the Works (Warner Bros.)
- 1998 - When We Were the New Boys (Warner Bros.)
- 2001 - Human (Atlantic Records)
- 2002 - It Had to Be You: The Great American Songbook (J Records)
- 2003 - As Time Goes By: The Great American Songbook 2 (J Records)
- 2004 - Stardust: The Great American Songbook 3 (J Records)
- 2005 - Thanks for the Memory: The Great American Songbook 4 (J Records)
- 2006 - Still the Same... Great Rock Classics of Our Time (J Records)
- 2009 - Soulbook (J Records)
- 2010 - Fly Me to the Moon...The Great American Songbook Volume V (J Records)
- 2012 - Merry Christmas, Baby (Verve Records)
- 2013 - Time (Capitol Records)
- 2015 - Another Country (Capitol Records)
- 2018 - Blood Red Roses (Republic Records)
Album dal vivoModifica
- 1974 - Coast to Coast: Overture and Beginners (Mercury Records/Warner Bros.) - attribuito a Rod Stewart ed ai Faces
- 1982 - Absolutely Live (Warner Bros.)
- 1993 - Unplugged ...and Seated (Warner Bros.)
RaccolteModifica
- 1973 - Sing it Again Rod (Mercury Records)
- 1976 - The Best of Rod Stewart (Mercury Records)
- 1979 - Greatest Hits, Vol. 1 (Warner Bros.)
- 1989 - The Best of Rod Stewart (Warner Bros.) con un inedito
- 1989 - Storyteller - The Complete Anthology: 1964-1990 (Warner Bros.)
- 1990 - Downtown Train - Selections from the Storyteller Anthology (Warner Bros.)
- 1992 - The Mercury Anthology (Mercury Records)
- 1993 - Lead Vocalist (Warner Bros.)
- 1996 - If We Fall in Love Tonight (Warner Bros.)
- 2001 - The Story So Far: The Very Best of Rod Stewart (Warner Bros.)
- 2002 - Reason to Believe: The Complete Mercury Studio Recordings (Spectrum Music)
- 2003 - Encore: The Very Best Of – Vol. 2 (Warner Bros.)
- 2003 - Changing Faces – The Very Best of Rod Stewart & The Faces: The Definitive Collection 1969–1974 - attribuito a Rod Stewart ed ai Faces (Universal)
- 2005 - Gold (Mercury Records)
- 2006 - The Very Best of Rod Stewart (Mercury Records)
- 2007 - The Seventies Collection (Universal)
- 2007 - The Complete American Songbook – Volumes I, II, III & IV (J Records)
- 2008 - The Definitive Rod Stewart (Warner Bros., Rhino Records)
- 2009 - The Rod Stewart Sessions 1971–1998 (Warner Bros.)
- 2011 - The Best Of... The Great American Songbook (J Records)
- 2013 - Rarities (Mercury Records)
- 2018 - Handbags & Gladrags: The Essential (Spectrum Music)
- 2019 - You're in My Heart: Rod Stewart With the Royal Philharmonic Orchestra (Rhino)
SingoliModifica
Anni '60/'70Modifica
Anno | Singolo | Posizione[18][19][20] | Certificazioni | Album | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
UK | AUS | CAN | GER | IRL | NLD | NZL | SWE | SWI | USA | USA AC | ||||
1964 | Good Morning Little Schoolgirl/I'm Gonna Move to the Outskirts of Town | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | / | |
1965 | The Day Will Come/Why Does It Go On | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | ||
1966 | Shake/I Just Got Some | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | ||
1968 | Little Miss Understood/So Much to Say | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | ||
1969 | Street Fighting Man | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | An Old Raincoat Won't Ever Let You Down | |
1970 | It's All Over Now | — | — | — | — | — | — | — | — | — | 126 | — | Gasoline Alley | |
1971 | Reason to Believe/ Maggie May 1 |
1 | 1 | 24 1 |
— | — | — | — | — | — | 1 | — | Every Picture Tells a Story | |
Every Picture Tells a Story/Reason to Believe (Spagna) | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | |||
(I Know) I'm Losing You | — | 66 | 4 | 41 | — | 14 | — | — | — | 24 | — | |||
Dirty Old Town | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | An Old Raincoat Won't Ever Let You Down | ||
1972 | Handbags and Gladrags | — | 69 | — | — | — | — | — | — | — | 42 | — | ||
You Wear It Well | 1 | 13 | 7 | 35 | 2 | — | — | — | — | 13 | — | Never a Dull Moment | ||
In a Broken Dream '(con Python Lee Jackson) 2 |
3[22] | — | — | — | — | — | — | — | — | 56 | — | In a Broken Dream | ||
Angel | 4 | — | — | 11 | — | — | — | — | — | 40 | — | Never a Dull Moment | ||
What's Made Milwaukee Famous (Has Made a Loser Out of Me) 3 | 4 | 71 | — | 11 | — | — | — | — | — | — | — | |||
1973 | I've Been Drinking (con The Jeff Beck Group) |
27 | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | / | |
Twistin' the Night Away | — | 98 | — | — | — | — | — | — | — | 59 | — | Never a Dull Moment | ||
Oh! No Not My Baby | 6 | 57 | — | — | 8 | — | — | — | — | 59 | — | / | ||
1974 | Farewell/Bring It On Home to Me/You Send Me | 7 | 47 | — | — | 11 | — | — | — | — | — | — | Smiler | |
Mine for Me | — | — | — | — | — | — | — | — | — | 91 | — | |||
You Can Make Me Dance, Sing or Anything (Even Take the Dog for a Walk, Mend a Fuse, Fold Away the Ironing Board, or Any Other Domestic Shortcomings) (con Faces) 4 |
12 | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | Snakes and Ladders | ||
1975 | Sailing 5 | 1 | 2 | — | 4 | 1 | 1 | 3 | 13 | 2 | 58 | — | Atlantic Crossing | |
This Old Heart of Mine | 4 | 45 | — | 41 | 3 | — | — | — | — | 83 | — | |||
1976 | Tonight's the Night (Gonna Be Alright) | 5 | 3 | 1 | 26 | 2 | 5 | 2 | 7 | — | 1 | 2 |
|
A Night on the Town |
The Killing of Georgie (Part I and II) | 2 | 38 | 33 | 36 | — | 25 | — | — | — | 30 | — | |||
Get Back | 11 | 29 | — | 39 | — | — | 23 | 10 | — | — | — | All This and World War II [Soundtrack] | ||
Maggie May | 31 | — | — | — | 13 | — | — | — | — | — | — | The Best of Rod Stewart | ||
1977 | I Don't Want to Talk About It 6 | 1 | 19 | — | 1 | 4 | 1 | 2 | — | — | 46 | — |
|
Atlantic Crossing |
The First Cut Is the Deepest 6 | 1 | — | 11 | 1 | 4 | 1 | 5 | — | — | 21 | 3 |
|
A Night on the Town | |
You're in My Heart (The Final Acclaim) | 3 | 1 | 1 | — | 2 | 8 | 2 | — | — | 4 | 7 | Foot Loose & Fancy Free | ||
You're Insane | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | |||
1978 | Hot Legs | 5 | 42 | — | 4 | 4 | 8 | 31 | — | — | 28 | — |
| |
I Was Only Joking | 5 | — | 35 | 4 | 4 | 8 | 56 | — | — | 22 | 31 |
| ||
Ole Ola (Mulher Brasileira) (con la Nazionale scozzese di calcio del '78) |
4 | 44 | — | — | — | — | — | — | — | — | — | / | ||
Da Ya Think I'm Sexy? | 1 | 1 | 1 | 9 | 1 | 6 | 2 | 11 | 8 | 1 | — | Blondes Have More Fun | ||
1979 | Ain't Love a Bitch | 11 | 44 | — | 4 | 5 | 29 | — | — | — | 22 | — |
| |
Blondes (Have More Fun) | 63 | — | — | — | 23 | — | — | — | — | — | — | |||
"—" indica una registrazione non presente in classifica o non pubblicata in quel dato Paese. |
Anni '80Modifica
Anno | Singolo | Posizione[18][19][20] | Album | |||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
UK | AUS | CAN | GER | IRL | NLD | NZL | SWE | SWI | USA | USA AC |
USA Main. | |||
1980 | (If Loving You Is Wrong) I Don't Want to Be Right | 23 | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | Foot Loose & Fancy Free |
Passion | 17 | 16 | 2 | 13 | 6 | 5 | 7 | 5 | 4 | 5 | — | — | Foolish Behaviour | |
My Girl | 32 | — | — | — | 21 | 41 | 42 | — | — | — | — | — | ||
1981 | Somebody Special | — | — | — | — | — | — | — | — | — | 71 | — | — | |
Gi' Me Wings | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | 45 | ||
Oh God, I Wish I Was Home Tonight | — | — | — | 74 | — | — | — | 4 | — | — | — | — | ||
Tonight I'm Yours (Don't Hurt Me) | 8 | 6 | 2 | 50 | 16 | 1 | — | 10 | 9 | 20 | — | 29 | Tonight I'm Yours | |
Young Turks | 11 | 3 | 2 | 30 | 14 | 1 | 19 | — | — | 5 | — | 23 | ||
1982 | How Long | 41 | — | — | 2 | 6 | — | — | — | — | 49 | 5 | — | |
Jealous | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | 44 | ||
Just Like a Woman | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | ||
Tora, Tora, Tora (Out with the Boys) | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | 38 | ||
The Great Pretender (live) | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | Absolutely Live | |
Guess I'll Always Love You (live) | — | 60 | — | — | — | — | — | — | — | — | — | 21 | ||
I Don't Want to Talk About It (live) 6 | — | — | — | 7 | — | — | — | — | — | — | — | — | ||
1983 | Baby Jane | 1 | 10 | — | 1 | 1 | 9 | 14 | 3 | 2 | 14 | — | — | Body Wishes |
What Am I Gonna Do (I'm So In Love with You) | 3 | 68 | — | 9 | 2 | 31 | — | — | 3 | 35 | — | — | ||
Sweet Surrender | 23 | — | — | 42 | 14 | — | — | — | 21 | — | — | — | ||
1984 | Infatuation | 27 | 32 | 15 | 27 | 12 | 36 | — | 13 | 16 | 6 | — | 5 | Camouflage |
Some Guys Have All the Luck | 95 | 16 | 58 | 11 | — | — | — | — | 10 | 3 | 27 | |||
All Right Now | — | — | — | — | — | — | — | — | — | 72 | — | — | ||
Trouble | 95 | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | ||
1985 | People Get Ready (con Jeff Beck) |
— | 23 | — | — | — | — | 35 | 15 | 24 | 48 | — | 5 | Flash |
1986 | Love Touch | 27 | 12 | — | 14 | 8 | — | 17 | 11 | 13 | 6 | 5 | 26 | Every Beat of My Heart |
Every Beat of My Heart | 2 | 26 | — | 14 | 2 | 11 | 32 | — | 11 | 83 | — | — | ||
Another Heartache | 54 | — | — | — | 24 | — | — | — | — | 52 | — | 45 | ||
In My Life | 80 | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | ||
1987 | Twistin' the Night Away (versione del 1987) | — | 27 | — | — | — | — | — | — | — | 80 | — | — | Colonna sonora di Salto nel buio |
1988 | Lost in You | 21 | 22 | — | 25 | 14 | 34 | — | — | 30 | 12 | — | 3 | Out of Order |
Forever Young | 57 | 94 | — | — | 41 | — | 46 | — | — | 12 | 3 | 13 | ||
My Heart Can't Tell You No | 49 | — | — | — | 2 | — | 1 | — | — | 4 | 3 | 50 | ||
1989 | Crazy About Her | — | — | — | 60 | 4 | 10 | 3 | 4 | 1 | 11 | 2 | — | |
Dynamite | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | 16 | ||
This Old Heart of Mine (Is Weak for You) (versione del 1989) (con Ronald Isley) |
51 | 94 | — | 51 | 25 | 49 | — | — | — | 10 | 1 | — | Storyteller / The Best of Rod Stewart | |
Downtown Train | 10 | 29 | — | 39 | 13 | 42 | 30 | — | — | 3 | 1 | 1 | ||
"—" indica una registrazione non presente in classifica o non pubblicata in quel dato Paese. |
Anni '90Modifica
Anno | Singolo | Posizione[18][19][20] | Certificazioni | Album | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
UK | AUS | CAN | GER | IRL | NLD | NZL | SWE | SWI | USA | USA AC | ||||
1990 | I Don't Want to Talk About It (reincisione) 6 | — | — | — | — | — | — | — | — | — | 2 | — | Storyteller | |
It Takes Two (con Tina Turner) |
5 | 16 | 22 | 4 | 3 | 19 | 11 | 10 | — | — | — | Vagabond Heart | ||
1991 | Rhythm of My Heart | 3 | 2 | 4 | 1 | 21 | 6 | 17 | 9 | 5 | 2 | 13 | ||
The Motown Song (feat. The Temptations) |
10 | 26 | 21 | 2 | — | 23 | 11 | — | 10 | 3 | — | |||
Broken Arrow | 54 | 63 | 71 | 21 | — | 26 | — | — | 20 | 3 | — | |||
Rebel Heart | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | 17 | |||
You Are Everything | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | |||
My Town (Glass Tiger feat. Rod Stewart) |
34 | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | Simple Mission | ||
1992 | People Get Ready (versione del 1992) (con Jeff Beck) |
49 | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | Storyteller | |
Your Song | 41 | — | — | — | 60 | — | — | — | 41 | 6 | — | Two Rooms (tributo ad Elton John) | ||
Broken Arrow | 41 | — | — | — | 60 | — | — | — | — | — | — | Vagabond Heart | ||
Tom Traubert's Blues (Waltzing Matilda) | 6 | 61 | 18 | 4 | 4 | 40 | 39 | 9 | — | — | — | Lead Vocalist | ||
1993 | Ruby Tuesday | 11 | — | 57 | 19 | 21 | — | — | — | — | — | — | ||
Shotgun Wedding | 21 | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | |||
Have I Told You Lately (live) | 5 | 12 | 59 | 13 | — | 41 | 39 | — | 5 | 1 | — |
|
Unplugged...and Seated | |
Reason to Believe (live) | 51 | — | 79 | — | — | — | — | — | 19 | 2 | — | |||
People Get Ready (live) | 45 | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | |||
Cut Across Shorty (live) | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | 16 | |||
All for Love (con Bryan Adams e Sting) |
2 | 1 | 1 | 1 | 3 | 5 | 1 | 1 | 1 | — | — |
|
Colonna sonora de I tre moschettieri | |
Having a Party (live) | — | — | — | — | — | — | — | — | 36 | 6 | — | Unplugged...and Seated | ||
1995 | You're the Star | 19 | — | 53 | — | — | 42 | — | 30 | — | — | — | A Spanner in the Works | |
Leave Virginia Alone | — | 53 | — | — | — | — | — | — | 52 | 10 | — | |||
Lady Luck | 56 | — | 65 | — | — | — | — | — | — | — | — | |||
This | — | — | — | — | — | — | — | — | — | 33 | — | |||
1996 | So Far Away | — | — | 74 | — | — | — | — | — | — | 2 | — | Tapestry Revisited: A Tribute to Carole King | |
Purple Heather (con la Nazionale scozzese di calcio del 1996) |
16 | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | A Spanner in the Works | ||
If We Fall in Love Tonight | 58 | — | 70 | — | — | — | — | — | 54 | 4 | — | If We Fall in Love Tonight | ||
1997 | When I Need You | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | ||
Da Ya Think I'm Sexy? (N-Trance feat. Rod Stewart) |
7 | 3 | 15 | 10 | 23 | 1 | 15 | 21 | — | — | — | Happy Hour | ||
1998 | Ooh La La | 16 | — | 73 | — | 92 | — | — | — | 39 | 3 | — | When We Were the New Boys | |
Cigarettes and Alcohol | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | 13 | |||
Rocks | 55 | — | — | — | — | — | — | — | — | — | 31 | |||
When We Were the New Boys | — | — | 75 | — | — | — | — | — | — | — | — | |||
Superstar | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | — | |||
1999 | Faith of the Heart | 60 | — | — | — | 99 | — | — | — | — | 3 | — | Colonna sonora di Patch Adams | |
"—" indica una registrazione non presente in classifica o non pubblicata in quel dato Paese. |
Anni '00Modifica
Anno | Singolo | Posizione[18][20] | Album | |||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
UK | AUS | GER | NLD | NZL | USA | USA AC | ||||||||
2000 | Run Back Into Your Arms | — | — | 74 | — | — | — | — | Human | |||||
2001 | I Can't Deny Itv | 26 | 89 | — | 90 | 36 | — | 18 | ||||||
Don't Come Around Herev (con Helicopter Girl) |
79 | — | — | — | — | — | 30 | |||||||
2002 | These Foolish Things | — | — | — | — | — | — | 13 | It Had to Be You: the Great American Songbook | |||||
2003 | They Can't Take That Away from Me | — | — | — | — | — | — | 27 | ||||||
Bewitched, Bothered and Bewildered (con Cher) |
— | — | — | — | — | — | 17 | As Time Goes By: the Great American Songbook Volume II | ||||||
I Only Have Eyes for You (con Ana Belén) |
— | — | — | — | — | — | — | |||||||
2004 | Time After Time | — | — | — | — | — | — | 21 | ||||||
Smile | — | — | — | — | — | — | — | |||||||
What a Wonderful World (feat. Stevie Wonder) |
— | — | — | 85 | — | — | 13 | Stardust: The Great American Songbook Volume III | ||||||
Baby, It's Cold Outside (con Dolly Parton) |
— | — | — | — | — | — | 2 | |||||||
2005 | Blue Moon (feat. Eric Clapton) |
— | — | — | — | — | — | 23 | Stardust: the Great American Songbook III | |||||
I've Got a Crush on You (con Diana Ross) |
— | — | — | — | — | — | 19 | Thanks for the Memory: The Great American Songbook Volume IV | ||||||
I've Got My Love to Keep Me Warm | — | — | — | — | — | — | 22 | |||||||
2006 | Have You Ever Seen the Rain? | — | — | — | — | — | — | 6 | Still the Same... Great Rock Classics of Our Time | |||||
2007 | Fooled Around and Fell in Love | — | — | — | — | — | — | 13 | ||||||
It's a Heartache | — | — | — | — | — | — | — | |||||||
2009 | It's the Same Old Song | — | — | — | — | — | — | — | Soulbook | |||||
"—" indica una registrazione non presente in classifica o non pubblicata in quel dato Paese. |
Anni '10Modifica
Anno | Singolo | Posizione[18][20] | Album | |||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
UK | AUS | GER | NLD | NZL | USA | USA AC | ||||||||
2010 | My Cherie Amour (feat. Stevie Wonder) |
— | — | — | — | — | — | — | Soulbook | |||||
Everybody Hurts | 1 | 28 | 16 | — | 17 | — | — | / | ||||||
I've Got You Under My Skin | — | — | — | — | — | — | — | Fly Me to the Moon... The Great American Songbook Volume V | ||||||
Beyond the Sea | — | — | — | — | — | — | — | |||||||
2012 | Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow! | — | — | — | — | — | — | 1[24] | Merry Christmas, Baby | |||||
Merry Christmas Baby (con Cee Lo Green e Trombone Shorty) |
111 | — | — | — | — | — | 18 | |||||||
Winter Wonderland (con Michael Bublé) |
— | — | — | — | — | — | 26 | |||||||
We Three Kings (con Mary J. Blige) |
— | — | — | — | — | — | — | |||||||
Have Yourself a Merry Little Christmas | 51 | — | — | — | — | — | 28 | |||||||
2013 | She Makes Me Happy | — | — | — | — | — | — | 12 | Time | |||||
It's Over | 91 | — | — | — | — | — | — | |||||||
Brighton Beach | — | — | — | — | — | — | — | |||||||
Can't Stop Me Now | 199 | — | — | — | — | — | 22 | |||||||
Forever Young [A] | 55 | — | — | — | — | — | — | Time - Special Edition | ||||||
2014 | Beautiful Morning | — | — | — | — | — | — | — | Time | |||||
2015 | Everyday (con ASAP Rocky, Miguel e Mark Ronson) |
56 | 49 | — | — | — | 92 | — | At. Long. Last. ASAP | |||||
Love Is | — | — | — | — | — | — | 37 | Another Country | ||||||
Please | — | — | — | — | — | — | — | |||||||
2017 | Da Ya Think I'm Sexy? (feat. DNCE) |
— | — | — | — | — | — | 11 | / | |||||
2018 | Didn't I | — | — | — | — | — | — | — | Blood Red Roses | |||||
Look in Her Eyes | — | — | — | — | — | — | — | |||||||
Grace | — | — | — | — | — | — | — | |||||||
"—" indica una registrazione non presente in classifica o non pubblicata in quel dato Paese. |
Note: * [A] Presente anche in album precedenti.
1 Sebbene Reason to Believe fosse il lato A, il singolo fu elencato nelle classifiche britanniche come Maggie May/Reason to Believe.
2 In a Broken Dream fu accreditata a Python Lee Jackson e pubblicata come singolo alla fine del 1969. Tuttavia, il singolo non entrò in classifica nel Regno Unito fino al 1972.
3 What's Made Milwaukee Famous (Has Made a Loser Out of Me) fu pubblicata come doppio lato A con Angel in Regno Unito ed Irlanda.
4 You Can Make Me Dance... fu accreditata a Rod Stewart/Faces, almeno in Regno Unito.[25]
5 Sailing fu usata nel 1976 come colonna sonora della serie-documentario BBC documentary Sailor, sulla HMS Ark Royal, e quando fu successivamente ri-pubblicata raggiunse la posizione n. 3 nella Official Singles Chart. Nel 1987, il brano entrò di nuovo in classifica nel Regno Unito poiché fu ri-pubblicata come singolo di beneficenza dopo il disastro del traghetto Herald of Free Enterprise.
6 The First Cut Is the Deepest e I Don't Want to Talk About It furono pubblicate come doppio lato A in Regno Unito nel 1977. A livello internazionale, la prima fu pubblicata nel 1977 e la seconda nel 1979. Tuttavia, una nuova versione di I Don't Want to Talk About It, inclusa nell'antologia di Stewart Storyteller, raggiunse la posizione n. 2 nella classifica Adult Contemporary di Billboard nel 1990.
GruppiModifica
Durante la sua carriera è stato un membro dei seguenti gruppi:
- Jimmy Powell and the Five Dimensions (1963)
- The Hoochie Coochie Men, poi chiamati The Steampacket (1964–1965)
- Shotgun Express (1966)
- Jeff Beck Group (1966–1969)
- Faces (1969–1975)
OnorificenzeModifica
Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico | |
«Per i servizi alla musica.» — 30 dicembre 2006 |
Knight Bachelor | |
«Per i servizi alla musica e alla carità.» — 11 giugno 2016[26] |
NoteModifica
- ^ Rod Stewart speaks exclusively ahead of Shrewsbury show, su shropshirestar.com.
- ^ Rod "the Mod" è diventato Sir
- ^ Largest Free Rock Concert Attendance, su Guinness World Records. URL consultato il 2 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2006).
- ^ 100 Greatest Singers of All Time: Rod Stewart, su Rolling Stone. URL consultato il 22 giugno 2015.
- ^ Tim Ewbank e Stafford Hildred, Rod Stewart: The New Biography, Piatkus, 2004.
- ^ Gennaro Mansi, Blood Red Roses: l'eterno ritorno di Rod "the Mod" Stewart [collegamento interrotto], su radio1088.it, 1º agosto 2018.
- ^ rodstewart.com, 17 settembre 2019, https://www.rodstewart.com/2019/09/17/rod-stewart-with-the-royal-philharmonic-orchestra-out-22-november/ .
- ^ Inside Rod Stewart's racy love life - from wearing women's knickers to getting 'bored' of sex, su mirror.co.uk.
- ^ Rod Stewart sposo in incognito Archiviato l'8 ottobre 2009 in Internet Archive., tgcom.it
- ^ Rod Stewart settles into new £4.6m home after years of renovation, in Daily Mail, 22 luglio 2016. URL consultato il 2 luglio 2020.
- ^ Precisamente qui, su maps.google.com.
- ^ Rod Stewart faces thyroid cancer, in USA Today, 22 febbraio 2001. URL consultato il 22 maggio 2010.
- ^ Rod Stewart's cancer battle, CNN. URL consultato il 28 settembre 2014.
- ^ Palos Verdes Football ground, palosverdesrealty.net; accessed 14 giugno 2016. Archiviato il 21 novembre 2008 in Internet Archive.
- ^ Nigel Reynolds, Rod Stewart is a model railway enthusiast, in The Daily Telegraph, London, UK, 24 ottobre 2007. URL consultato il 22 maggio 2010.
- ^ Rihanna joins UK’s wealthiest after success of Fenty Beauty — Rich List 2020, in The Times, 13 maggio 2020. URL consultato il 12 agosto 2020.
- ^ a b c Marco Fraquelli, Al dittatore piace la musica. Ramazzotti in concerto in Uzbekistan: chi sono i preferiti dei potenti Archiviato il 9 dicembre 2012 in Internet Archive., da «Lettera43»
- ^ a b c d e allmusic (((Rod Stewart > Charts & Awards > Billboard Singles)))
- ^ a b c The Irish Charts - All there is to know - Search the charts - Search by Artist > Rod Stewart
- ^ a b c d e dutchcharts.nl - Rod Stewart
- ^ a b c d e f (EN) Rod Stewart – Gold & Platinum, Recording Industry Association of America. URL consultato il 12 settembre 2020.
- ^ Chartstats: Python Lee Jackson: In a Broken Dream
- ^ a b c d e f g h (EN) BRIT Certified, British Phonographic Industry. URL consultato il 12 settembre 2020.
- ^ Barry Manilow, Richard Marx Return To AC Top 10, su Billboard. URL consultato il 3 dicembre 2012.
- ^ John Gray, Rod Stewart: The Visual Documentary, London, Omnibus Press, 1992, pp. 92–94, ISBN 0-7119-2906-8.
- ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 61608, 11 June 2016, p. B2.
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rod Stewart
Collegamenti esterniModifica
Rod Stewart - Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow!
- Sito ufficiale, su rodstewart.com.
- Rod Stewart (canale), su YouTube.
- (EN) Rod Stewart, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Rod Stewart, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi.
- (EN) Rod Stewart, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Rod Stewart, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Rod Stewart, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Rod Stewart, su genius.com.
- (EN) Rod Stewart, su Internet Movie Database, IMDb.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 3263661 · ISNI (EN) 0000 0001 1436 8306 · Europeana agent/base/61043 · LCCN (EN) n50010478 · GND (DE) 118618067 · BNF (FR) cb13900064c (data) · BNE (ES) XX1022968 (data) · NDL (EN, JA) 001157401 · WorldCat Identities (EN) lccn-n50010478 |
---|