Saussurea discolor
La saussurea cordata (Saussurea discolor (Willd.) DC., 1810) è una pianta erbacea angiosperma dicotiledone delle zone alpine, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.[1][2]
Saussurea cordata | |
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Saussurea discolor | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Carduoideae |
Tribù | Cardueae |
Sottotribù | Saussureinae |
Genere | Saussurea |
Specie | S. discolor |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Cichorioideae |
Tribù | Cardueae |
Sottotribù | Echinopsinae |
Genere | Saussurea |
Specie | S. discolor |
Nomenclatura binomiale | |
Saussurea discolor (Willd.) DC., 1810 | |
Nomi comuni | |
Saussurea a foglie discolori |
Etimologia
modificaIl nome generico (Saussurrea) deriva da quello dello scienziato ginevrino Horace-Bénédict De Saussure (1740 – 1799), naturalista e alpinista, professore presso l'Accademia di Ginevra, che fu il promotore della prima salita al Monte Bianco nel 1786, e da quello del figlio Théodore de Saussure.[3][4] L'epiteto specifico (discolor) deriva dal greco antico, in particolare dal prefisso ”dis” (= due o due volte) che insieme alla parola ”color” indica una pianta a più colori come le due facce delle foglie nel caso della specie di questa voce.[5]
Il binomio scientifico attualmente accettato è stato definito inizialmente dal botanico, farmacista e micologo tedesco Carl Ludwig Willdenow (Berlino, 22 agosto 1765 – Berlino, 10 luglio 1812) e successivamente perfezionato dal botanico e micologo svizzero Augustin Pyrame de Candolle (Ginevra, 4 febbraio 1778 – 9 settembre 1841) nella pubblicazione ”Annales du Museum National d'Histoire Naturelle. Paris” del 1810.[6]
Descrizione
modificaL'aspetto di queste piante è erbaceo con piccole dimensioni (da 8 a 15 cm – massimo 25 cm). La forma biologica della specie è emicriptofita rosulata (H ros); ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e con le foglie disposte a formare una rosetta basale.[7][8][9][10][11][12]
Radici
modificaLe radici sono secondarie da rizoma.
Fusto
modifica- Parte ipogea: la parte sotterranea è un rizoma bruno scuro con un portamento obliquo; può essere rivestito dalle guaine di foglie morte.
- Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, ascendente, poco lanosa e colorata di rosso lucido.
Foglie
modificaLe foglie sono semplici e intere, con bordi dentati (ma senza spinule); quelle basali sono picciolate (picciolo non alato) con lamina strettamente lanceolata e troncata o cuoriforme alla base; quelle cauline possono essere sessili e progressivamente più allungate e ristrette. Le foglie più grandi in genere sono riunite alla base del fusto e sono disposte in modo alterno. La parte inferiore della lamina è candida o densamente niveo-tomentosa; quella superiore può essere glabrescente o sparsamente lanosa. Dimensione delle foglie basali: larghezza 1,5 – 2 cm; lunghezza 5 – 7 cm.
Infiorescenza
modificaLe infiorescenze sono formate da alcuni capolini (da pochi a meno di una decina) in formazioni corimbose (fascetto apicale). La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un breve peduncolo (in alcuni casi il capolino è sub-sessile) sorregge un involucro fusiforme o ovoidale-oblungo composto da diverse brattee (o squame) intere e inermi (senza appendice apicale spinosa), circondate da una banda nera e colorate di violaceo-scuro, disposte su più serie in modo embricato (quelle esterne sono più allungate) che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano, provvisto di pagliette, sul quale s'inseriscono i fiori tubulosi. Diametro dei capolini: 0,6 - 1,8 cm. Dimensioni dell'involucro: diametro 5 mm; altezza 12 mm.
Fiore
modificaI fiori sono tutti del tipo tubuloso[13] (il tipo ligulato, i fiori del raggio, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono ermafroditi, attinoformi, tetra-ciclici (con quattro verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ossia sia il calice che la corolla sono composti da cinque elementi).
- /x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[14]
- Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
- Corolla: la corolla ha una forma cilindrica regolare (tubolare) terminante con 5 profondi lobi; il colore è roseo-vinoso. Lunghezza: 15 mm.
- Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e glabri; le antere sono saldate fra di loro e formano un manicotto circondante lo stilo. Le appendici delle antere sono lanceolate (alla base sono presenti due sottili ciglia lanose).[4] Il colore delle antere è viola-nerastro.
- Gineceo: l'ovario è infero e uniloculare formato da 2 carpelli; lo stilo è unico con uno stimma terminale lungamente bifido e glabro (è presente solamente un anello di peli sotto la ramificazione dello stilo). La superficie stigmatica è localizzata nella parte interna dello stilo.[15] Il colore dello stilo è violetto. Lunghezza dello stilo: 3 mm.
- Fioritura: da luglio a agosto (fino a settembre a quote più basse).
Frutti
modificaI frutti sono degli acheni a forma sub-cilindrica, allungati e stretti; sono striati longitudinalmente. Il pappo si compone di un ciuffo di peli bi-seriati: i peli esterni sono persistenti e denticolati, quelli interni più grandi sono più piumosi, caduchi e connati alla base.[16] Dimensione dell'achenio: 5 mm.
Biologia
modifica- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione e habitat
modifica- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Orofita - Eurasiatico.
- Distribuzione: è una specie rara e si trova solo nella zona alpina. Oltreconfine, sempre nelle Alpi, si trova in Francia (dipartimenti di Hautes-Alpes, Isère e Savoia), in Svizzera (cantoni Vallese, Ticino e Grigioni), in Austria (Länder del Vorarlberg, Tirolo Settentrionale, Carinzia, Stiria e Austria Inferiore) e in Slovenia. Sugli altri rilievi europei si trova nei Monti Balcani e Carpazi.[18]
- Habitat: l'habitat tipico per queste piante sono i ghiaioni mossi in prossimità di passi o forcelle del piano alpino e nivale; ma anche ripari sotto rocce, zone ruderali e praterie rase alpine. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 2.200 fino a 2.800 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino, alpino, e parzialmente quello montano.
Fitosociologia
modificaDal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]
- Formazione : comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite.
- Classe: Elyno-Seslerietea variae.
- Ordine: Seslerietalia variae.
- Alleanza: Seslerion variae.
- Ordine: Seslerietalia variae.
- Classe: Elyno-Seslerietea variae.
- Formazione : comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite.
Tassonomia
modificaLa famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[19], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[20] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[21]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]
La tribù Cardueae (della sottofamiglia Carduoideae) a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Saussureinae è una di queste).[10][11][22][23]
Filogenesi
modificaLe specie del genere Saussurea in precedenti trattamenti erano descritte all'interno del gruppo informale (provvisorio da un punto di vista tassonomico) "Jurinea-Saussurea Group". In questo gruppo erano descritti principalmente quattro generi: Dolomiaea, Jurinea, Polytaxis e Saussurea.[10][11][22] In seguito ad ulteriori ricerche e analisi di tipo filogenetico, allorquando il gruppo ha acquisito la sua denominazione definitiva di sottotribù, si sono aggiunti altri nuovi generi.[23][24]
Il genere Saussurea ha una distribuzione molto ampia (Europa, Asia e America) ma sempre in regioni montuose di tipo alpino. Comprende diverse centinaia di specie di cui 4/5 sono presenti anche nella flora spontanea italiana. Si distingue dal genere Cirsium in quanto privo di spine e con un pappo formato da 1 - 2 serie di setole.
Il numero cromosomico di S. discolor è: 2n = 26.[12][25]
Variabilità
modificaPer questa specie sono riconosciute tre varietà:[26]
- Saussurea discolor var. discolor (è la stirpe più comune)
- Saussurea discolor var. elatior DC.
- Saussurea discolor var. firma Kitag.
Sinonimi
modificaQuesta entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
- Saussurea lapathifolia Beck.
- Saussurea lapatifolia (L.) H. Karst.
- Serratula discolor Willd., 1803
- Serratula alpina var. lapatifolia L.
Specie simili
modificaLe specie del genere Saussurea della flora italiana si distinguono per i seguenti caratteri:
- Saussurea depressa Gren.: la pianta ha un portamento nano; l'infiorescenza è corimbosa.
- Saussurea discolor (Willd.) DC.: le piante sono alte normalmente; l'infiorescenza è corimbosa; le foglie sono densamente niveo-tomentose.
- Saussurea alpina (L.) DC.: le piante sono alte normalmente; l'infiorescenza è corimbosa; le foglie sono più strette e la faccia inferiore è grigia o biancastra.
- Saussurea pygmaea (Jacq.) Sprengel: le piante sono alte normalmente; l'infiorescenza è formata da capolini solitari.
Altre notizie
modificaLa Saussurea cordata (o Saussurea a foglie discolori) in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:
- (DE) Zweifarbige Alpenscharte
- (FR) Saussurée à feuilles discolores
Note
modifica- ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 17 febbraio 2021.
- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato l'11 dicembre 2011.
- ^ a b Motta 1960, Vol. 3 - pag. 645.
- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato l'11 dicembre 2011.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato l'11 dicembre 2011.
- ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
- ^ Strasburger 2007, pag. 860.
- ^ Judd 2007, pag.517.
- ^ a b c Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 137.
- ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 303.
- ^ a b Pignatti 2018, vol.3 pag.966.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 4.
- ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
- ^ Judd 2007, pag. 523.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 166.
- ^ Conti et al. 2005, pag. 159.
- ^ a b c Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 570.
- ^ Judd 2007, pag. 520.
- ^ Strasburger 2007, pag. 858.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
- ^ a b Barres et al. 2013.
- ^ a b Herrando et al. 2019.
- ^ Yuan et al. 2015.
- ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato l'11 dicembre 2011.
- ^ Global Compositae Checklist [collegamento interrotto], su compositae.landcareresearch.co.nz. URL consultato l'11 dicembre 2011.
Bibliografia
modifica- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 1, 1960, pag. 457.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 3, Bologna, Edagricole, 1982, pag. 142-151, ISBN 88-506-2449-2.
- 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
- V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
- Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
- Laia Barres et al., Reconstructing the Evolution and Biogeograpnic History of Tribe Cardueae (Compositae), in Botany, vol. 100, n. 5, 2013, pp. 1-16.
- Sonia Herrando-Morairaa et al., Nuclear and plastid DNA phylogeny of the tribe Cardueae (Compositae) with Hyb-Seq data: A new subtribal classification and a temporal framework for the origin of the tribe and the subtribes, in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 137, 2019, pp. 313-332.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Seconda edizione. Volume 3 e 4, Bologna, Edagricole, 2018.
- Núria Garcia-Jacas, Mercè Galbany-Casals, Kostyantyn Romashchenko, and Alfonso Susanna, On the conflicting generic delineation in the Onopordum group (Compositae, Cardueae–Carduinae): a combined nuclear and plastid molecular approach, in Australian Systematic Botany, vol. 21, 2008, pp. 301-311.
- Qian Yuan, Yanchao Bi, Yousheng Chen, Diplazoptilon (Asteraceae) is merged with Saussurea based on evidence from morphology and molecular systematics, in Phytotaxa, vol. 236, n. 1, 2015, pp. 53-61.
- Aglaia Szukala, Nadja Korotkova, Michael Gruenstaeudl, Alexander N. Sennikov, Georgy A. Lazkov, Svetlana A. Litvinskaya, Eleonora Gabrielian, Thomas Borsch e Eckhard von Raab‐Straube, Phylogeny of the Eurasian genus Jurinea (Asteraceae: Cardueae): Support for a monophyletic genus concept and a first hypothesis on overall species relationships, in Taxon, vol. 68, n. 1, 2019, pp. 112-131.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
modifica- Saussurea discolor Catalogazione floristica - Università di Udine
- Saussurea discolor Flora Europaea (Royal Botanic Garden Edinburgh) Database
- http://compositae.landcareresearch.co.nz/default.aspx?Page=NameDetails&TabNum=0&NameId=b7df2876-91c9-4710-b185-894228642117[collegamento interrotto] Global Compositae Checklist Database
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- Saussurea discolor EURO MED - PlantBase Checklist Database
- Saussurea discolor Tropicos Database
- Saussurea discolor Royal Botanic Gardens KEW - Database