The L Word

serie televisiva statunitense

The L Word è una serie televisiva creata da Ilene Chaiken e trasmessa dal 2004 al 2009 su Showtime.

The L Word
PaeseStati Uniti d'America, Canada
Anno2004-2009
Formatoserie TV
Generedrammatico
Stagioni6
Episodi70
Durata43-64 min (episodio)
Lingua originaleinglese
Rapporto16:9
Crediti
IdeatoreIlene Chaiken
SceneggiaturaIlene Chaiken, Guinevere Turner, Rose Troche
Interpreti e personaggi
Doppiatori e personaggi
Casa di produzioneAnonymous Content, Dufferin Gate Productions, Coast Mountain Films, Posse, Showtime Networks, MGM Television
Prima visione
Prima TV originale
Dal18 gennaio 2004
All'8 marzo 2009
Rete televisivaShowtime
Prima TV in italiano
Dal14 ottobre 2004
Al2012
Rete televisivaJimmy (st. 1-4)
LA7 (st. 5)
La7d (st. 5-6)
Opere audiovisive correlate
SeguitiThe L Word: Generation Q

La serie è ambientata principalmente a Los Angeles, nel quartiere di West Hollywood. Nella realtà, per motivi tecnici, la maggior parte delle scene sia in interni che in esterni sono state girate a Vancouver in Canada.

Produttori esecutivi del telefilm sono Ilene Chaiken (Barb Wire, Willy, il principe di Bel-Air)[1], Steve Golin (Essere John Malkovich, Se mi lasci ti cancello) e Larry Kennar (La bottega del barbiere). Scrittrici insieme alla Chaiken: Guinevere Turner (Go Fish, American Psycho), Cherien Dabis (Amreeka), e Rose Troche (Go Fish, Six Feet Under).

In Italia la serie è stata trasmessa dal canale satellitare Jimmy con le prime quattro stagioni e da LA7 e La7d con la quinta e sesta stagione.

L'11 luglio 2017 Showtime ha confermato la produzione di una serie sequel, che vede il ritorno di alcune protagoniste tra cui Jennifer Beals (Bette), Kate Moennig (Shane) e Leisha Hailey (Alice).[2] La nuova serie, intitolata The L Word: Generation Q, ha debuttato nel dicembre 2019.[3]

Titolo modifica

Il nome in codice del progetto era Earthlings, un raro termine usato nello slang per indicare le donne omosessuali[4].

L'uso contemporaneo del modo di dire "the L word" (in italiano "la parola che inizia con la L") per indicare una donna lesbica risale almeno al 1981, come testimonia lo spettacolo My Blue Heaven di Jane Chambers, in cui un personaggio balbetta: «Sei davvero ... the L-word? Signore Dio, non ne ho mai incontrata una prima.»[5].

Storicamente la frase "the L word" può essere trovata all'interno di una lettera scritta da Daphne du Maurier a Ellen Doubleday: «Per Dio e per Cristo, se qualcuno dovesse chiamare l'amore con quella parola poco attraente che inizia per 'L', mi strapperei le budella di fuori» (Daphne du Maurier, autrice di Rebecca, la prima moglie e di altre opere, era profondamente combattuta dalla sua attrazione e passione non corrisposta per la Doubleday, come sarebbe stata successivamente anche nella sua relazione con Gertrude Lawrence)[6].

I titoli di tutte le puntate iniziano con la lettera "L", ad eccezione dell'episodio pilota.

Trama modifica

 
Una parte de The Chart, sommatoria dei collegamenti creati dalle relazioni sentimentali formatesi fra i più importanti personaggi della serie

Le vicende corrono intorno a un gruppo di donne, lesbiche e non, tutte con storie e caratteristiche diverse l'una dall'altra. All'interno del cast originario, ad esempio, troviamo la "femmina alfa" Bette (Jennifer Beals), la compagna fedele Tina (Laurel Holloman), la sciupafemmine Shane (Katherine Moennig), l'eterosessuale che scopre la propria omosessualità in età adulta: Jennifer "Jenny" Schecter (Mia Kirshner), la sportiva professionista che ha paura di rivelarsi, Dana (Erin Daniels) e la giornalista bisessuale Alice (Leisha Hailey).

Il telefilm è un vero misto di storie che si intrecciano tra di loro; racconta in maniera chiara un punto di vista sull'universo omosessuale al femminile: dalla convivenza all'inseminazione artificiale, dalla dichiarazione della propria omosessualità (coming out) alle relazioni familiari.

Episodi modifica

Stagione Episodi Prima TV originale Prima TV Italia
Prima stagione 13 2004 2004-2005
Seconda stagione 13 2005 2005
Terza stagione 12 2006 2006
Quarta stagione 12 2007 2009
Quinta stagione 12 2008 2010
Sesta stagione 8 2009 2012

Personaggi e interpreti modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Personaggi di The L Word.

Riconoscimenti modifica

  • GLAAD Media Awards
    • 2005 – Candidatura per la miglior serie drammatica
    • 2006 – Miglior serie drammatica
    • 2007 – Candidatura per la miglior serie drammatica
    • 2008 – Candidatura per la miglior serie drammatica
    • 2009 – Candidatura per la miglior serie drammatica
    • 2009 – Riconoscimento Speciale
  • NAACP Image Awards
    • 2005 – Candidatura per la miglior attrice non protagonista in una serie drammatica a Pam Grier
    • 2006 – Candidatura per la miglior attrice non protagonista in una serie drammatica a Pam Grier
    • 2007 – Candidatura per la miglior attrice in una serie drammatica a Jennifer Beals
    • 2008 – Candidatura per la miglior attrice in una serie drammatica a Jennifer Beals
    • 2008 – Candidatura per la miglior attrice non protagonista in una serie drammatica a Pam Grier
  • Satellite Awards
    • 2005 – Candidatura per la miglior serie drammatica
    • 2005 – Miglior attrice in una serie drammatica a Laurel Holloman
    • 2005 – Candidatura per la miglior attrice in una serie drammatica a Jennifer Beals

Note modifica

  1. ^ Amy Cavanaugh, "An interview with Ilene Chaiken" Archiviato il 14 marzo 2009 in Internet Archive., Washington Blade, 2009-03-09.
  2. ^ Showtime ha dato l'ok per il sequel di The L Word, in MondoFox, 13 luglio 2017. URL consultato il 5 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2018).
  3. ^ (EN) ‘The L Word’ Sequel Gets Official Title, Set For Fall Premiere On Showtime, su deadline.com, Deadline Hollywood, 22 maggio 2019. URL consultato l'8 gennaio 2020.
  4. ^ (EN) Laurie K. Schenden, Folk Like Us, su CurveMag.com. URL consultato il 3 settembre 2006 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2006).
  5. ^ (EN) Lucille M. Bailey, Still More on "X-Word", in American Speech, vol. 70, n. 2, Duke University Press, 1995, pp. 222-223, DOI:10.2307/455820, JSTOR 455820. URL consultato l'11 febbraio 2007.
  6. ^ (EN) Margaret Forster, Daphne du Maurier: the Secret Life of the Renowned Storyteller, New York, Doubleday, 1993, p. 457.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN96145970288732252092 · GND (DE7550766-3