Utente:OppidumNissenae/Sandbox023

Area di distribuzione della sottospecie europea dell'olivo
Associazione tra l'impatto di un gruppo alimentare sulla mortalità e la AREI.

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«... la Dieta Mediterranea è una filosofia di vita che nasce dal passato e può traghettarci verso un futuro sano, sostenibile e inclusivo.»

La Dieta mediterranea e le sue evidenze scientifiche sono un corpus numeroso di studi approfonditi che sono iniziati a partire dalle prime osservazioni pioneristiche degli anni '60.[2] Queste evidenze scientifiche nel tempo hanno fornito robuste prove dell'utilità della dieta mediterranea sia nella prevenzione primaria che secondaria di diverse patologie.[2]

Recenti studi epidemiologici su larga scala hanno confermato l'importanza della dieta mediterranea per ridurre il rischio di malattie cardiache primarie e secondarie e cancro. Esistono anche prove sempre più convincenti per il suo valore protettivo contro il diabete, la demenza e altri disturbi legati all'età e per aumentare la longevità complessiva.

I recenti sviluppi della biochimica nutrizionale, dei meccanismi etiopatogenetici delle malattie e degli studi epidemiologici, forniscono anche consigli e suggerimenti per le politiche e gli interventi nutrizionali su larga scala. Va sottolineata l'importanza di comprendere come la dieta mediterranea nella sua totalità, discutendo anche le prove di interazioni benefiche tra i vari componenti della dieta. Vanno anche chiariti come le pratiche agricole, così come la preparazione del cibo e le tecniche di cottura, influenzano la qualità nutrizionale della dieta.[3]

Definizione di dieta mediterranea modifica

 
Nel 2015, lo studio condotto dal MedEatResearch diretto dall'antropologo Marino Niola, ha allargato la tradizionale piramide nutrizionale alle pratiche sociali, formulando la "Nuova Piramide alimentare" della Dieta Mediterranea. Sette sono le parole chiave poste alla base di tale piramide: convivialità, tradizione, stagionalità, attività fisica, insieme, a scuola, zero spechi.
(EN)

«Mediterranean cuisine has been dubbed the ‘cuisine of the sun’»

(IT)

«La cucina mediterranea è stata soprannominata la "cucina del sole"»

Non esiste una sola dieta mediterranea perché gli alimenti che la compongono sono diversi nei diversi paesi del bacino del Mediterraneo, ci sono però aspetti comuni tra le diete di paesi come Spagna, Francia, Italia e Grecia, nord dell'Africa e Medio Oriente.

Gli elementi chiave e comuni nella dieta mediterranea tradizionale dei vari paesi o MedDiet sono indicati nel seguente elenco che è stato prodotto da un gruppo di lavoro presso il MedDiet 2004 International Conference:[5]

  • Olio d'oliva come unico o pressochè unico lipide aggiunto.
  • Consumo quotidiano di verdure.
  • Consumo quotidiano di frutta.
  • Consumo quotidiano di cereali non raffinati.
  • Consumo bisettimanale di legumi.
  • Noci e olive come snack (generalmente consumati appena prima di un pasto).
  • Consumo bisettimanale di pesce.
  • Consumo quotidiano di formaggio o yogurt.
  • Consumo mensile o settimanale di carne o prodotti a base di carne.
  • Consumo moderato quotidiano di vino, se accettato dalla religione e da motivi sociali.
 
Differenze tra dieta mediterranea e dieta occidentale

L'olio d'oliva è il principale grasso dietetico nella dieta mediterranea (MedDiet), ed è alto consumo di frutta, verdura, cereali e legumi non raffinati, moderato consumo di pesce, latticini e vino e basso consumo di carne. Le varianti nella dieta mediterranea (MedDiet) riflettono le influenze della cultura e del paesaggio. I fattori altri, come l'alimentazione sociale e l'attività fisica sono importanti, quindi la dieta mediterranea rappresenta un intero stile di vita. Il consumo di MedDiet sta diminuendo in alcuni paesi del Mediterraneo, mentre il consumo di cibi mediterranei in alcuni paesi del Nord Europa è in aumento. Sono molti i meccanismi biologicamente plausibili sono stati sviluppati per spiegare questi benefici sulla salute umana; ma è sempre più evidente che i benefici per la salute possono essere meglio spiegati considerando l'intero modello dietetico generale. Questi modelli offrono oggi prove epidemiologiche di un effetto protettivo della MedDiet contro le malattie cardiovascolari e anche una reale protezione contro i tumori e i disturbi neurologici.[3]

Dieta mediterranea e fattori dell'invecchiamento modifica

 
Riepilogo dei dati sanitari e ambientali.

Meta-analisi confermano l'associazione inversa di MedDiet con la mortalità ed evidenziano le componenti dietetiche che influenzano maggiormente questa associazione.[6] Un'altra meta-analisi su oltre 4,7 milioni di persone ha mostrato una mortalità ridotta, mortalità correlata a CVD e un ridotto rischio di morbo di Parkinson e Alzheimer. La ricerca in continua evoluzione supporta i benefici di MedDiet per le malattie croniche tra cui sindrome metabolica, tumori, malattie del fegato, diabete di tipo 2, depressione e ansia;[7] nonché aumentare la longevità.[8]

La lunghezza dei telomeri (TL) è un biomarcatore predittivo dell'invecchiamento precoce. L'accorciamento dei telomeri è messo in relazione a malattie legate all'età e alle malattie non trasmissibili (NCD) e può riflettere gli effetti di fattori comportamentali, psicosociali e ambientali sullo stato di salute. I componenti dietetici di una dieta sana, come i carotenoidi, le vitamine A, C, D, E, i polifenoli, le fibre e gli acidi grassi omega-3 potrebbero aiutare a mantenere la lunghezza dei telomeri; mentre un elevato consumo di bevande zuccherate, carne lavorata e diete proinfiammatorie viene associato all'accorciamento dei telomeri. La misura dell'attività della telomerasi potrebbe aiutare a comprendere meglio nei futuri studi necessari per confermare il ruolo dei componenti dietetici, dei modelli dietetici e dell'attività fisica.[9]

Dieta mediterranea e telomeri modifica

I telomeri sono le regioni ripetute eterocromatiche che si trovano alle estremità dei cromosomi eucariotici, la cui lunghezza è considerata un segno distintivo ed affidabile dell'invecchiamento biologico.[10]

L'accorciamento accelerato dei telomeri è stato associato a diverse malattie legate all'età e/o alla diminuzione della longevità per gli esseri umani.[11]

La lunghezza dei telomeri (TL) è altamente correlata all'età cronologica e allo stato metabolico. Gli individui con telomeri più corti sono a maggior rischio di malattie croniche e mortalità. La dieta può influenzare la TL attraverso diversi meccanismi come la regolazione dello stress ossidativo e dell'infiammazione o la modulazione delle reazioni epigenetiche.[12]

La dieta mediterranea (MedDiet) è noto può avere un impatto sulla lunghezza dei telomeri (TL) per le sue note proprietà anti-infiammatorie e antiosidanti, proprietà che possono determinare la prevenzione di malattie e determinare un invecchiamento in salute. Uno studio di tipo meta-analitico di studi trasversali ha dimostrato che una maggiore aderenza alla MedDiet è associata alla presenza di telomeri più lunghi.[11]

Inoltre, l'accorciamento dei telomeri in soggetti ad alto rischio di malattie cardiovascolari viene associato alla dieta e al suo potenziale pro-infiammatorio. Si è rilevato come la dieta potrebbe svolgere un ruolo chiave come determinante della lunghezza dei telomeri attraverso meccanismi proinfiammatori o antinfiammatori.[13]

Le prove disponibili, non ancora conclusive, suggeriscono che alcuni nutrienti antiossidanti, il consumo di frutta e verdura e la dieta mediterranea sono correlati alla presenza di telomeri più lunghi.[12]

Alcuni aspetti presenti nella dieta mediterranea sono particolarmente importanti per il mantenimento dei telomeri, confermando così il potenziale ruolo nutrigeroprotettivo della stessa. Tra i fattori più noti e studiati abbiamo, il consumo nella dieta mediterranea di:[10]

  • Acidi grassi monoinsaturi e sostanze fitochimiche dell'olio d'oliva.
  • I legumi comuni e le sostanze fitochimiche in essi contenuti.
  • I Micronutrienti, le sostanze fitochimiche e fibre alimentari dcontenute nei cereali.
  • I composti bioattivi della frutta.
  • Il contenuto nutritivo delle noci.
  • I fitonutrienti delle verdure.
  • Il resveratrolo nel vino rosso.
  • I batteri probiotici dcontenuti nei latticini.
  • Gli Acidi grassi polinsaturi Omega-3 e il consumo di pesce.

Negli individui con obesità, il tessuto adiposo in eccesso gioca un ruolo chiave nell'indurre uno stato infiammatorio cronico e sistemico, che può causare l'accorciamento del TL.[14] La lunghezza dei telomeri TL è inversamente associata ai cambiamenti nei parametri dell'obesità, in una ricerca per la prima volta è stata trovata un miglioramento degli indici di obesità quando si osserva, dopo un intervento con la dieta mediterranea durato 5 anni, un aumento della TL.[15] L' intervento dietetico, e in particolare la promozione di una dieta di tipo mediterraneo, può svolgere un ruolo nella protezione dell'integrità dei telomeri.[16]

Dieta mediterranea e olio di oliva modifica

 
Grafici radar degli impatti sulla salute e sull'ambiente ordinati per rango per porzione di cibo consumata al giorno.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Olio_di_oliva § Effetti_sulla_salute.

La dieta mediterranea è considerata il regime dietetico migliore e il suo utilizzo è correlato alla prevenzione delle malattie degenerative e alla longevità prolungata. Il consumo di olio d'oliva si distingue come la caratteristica più peculiare della dieta mediterranea. L'olio d'oliva ricco di vari composti bioattivi come l'acido oleanolico, l'oleuropeina, l'oleocantale e l'idrossitirosolo è noto per le sue proprietà antinfiammatorie e cardioprotettive. Recentemente studi in silico hanno indicato che i fitochimici presenti nell'olio d'oliva sono un potenziale candidato per agire contro la SARS-CoV-2.[17]

Il consumo di olio d'oliva è risultato vantaggioso per varie malattie croniche non trasmissibili. I componenti dell'olio d'oliva hanno potenti attività antinfiammatorie e quindi limitano la progressione di varie malattie legate all'infiammazione che vanno dall'artrite al cancro; anche se l'eccessiva assunzione giornaliera di olio d'oliva può causare aumento di peso corporeo e variazione dell'indice metabolico basale.[17]

In un consensus report condotto a Jaén (Spagna) nel 2018 è emerso che l'olio extravergine di oliva dovrebbe essere il grasso di scelta quando si tratta alla salute umana e all'agronomia sostenibile.[18]

Dieta mediterranea e carboidrati/fibre modifica

Una ricerca del 2019 pubblicata su The Lancet mostra che i risultati di studi prospettici e sperimentazioni cliniche associati ad assunzioni relativamente elevate di fibre alimentari e cereali integrali erano complementari e le evidenti prove dose-risposta indicano che le relazioni con diverse malattie non trasmissibili potrebbero essere causali. Si prevede che l'attuazione di raccomandazioni per aumentare l'assunzione di fibre alimentari e sostituire i cereali raffinati con i cereali integrali apporti benefici alla salute umana. Uno dei principali punti di forza dello studio è stata la capacità di esaminare gli indicatori chiave della qualità dei carboidrati in relazione a una serie di esiti di malattie non trasmissibili da studi di coorte e studi randomizzati in un singolo studio. I risultati mostrano una riduzione del rischio nella popolazione in generale piuttosto che in quelli con malattie croniche.[19]

La riduzione del rischio associata a una serie di esiti critici era maggiore quando l'assunzione giornaliera di fibre alimentari era compresa tra 25 gr 29 gr. Le curve dose-risposta hanno suggerito che un maggiore apporto di fibre alimentari potrebbe conferire un beneficio ancora maggiore per la protezione contro le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e il cancro del colon-retto e della mammella.[19]

Dieta mediterranea e microbioma modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Microbioma.
 
Panoramica schematica che illustra i vari effetti benefici per la salute della dieta mediterranea
 
Effetti della dieta mediterranea sulla popolazione dei principali gruppi batterici intestinali
(EN)

«... a Mediterranean-type dietary pattern is associated with specific gut microbiota characteristics»

(IT)

«... il modello dietetico di tipo mediterraneo è associato a specifiche caratteristiche del microbiota intestinale.»

Il microbiota intestinale è un ecosistema in evoluzione, contenente trilioni di batteri, continuamente modellato da molti fattori, come abitudini alimentari, stagionalità, stile di vita, stress, uso di antibiotici e/o malattie.[21]

Il microbioma intestinale svolge un ruolo importante, forse cruciale, nel metabolismo dei composti chimici presenti negli alimenti. Si stima che la sua capacità metabolica sia circa 100 volte maggiore della capacità del fegato, a causa della grande diversità di specie batteriche che formano la popolazione, e quindi del gran numero di geni che contengono.[22] Ci sono circa 10 12 batteri per grammo di contenuto del colon, che è il più alto accumulo di microrganismi mai osservato in qualsiasi ambiente.[23]

La dieta dell'ospite è uno dei modulatori più significativi dell'ecosistema microbico intestinale e delle sue attività metaboliche, le perturbazioni nel microbioma intestinale (disbiosi) sono correlate a forti associazioni con un'ampia gamma di malattie umane, tra cui obesità, sindrome metabolica, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari.[24] Il microbioma umano è costituito da una comunità batterica intestinale, che funziona collettivamente come un organo completamente unificato nel metabolismo dell'ospite, esso varia notevolmente tra le diverse specie ospiti e può essere modellato da interventi nutrizionali a lungo termine.[25] Analisi condotte su primati rivelano un'abbondanza significativamente maggiore dei generi Lactobacillus, Clostridium, Faecalibacterium e Oscillospira e una minore abbondanza di Ruminococcus e Coprococcus nei consumatori di dieta mediterranea rispetto ai consumatori di diete occidentali; inoltre in questi ultimi il rapporto Firmicutes-Bacteroides è più elevato econ un'abbondanza significativamente maggiore di famiglie Clostridiaceae e Lactobacillaceae.[25]

Una ricerca ha cercato di comprendere le complesse interazioni tra dieta, obesità e il microbioma intestinale di primati non umani (NHP), i dati conclusivi di questa ricerca mostrano che la dieta è il principale fattore di influenza della diversità batterica intestinale. Tuttavia, dieta e l'adiposità devono essere considerate insieme quando si analizzano i cambiamenti nell'abbondanza di specifici taxa batterici. È interessante notare gli NHP nutriti con la dieta mediterranea avevano una percentuale di grasso corporeo inferiore ed avevano una percentuale maggiore di Lactobacillus animalis rispetto alle loro controparti con più elevato grasso corporeo.[26]

«... l' elevato consumo di cibi ultraprocessati durante l'infanzia altera il metaboloma ed è associato ad un aumentato rischio di obesità. Con "effetto complessivo piuttosto drammatico sul metaboloma, in particolare durante l'infanzia."»

Dieta mediterranea e meccanismi immuno-patogenetici modifica

 
Composizione del termine microbioma contenente sia il microbiota (comunità di microrganismi) sia il loro "teatro di attività" (elementi strutturali, metaboliti / molecole segnale e condizioni ambientali circostanti)

La letteratura più recente ha dimostrato, sia in esseri umani e che in modelli animali sperimentali, che esiste una modulazione benefica del microbioma intestinale quando si segue una dieta in stile mediterraneo. Si sono visti, infatti, cambiamenti positivi nel microbioma intestinale di primati non umani che consumano una dieta in stile mediterraneo per almeno 30 mesi. È quindi razionale ipotizzare che questa modulazione positiva della diversità, composizione e funzione del microbioma intestinale sia uno dei principali fattori che intermediano gli effetti della dieta mediterranea sulla salute sull'ospite.[24]

Il microbioma come è noto dialoga attivaente con il sistema immunitario, e ciò spiega il meccanismo con cui la dieta, influenzando la composizione microbiomica intestinale, influenzi lo stato di salute dell'ospite. La dieta, infatti, è il più grande modulatore del crosstalk sistema immunitario-microbiota, molto interesse e nuove sfide stanno sorgendo nell'area della nutrizione di precisione come via verso per il trattamento e la prevenzione di malattie. È un dato di fatto che la dieta occidentalizzata (WD) è in parte responsabile dell'aumentata prevalenza di malattie non trasmissibili, con effetti negativi sia sul microbiota intestinale che sul sistema immunitario. Al contrario, altri approcci nutrizionali, come la dieta mediterranea (MD), influenzano positivamente il sistema immunitario e il microbiota intestinale. Questa ultima si propone non solo come potenziale strumento per la gestione clinica di diverse condizioni patologiche, ma anche per la prevenzione e la promozione della salute a livello globale.[28]

Le malattie non trasmissibili, sono: obesità, Diabete mellito di tipo 2, sindrome metabolica, CVD e IBD, tra gli altri; queste malattie sono tipicamente prevalenti nei paesi sviluppati, dove i modelli dieta occidentale WD sono la norma. La WD è caratterizzata da un elevato apporto di carboidrati e grassi saturi e include una "matrice alimentare" di bassa qualità, raffinata e ultra lavorata con zuccheri aggiunti e additivi. Al contrario, l'aderenza a una dieta mediterranea MD può alleviare l'infiammazione e la disbiosi del microbiota intestinale, grazie alla sua abbondanza di PUFA, fibre alimentari, polifenoli, vitamine e oligoelementi, tutti necessari per raggiungere un adeguato equilibrio di Th17 / Treg nell'ospite e garantire un diversità.[28]

Dieta mediterranea, microbioma e restrizioni dietetiche modifica

 
Il possibile ruolo del microbiota intestinale nell'interazione tra restrizioni dietetiche, funzioni di barriera intestinale, benefici per la salute e malattie non trasmissibili.

Studi sugli animali e sull'uomo hanno dimostrato una forte relazione tra restrizione alimentare e composizione del microbiota intestinale con cambiamenti nei tipi e nel numero di batteri intestinali. Questi cambiamenti del microbiota intestinale non sono solo associati a restrizioni dietetiche, ma potrebbero portare a diversi benefici per la salute legati alle malattie non trasmissibili. Il noto digiuno del Ramadan, che corrisponde a 17 ore di digiuno/giorno per un periodo di 29 giorni, infatti, determina un'aumento significativo di Akkermansia muciniphila (segno di salute metabolica)[29] e Bacteroides fragilis, batteri considerati membri sani del microbiota intestinale, insieme ad una riduzione significativa dei livelli sierici di glucosio a digiuno e di colesterolo totale in tutti i soggetti.[30] una meta-analisi mostra come il digiuno del Ramadan ha portato alla perdita di peso insieme ad una sostanziale riduzione del colesterolo totale e dei livelli di LDL e una piccola diminuzione dei livelli di trigliceridi.[31]

Un regime di digiuno a giorni alterni (every-other-day fasting EODF) stimola selettivamente lo sviluppo del grasso beige[32] all'interno del tessuto adiposo bianco e migliora notevolmente l'obesità, la resistenza all'insulina e la steatosi epatica. Infatti questo regime comporta uno spostamento nella composizione del microbiota intestinale che porta all'elevazione dei prodotti della fermentazione acetica e della fermentazione lattica e alla sovraregolazione selettiva dell'espressione del trasportatore monocarbossilato 1 nelle cellule beige.[33]

Infine si è visto che un regime dietetico con pasti regolari che include il consumo della colazione, consumando una percentuale maggiore di energia nelle prime ore della giornata, frequenza dei pasti ridotta (cioè, 2-3 pasti / giorno), e periodi di digiuno regolari possono fornire benefici fisiologici come infiammazione ridotta, ritmicità circadiana migliorata, aumento dell'autofagia e resistenza allo stress e modulazione del microbiota intestinale.[34]

Il digiuno ha un ruolo salutare per il corpo umano, come la maggior parte delle religioni ha suggerito per molti secoli perla salute dello spirito.[35]

Il digiuno periodico, sotto un aspetto religioso, è stato adottato dagli esseri umani per secoli come un percorso cruciale di purificazione spirituale. La restrizione calorica, con o senza esclusione di determinati tipi di cibo, è spesso una componente chiave. Il digiuno varia in modo significativo tra le diverse popolazioni a seconda delle abitudini culturali e delle condizioni climatiche locali. Il digiuno religioso in termini di modelli (continuo contro intermittente) e durata può variare da 1 a 200 giorni all'anno. In generale il digiuno religioso ha effetti benefici sul peso corporeo e sulla glicemia, marcatori di rischio cardiometabolico, e parametri di stress ossidativo.[36]

Nell'ambito della dieta mediterranea un particolare tipo di restrizione dietetica sembra offrire vantaggi salutistici sulle popolazioni che osservano questo regime di restrizione alimentare su base devozionale; infatti, la Chiesa Cristiana Ortodossa (Greek Orthodox Church COC) impone una dieta con un digiuno (ortodox fasting OF). questa dieta religiosa non prevede giorni di totale astinenza alimentare, ma include l'astinenza regolare a lungo termine dai prodotti di origine animale per metà dell'anno solare.[37] Il regime alimentare dei cristiani ortodossi costituisce una componente importante della dieta mediterranea di Creta, esso si caratterizza per i bassi livelli di acidi grassi saturi nella dieta, alti livelli di fibre e acido folico.[38]

Periodi e giorni di digiuno secondo le regole della Chiesa cristiana ortodossa (Rodopaios et al. 2019)[39]
Periodo Giorni di digiuno Restrizioni dietetiche aggiuntive1 Consumo di pesce
Quaresima: 6 settimane prima della Settimana Santa di Pasqua (cioè, pulito dal lunedì al sabato di Resurrezione di Lazzaro) 41 Evitare olio e vino tutti i giorni tranne i fine settimana e 9 marzo (festa dei Quaranta Martiri) Obbligatorio il 25 marzo (Annunciazione)
Settimana Santa: dal lunedì santo al santo Sabato 6 Evitare olio e vino tutti i giorni 2 --
Natale: dal 15 novembre al 24 dicembre 40 Evitare olio e vino Mercoledì, venerdì e vigilia di Natale Obbligatorio a novembre 21 (Presentazione della Vergine Maria); consentito dal 22 novembre al 17 dicembre
Dormizione (o Assunzione): dall'1 al 14 agosto 14 Evita olio e vino tutti i giorni tranne i fine settimana Obbligatorio il 6 agosto (Trasfigurazione di Cristo)
Santi Apostoli: 3 dal lunedì dopo la domenica di Ognissanti al 28 giugno 0 to 304 Mercoledì, venerdì e 28 giugno, a meno che non cada in un fine settimana (Natività di Giovanni Battista)
Giornate religiose importanti: 5 gennaio (vigilia dell'Epifania), 29 agosto (improvvisa testa di Giovanni Battista), 14 settembre (Esaltazione della Santa Croce) 3 Evita olio e vino, a meno che non cadano nei fine settimana --
Mercoledì e venerdì: 5 Tutti i mercoledì e i venerdì tranne quelli inclusi in due periodi di nessuna restrizione alimentare dopo Pasqua e Natale 55 a 636 Evitare l'olio e il vino a meno che non cadano nei giorni festivi designati Obbligatorio il mercoledì di metà Pentecoste e il mercoledì della sesta settimana dopo Pasqua.
Totale 159-197

Note:

  1. Oltre a evitare cibi di origine animale.
  2. Il consumo di olio e vino può essere tollerato durante il pranzo del Giovedì Santo, perché durante l'Ultima Cena si consumavano olio e vino.
  3. Così chiamata perché precede le due festività apostoliche: la festa dei Santi Pietro e Paolo (29 giugno) e il Concilio dei Dodici Apostoli (30 giugno).
  4. Questo varia perché il suo inizio dipende dalla festa mobile della Pasqua. Ad esempio, quando la Pasqua si celebra il 5 maggio, il digiuno dei Santi Apostoli non viene osservato.
  5. Il digiuno rigoroso è conservato come promemoria del tradimento (mercoledì) e della santa passione di Cristo (venerdì).
  6. Non contando mercoledì e venerdì compresi in tutti i periodi sopra descritti.

Questo digiuno ha effetti importanti sulla funzione cognitiva e sul benessere emotivo degli adulti sani, senza alterare i livelli delle vitamine e di ferro ematico.[37] Inoltre la dieta conn digiuno COC ha importanti effetti positivi sulla salute psicologica e mentale degli adulti di mezza età e sugli anziani.[37]

Con questo digiuno l'astinenza dai latticini e dalla carne non influisce negativamente sul metabolismo muscolo-scheletrico o sulla densità ossea.[40]

I potenziali aspetti negativi della (COC), sono principalmente attribuiti al ridotto apporto alimentare di vitamina D e Cobalamina e minerali (principalmente calcio).[41] Vi è una chiara evidenza dei benefici per la salute della rigorosa osservanza del regime dietetico proprio dei monaci del monte Athos, benefici ottenuti attraverso l'omeostasi ottimale dei lipidi e del glucosio; pur in presenza di ipovitaminosi profonda della vit. D e di un elevato ormone paratiroideo (PTH).[42]

Anche in Etiopia secondo la dottrina della chiesa ortodossa etiope viene seguita una dieta che prevede di evitare rigorosamente tutti i cibi di origine animale e saltare la colazione almeno fino all'ora di pranzo. In quese popolazioni osservanti questa dieta si è osservato un positivo effetto sulla salute con un miglioramento dei profili lipidici, della glicemia a digiuno e della composizione corporea.[43]

Osservazioni preliminari indicano come le restrizioni dietetiche potrebbero rallentare i cambiamenti legati all'età nei tipi e nel numero di batteri intestinali, che possono contrastare la disbiosi intestinale. Gli effetti benefici sul microbiota intestinale possono influenzare positivamente il metabolismo dell'ospite, la permeabilità della barriera intestinale e le funzioni cerebrali, e successivamente, posticipare l'insorgenza di malattie non trasmissibili prolungando la durata della salute.[35]

Dieta mediterranea e biomarcatori di stress ossidativo e infiammazione modifica

 33541846  33371637  31688893  33371638   29949894  29708409

Dieta mediterranea e malattie cardiovascolari modifica

 
Fattori legati allo stile di vita che affliggono il rischio cardiovascolare Sec. 2019 ACC/AHA Guideline on the Primary Prevention of Cardiovascular Disease: Executive Summary: A Report of the American College of Cardiology/American Heart Association Task Force on Clinical Practice Guidelines
PREDIMED, Lyon Heart Study, THIS-DIET
Uno studio ha prodotto i seguenti risultati:[44]
  • Entrambe le diete hanno ridotto la pressione sanguigna, la mediterranea con 6,0 mmHg in più rispetto alla vegana con 3,2 mmHg.
  • La dieta mediterranea non ha portato ad alcuna perdita di peso, mentre la dieta vegana ha portato a una perdita di peso media di -6 kg.
  • La dieta vegana ha portato a una perdita di 3,4 kg di grasso e 315 cm³ di grasso viscerale in meno .
  • Mentre la dieta mediterranea non ha avuto alcun effetto sul livello di colesterolo, la dieta vegana ha prodotto −18,7 mg / dL in meno di colesterolo totale e −15,3 mg / dL in meno di colesterolo LDL.

Lyon Heart Study modifica

Lo studio dei Sette Paesi, i ricercatori francesi Serge Renaud e Michel de Longeril hanno dimostrato nel Lyon Heart Study che la somministrazione di una dieta cretese a pazienti con infarto miocardico acuto ha ridotto del 70% il tasso di mortalità nei 27 mesi successivi all'episodio, rispetto alla dieta consigliata dall'American Heart Association.[45] Inoltre, dopo 4 anni la dieta cretese è stata associata a una riduzione del tasso di mortalità complessivo del 56% e ad una riduzione dell'incidenza del cancro del 61%. La dieta mediterranea ricca di acido alfa-linolenico sembra essere più efficiente, delle diete attualmente utilizzate, nella prevenzione secondaria di eventi coronarici e morte.[46]

LG:

  • 32956597
  • 31164311
  • 30910237

MA:

  • 32238384

Dieta mediterranea e malattie metaboliche modifica

Dieta mediterranea e diabete modifica

Molti studi condotti negli ultimi 20 anni hanno mostrato i benefici dello stile di vita mediterraneo per le persone a rischio di sviluppare, il diabete mellito di tipo 2(T2D).

Sulla base di diversi studi, la dieta mediterranea è inversamente correlata al diabete di tipo 2 e svolge un ruolo importante nella gestione del diabete di tipo 2. La combinazione e l'interazione di componenti della dieta mediterranea, come frutta, verdura, noci, legumi, cereali integrali, pesce e assunzioni moderate di vino rosso, che contengono nutrienti essenziali e proprietà benefiche per la salute, inclusi ricchi di fibre, alto contenuto di magnesio, alto contenuto di antiossidanti e alto contenuto di acidi grassi monoinsaturi (MUFA). Interazione e combinazione di questi nutrienti essenziali e proprietà di promozione della salute trovate per abbassare il peso corporeo, emoglobina glicata (HbA1c), lipoproteine ​​a bassa densità (LDL), stress ossidativo e migliorare il livello di lipoproteine ​​ad alta densità (HDL).[47]

Una ricerca metanalitica trova che il T2D è prevenibile cambiando lo stile di vita e la riduzione del rischio è sostenuta per molti anni dopo l'intervento attivo con alta certezza di evidenza. Quindi per la prevenzione a lungo termine del diabete possono essere raccomandati cambiamenti dietetici sani basati sulle attuali raccomandazioni e sul modello dietetico mediterraneo; per non potendo dimostrare i modo statisticamente significativo un minor rischio di complicanze cardiovascolari e microvascolari.[48]

Nel diabete mellito gestazionale (GDM) si è avuta una riduzione del 15-38% del rischio relativo seguendo dieta tra le quali spicca la dieta mediterranea, mentre un consumo frequente di patate, carne / carni lavorate e proteine ​​(% di energia) derivate da fonti animali era associato a un aumento del rischio di GDM.[49]

L'unicità della dieta mediterranea sta nella facilità con cui i suoi principali componenti sostengono l'omeostasi del diabete, sia migliorando la sensibilità all'insulina e il microbioma intestinale, sia stimolando azioni antinfiammatorie e antiossidanti. I semplici ingredienti di questo modello alimentare secolare continuano apparentemente a sconcertare gli scienziati e potrebbero essere rivoluzionari per il trattamento della "piaga del XXI secolo" come è stato definito il diabete di tipo 2.[50]

Dieta mediterranea e diabete gestazionale modifica

La dieta mediterranea con l'aggiunta di acido folico e olio di fegato di merluzzo sono suggeriti nelle donne in gravidanza a rischio di sviluppare il diabete gestazionale.[51]

Dieta mediterranea e ipertensione modifica

Dieta mediterranea e NAFDL/epatopatie modifica

Una revisione della letteratura condotta da ricercatori dell'Università di Bonn, pur in modo non conclusivo, ha mostrato come la dieta mediterranea ha comportato una significativa diminuzione della steatosi epatica nell'arco di 6 settimane.[52]

Studi osservazionali e clinici hanno indicato una tendenza per la relazione tra MD e steatosi epatica. Il miglioramento dei più importanti fattori di rischio della NAFLD, cioè BMI, trigliceridi sierici e resistenza all'insulina, può essere coinvolto in tale relazione.[53] In generale la MD può migliorare le misure antropometriche, il profilo lipidico, gli indici glicemici, gli enzimi epatici e gli indici di gravità della steatosi epatica non alcolica (Non Alcoholic Fatty Liver Disease NAFLD) nei pazienti con NAFLD.[54][55] È noto, infatti, come la NAFLD è una delle cause più comuni di malattia epatica cronica; ricerche mostrano come i modelli dietetici occidentali aumentino il rischio di NAFLD del 56%, al contrario il modello dietetico della dieta mediterranea riduce il rischio di questa malattia rispettivamente del 22%.[56]

Inoltre, la dieta mediterranea ha mostrato di essere protettiva su alcuni fattori di rischio cardiovascolare, rispetto ad una dieta di controllo. questa dieta può essere una opportunità per ridurre i fattori di rischio cardiovascolare nei pazienti NAFLD.[57] Inoltre, le modifiche dietetiche possono migliorare i trigliceridi sierici, il colesterolo totale e l'obesità nella NAFLD.[58]

Già nel 2013 ricercatori dell'University of Western Australia, Perth hanno dimostrato che un modello alimentare occidentale in un campione di popolazione generale nei soggetti di 14 anni è stato associato a un aumento del rischio di NAFLD a distanza di 3 anni, in particolare nel sottogruppo dei 14enni obesi. Gli AA concludono che negli adolescenti obesi centrali con NAFLD, un modello dietetico sano può essere protettivo, mentre un modello dietetico occidentale può aumentare il rischio.[59]

L'uso di yogurt addizionati con Lactobacillus acidophilus La5 e Bifidobacterium lactis Bb12, rispetto allo yogurt convenzionale ha mostrato una lieve capacità di ridurre i trigliceridi TCG plasmatici, spesso aumentati in corso di NAFDL.[60]

Dieta mediterranea e salute neonatale modifica

Dieta mediterranea e asma infantile modifica

Dieta mediterranea, dolore e malattie reumatiche modifica

Alcuni studi sia pure tutti in modo non conclusivo indicano un vantaggio a seguire una DM in caso di dolore da malattie reumatiche. La neuroplasticità disadattiva osservata nel dolore cronico può essere spiegata anche con l'assunzione di cibi trasformati a basso valore nutritivo che sono causa di stress ossidativo. Una ricerca preliminarmente conclude sostenendo che la qualità della dieta, la densità dei nutrienti e la perdita di peso possono essere tutti fattori coinvolti nella modulazione della fisiologia del dolore; occorrono tuttavia ulteriori studi per comprendere meglio il collegamento tra la dieta e come questa possa modulare la fisiologia correlata al dolore.[61] Altri studi ipotizzano una relazione tra la dieta e il dolore cronico tipico nelle patologie reumatiche ciò sempre in assenza di prove definitive a conferma di ciò.[62] Ciò vale anche per la fibromialgia, (FM) sindrome multifattoriale ad eziologia sconosciuta, dove sembra avere un ruolo positivo la componente psicologica correlata con la dieta vegetariana così come la dieta mediterranea, e con la relativa perdita di peso; confermando così una causa di tipo psicosomatico nella stessa malattia.[63]

Infine, uno studio australiano ha identificato gli effetti benefici della dieta mediterranea nel ridurre il dolore e aumentare la funzione fisica nelle persone che convivono con l'artrite reumatoide; ciò, sia pure, in modo non conclusivo.[64]

Altri studi, sia pure anch'essi in modo non conclusivo, non indicano particolari vantaggi a seguire una DM in caso di dolore da malattie reumatiche. Infatti, la dieta mediterranea può fare poca o nessuna differenza nel dolore o nell'attività della malattia e può aumentare leggermente il peso nei pazienti con artrite reumatoide, inoltre non è possibile stabilire chiaramente se la dieta mediterranea abbia alcun effetto sulla funzionalità, sulla rigidità mattutina o sulla qualità della vita per una modesta certezza dell'evidenze scientifiche.[65][66]

Va anche ricordato come i tassi di abbandono e di perdita di peso più elevati nei gruppi con manipolazione dietetica indicano che i potenziali effetti negativi non dovrebbero essere ignorati. Gli effetti della manipolazione dietetica, compresi i piani alimentari vegetariani, mediterranei ed elementari, e le diete di eliminazione sull'artrite reumatoide sono ancora incerti poiché gli studi inclusi sono piccoli con rischio di bias da moderato ad alto.[67]

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Dieta mediterranea e salute del cavo orale modifica

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Dieta mediterranea e osteoporosi/rischio fratture modifica

La letteratura scientifica mostra una carenza delle ricerche atte a comprendere la relazione tra la dieta mediterranea e la salute muscolo-scheletrica in tutte le età;[68][69] Ciò benché la MedDiet ha mostrato un effetto preventivo generale, sopratutto per alcuni esiti cardiovascolari intermedi come la pressione sanguigna, i lipidi, l'obesità, la sindrome metabolica e il diabete. Inoltre, sono stati riscontrati benefici anche per diversi tipi di cancro, funzioni cerebrali (inclusi cognizione, umore e, in misura minore, morbo di Parkinson) e mortalità.[70]

Una ricerca iraniana indica però un vantaggio; infatti, l'aderenza alla MD era associata a un ridotto rischio di frattura nonché a una densità minerale ossea (BMD) più elevata mediamente.[71]

Dieta mediterranea e salute mentale modifica

Nel 2006 uno studio ha scoperto che la dieta mediterranea può proteggere dall'Alzheimer.[72]

Nel 2016, una revisione sistematica ha rilevato che una dieta mediterranea è associata a un miglioramento delle prestazioni cognitive e a un ridotto rischio di demenza. Poiché la maggior parte degli studi erano epidemiologici, non è possibile affermare in modo definitivo se esista una relazione causale.[73]

Uno studio del 2021 ha dimostrato come la dieta mediterranea in soggetti che hanno seguito questa dieta più rigorosamente, il rischio di sviluppare la demenza è stato ridotto del 20%. Nel complesso, il rischio di demenza è diminuito quanto più rigorosamente è stata seguita la dieta mediterranea".[74]

Dieta mediterranea e disturbi del sonno modifica

 
A livello cellulare, quasi tutte le singole cellule e, quindi, i sistemi di organi hanno i propri orologi intrinseci. Poiché questi orologi cellulari (ad esempio fibroblasti, cellule adipose, muscoli) e basati sugli organi (ad esempio, fegato, pancreas, intestino) eseguono periodi di durata intrinsecamente diversi, i diversi sistemi fisiologici devono essere allineati in schemi coerenti. Fondamentalmente, l'orologio circadiano principale consente all'organismo di allineare in modo ottimale i ritmi fisiologici comportamentali e intrinseci chiave al ciclo luce-buio esterno di 24 ore

Crescenti prove scientifiche suggeriscono che la dieta e il sonno possano essere correlati. Il consumo di cibi sani è stato associato a una migliore qualità del sonno, mentre una maggiore assunzione di cibi elaborati e ricchi di zuccheri liberi è stata associata a caratteristiche del sonno peggiori.[75] Inoltre, il potenziale infiammatorio della dieta sembra essere associato alla qualità del sonno negli adulti.[76]

È stato osservato, in un campione di adulti italiani, come un'elevata aderenza a una dieta mediterranea è associata a una migliore qualità del sonno sia per effetti diretti sulla salute che per effetti indiretti attraverso il miglioramento dello stato di peso.[77]

Uno studio dimostra che una buona qualità del sonno e l'aderenza alla dieta mediterranea migliorano il rendimento scolastico in un campione composto da 334 studenti infermieri, con un'età media di 21,84 anni.[78] Inoltre, l'influenza dell'aderenza alla dieta mediterranea sul rendimento scolastico è stata mediata dalla qualità del sonno negli adolescenti.[79]

Ricercatori spagnoli hanno verificato come una maggiore aderenza alla dieta mediterranea, un maggior apporto di frutta e olio d'oliva e un minor apporto di carne rossa e sottoprodotti sono stati associati a una migliore qualità del sonno durante il decorso della gravidanza, soprattutto tra le donne sedentarie.[80]

In uno studio, pubblicato nel 2020, chi dormiva bene aveva un BMI (indice di massa corporea) e circonferenza della vita (WC) inferiore e manteneva una maggiore aderenza alla dieta mediterranea rispetto a chi dormiva male. Il consumo del modello dietetico MD piuttosto che l'assunzione di un singolo nutriente ha un effetto benefico sulla qualità del sonno.[81]

La valutazione del cronotipo dovrebbe essere presa in considerazione nella gestione dell'obesità e nello sviluppo di strategie nutrizionali; infatti si è osservato come il cronotipo serale era associato a uno stile di vita malsano e una bassa aderenza alla MD.[82] Infatti, i soggetti con cronotipo serale hanno seguito uno stile di vita malsano rispetto ad altri cronotipi e svolgevano un'attività meno regolare ed erano più frequentemente fumatori comportanto ciò che il cronotipo serale ha un rischio maggiore di essere associato a Diabete di tipo 2 e CVD.[83]

Dieta mediterranea e malattie neuro-degenerative modifica

Uno studio del 2015 ha rilevato che tra gli anziani, l'aderenza al MeDi era associata a una minore atrofia cerebrale, con un effetto simile a 5 anni di invecchiamento. Una maggiore assunzione di pesce e una minore assunzione di carne potrebbero essere i 2 elementi alimentari chiave che contribuiscono ai benefici di MeDi sulla struttura cerebrale. Infatti, la maggiore aderenza a una dieta di tipo mediterraneo (MeDi) è correlata a un volume cerebrale o spessore corticale maggiore misurato con la risonanza magnetica.[84] Questa scoperta è stata confermata in un successivo studio condotto a Rotterdam su 4.447 soggetti, sui quali si è visto che un elevato apporto di verdura, frutta, cereali integrali, noci, latticini e pesce e un basso apporto di bevande contenenti zucchero sono stati associati a volumi cerebrali più grandi; con un maggiore volume del cervello, volume della materia grigia, volume della sostanza bianca e volume dell'ippocampo. Suggerendo che che l'effetto della nutrizione sulla neurodegenerazione può agire attraverso la struttura del cervello.[85] Questa cosa è cofermata anche da altri studi.[86][87][88]

Uno studio del 2018 ha stimato che una maggiore aderenza al MeDi fornisce da 1,5 a 3,5 anni di protezione contro la malattia di Alzheimer.[89]

Una dieta sana può ridurre lo stress ossidativo e l'infiammazione e l'accumulo di β-amiloide e di conseguenza essa può ridurre il rischio di AD.[90] Uno studio del 2021 ha rilevato che:

  • la maggiore aderenza MeDi correlata a un volume di materia grigia mediotemporale maggiore,
  • la MeDi ha moderato favorevolmente le associazioni tra rapporto Aβ42 / 40, pTau181 e atrofia mediotemporale.

concludendo che: la MeDi è fattore protettivo contro il declino della memoria e l'atrofia mediotemporale. È importante sottolineare che queste associazioni potrebbero essere spiegate da una diminuzione dell'amiloidosi e della patologia tau.[91]

La dieta mediterranea nella sua accezione più estesa comprende anche una attiva attività fisica, e se si misura questa con opportune metodiche cliniche si rileva che una maggiore forma fisica era associata a più volume cerebrale e maggiore integrità della sostanza bianca misurata 5 anni dopo negli adulti di mezza età.[92]

Intervento mirato sulla prevenzione dei disturbi cognitivi della tarda età attraverso l'intervento dietetico in adulti più anziani cognitivamente sani, non ha dato risultati definitivi anche se sembra che i supplementi nutraceutici con polifenoli e flavonoidi siano di una qualche utilità, mentre sono meno convincenti le prove dell'utilità dell'omocisteina e degli antiossidanti. Infine, vi è un'elevata evidenza che la supplementazione di proteine ​​ha migliorato i domini cognitivi specifici e lo stato funzionale negli anziani prima dell'inizio dei sintomi clinici della patologia.[93][94]

In generale gli effetti positivi dei modelli dietetici tra cui le diete mediterranee, Dietary Approaches to Stop Hypertension (DASH) e Mediterranean-DASH Intervention for Neurodegenerative Delay (MIND) sui risultati di salute cognitiva negli anziani sono confermate per tutti GLi alimentI a base vegetale, ricchi di acidi grassi poli e monoinsaturi e con un minor consumo di alimenti trasformati.[95] Questi approcci preventivi, non esistendo una cura per la demenza, hanno un urgente bisogno di essere implementati; ai componenti di questi modelli dietetici, in particolare l'olio d'oliva viene riconosciuto essere associato a un minore declino cognitivo.[96][97]

Secondo ricercatori tedeschi la dieta mediterranea, il pesce e il tè potrebbero essere inversamente associati a disturbi neurodegenerativi come l'Alzheimer (AD) e il Parkinson (PD). Tuttavia, la qualità delle prove era generalmente bassa, suggerendo che ulteriori studi potrebbero modificare le stime complessive.[98] Alla stessa conclusione arrivano alcuni ricercatori spagnoli riguardo il consumo degli acidi grassi n-3 nella dieta e l'aderenza alla dieta mediterranea circa la possibilità dirallentare il declino cognitivo correlato all'età.[99]

Fattori di rischio non genetici modifica

Nonostante le revisioni generali disponibili su singoli fattori o malattie che contribuiscono alla loro insorgenza, nessuno studio ha sistematicamente individuato i rischi non puramente genetici e / o fattori protettivi per malattie neurologiche croniche. Un'indagine condotta da ricercatori greci ha individuato per la prima volta i fattori di rischio non genetici per le varie patologie neurodegenerative, trovando che:[100]

  • La dieta mediterranea era associata a un minor rischio di demenza, malattia di Alzheimer (AD), deterioramento cognitivo, ictus e malattie neurodegenerative in generale.
  • Il consumo di caffè e l'attività fisica erano fattori protettivi per la malattia di Parkinson (PD) e AD demenza.
  • Un aumento del rischio di PD è associato abassi livelli di acido urico.
  • Il fumo era associato a un rischio elevato di sclerosi multipla e demenza, ma a un rischio inferiore di PD.
  • L'ipertensione era associata a un minor rischio di PD ma a un più alto rischio di demenza.
  • L'esposizione professionale cronica al piombo era associata a un rischio più elevato di sclerosi laterale amiotrofica.
  • La depressione in età avanzata era associata a un rischio più elevato di AD e qualsiasi forma di demenza.

Dieta mediterranea e tumori modifica

Ricercatori dell'Università di Vienna nel 2015 hanno rilevato, analizzando una popolazione complessiva di 1.784.404 soggetti, che la dieta mediterranea è inversamente correlata a varie forme di tumore; rilevando come l'aderenza alla dieta mediterranea è associata a un minor rischio di mortalità per cancro complessiva, nonché all'incidenza di cancro del colon-retto, mammario, gastrico, prostata, fegato e testa e collo. Se prendiamo in considerazione il numero di osservazioni che riportano un effetto benefico della dieta mediterranea nella protezione anche contro altre malattie croniche, sembra ragionevole promuovere il modello dietetico della dieta mediterranea.[101]

Nel 2017 una meta-analisi aggiornata conferma un'importante associazione inversa tra l'aderenza a un dieta mediterranea e la mortalità per cancro e il rischio di diversi tipi di cancro, in particolare il cancro del colon-retto. Questi effetti benefici osservati sono principalmente guidati da maggiori assunzioni di frutta, verdura e cereali integrali. Inoltre, è stato rilevata per la prima volta una piccola diminuzione del rischio di cancro al seno (6%).[102]

Nel 2021 una meta-analisi sull'aderenza alla dieta mediterranea e il rischio di cancro, condotta su 117 studi con3.202.496 partecipanti, ha stabilito che: la massima aderenza alla dieta mediterranea era correlata a un minor rischio di mortalità per cancro nella popolazione generale e mortalità per tutte le cause tra i sopravvissuti al cancro, nonché per i tumori del colon-retto, della testa e collo, respiratorio, gastrico, fegato e per il rischio di cancro alla vescica. Mentre non ha modificato il rischio di cancro al sangue, all'esofago, al pancreas e alla prostata.[103]

Dieta mediterranea e tumore alla mammella modifica

Dieta mediterranea e tumore gastro-intestinale modifica

Dieta mediterranea e tumore al colon-retto modifica

È noto che la composizione del microbiota intestinale umano influenza allo stato di salute dell'uomo. Si è osservato, in una ricerca, un cambiamento di composizione nel microbiota dei pazienti con cancro del colon con possibile impatto sulla risposta immunitaria della mucosa con una predominanza di Bacteroides/Prevotella. Questi ricerca suggerisce che la risposta immunitaria disturbata nei tessuti del cancro del colon (CRC) con una sovrapproduzione di (IL-17) che esacerbava la malattia probabilmente dovuta ai Bacteroides. Inoltre, gli aumenti dei Bacteroides nelle feci e/o delle cellule immunoreattive IL-17 nella mucosa normale sembrano essere promettenti marcatori sensibili.[104]

Diversi studi hanno dimostrato che i polifenoli che formano l'olio d'oliva, il licopene, il resveratrolo e la capsaicina hanno molteplici proprietà antitumorali che influenzano diverse vie metaboliche coinvolte nella cancerogenesi, nell'apoptosi e nelle metastasi nelle linee cellulari CRC; questo è il razionale che support dell'uso della dieta mediterranea nella chemioprevenzione del carcinoma del colon-retto.[105]

L'elevata aderenza alla dieta mediterranea è risultata statisticamente significativa associata al rischio di cancro del colon-retto, probabilmente coinvolgendo la via del fattore di crescita tumorale-β (legato al polimorfismo RS4939827 nel GENE SMAD7) in questo tipo di cancro.[106]

Dieta mediterranea e tumore alla prostata modifica

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Dieta mediterranea e epatocarcinoma modifica

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Dieta mediterranea e malattie renale cronica modifica

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Dieta mediterranea e salute riproduttiva modifica

Dieta mediterranea e obesità modifica

Dieta mediterranea e degenerazione maculare senile (AMD) modifica

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Dieta mediterranea e sarcopenia modifica

La dieta mediterranea è ricca di sostanze nutritive che possono essere importanti per una ottimale salute muscolo-scheletrica. La relazione tra una dieta mediterranea e gli esiti muscolo-scheletrici (frattura, densità minerale ossea, osteoporosi, sarcopenia) in qualsiasi fascia di età. È stata studiata in due studi di tipo metaanalitico; il primo studio non trova una relazione significativa tra la dieta e la salute ossea.[68]

Il secondo studio condotto in UK valuta la sarcopenia degli anziani trovando che un maggiore apporto di frutta e verdura è stato associato a una migliore funzione muscolare negli studi osservazionali, ma le prove dagli studi di intervento erano scarse. *I latticini non liquidi sono stati utili per la massa muscolare sia negli studi osservazionali che in quelli di intervento. C'erano prove moderate del ruolo di questi alimenti nella forza muscolare e nella sarcopenia. Inoltre, non vi sono prove definitive sui benefici di altri cibi integrali (p. Es., Pesce, uova) per la salute muscolare negli anziani.[107]

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Dieta mediterranea e indici di aderenza modifica

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Dieta mediterranea e qualità di vita modifica

Studio The Lancet - Effetti sulla salute dei rischi alimentari in 195 paesi modifica

La Fondazione Bill & Melinda Gates ha finanziato un progetto di ricerca mondiale, coinvolgendo nello studio ricercatori di molti paesi del mondo, sugli Effetti sulla salute dei rischi alimentari in 195 paesi: un'analisi sistematica per il Global Burden of Disease Study 2017, questa ricerca il 3 aprile 2019 si è concretizzata in una pubblicazione del The Lancet.[108]

Le malattie non trasmissibili o NCD è noto sono strettamente correlate con il regime dietetico seguito; questo studio mirava a valutare il consumo dei principali alimenti e nutrienti in 195 paesi e quantificare l'impatto della loro assunzione non ottimale sulla mortalità e morbilità delle malattie non trasmissibili. Lo studio ha studiato soggetti adulti di età pari o superiore a 25 anni, valutando l'assunzione di ciascun fattore dietetico, la dimensione dell'effetto del fattore dietetico sull'endpoint della malattia e il livello di assunzione associato al minor rischio di mortalità. Quindi, utilizzando frazioni attribuibili alla popolazione specifica per malattia, attesa di vita corretta per disabilità in inglese (Disability-adjusted life year DALY), abbiamo calcolato il numero di decessi e DALY attribuibili alla dieta per ciascun esito di malattia.

 
Disability-adjusted life year

Consumo dei principali alimenti e sostanze nutritive modifica

I risultati della ricerca possono così essere riassunti:

  1. Nel 2017, 11 milioni di decessi (intervallo di incertezza al 95% [IU]) e 255 milioni di DALY erano attribuibili a fattori di rischio dietetici.
  2. Elevato apporto di sodio (3 milioni morti e 70 milioni DALY),
  3. basso apporto di cereali integrali (3 milioni morti e 82 milioni DALY) e il
  4. basso consumo di frutta (2 milioni morti e 65 milioni DALY)

questi sono stati i principali fattori di rischio dietetico per decessi e per DALY a livello globale. I dati dietetici provenivano da fonti miste e non erano disponibili per tutti i paesi, ciò ha aumentato l'incertezza statistica delle stime.

 
Assunzione standardizzata per età di fattori dietetici tra gli adulti di età pari o superiore a 25 anni a livello globale e regionale nel 2017.

La ricerca comporta la consapevolezza della necessità di migliorare la dieta in tutte le nazioni; infatti, questo studio fornisce un quadro completo del consumo di 15 fattori dietetici in tutte le nazioni e quantifica il potenziale impatto dell'assunzione non ottimale di ciascun componente della dieta sulla mortalità e morbilità per malattie croniche in 195 paesi. Inoltre, questo studio caratterizza la relazione tra dieta e sviluppo e valuta le tendenze del carico di malattia attribuibile alla dieta dal 1990 al 2017. Altri elementi emersi nella ricercaa livello globale sono stati:

  • Il consumo di bevande zuccherate (49 g al giorno) era di gran lunga superiore all'assunzione ottimale.
  • Il consumo globale di carne lavorata (4 g al giorno era del 90% superiore alla quantità ottimale) e l'assunzione globale di carne rossa (27 g al giorno) è stata del 18% superiore all'assunzione ottimale.
  • Il sodio (6 g al giorno era del 86% superiore alla quantità ottimale) di gran lunga superiore ai livelli ottimali.
  • Gli uomini generalmente avevano un'assunzione maggiore di cibi sani e malsani rispetto alle donne.
  • L'assunzione di cibi sani e malsani era generalmente più alta tra gli adulti di mezza età (50-69 anni) e più bassa tra i giovani adulti (25-49 anni) con poche eccezioni.
  • La più alta assunzione di bevande zuccherate e legumi è stata osservata tra i giovani adulti e ha mostrato una tendenza decrescente con l'età.

Mentre a livello regionale sono stati:

  1. A livello regionale, nel 2017, l'assunzione di tutti i cibi sani è stata inferiore al livello ottimale in tutte le 21 regioni GBD ( figura 1).

Le uniche eccezioni erano l'assunzione di verdure nell'Asia centrale, frutti di mare acidi grassi omega-3 nell'Asia Pacifico ad alto reddito e legumi nei Caraibi, nell'America Latina tropicale, nell'Asia meridionale, nell'Africa subsahariana occidentale e nell'Africa subsahariana orientale.

  1. Tra i gruppi di alimenti malsani, il consumo di bevande zuccherate con sodio e zucchero era superiore al livello ottimale in quasi tutte le regioni.
  2. Il consumo di carne rossa era più alto in Australasia, America Latina meridionale e America Latina tropicale. Il Nord America ad alto reddito ha avuto la più alta assunzione di carne lavorata, seguita dall'Asia Pacifico e dall'Europa occidentale ad alto reddito.
  3. La più alta assunzione di grassi trans è stata osservata nel Nord America ad alto reddito, nell'America Latina centrale e nell'America Latina andina.

Impatto complessivo della dieta sulla mortalità modifica

 
Fig. 2 - Tasso di mortalità standardizzato per età per 100000 abitanti (A) e tasso DALY per 100000 abitanti (B) attribuibile alla dieta nel 2017.
 
Fig. 3 - Numero di decessi e DALY e tasso di mortalità standardizzato per età e tasso DALY (per 100.000 abitanti) attribuibili a rischi dietetici individuali a livello globale e SDI nel 2017.

A livello globale si è osservato che (Vedi Fig. 2):

  • Le malattie cardiovascolari sono state la principale causa di decessi correlati all'alimentazione (10 milioni morti) e DALY (207 milioni DALY), seguiti da
  • i tumori (913 090 morti e 20 milioni DALY) e
  • il diabete di tipo 2 (338 714 decessi e 24 milioni DALY).
  • Più di 5 milioni (95% IU 5-5) di decessi correlati all'alimentazione si è verificato tra gli adulti di età inferiore ai 70 anni.
  • Nelle 21 regioni GBD, nel 2017, in Oceania sono stati osservati i più alti tassi per età di tutti i decessi correlati all'alimentazione e di DALY tra gli adulti di età pari o superiore a 25 anni.
  • I tassi più bassi di tutti i decessi correlati all'alimentazione tra gli adulti (di età pari o superiore a 25 anni) sono stati osservati nell'Asia del Pacifico ad alto reddito.
  • Le regioni con i più alti tassi di decessi per malattie cardiovascolari legate all'alimentazione e DALY erano l'Asia centrale e l'Oceania.
  • La mortalità per cancro correlata alla dieta e i tassi di DALY erano più alti nell'Asia orientale e più bassi in Nord Africa e Medio Oriente.
  • L'Oceania ha avuto il più alto tasso standardizzato per età di morti per diabete legate all'alimentazione e DALY, e l'Asia Pacifico ad alto reddito ha avuto il tassi più bassi.
  • Le percentuali di decessi e di DALY più basse si sono verificate nell'Europa occidentale, nell'Africa subsahariana occidentale e nel sud-est asiatico.
  • l'Egitto ha registrato il più alto tasso standardizzato per età di tutti i decessi correlati all'alimentazione mentre il Giappone ha avuto il tasso più basso.ù
  • La Cina ha avuto i più alti tassi standardizzati per età di decessi per malattie cardiovascolari e anche i più alti tassi di decessi per cancro legate all'alimentazione.
  • Il Messico ha avuto i più alti tassi di decessi per diabete di tipo 2 correlato alla dieta.
  • Il Giappone ha registrato il tasso più basso di decessi e DALY per malattie cardiovascolari legate all'alimentazione e decessi per diabete.
  • Le percentuali più elevate di decessi per malattie cardiovascolari legate all'alimentazione e DALY nel 2017 sono state osservate in Pakistan,
  • i decessi per cancro e DALY in Cina e
  • i decessi per diabete di tipo 2 e DALY negli Stati Uniti.
  • Le percentuali più basse di decessi per malattie cardiovascolari e DALY sono state osservate in Turchia dei decessi e dei DALY),
  • i decessi per cancro e DALY in Egitto, e
  • i decessi per diabete di tipo 2 e DALY in Bangladesh.

Nel 2017, più della metà dei decessi correlati all'alimentazione e due terzi dei DALY correlati all'alimentazione erano attribuibili a un'elevata assunzione di sodio (3 milioni [95% UI] morti e 70 milioni DALY), basso consumo di cereali integrali (3 milioni morti e 82 milioni DALY) e basso consumo di frutta (2 milioni morti e 65 milioni DALY.). (Vedi figura 3)

  • L'elevata assunzione di sodio era il principale rischio alimentare di decessi e DALY in Cina, Giappone e Tailandia.
  • Il basso consumo di cereali integrali è stato il principale fattore di rischio alimentare per decessi e DALY negli Stati Uniti, in India, Brasile, Pakistan, Nigeria, Russia, Egitto, Germania, Iran e Turchia.
  • In Bangladesh, il basso consumo di frutta era il principale rischio alimentare associato a decessi e DALY.
  • In Messico, il basso apporto di noci e semi si è classificato al primo posto per decessi legati all'alimentazione e DALY.
  • L'elevato consumo di carne rossa, carne lavorata, grassi trans e bevande zuccherate con zucchero era all'ultimo posto nella classifica dei rischi dietetici per decessi e DALY per la maggior parte dei paesi ad alta popolazione.

Inoltre, una dieta non ottimale è responsabile di più morti rispetto a qualsiasi altro rischio a livello globale, incluso il fumo di tabacco; e ancora la nostra valutazione mostra che i principali fattori di rischio alimentare per la mortalità sono le diete ricche di sodio, povere di cereali integrali, povere di frutta, povere di noci e semi, povere di verdure e povere di acidi grassi omega-3; ciascun fattore alimentare rappresenta oltre il 2% dei decessi globali.

Studi derivati dal: the Global Burden of Disease Study 2017 modifica

Lo studio Health effects of dietary risks in 195 countries, 1990-2017: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2017 ha dato origine ad una serie di ulteriori ricerche su specifici aspetti della salute delle popolazioni. Tra questi vanno segnalati:

  • GBD 2017 Stomach Cancer Collaborators. The global, regional, and national burden of stomach cancer in 195 countries, 1990-2017: a systematic analysis for the Global Burden of Disease study 2017. Lancet Gastroenterol Hepatol. 2020 Jan;5(1):42-54. doi: 10.1016/S2468-1253(19)30328-0. Epub 2019 Oct 21. Erratum in: Lancet Gastroenterol Hepatol. 2020 Mar;5(3):e2. PMID: 31648970; PMCID: PMC7033564.
  • GBD 2017 Colorectal Cancer Collaborators. The global, regional, and national burden of colorectal cancer and its attributable risk factors in 195 countries and territories, 1990-2017: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2017. Lancet Gastroenterol Hepatol. 2019 Dec;4(12):913-933. doi: 10.1016/S2468-1253(19)30345-0. Epub 2019 Oct 21. Erratum in: Lancet Gastroenterol Hepatol. 2020 Mar;5(3):e2. PMID: 31648977; PMCID: PMC7026697.
  • Xia Y, Wu Q, Wang H, Zhang S, Jiang Y, Gong T, Xu X, Chang Q, Niu K, Zhao Y. Global, regional and national burden of gout, 1990-2017: a systematic analysis of the Global Burden of Disease Study. Rheumatology (Oxford). 2020 Jul 1;59(7):1529-1538. doi: 10.1093/rheumatology/kez476. PMID: 31624843.
  • Dai H, Much AA, Maor E, Asher E, Younis A, Xu Y, Lu Y, Liu X, Shu J, Bragazzi NL. Global, regional, and national burden of ischemic heart disease and its attributable risk factors, 1990-2017: results from the global Burden of Disease Study 2017. Eur Heart J Qual Care Clin Outcomes. 2020 Oct 5:qcaa076. doi: 10.1093/ehjqcco/qcaa076. Epub ahead of print. PMID: 33017008.
  • Dai H, Lotan D, Much AA, Younis A, Lu Y, Bragazzi NL, Wu J. Global, Regional, and National Burden of Myocarditis and Cardiomyopathy, 1990-2017. Front Cardiovasc Med. 2021 Feb 11;8:610989. doi: 10.3389/fcvm.2021.610989. PMID: 33644130; PMCID: PMC7904878.

Primo parco mondiale dello stile di vita mediterraneo modifica

«“Non invidio a Dio il Paradiso, perché sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia”.»

Il Primo parco mondiale dello stile di vita mediterraneo o Primo parco mondiale, policentrico e diffuso dello stile di vita mediterraneo nasce il 23 Settembre 2020 a Caltanissetta con l'intento strategico di valorizzare i modelli di vita legati alla dieta mediterranea.[110] Dieta mediterranea riconosciuta dall'UNESCO nel 2010 come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità per il suo valore nutrizionale e culturale di eccellenza mondiale.[111]

Il parco è collocato nella Sicilia centrale e coinvolge, in una prima fase, secondo un percorso a cerchi concentrici, circa 80/100 comuni e, a regime, circa 150 comuni.[112]

Fanno parte del parco i comuni:

  • 22 comuni del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta,
  • 20 comuni del Libero Consorzio Comunale di Enna,
  • 24 circa dei 43 Comuni del Libero consorzio Comunale di Agrigento, tra Bivona e Canicatti (a regime, tutti i 43 comuni agrigentini),
  • 10 Comuni del Calatino circa (a regime tutti i 15 Comuni del Calatino),
  • 13 Comuni dell’area sicana e madonita palermitana,
  • 5 Comuni dei Nebrodi occidentali (versante sud).

A regime, saranno integrati circa 10 Comuni etnei occidentali e circa 15 Comuni dell’Altipiano ibleo.

Fanno parte del parco gli Enti:

  • I.Di.Med. (Istituto per la Promozione e la Valorizzazione della Dieta del Mediterranea)[113]
  • Slow Food Sicilia

Storia modifica

Il 23 Settembre 2020 a Caltanissetta nasce il Primo parco mondiale dello stile di vita mediterraneo, esso è un progetto di area cui sono coinvolti circa 130 soggetti istituzionali e non; soggetti che sono preseti nei territori del nisseno, dell’agrigentino, dell’ennese, del palermitano e del catanese. L’obiettivo di questo parco è quello è di puntare alla valorizzazione e allo sviluppo dei territori della Sicilia centrale. Il Comune di Caltanissetta è l'ente capofila garante della progettualità, mentre il progetto è nato da un'idea di Giuseppe De Santis con il patrocinio dell’ANCI.[109] Principi ispiratori cui dichiaratamente è ispirato il progetto sono:

I promotori del “Primo Parco mondiale, policentrico e diffuso, dello Stile di Vita Mediterraneo”, presso la III Commissione Attività Produttive dell’ARS, si è svolto l’incontro di audizione dei promotori del “Primo Parco mondiale, policentrico e diffuso, dello Stile di Vita Mediterraneo”, per valutare il disegno di legge n. 547 “Norme per la valorizzazione ed il riconoscimento della Dieta Mediterranea”.[114]

In data 24 giugno 2021 si è svolto a Caltanissetta la prima riunione tecnica con l'istituzione di 3 tavoli tecnici:[115]

  1. tavolo sui camminamenti lenti, rete dei paesaggi mediterranea, rete della mobilità e logistica;
  2. rete delle cucine e delle ludoteche;
  3. rete dei borghi e dei castelli.

I tre tavoli hanno prodotto dei documenti programmatici che serviranno per impostare le future progettualità del parco.

Scopo modifica

L'obiettivo primario del progetto del Parco e quello del recupero dell’identità del territorio facendo leva sui due principali pilastri dell’economia siciliana (primi fra tutti agricoltura e turismo), insieme alla universalmente riconosciuta caratteristica del popolo siciliano: il senso di comunità ed ospitalità.[116] Scopo del progetto è quello di mettere in rete condividendo le esperienze e iniziative dei soggetti partecipanti, al fine di promuovere lo stile di vita mediterraneo a vantaggio delle future generazioni. Sono tre gli scopi dichiarati del Parco:[109]

  • creare una grande comunità dello stile di vita mediterraneo,
  • incentivare il turismo in chiave esperienziale e
  • migliorare le performances dell’export siciliano.

L’elaborazione di un Patto di Comunità, tra tutti gli aderenti al progetto, costituisce uno strumento fondamentale per il rilancio culturale, sociale ed economico del territorio della Sicilia centrale, così da poter sviluppare, unitamente ad attività di supporto, la diffusione e la promozione dell’iniziativa del Parco.[116]

Percorsi di rete modifica

Sono 10 + 1, comune a tutti, i percorsi di messa in condivisione (rete) che agiscono su specifici temi strategicamente scelti. I temi o reti scelti sono:

Sintesi delle reti progettuali
1 Rete Descrizione
1 Camminamenti lenti Rete di mobilità dolce dei cammini e delle vie di Sicilia, percorsi a piedi, a cavallo ed in bicicletta, per svariate motivazioni (per fede, svago, sport, etc.). La rete strutturerà le singole vie e le promuoverà a livello internazionale in un unico sistema per offrirle al mondo.
2 Paesaggi mediterranei Rete di promozione planetaria, attraverso sistemi digitali, dei 250 paesaggi locali presenti, cosi come definiti dalle Soprintendenze.
3 Cucine mediterranee Rete che prevede per ogni Comune dell’area del Parco la nascita di una cucina dello stile di vita mediterraneo, con annesso orto didattico, differentemente declinata in base alla grandezza del Comune ospitante.
4 Ludoteche mediterranee Rete che prevede la nascita di una ludoteca in ogni città del Parco.
5 Castelli e dei Borghi I nostri castelli e borghi pensati non solo come luoghi di cultura ma come un circuito commerciale (anche e-commerce) per la promozione e la vendita dei panieri dello stile di vita mediterraneo.
6 Biodiversità mediterranea Rete della biodiversità vegetale ed agricola, della rete ecologica siciliana (RES), della filiera agricola, agroalimentare ed enogastronomica e della filiera turistica.
7 Mediateche mediterranee Rete composta da erogatori culturali che, in maniera crossmediale, anche attraverso l’uso dell’immaginario collettivo ed il cinema, per mezzo di tutte le arti siano capaci di valorizzare l’identità mediterranea. Gli ambiti di base sono i seguenti:
  • Storia;
  • Letteratura, linguistica, semiotica;
  • Teatro
  • Storia dell’Arte (siciliana e mediterranea) – Patrimonio culturale classico, medioevale, moderno e contemporaneo;
  • Antropologia;
  • Arti visive e fotografia;
  • Musica, canto, danza;
  • Cinema, tv, audiovisivo e cineturismo.
8 Piramidi Rete che unirà l’elemento identificativo del Parco, declinato in varie misure, forme, funzioni all’interno del territorio del Parco.
9 Comunità civiche Rete che unirà tutte le Comunità del Parco (nella sue tre anime: pubblico, privato e sociale) attraverso lo strumento del Patto di Comunità.
10 Mobilità e logistica Interventi sulla viabilità secondaria e sulla logistica di merci e persone.
11 Formazione Comune a tute le reti. Rete trasversale che riguarda la formazione mediterranea agro bio ambientale e salutistica.

Note modifica

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Bibliografia modifica

Testi modifica

Riviste modifica

Voci correlate modifica

* [[Ancel Keys]] * [[Cibi ultralavorati]] * [[Cucina mediterranea]] * [[Dieta (alimentazione)]] * [[Mediterranean Diet Foundation]] * [[Paradosso albanese]] * [[Paradosso cretese]] * [[Paradosso francese]] * [[Primo parco mondiale dello stile di vita mediterraneo]]<ref>https://www.facebook.com/hashtag/parcomondialedellostiledivitamediterraneo</ref> * [[Riparazione del DNA]]

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