Grado di apertura

tratto fonetico (linguistica)
(Reindirizzamento da Altezza vocalica)
Anteriori Quasi anteriori Centrali Quasi posteriori Posteriori
Chiuse
i • y
ɨ • ʉ
ɯ • u
ɪ • ʏ
ɪ̈ • ʊ̈
ɯ̞̈ • ʊ
e • ø
ɘ • ɵ
ɤ • o
 • ø̞
ɤ̞ • 
ɛ • œ
ɜ • ɞ
ʌ • ɔ
æ • 
a • ɶ
ä • ɒ̈
ɑ • ɒ
Quasi chiuse
Semichiuse
Medie
Semiaperte
Quasi aperte
Aperte
Quando due simboli appaiono in coppia, quello a sinistra rappresenta
una vocale non arrotondata, quello a destra una vocale arrotondata.
Per quelli situati al centro, la posizione delle labbra non è specificata.
Vedere anche: IPA, Consonanti

In linguistica, il grado di apertura di una vocale è un tratto fonetico, cioè un parametro per individuare specifiche caratteristiche dei suoni vocalici. Nello specifico, tale parametro si riferisce al grado di apertura della mandibola (cioè l'ampiezza dell'angolo intermascellare). Il grado può essere minimo (nelle vocali chiuse, ad esempio /i/, /u/) o massimo (nelle vocali aperte, ad esempio /a/). Esistono poi gradi intermedi.[1]

Un parametro connesso è l'altezza vocalica, che si riferisce alla posizione della lingua sull'asse verticale (la posizione di riposo. Rispetto all'altezza, l'apertura appare come un tratto subordinato. Ad esempio, [a] rimane tale anche quando è pronunciata con la bocca più chiusa, a patto che la lingua rimanga abbassata; allo stesso modo, [i] rimane tale anche quando è pronunciata con la bocca più aperta, a patto che la lingua rimanga alzata. Grado di apertura e altezza vocalica sono dunque due parametri connessi e la categorizzazione secondo l'uno o l'altro parametro presenta le seguenti corrispondenze: alta = chiusa; bassa = aperta.[2]

L'alfabeto fonetico internazionale identifica sette differenti altezze vocaliche:

Il parametro dell'altezza vocalica è una caratteristica primaria delle vocali, dal momento che in tutte le lingue essa viene impiegata per distinguere tra loro le vocali, mentre non tutte fanno uso degli altri parametri distintivi (come la differenza tra vocali anteriori e posteriori o tra vocali arrotondate e non arrotondate). Non esiste, insomma, lingua che non abbia almeno due gradi di apertura[3].

Nelle lingue che presentano il fenomeno dell'armonia vocalica, come il turco, le due serie di vocali tra loro armoniche presentano ciascuna al proprio interno differenze relative solo al grado di apertura.

  1. ^ Beccaria, Dizionario di linguistica, cit., lemma aperto/chiuso.
  2. ^ Sobrero, Introduzione all'italiano contemporaneo. Le strutture, cit., p. 121, nota 18).
  3. ^ Beccaria, Dizionario di linguistica, cit., lemma grado di apertura.

Bibliografia

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