Diocesi di Piazza Armerina

diocesi della Chiesa cattolica in Italia

La diocesi di Piazza Armerina (in latino Dioecesis Platiensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Agrigento, appartenente alla regione ecclesiastica Sicilia. Nel 2021 contava 212.450 battezzati su 219.900 abitanti. È retta dal vescovo Rosario Gisana.

Diocesi di Piazza Armerina
Dioecesis Platiensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Agrigento
Regione ecclesiasticaSicilia
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoRosario Gisana
Vicario generaleAntonino Rivoli
Presbiteri129, di cui 97 secolari e 32 regolari
1.646 battezzati per presbitero
Religiosi38 uomini, 117 donne
Diaconi12 permanenti
 
Abitanti219.900
Battezzati212.450 (96,6% del totale)
StatoItalia
Superficie2.003 km²
Parrocchie75
 
Erezione3 luglio 1817
Ritoromano
CattedraleMaria Santissima delle Vittorie
Santi patroniMaria Santissima delle Vittorie
san Gaetano
IndirizzoPiano Fedele Calarco, 1 - 94015 Piazza Armerina (Enna) Italia
Sito webwww.diocesipiazza.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
La Basilica santuario di Maria Santissima del Mazzaro.

Patrona principale della diocesi è la Madonna, venerata con il titolo di "Maria Santissima delle Vittorie"; patrono secondario è san Gaetano da Thiene.

Territorio modifica

La diocesi comprende 12 comuni in 2 liberi consorzi comunali:

Confina a nord con le diocesi di Nicosia e Cefalù, ad est con Caltagirone e Ragusa, ad ovest con Caltanissetta ed Agrigento.

Sede vescovile è la città di Piazza Armerina, dove si trova la cattedrale di Maria Santissima delle Vittorie.

A Mazzarino sorge la basilica minore e santuario mariano di Maria Santissima del Mazzaro.

Il territorio si estende su 2.003 km² ed è suddiviso in 75 parrocchie. La città di Gela con i suoi 78.000 abitanti costituisce da sola oltre un terzo dell'intera popolazione diocesana con 14 parrocchie. Per estensione, Piazza Armerina è la seconda diocesi siciliana.

Storia modifica

La nascita della diocesi di Piazza Armerina faceva parte del piano di ampliamento delle diocesi siciliane per favorire la cura pastorale delle popolazioni, deciso dal parlamento di Sicilia e presentato al re Ferdinando III il 5 aprile 1778.[1] Il re, favorevole al progetto, dette incarico alla Deputazione del Regno di studiare la fattibilità dell'operazione, previa una indagine conoscitiva in vista di un riesame complessivo delle diocesi dell'isola. L'iter di fondazione delle nuove diocesi fu interrotto durante il periodo della rivoluzione francese e ripreso dal parlamento siciliano il 24 marzo 1802, quando fu presentata una nuova istanza per il riordino delle diocesi siciliane, accolta anche questa volta favorevolmente dal re.[2]

In questa seconda occasione, la cittadinanza di Piazza Armerina presentò ufficialmente a re Ferdinando la richiesta di avere un proprio vescovado (1805), richiesta che fu prontamente inoltrata alla Santa Sede. Nel gennaio del 1807 papa Pio VII incaricò l'arcivescovo di Palermo Raffaele Mormile di esaminare il progetto di fondazione della diocesi. L'annuncio dell'erezione della nuova sede episcopale suscitò l'opposizione della curia diocesana catanese, dal cui territorio doveva essere ricavata la diocesi, e della città di Enna, che invece desiderava avere per sé la sede episcopale. Intanto Piazza Armerina non rimase ad attendere; il senato ed i nobili della città, prima ancora che fosse istituita la diocesi, predisposero la dotazione annua per il vescovo e votarono la cessione degli edifici per il seminario ed il palazzo episcopale (1808).

La diocesi venne eretta il 3 luglio 1817 con la bolla Pervetustam locorum di papa Pio VII e fu resa suffraganea dell'arcidiocesi di Monreale.

La nuova diocesi comprendeva 13 comuni smembrati dalla diocesi di Catania (oggi arcidiocesi): Piazza, Aidone, Assoro, Barrafranca, Valguarnera, Enna, San Filippo d'Agira, Mirabella Imbaccari, Raddusa, Leonforte, Nissoria, Pietraperzia e Villarosa. In seguito alla riorganizzazione territoriale delle diocesi siciliane, il 20 maggio 1844 con la bolla In suprema di papa Gregorio XVI Piazza Armerina acquisì l'attuale assetto territoriale, con la cessione di Assoro, San Filippo d'Agira, Leonforte e Nissoria alla diocesi di Nicosia, e di Mirabella Imbaccari e Raddusa alla diocesi di Caltagirone; contestualmente le furono assegnati i comuni di Butera, Gela, Mazzarino, Niscemi e Riesi sottratti alla diocesi di Caltagirone. La diocesi divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Siracusa appena elevata al rango di sede metropolitana.[3]

Primo vescovo fu nominato Girolamo Aprile Benso, originario di Caltagirone, che ebbe l'incarico di organizzare la diocesi e di fondare le sue strutture principali. Tra i vescovi successivi si ricordano: Cesare Agostino Sajeva, che fondò l'odierno seminario nell'ex convento dei domenicani (1859). Dopo la morte di mons. Sajeva nel 1867 la sede vacante si protrasse a lungo, anche per i tentativi del governo liberale di intervenire nella nomina dei vescovi, che era soggetta all'exequatur e alla pretesa di subentrare nel regio patronato ai precedenti monarchi, ossia di godere del diritto di presentazione dei vescovi. Dopo la frattura tra Chiesa e Stato con la presa di Porta Pia del 20 settembre 1870, la Santa Sede rifiutò di concordare le nomine dei vescovi e tra il 1871 e il 1872 procedette a nomine unilaterali per le diocesi siciliane.[4] Papa Pio IX scelse Saverio Gerbino: nel 1875 non aveva ancora ricevuto l'exequatur e pertanto aveva ricevuto l'ingiunzione di lasciare il palazzo arcivescovile. Un'eventuale resistenza avrebbe potuto comportare non solo l'uso della forza, ma anche l'allontanamento coatto dalla diocesi e l'affidamento della diocesi a un vicario capitolare.[5] Indisse il primo sinodo diocesano nel 1878 e dette un impulso culturale, disciplinare e spirituale al seminario.

Figura di rilievo fu quella del vescovo Mario Sturzo (1903-1941), fratello del fondatore del Partito Popolare. Uomo di «ampia cultura filosofica e di profondo zelo pastorale... attraverso le numerose lettere pastorali e i quattro sinodi celebrati diede alla diocesi un'impronta pastorale di grande apertura alle questioni del tempo e di conseguente impegno sociale oltre che di formazione spirituale per il laicato... A lui si deve la fondazione della teoria filosofica del neo-sintetismo e del periodico "Rivista di autoformazione"».[6] Al vescovo Sebastiano Rosso si deve la celebrazione di un congresso eucaristico diocesano e la fondazione, nel 1976, dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose.

Il 2 dicembre 2000, in forza della bolla Ad maiori consulendum di papa Giovanni Paolo II, la diocesi di Piazza Armerina è entrata a far parte della nuova provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Agrigento.

A settembre 2018 papa Francesco ha visitato la diocesi, nel corso del suo viaggio apostolico in Sicilia.[7]

Cronotassi dei vescovi modifica

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche modifica

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 219.900 persone contava 212.450 battezzati, corrispondenti al 96,6% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 235.000 236.000 99,6 177 138 39 1.327 39 251 46
1970 242.000 245.013 98,8 175 126 49 1.382 49 366 67
1980 242.800 245.900 98,7 167 125 42 1.453 42 315 69
1990 241.000 249.000 96,8 147 108 39 1.639 45 261 75
1999 220.000 226.000 97,3 135 99 36 1.629 2 41 197 75
2000 220.000 226.000 97,3 127 92 35 1.732 5 41 179 75
2001 220.000 226.000 97,3 130 94 36 1.692 5 42 184 75
2002 220.000 226.000 97,3 131 95 36 1.679 5 45 182 75
2003 220.000 227.000 96,9 135 99 36 1.629 5 44 182 75
2004 218.000 224.000 97,3 129 91 38 1.689 5 46 176 75
2013 216.000 224.000 96,4 136 102 34 1.588 7 40 134 75
2016 215.000 222.567 96,6 137 99 38 1.569 7 44 113 75
2019 215.000 222.567 96,6 133 99 34 1.616 14 40 118 75
2021 212.450 219.900 96,6 129 97 32 1.646 12 38 117 75

Note modifica

  1. ^ Gaetano Zito, Nascita di una diocesi: Noto (1778-1844), in Synaxis XVI/2 (1998), p. 574.
  2. ^ Zito, Nascita di una diocesi..., pp. 576-577.
  3. ^ (LAIT) Bolla In suprema, in Collezione degli atti emanati dopo la pubblicazione del Concordato dell'anno 1818, parte X, Napoli, 1847, pp. 122–14
  4. ^ Gaetano Zito, L'arcivescovo Guarino, la Santa Sede e le Chiese di Sicilia. Nomine vescovili tra regio patronato ed exequatur, in Il cardinale Giuseppe Guarino e il suo tempo. Chiesa, movimenti, istituzioni civili nella Sicilia di fine Ottocento, a cura di Cesare Megazzù e Giovan Giuseppe Mellusi, Atti del Convegno di studi, Messina 16-17 marzo 2012, Messina, 2013, pp. 257-260, ISBN 978-88-87617-56-6
  5. ^ Gaetano Zito, L'arcivescovo Guarino, la Santa Sede e le Chiese di Sicilia. Nomine vescovili tra regio patronato ed exequatur, in Il cardinale Giuseppe Guarino e il suo tempo. Chiesa, movimenti, istituzioni civili nella Sicilia di fine Ottocento, a cura di Cesare Megazzù e Giovan Giuseppe Mellusi, Atti del Convegno di studi, Messina 16-17 marzo 2012, Messina, 2013, p. 272, ISBN 978-88-87617-56-6
  6. ^ Dal sito BeWeB - Beni ecclesiastici in web.
  7. ^ Comunicato della Prefettura della Casa Pontificia, su press.vatican.va. URL consultato il 28 maggio 2018.
  8. ^ Nominato arcivescovo titolare di Nicosia.
  9. ^ Nominato vescovo titolare di Vissalsa.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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