Rivendicazioni inglesi sul trono di Francia

lista di un progetto Wikimedia

Le rivendicazioni inglesi sul trono di Francia furono una lunga e complessa contesa storica intercorsa tra gli anni 1340 e 1800, eccettuati gli intervalli del 1360-1369 e del 1420-1422. Dal 1340 al 1801 i re e le regine d'Inghilterra, e dopo l'Atto di Unione del 1707 quelli di Gran Bretagna, portarono anche il titolo di Re o Regina di Francia.

Guerra dei cent'anni modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra dei cent'anni.
 
Fasi della guerra

«L'Inghilterra agiva come una provincia (o un insieme di province) entro un'unità anglo-francese che era tanto il campo di battaglia quanto il bottino.»

Il Regno d'Inghilterra era guidato da una stirpe franconormanna, e da un'aristocrazia di lingua normanna, quando il titolo di Re di Francia fu adottato la prima volta, nel 1340, da Edoardo III. Egli rivendicò il trono d'oltremanica alla morte dello zio Carlo IV, accelerando così la Guerra dei cent'anni. Al tempo della morte di Carlo, nel 1328, Edoardo era il suo parente maschio più prossimo. Essi erano imparentati però tramite una donna, la madre di Edoardo Isabella di Francia.

Sin dall'elezione di Ugo Capeto nel 987, la corona francese era sempre stata trasmessa in linea maschile (generalmente di padre in figlio o tra fratelli). Non esistevano precedenti di trasmissione in linea femminile, né ve n'era mai stato il bisogno. Figli e fratelli maschi, infatti, non erano mai mancati per oltre trecento anni, dall'inizio del dominio capetingio fino ai primi anni del XIV secolo, allorché si affacciò il dilemma di creare o no un precedente.

Quando nel 1316 morì Luigi X, gli succedette il figlio postumo Giovanni I, che morì all'età di soli cinque giorni. Si pose allora il problema di decidere se il trono spettasse alla sorella di questi Giovanna o se la legge salica del V secolo, che escludeva le donne dalla successione, fosse assolutamente insuperabile, pur in assenza di eredi maschi diretti di Giovanni il Postumo. Fu deciso in quest'ultimo senso, e la corona andò perciò a Filippo, fratello di Luigi, che aveva esercitato la reggenza.

Succeduto a Filippo V l'altro fratello Carlo, una nuova disputa sorse alla morte di questi, nel 1328. Sebbene fosse ormai stabilito che nessuna donna poteva direttamente accedere al trono, Edoardo sostenne che potesse tuttavia trasmetterlo in eredità, così da risultare egli stesso il legittimo pretendente. La tesi fu giudicata infondata, e il trono andò all'erede in linea maschile, Filippo di Valois, primo cugino del defunto re. Edoardo parve accettare la risoluzione e rese omaggio feudale a Filippo VI per il Ducato d'Aquitania. Nondimeno, le dispute dei dodici anni seguenti sull'esatta natura degli obblighi feudali di Edoardo verso Filippo in Aquitania condussero alla guerra aperta nel 1337. Tre anni dopo, Edoardo avanzava nuove pretese al trono e rivendicava il titolo di Re di Francia. Occorre notare che in questo momento Edoardo aveva cessato di essere il più prossimo erede in linea maschile di Carlo IV, poiché Giovanna aveva avuto un figlio, Carlo.

Edoardo continuò a proclamarsi Re di Francia fino al Trattato di Brétigny (8 maggio 1360), con il quale abbandonò le pretese in cambio di cospicui possedimenti in terra francese. Riapertesi però le ostilità anglo-francesi nel 1369, il re tornò ad avanzare pretese e riassunse il titolo. Così fecero anche i suoi successori fino al Trattato di Troyes (21 maggio 1420), nel quale gli inglesi riconobbero Carlo VI come legittimo Re di Francia, ma con la reggenza del genero Enrico V in qualità di erede. Diseredando il figlio del sovrano, il delfino Carlo, Enrico adottò il titolo di Erede al trono di Francia.

Enrico V e Carlo VI morirono a due mesi di distanza nel 1422, e il figlio bambino del primo, Enrico, assurse al trono francese. Enrico VI fu dunque l'unico re inglese che assommò in sé la posizione de iure e de facto di Re di Francia, piuttosto che usare il semplice appellativo in segno di pretesa. Ma nel 1429 il diseredato Carlo VII, con il supporto di Giovanna d'Arco, fu incoronato a Reims e intraprese la respinta degli inglesi dalla Francia settentrionale. Nel 1435, terminata la guerra fra Borgogna e Armagnac, Carlo poté rientrare a Parigi e, per il 1453, gli inglesi erano stati espulsi dalle ultime roccaforti di Normandia e Aquitania. Il solo territorio in mano inglese restò, fino al 1558, la città di Calais.

Pretendenti originari modifica

“Re di Francia” (1340) modifica

“Re di Francia” (titolo riassunto nel 1369) modifica

 
Stemma di Edoardo III, col leone inglese e il giglio francese.

Eredi al trono di Francia (de iure e de facto) (1420) modifica

Re di Francia (de facto) (1422) modifica

 
Blasone dei Re d'Inghilterra dal 1422, con il giglio di Francia.

Sovrani di Calais modifica

In seguito alla pazzia di Enrico VI nel 1453 e allo scoppio della Guerra delle Due Rose (1455-1487), gli inglesi persero ogni pretesto per la rivendicazione al trono francese, insieme a tutti i possedimenti continentali, eccettuata Calais.

Questa città soggiacque al regno di altri otto Re e Regine di Francia inglesi fino al 1558. Essi furono:

Residue pretese della dinastia Tudor modifica

I dissidî fra le due nazioni proseguirono fin nel XVI secolo. Calais cadde in mano alle truppe francesi il 7 gennaio 1558, sotto Francesco I di Guisa. Maria la Sanguinaria avrebbe comunque mantenuto il titolo di Regina di Francia per il resto del suo regno, così come la di lei sorella la regina Elisabetta I: ciò avvenne nonostante l'abbandono di ogni pretesa su Calais, sancito con il Trattato di Cateau-Cambrésis (1559). A recare l'appellativo formale furono dunque:

Pretendenti della dinastia Stuart modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stuart.

Elisabetta morì senza lasciare eredi. Le succedette perciò il cugino, Giacomo VI di Scozia. I troni di Scozia e d'Inghilterra confluirono quindi in un'unione personale che sarebbe durata fino al 1707. I sette sovrani di questo periodo avrebbero continuato a usare l'appellativo di Re o Regina di Francia. La loro rivendicazione era tuttavia soltanto formale. Nessuno di loro intendeva impegnarsi in campagne militari per il controllo della Francia contro i regnanti effettivi Enrico IV, Luigi XIII e Luigi XIV. Anzi, Carlo I sposò una sorella di Luigi XIII, e il figlio Carlo II trascorse in Francia gran parte del suo esilio durante l'interregno repubblicano. I pretendenti della dinastia Stuart al trono di Francia furono:

Pretendenti britannici dopo il 1707 modifica

L'Atto di Unione del 1707 dichiarò ufficialmente la fusione dei Regni d'Inghilterra e di Scozia nel nuovo Regno di Gran Bretagna. Il regno ebbe quattro sovrani fino al 1801. Essi si fregiarono del titolo formale di Re o Regina di Francia, ma nessuno di loro mise in discussione i diritti di Luigi XIV e dei successori Luigi XV, Luigi XVI, Luigi XVII e Luigi XVIII. I pretendenti britannici furono:

Fine delle rivendicazioni modifica

La monarchia francese fu abolita il 21 settembre 1792, sostituita dalla Prima Repubblica. In luglio, in occasione dei negoziati di pace della Conferenza di Lilla, i delegati francesi chiesero al sovrano britannico Giorgio III di abbandonare il titolo di Re di Francia come condizione per stipulare il trattato. I negoziati furono però interrotti nel novembre 1797 e il titolo di pretensione conservato.

Rimaneva, tuttavia, sul piano politico-diplomatico, l'assurdità per una nazione come la Gran Bretagna, da un lato promuovere le coalizioni anti-rivoluzionarie (prima contro i Giacobini e poi contro Napoleone), finalizzate a restaurare sul trono di Francia la dinastia borbonica (fra l'altro il futuro re Luigi XVIII era fuggito a Londra), e dall'altro continuare a rivendicare una antica pretesa sullo stesso trono.

Nel 1800, in occasione dell'Atto che sancì l'unione dei regni di Gran Bretagna e Irlanda, Giorgio III decise di abbandonare la pretesa, tanto che lo stesso fleur-de-lys francese fu rimosso dal blasone reale di cui era parte fin dall'epoca di Edoardo III.[1]

Sul piano diplomatico gli inglesi riconobbero la repubblica Francese col Trattato di Amiens del 1802.[2]

Il mutamento di rotta non fu però accettato dai giacobiti di Enrico Benedetto Stuart. Questi continuò a proclamarsi Re d'Inghilterra, Scozia, Francia e Irlanda fino alla morte il 13 luglio 1807, sebbene sia comunemente noto come il Cardinale Duca di York. Dal 1807, nessuno degli eredi cognatizi[3] degli Stuart (discendenti di una figlia di Carlo I) ha mai usato alcuno dei titoli rivendicati.

Pretendenti giacobiti modifica

I pretendenti giacobiti furono Giacomo II d'Inghilterra e i suoi successori, che continuarono a proclamarsi Re d'Inghilterra, Scozia, Francia e Irlanda anche dopo la loro deposizione nel 1689. Tutti e quattro insistettero a reclamare attivamente i diversi titoli fino al 1807. Essi furono i seguenti.

Alcuni di questi pretendenti, in particolare Giacomo II negli ultimi dodici anni di vita e suo figlio Giacomo Francesco Edoardo fino al Trattato di Utrecht (1713), vissero in realtà sotto la protezione di Luigi XIV al tempo stesso in cui ne reclamavano il titolo.

Successione giacobita modifica

La successione giacobita proseguì dopo il 1807, ma nessuno degli otto pretendenti recenti ha mai attivamente insistito nella rivendicazione. Per consuetudine, essi sono ancora noti come Re o Regine di Francia presso l'esiguo numero dei seguaci del Giacobitismo. Di seguito, si presenta l'elenco dei pretendenti giacobiti virtuali.

Pretendenti mancati modifica

Altri due virtuali pretendenti al trono d'Inghilterra rivendicarono il titolo di Re di Francia. Normalmente, vengono omessi dalle liste ufficiali dei re. Essi sono:

 
Lo stemma canadese con i gigli di Francia.

Dominion del Canada modifica

Lo stemma del Canada contiene il giglio araldico francese, rimosso dal blasone dei sovrani britannici nel 1801. È tuttavia un semplice riconoscimento del retaggio francese nel Canada, specialmente nella provincia del Québec, e non invece un segno indicativo di pretese al trono di Francia.

Note modifica

  1. ^ I gigli, benché rimossi dallo stemma reale del Regno Unito, furono successivamente inclusi nello stemma del Canada, un dominio britannico, ma al solo scopo di simboleggiare le origini dei canadesi francesi.
  2. ^ Arnold Hubbard, How George III lost France: Or, Why Concessions Never Make Sense, Electric review: a High Tory online journal of politics, art and literature, 14 luglio 2003 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2008)..
  3. ^ Cioè in linea sia maschile sia femminile.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica