Tuber magnatum

specie di fungo
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Tuber magnatum (Pico, 1788) è un fungo ascomicete commestibile noto comunemente come tartufo bianco.

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Tuber magnatum
Tuber magnatum
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Fungi
Divisione Ascomycota
Sottodivisione Pezizomycotina
Classe Pezizomycetes
Ordine Pezizales
Famiglia Tuberaceae
Genere Tuber
Specie T. magnatum
Nomenclatura binomiale
Tuber magnatum
Picco, 1788
Tuber magnatum
Caratteristiche morfologiche
Cappello
no
Imenio
liscio
Lamelle
no
Sporata
gialla
Velo
ND
Carne
immutabile
Ecologia
Commestibilità
commestibile

Aree di raccolta modifica

Il tartufo bianco è molto diffuso nell'area di Alba (CN), dove si svolge annualmente la più antica Fiera del Tartufo bianco promossa da Giacomo Morra. Poco lontano dalla cittadina piemontese, precisamente nel Castello di Grinzane Cavour, ogni anno si tiene l'Asta Mondiale del Tartufo bianco d'Alba.[1]

Comunque tutto il Basso Piemonte, vale a dire Langhe, Roero, Tortonese, Monferrato e Monregalese, è ricco di tartufi bianchi. Altre regioni d'Italia che vantano la raccolta dello stesso prodotto sono in particolare l'Appennino tosco-emiliano e l'Appennino umbro-marchigiano, le Crete senesi e i boschi planiziali di Muzzana del Turgnano[2], nella Bassa Friulana.

In Lombardia, lo si può trovare nei comuni di Carbonara di Po e Borgofranco sul Po.

In particolare, ampia diffusione si registra nella zona dell'Alta Umbria e della provincia di Pesaro-Urbino, che hanno come riferimento il mercato di Acqualagna (PU), il più importante d'Italia dopo quello di Alba. Altre importanti fiere si svolgono a Pergola (le prime tre domeniche di ottobre) e Sant'Angelo in Vado (in genere i fine settimana della seconda metà di ottobre e il primo di novembre). In novembre vi sono le fiere di Amandola (sempre nelle Marche, ma in provincia di Fermo), di Città di Castello e di Gubbio (in Umbria).

In Toscana rinomato è il Tartufo bianco delle Colline Sanminiatesi che da circa 40 anni celebra in novembre la sua Fiera Nazionale.

Anche il Molise è considerato una delle prime regioni per la crescita e la raccolta di tartufo bianco pregiato. Le zone molisane di maggiore raccolta sono quelle ricadenti nei comuni di Frosolone, Spinete e San Pietro Avellana, dove ogni anno si tiene una sagra del tartufo.

In Campania, particolarmente pregiato il tartufo bianco raccolto nei comuni di Apollosa, Arpaise, Ceppaloni e San Leucio del Sannio in provincia di Benevento.

Poco noto è che anche in Calabria, nella zona di Gioiosa Jonica, si trova un'ottima qualità di tartufo bianco.

Fuori dall'Italia, è possibile trovarlo anche in Istria (attualmente divisa tra Croazia e Slovenia), più precisamente nella foresta di Montona (in croato Motovun).

Utilizzando piantine con radici micorrizate, una coltivazione sperimentale in Nuova Aquitania ha dato risultati promettenti. Si tratta dei primi tartufi bianchi pregiati raccolti in una piantagione situata al di fuori dell'areale geografico naturale di questa specie.[3]

Descrizione della specie modifica

Corpo fruttifero modifica

2–9 cm, globoso, irregolare, vellutato, color ocra.

Peridio modifica

Con superficie liscia, di colore giallo ocra o giallo-oliva, a volte anche grigio-verdastro. Fine estate autunno ed inverno

Gleba modifica

Bianca, di aspetto marmorizzato, con l'età assume colorazione a macchie rossastre su fondo grigio.

Microscopia modifica

Spore
ovoidali, reticolate, 32-45 × 30-40 µm, gialle in massa
Aschi
da mono a tetrasporici, 60-120 × 40-100 µm, globosi, a volte sub-peduncolati

Habitat modifica

Fungo simbionte e ipogeo, cresce interrato a profondità che possono andare da pochi centimetri fino a oltre il metro, in associazione con latifoglie (Pioppi, Tigli, Querce ecc.) in terreni argillosi, spesso lungo corsi d'acqua, a fine estate e in autunno-inverno.

Il tartufo bianco cresce in terreni marnosi-calcarei, dove sono presenti le piante di faggio, nocciolo, cerro, rovere, roverella, pioppo, carpino, salice o tiglio[4].

Commestibilità modifica

È uno dei funghi più pregiati e viene consumato abitualmente con tagliolini al burro, risotti, carni che non abbiano un sapore troppo pronunciato e uovo fritto. È affettato sottilmente con una mandolina o con il tipico affettatartufo.

È consigliato, inoltre, non abbinarlo a cibi che abbiano molta acidità oppure a cibi che abbiano un sapore deciso: si rischierebbe di coprire il sapore delicato del tartufo bianco.

Sinonimi e binomi obsoleti modifica

  • Tuber griseum
  • Tuber album

Nomi comuni modifica

 
Tartufi bianchi

Specie simili modifica

Note modifica

  1. ^ Asta Mondiale Tartufo Bianco d'Alba, su castellogrinzane.com. URL consultato il 17 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2011).
  2. ^ www.boschidimuzzana.it, su boschidimuzzana.it.
  3. ^ Tartufo: in Francia realizzate le prime piantagioni del fungo, su ansa.it. URL consultato il 19 febbraio 2021.
  4. ^ Le piante da tartufo bianco, su tuber.it. URL consultato il 15 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2015).

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