Wikipedia:Oracolo/Archivio/aprile 2020

Ricette degli chef

Soprattutto i grandi chef sanno combinare gli ingredienti anche con grande audacia, allora io ho pensato se fosse fattibile cucinare (vado di fantasia) un risotto con scamorza e pepe. Oppure spaghetti con noci e salvia. Oppure rigatoni con ravanelli e menta. Sono abbinamenti errati o possibili? --151.49.102.144 (msg) 19:57, 2 apr 2020 (CEST)

Il sugo a base di noci e salvia e i ravanelli robiola e menta sono ricette consolidate. E poi non è bello ciò che è bello ma che bello che bello che bello (per chi ha più di 40 anni o era nottambulo anche in giovanissima età)--Pierpao (listening) 21:36, 2 apr 2020 (CEST)

Laurea honoris causa

Sto per raccontare una situazione poco probabile, un po' da film, ma non impossibile. Ipotizziamo che per uno studente universitario venga dichiarata la morte presunta a seguito di determinate ciscostanze che possono essere le più varie, e l'università in cui studiava decide di conferirgli la laurea honoris causa nel corso che frequentava.

Se in seguito si dovesse scoprire che in realtà egli non è morto (parlo di situazioni che vanno da una scomparsa volontaria alla Mattia Pascal a casi di sopravvivenza fortunata alla Cast Away), tanto che una sentenza del tribunale annulla la morte presunta, al nostro amico la laurea honoris causa viene revocata oppure resta comunque un laureato? --80.182.85.154 (msg) 10:38, 3 apr 2020 (CEST) P.S. Onde evitare fraintendimenti, mi permetto di mettere un disclaimer:

 
 
STUDIA !
Le lauree si ottengono con la fatica e lo studio, non simulando la proria morte e riapparendo magicamente solo dopo l'assegnazione. Cos'è più faticoso per avere quel pezzo di carta? Procurarsi un passaporto falso, scappare e stare nascosto a Puerto Escondido vivendo di espedienti per anni per poi apparire e dover pure dare una spiegazione, o stare qualche ora sui libri? Pensaci!

Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 80.182.85.154 (discussioni · contributi) 09:38, 3 apr 2020 (CEST).

A parte il fatto che un episodio del genere, se realmente accadesse, genenerebbe una quantità di meme e battute internettiane da far collassare i server del pianeta, la laurea honoris causa può essere revocata dallo stesso soggetto che l'ha concessa, quindi al redivivo Mattia Pascal in questione la laurea può essere lasciata oppure tolta a seconda di come la pensa l'università in questione; e dubito fortemente che una qualsiasi università abbia mai normato preventivamente la possibilità di un simile caso. --Franz van Lanzee (msg) 12:31, 3 apr 2020 (CEST)
[× Conflitto di modifiche] Sì, resta laureato (a meno che nel conferimento della laurea mettano una regoletta "nel caso in cui risultasse ancora vivo, la laurea honoris causa è automaticamente revocata"). E almeno in Italia la laurea honoris causa ha validità di titolo di studio come una laurea normale.
Però alcuni dei casi indicati, ad esempio se uno avesse finto la propria morte prendendo in giro tutti, presumo che l'università potrebbe revocare tale conferimento onorifico (mi pare esistano casi in cui sia già successo). --Mezze stagioni (msg) 12:34, 3 apr 2020 (CEST)

Significato parola stears (e stearsman)

Non riesco a capire il significato delle parole stears e stearsman. Nemmeno riesco a contestualizzarle. Non so l'inglese. Qualcuno mi saprebbe aiutare?


--82.60.5.10 (msg) 09:52, 4 apr 2020 (CEST)

Secondo il Wikizionario è una arcaismo di steersman, che designa il timoniere di una imbarcazione. Alla stessa maniera stear è forma arcaica di steer, verbo che significa "timonare, condurre un imbarcazione...", ma usato anche nel senso figurato di "condurre, guidare" (es. steering committee, il comitato direttivo). Difficile aiutarti a contestualizzare senza conoscere il contesto :-) --Equoreo (msg) 10:06, 4 apr 2020 (CEST)
Altra opzione: stear usato come prefisso ha lo stesso significato che ha in italiano (derivato dal greco): principalmente utilizzato in chimica indica un "qualcosa relativo al grasso", come in stearato o stearina. Ma se hai anche stearsman punterei sui significati nautici.--Equoreo (msg) 10:12, 4 apr 2020 (CEST)
Grazie mille. Ultimo questito a riguardo: questa traduzione ha un senso logico oppure è la solita falla di google transleit?--82.60.5.10 (msg) 10:24, 4 apr 2020 (CEST)
Ha senso: steer indica anche il bovino maschio castrato (ossia il manzo), e ha plurale regolare. Ma, anche in questo caso, stearsman ma fa propendere per gli arcaismi marinareschi.
Anche se immagino che dal contesto sia chiaro se stiamo parlando di cowboy o di barcaioli, basterebbe capire se steer è verbo (timonare) o nome (manzo); steer infatti NON ha il significato di timone (come sarebbe facile supporre), che invece si chiama rudder, helm o genericamente wheel.--Equoreo (msg) 10:55, 4 apr 2020 (CEST)

Plurale e femminile di sir

Altra domanda di inglese: quando si comunica con un uomo britannico è cortese dargli del "sir", anche se non è un baronetto nominato dalla regina. Quando si deve parlare a più persone o a una signora, come coniugo il termine sir?


--82.60.5.10 (msg) 10:03, 4 apr 2020 (CEST)

Come riportato da una nota enciclopedia, al femminile si usa generalmente madam (lo puoi trovare scritto anche come ma'am): il plurale è mesdames, ma è di uso comune madams. Da notare che se parliamo di vere baronette, il titolo corretto è Dame.
Il plurale di sir è regolare: quindi sirs. Tuttavia l'uso di sirs per rivolgersi a una platea maschile pare essere rimasto solo in ambito militare: è più comune usare gentlemen o, nel caso fossero presenti donne nell'uditorio, il tipico ladies and gentlemen.--Equoreo (msg) 11:10, 4 apr 2020 (CEST)

religione Induista

leggendo la voce Induismo, non mi è chiaro se induismo viene classificato come religione politeista o no, poiché le divinità induiste sono intese come aspetti del Brahman, se non è politeista come viene classificata?

--95.233.83.162 (msg) 12:21, 4 apr 2020 (CEST)

È politeista--79.49.15.99 (msg) 17:09, 5 apr 2020 (CEST)

Cartoon di Solletico

Stavo cercando informazioni su un vecchio (quasi quanto me) cartoon che, se non ricordo male, veniva trasmesso da Solletico: leggendo la pagina non ho trovato nulla a riguardo, quindi chiedo qui. Da quel poco che mi ricordo si trattava di un cartone di produzione americana (o almeno il tratto di disegno lo faceva supporre) che parlava delle avventure di un ragazzo in un mondo fantasy, con molti paesaggi marittimi, che deve raccogliere tredici cristalli magici per salvare il suo mondo da una forza oscura chiamata 'acqua nera', che si presenta appunto come chiazze di acqua nerissima che può inglobarti o anche come un essere enorme, nero e fluido dalle capacità metamorfiche. Se qualcuno avesse informazioni in merito si potrebbe ampliare leggermente la pagina sopracitata.


--Sailor-Sun - Io Sono Ciò Che Ho Scelto Di Essere (tutto maiuscolo) 20:28, 4 apr 2020 (CEST)

Può essere The Pirates of Dark Water? --Samuele Madini (msg) 23:28, 4 apr 2020 (CEST)
Parrebbe di si, grazie. La aggiungo alle richieste di traduzione e alla pagina Solletico. --Sailor-Sun - Io Sono Ciò Che Ho Scelto Di Essere (tutto maiuscolo) 09:03, 5 apr 2020 (CEST)
Non riesco a trovare il wikidata di questa pagina. Non esiste o sono io che non so cercarlo? ^_^' --Sailor-Sun - Io Sono Ciò Che Ho Scelto Di Essere (tutto maiuscolo) 09:20, 5 apr 2020 (CEST)
d:Q887710--Antenor81 (msg) 09:40, 5 apr 2020 (CEST)
Sono io che non so cercarlo -_-. Per trovarlo bisognava cercare su wikidata (cosa che ho cercato di fare) o c'è un link nella pagina inglese che non ho visto? --Sailor-Sun - Io Sono Ciò Che Ho Scelto Di Essere (tutto maiuscolo) 10:02, 5 apr 2020 (CEST)

"Modello Ungheria" in Italia

Ciao. Faccio questa domanda solo per una curiosità costituzionale, legislativa (o chiamatela come volete) sul nostro paese. Non voglio né pareri, né che si apra una discussione sul fatto che sia una cosa giusta o sbagliata, democratica o dittatoriale.

In Italia, in base alla nostra costutuzione o alle nostre leggi sarebbe possibile adottare un provvedimento analogo a quello deciso in Ungheria due giorni fa, ovvero di attribuire al capo dell'esecutivo poteri straordinari come governare sulla base di decreti, chiudere il Parlamento, cambiare o sospendere leggi esistenti e bloccare le elezioni per un tempo indeterminato che solo l'esecutivo stesso potrà determinare quando termina? Grazie

--79.40.139.127 (msg) 10:10, 1 apr 2020 (CEST)

Grazie al cielo, no; o, quantomeno, per ottenere una cosa del genere devono verificarsi in sequenza una serie di circostanze l'una più difficile dell'altra. Il presidente del consiglio può anche emettere un decreto legge con cui si atribuisce "pieni poteri", ma come prima cosa il decreto deve essere firmato dal presidente della Repubblica il quale può rifiutarsi se il decreto viola apertamente la Costituzione. Il decreto deve poi essere convertito in legge dal parlamento entro 60 giorni dalla sua emanazione, altrimenti decade seduta state portando con sè tutti gli effetti che ha nel frattempo prodotto; oltretutto, le Camere devono essere convocate entro cinque giorni dalla pubblicazione del decreto per iniziarne l'esame, anche se sono state nel frattempo sciolte, quindi il decreto stesso non può "chiudere il parlamento" seduta stante. Ammettendo che il presidente della Repubblica sia in combutta con il presidente del consiglio, e che quest'ultimo goda di una maggioranza schiacciante e fedelissima alle camere (in Italia? buona fortuna), il decreto legge convertito (oppure reiterato ripetutamente di 60 giorni in 60 giorni) sarebbe comunque rinviabile da un qualsiasi giudice che lo debba applicare in un qualsiasi processo alla Corte costituzionale per un giudizio di legittimità costituzionale. --Franz van Lanzee (msg) 11:26, 1 apr 2020 (CEST)
Anche i Decreto del presidente del Consiglio dei ministri, i decreti interministeriali e i decreti ministeriale devono essere (contro)firmati dal Presidente della Repubblica, come i decreti del presidente della Repubblica. --Mezze stagioni (msg) 23:55, 6 apr 2020 (CEST)

Spegnimento improvviso via USB

Mi è successo più di una volta che ho inserito un dispositivo via USB (una chiave o un altro oggetto) e che appena fatto, il computer si è spento. Ho letto in giro che potrebbe essere dovuto al contatto fra 2 porte USB (il mio computer ha 2 porte USB) durante l'inserimento, secondo voi corrisponde alla verità?--Gybo 95 (msg) 12:32, 5 apr 2020 (CEST)

Succede con tutte e due le porte, anche con un cavo passivo tipo quello per caricare il cellulare? Se si è chiaramente un contatto e io non insisterei altrimenti rischi di bruciare qualcosa. Come rimedio provvisorio se non vuoi aggiustare i computer se devi trasferire pochi file piccoli da un pc di una altra persona è comprare una chiavetta doppia per computer e cellulare e usare quello per mandarteli via email. Se vuoi aggiustare il computer, se è un portatile lo devi portare in assistenza, se è un fisso forse la cosa che costa meno è una scheda usb, se sei capace di montarla--Pierpao (listening) 19:54, 5 apr 2020 (CEST)
In realtà succede molto raramente con entrambe le porte (tipo 2 volte all'anno), poi il computer si riaccende tranquillamente: sicuramente sono gli inserimenti troppo bruschi. E comunque era un caricabatterie portatile: poveracci sono quelli col computer rotto nel bel mezzo della quarantena...--Gybo 95 (msg) 00:06, 6 apr 2020 (CEST)
Gybo 95 allora fai una cosa banale attaccaci una prolunga usb e lasciala in permanenza--Pierpao (listening) 11:47, 6 apr 2020 (CEST)

Are Italians living overseas also eligible for government assistance?

Are Italians living overseas also eligible for government assistance? We also lost our jobs because of the Coronavirus... 94.159.193.118 (msg) 21:52, 6 apr 2020 (CEST)

I do not know anyway ask the embassy--Pierpao (listening) 10:47, 7 apr 2020 (CEST)
If you pay your taxes to another government, I don't think so.--87.21.114.25 (msg) 16:32, 7 apr 2020 (CEST)

Conversione in base algebrica binaria

Ho un dubbio nel capire il perché funzioni l'algoritmo di conversione da base 10 a base binaria di un numero. In particolare mentremi è facile vedere il perché delle divisioni successive per due: prendo x lo divido per 2 so che avrò un certo risultato "q" più un resto "r", ora x sarà dato da: x=q*2+r, se q è ancora divisibile per due itero e noto che avrò x=q'*2^2+r'*2+r ecc..
Tuttavia nel caso decimale si deve invece (es:0.78) moltiplicare per due e prendere come cifre del nuovo numero la parte intera e la parte decimale moltiplicarla ancora per 2 se viene 0 sarà il digit 0 altimenti se 1 aggiungo 1 e la parte deimale continuo a moltiplicarla per 2 ecc.. (ossia il contrario di quanto prima). Non capisco però il perché di questo procedimento di conversione dei numeri con la virgola. Qualcuno potrebbe indirizzarmi sulla via corretta per la spiegazione dell'algoritmo? Lo ringrazio assai :) --37.160.117.30 (msg) 10:34, 7 apr 2020 (CEST)

Le cifre frazionarie (preferisco non usare il termine "decimali" perché non confonderle con quelle in base 10 :-) ) del numero scritto in base due dicono, nell'ordine, quanti "mezzi", "quarti", "ottavi", "sedicesimi"... e così via ci sono nella parte frazionaria.
Se prendi quel numero e lo moltiplichi per due, scalano tutte di un posto verso sinistra: i mezzi diventano interi, i quarti diventano mezzi, gli ottavi diventano quarti..... Per lo stesso identico motivo per cui, in base 10, se moltiplichi per 10 scalano tutti di un posto a sinistra pure loro: i decimi diventano interi, i centesimi divenano decimi, i millesimi centesimi...
Quindi parti con 0.78 unità, moltiplichi per due, e ottieni "1.56 mezzi", ovvero 1 mezzo e 0.56 mezzi. 1 mezzo è quello che mi dice la prima cifra frazionaria, e mi restano 0.56 mezzi con cui lavorare. Moltiplico 2: 0.56 mezzi sono 1.12 quarti -> 1 quarto, e ancora 0.12 quarti da scrivere. Moltiplico 2: 0.12 quarti sono 0.28 ottavi: 0 ottavi (terza cifra) e 0.28 ottavi ancora da scrivere....... e così via.
Non è nulla di esoterico: è che non l'hai mai fatto perché non ne hai bisogno, ma funziona anche con i numeri in base 10, dove spero possa risultarti ovvio: ho un numero (minore di 1) che non ti faccio vedere e che tu vuoi scrivere in base 10. Tu mi chiedi: moltiplicalo per dieci e dimmi quant'è la parte intera del risultato: 7. Poi di nuovo: parte frazionaria per 10, e dimmi la parte intera: 8. Poi di nuovo.... e ti fermo: no, non è rimasto più nulla, è solo zero. Qual era il numero? 0.78
È lo stesso identico procedimento, il trucco è rendersi conto che vale per qualsiasi base: 10, 2, 16... quella che ti pare. :-) -- Rojelio (dimmi tutto) 21:07, 7 apr 2020 (CEST)
Ah, ho dimenticato una cosa estremamente ovvia ma che è fondamentale per giustificare il procedimento: le unità sono unità in qualsiasi base (b0=1 per ogni base b), quindi anche se "1.56 mezzi" è scritto in decimale, la sua parte intera 1 (1 decimale, a voler essere puntigliosi) può essere usata come cifra binaria.
Ti accorgi del problema se, per esempio, stai scrivendo in base esadecimale: moltiplichi per 16, e la parte intera adesso può arrivare fino a 15. In base 10 è scritto come 15, ma noi lo trascriviamo come cifra "F" esadecimale (se non hai pratica con l'esadecimale e ho causato solo più confusione ignora tutto: deformazione professionale da ingegnere informatico XD ). -- Rojelio (dimmi tutto) 21:15, 7 apr 2020 (CEST)
In realtà ora mi è chiaro dopo la spiegazione. Tuttavia non riesco a compattarla come per il caso intero in qualcosa tipo: riscrivo il numero x come: x=q'*2^2+r'*2+r. Con i resti è facile sfruttando il fatto che il dividendo è divisore per quoziente più resto (a passi successivi), qui non trovo una formula "compatta" per il tutto. Però mi è del tutto chiaro ora e ti ringrazio. --37.161.85.208 (msg) 09:52, 8 apr 2020 (CEST)
È lo stesso nell'altra direzione, ti servono solo le potenze negative della base (e l'operatore "parte intera"):
 
 
 
 
Invertendo la sequenza dei passi (diciamo che x3 è venuto zero):
 
 
 
Tieni presente che la tua scrittura x = 2q+r viene "compatta" solo perché è scritta dando per scontato che il lettore sappia cosa siano quoziente e resto senza davvero scriverli in formula. Se inizi a scriverli "per davvero" (indicando i resti tramite l'operatore modulo "mod"), invece di darli solo per scontati, vedi che non cambia un granché:
 
 
 
da cui, invertendo (di nuovo, assumendo che sia venuto x3 nullo):
 
 
 
-- Rojelio (dimmi tutto) 13:58, 8 apr 2020 (CEST)

Chi è questa attrice?

Buonasera! In una vecchia foto (credo anni Cinquanta) che ho trovato, degli uomini posano con i cartonati di due attrici. Una è Marilyn Monroe, l'altra non la riconosco (causa mia scarsissima cultura cinematografica). Ho caricato la foto QUI, qualcuno sa mica dirmi chi è? --Syrio posso aiutare? 00:38, 8 apr 2020 (CEST)

Mi potresti dire cosa c'è scritto sul cartello per favore? Potrei aiutarti ma mi servirebbe quell'elemento--79.40.159.52 (msg) 09:45, 8 apr 2020 (CEST)
A me sembra una giovane Ingrid Bergman.--87.21.114.25 (msg) 10:02, 8 apr 2020 (CEST)
Non so se sia lei, di certo alla Bergman piaceva usare una cinepresa simile a quella della foto: [1], [2], [3]. --82.54.195.199 (msg) 11:58, 8 apr 2020 (CEST)
@79.40ecc: No, il cartello non c'entra nulla: c'è scritto "Sevignano 1933" (è una foto di un gruppo di nati quell'anno - coscritti, come si dice qui). A vederla direi che è proprio la Bergman, grazie mille! --Syrio posso aiutare? 14:09, 8 apr 2020 (CEST)

Alcol

Se prendo un pochino di alcol a 96° che si trova al supermercato e ci aggiungo dell'acqua ossigenata, posso ottenere acetaldeide o addirittura acido acetico?


--95.246.137.134 (msg) 10:32, 8 apr 2020 (CEST)

Quello che vendono al supermercato, intendi quello rosa? Quello è Alcol denaturato, contiene anche altro oltre all'alcol etilico. --Mezze stagioni (msg) 22:28, 8 apr 2020 (CEST)
No, l'alcol alimentare.--95.246.137.134 (msg) 22:58, 8 apr 2020 (CEST)
In teoria sì, se opportunamente catalizzato, anche se in genere è preferibile utilizzare altri agenti ossidanti per avere una buona resa --Samuele Madini (msg) 22:33, 10 apr 2020 (CEST)

Mav

cb La discussione proviene dalla pagina Aiuto:Sportello informazioni.
– Il cambusiere --Dave93b (msg) 08:24, 10 apr 2020 (CEST)

quando è stato istituito il metodo di pagamento MAV mediante avviso, in che anno, che regole ci sono da ABI od altre regole es pagamento oltre la scadenza? Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 95.232.146.163 (discussioni · contributi) 01:39, 10 apr 2020 (CEST).

Limiti in due variabili

Stavo leggendo per curiosità personale (in questi giorni di quarantena) il libro di analisi 2 di mio fratello e sono incappato in un dubbio riguardo i limiti in due vaiabili: se ad esempio avessi: lim(x,y)->(0,0) x/y mi sembra venga una forma indeterminata, ma come posso mostrare il valore del suddetto limite? Mi sono ad esempio accorto che passando in polari giungo a cot(a) e dunque non dovrebbe esistere, perché avvicinandomi all'origine con due diversi angoli ho valori diversi. Ma è corretto? Come potrei inoltre capirlo in un modo diverso, se fosse giusto, ad esempio con la solita algebra degli infiniti e infinitesimi tipici dei limiti a una variabile? (per intenderci quando si fa 2/oo=0?). Un grazie da un giurista inesperto :) --37.161.65.22 (msg) 10:29, 27 mar 2020 (CET)

Come è sicuramente spiegato sul libro di Analisi 2 di tuo fratello, se la funzione   ammette un limite   in  , allora se valuti la funzione sulla retta descritta parametricamente da  , il limite deve essere   per qualsiasi scelta dei coefficienti   e  :  .
Se questo non avviene, ossia il limite non esiste per qualche direzione di avvicinamento a   oppure dipende dalla direzione, la funzione di due variabili non ha un limite in quel punto. Negli esempi che hai considerato succede esattamente questo. Ad esempio la funzione   non è altro che la coordinata angolare (quella delle coordinate polari). Su ogni retta radiale la funzione è costante, ed essendo l'angolo è ovviamente diversa per ogni retta. Quindi questa funzione non ha un limite nell'origine.
In tutti i casi, una volta calcolata su una retta passante per   la funzione dipende da una sola variabile  : a quel punto usi le tecniche già note per le funzioni di una variabile. Devi solo verificare che il limite ottenuto non dipenda alla direzione della retta. --5.90.5.152 (msg) 12:31, 28 mar 2020 (CET)
Grazie. Mi sembra che confermi, con altri metodi, l'idea di non esistenza che mi ero fatto. Anche passando in polari mi pareva di trovare una dipendenza dall'angolo, era giusto come svolgimento il mio? Molto utile il tuo altro esempio dell'arcotan come funzione, mi ha fatto riflettere sulle restizioni del dominio su rette. Ti ringrazio per la tua risposta. Buona giornata! --37.161.34.133 (msg) 13:11, 28 mar 2020 (CET)
Sì, state descrivendo esattamente lo stesso procedimento, in cui "t" è il raggio e "a" e "b" sono rispettivamente coseno e seno dell'angolo. -- Rojelio (dimmi tutto) 14:42, 28 mar 2020 (CET)
Anche per i limiti in una variabile c'è comunque da considerare un qualche "angolo", ovvero la direzione da cui approcci quel punto, cioè i limiti destro e sinistro (vedi ad esempio per   e  ). Nel caso di una dimensione c'è solo un modo per approcciare quel punto, nel caso bidimensionali ce ne sono infiniti, e dunque bisogna verificare tutte le infinite direzioni.--Sandro_bt (scrivimi) 13:01, 11 apr 2020 (CEST)


simbologia matematica

Ciao. Ho una domanda sulla simbologia matematica. Non riesco a capire cosa vuol dire quando si utilizzano simboli come >, < (non maggiore e minore, fin lì ci arrivo ;-)) e |. Faccio esempi pratici:

  • <f(x)|g(x)>
  • |f(x)>
  • <f(x)|

In più, c'è un simbolo che sono due parentesi tonde ( ) con dentro le parentesi n e k uno sopra l'altro (n sopra k) che non riesco proprio a capire che sognifica.


--87.5.57.91 (msg) 10:01, 11 apr 2020 (CEST)

Suppongo Notazione bra-ket, non sono minore e maggiore, ma vettori. Credo comunque che la corretta notazione sarebbe <f|g> e non <f(x)|g(x)>, in quanto f(x) = <x|f>. X-Dark (msg) 10:30, 11 apr 2020 (CEST)
L'altro simbolo invece è il coefficiente binomiale.--EquiMinus (Codec) 11:02, 11 apr 2020 (CEST)

(Parlo della bra-ket) Okay. Dalla voce notazione bra-ket non si capisce niente, e non so nemmeno spiegarmi la differenza tra f e f(x) a sto punto, sempre nella notazione in questione. Il problema è che la grande maggioranza delle voci scientifiche che prevedono formule matematiche usano la bra-ket, rendendo le suddette voci incomprensibili (e inutili allo scopo di un enciclopedia che vorrebbe rendere le info a portata di tutti). Scusate la frecciata ma è davvero imbarazzante cercare di capire certe cose su wikipedia. Qualcuno potrebbe spiegarmi la bra-ket?--79.40.132.100 (msg) 11:24, 11 apr 2020 (CEST)

Oddio, la notazione bra-ket è comune solo in meccanica quantistica. Ci può anche stare la frecciata, ma capire la fisica quantistica senza avere una conoscenza di base è impresa ardua non proprio alla portata di tutti (non credo che la notazione sia usata in qualche altra voce, link?). Ad ogni modo, |f> è solo un vettore, se fossimo in tre dimensioni questo vettore potrebbe essere anche rappresentato (in una base ortonormale  ) con la terna  , mentre |g> con la terna  , cioè il vettore f è rappresentato come la somma, alias combinazione lineare, di tre vettori di base ciascuno moltiplicato per le componenti  . Ora, <g|f> è il prodotto scalare ad esempio definito come   (limitandosi per semplicità al caso reale, altrimenti servirebbe un complesso coniugato su g). Le singole componenti sono nella notazione bra-ket uguali per esempio a  . Semplificando al massimo, anche le funzioni possono essere considerate come elementi di uno spazio vettoriale, dato che puoi sommarle punto a punto (f+g)(x) e moltiplicarle per un numero ("scalare" in termini matematici). Le funzioni sono vettori con "infinite componenti" uguali a  , in analogia con il caso a tre dimensioni di prima. Il prodotto scalare è definito come   (anche qui, sempre per funzioni reali), dove il dominio di integrazione   può essere anche tutta la retta reale da meno a più infinito. Può sembrare astratto, ma l'integrale sostituisce effettivamente la sommatoria nel caso infinito dimensionale. Si veda anche spazio di Hilbert. X-Dark (msg) 12:17, 11 apr 2020 (CEST) PS: quindi tecnicamente la differenza fra |f> e f(x) è la stessa che c'è fra |f> e   nel caso tridimensionale.   è solo un numero reale corrispondente alla seconda componente del vettore tridimensionale |f>, allo stesso modo f(x) è solo un numero reale (il valore della funzione f nel punto x) corrispondente ad una componente del vettore infinito-dimensionale |f>.
Se vuoi capire la meccanica quantistica oltre alle nozioni generali scritte su Meccanica quantistica direi che Wikipedia decisamente non è il posto adatto.--Sandro_bt (scrivimi) 13:01, 11 apr 2020 (CEST)
Aggiungo: al di là delle notazioni, la ragione per cui una funzione qualsiasi in meccanica quantistica non è indicata come f(x) ma come |f> è legata alla trasformata di Fourier, usata per rappresentare la funzione nello spazio degli impulsi e non delle coordinate, e in generale per considerare la funzione semplicemente come un qualsiasi vettore che può essere scritto come una combinazione lineare di funzioni scelte come base. Per cui esiste f(x) = <x|f> e anche f(p) = <p|f>, la prima è legata grosso modo alla probabilità di trovare nella posizione x una particella nello stato |f>, la seconda la probabilità di trovare la stessa particella con la quantità di moto p. Il legame fra le due entra in gioco nel principio di indeterminazione. Oppure in tre dimensioni sotto opportune condizioni esiste anche <n,l,m|f>, e non solo f(x,y,z) = <x,y,z|f>, a rappresentare la componente di un generico stato |f> nell'autostato quantico dell'atomo di idrogeno con numero quantico principale  , numero quantico azimutale   e numero quantico magnetico  . Ora, se sono chiari i concetti di trasformata di Fourier e spazio di Hilbert, la notazione bra-ket è solo una notazione e possiamo capire cosa non è chiaro nella rispettiva voce, altrimenti il problema va ricercato a monte e va in effetti risolto al di fuori di wikipedia e forse di internet, servono tempo e molti libri (non credo che una pagina simile, per quanto chiara e ben scritta, sia di aiuto: wikipedia ha molti problemi, ma in questo caso si pretende l'impossibile). X-Dark (msg) 15:03, 11 apr 2020 (CEST)

AAA traduttore di inglese esperto, magari melomane, cercasi

Discussioni_progetto:Musica/Classica#Traduzione_titoli_operette. Là, grazie mille--Pierpao (listening) 10:52, 11 apr 2020 (CEST)

192.168.1.1

Quando se parla de internet se dise speso de sto 192.168.1.1. Ma mi no go mia capìo che cosa xe sto numero. Qualcùn podaria dirme che vol dir per piaser?

--82.60.96.42 (msg) 14:58, 11 apr 2020 (CEST)

Penso sia un indirizzo ip --HominisCon {Scrivimi} 14:59, 11 apr 2020 (CEST)

Go capio che xe un IP. Ma perché el xe molto inportante e se dise speso sta serie di numeri quando se parla de navigaxiòn sul web?--82.60.96.42 (msg) 16:02, 11 apr 2020 (CEST)

Per navigare su internet ogni dispositivo, che sia un computer, o un cellulare si deve per forza collegare ad un computer grande, un server che comunica contemporaneamente con milioni di dispositivi di altrettanti utenti, scambiandosi dati lungo le linee come fanno due persone quando si telefonano solo che al posto di parlare, i computer si scambiano numeri. Quando si costruisce un palazzo nuovo gli si da un indirizzo la via ed un numero civico. L'IP è come l'indirizzo di un palazzo o il numero di telefono di una persona serve al server a trovare il computer o il cellulare solo che al posto di mandargli la posta o parlarci gli invia numeri. L'altra differenza è che in genere, ma ci sono eccezioni, a differenza del proprio numero telefonico l'ip non è fisso ma viene assegnato all'inizio della comunicazione dal server. Il computer chiama il server, che ha un indirizzo fisso, e gli scrive "ho bisogno di dati" il server gli da un indirizzo ip e poi continua a inviare i dati: foto, pagine web, emal, questa pagina a quell'indirizzo finchè il computer non di disconnette--Pierpao (listening) 17:05, 11 apr 2020 (CEST)
Il vice Oracolo ci viene in soccorso: ...L'indirizzo IP 192.168.1.1 è utilizzato di default da moltissimi router ADSL. Qualora sia necessario configurare alcuni aspetti della propria Rete privata, infatti, sarà sufficiente digitare nella barra degli indirizzi del browser l'IP 192.168.1.1 per accedere all'interfaccia di controllo del router... [4]--Flazaza (msg) 17:17, 11 apr 2020 (CEST)
Purtroppo, all'Oracolo partecipano anche rompiballe come il sottoscritto, che osserva come certe domande siano prive di quella contestualizzazione necessaria a fornire una risposta adeguata: nel caso specifico, caro 82.60.96.42, la vaghezza di "quando si parla di navigazione sul web" fa pensare ai dialoghi surreali sul sarchiapone.
La risposta di Flazaza è corretta (anche se esistono pure reti della stessa classe che cambiano di un bit e hanno il router all'IP 192.168.0.1), ovviamente pastrocchiare nella configurazione di un router se non si sa quello che si sta facendo può comportare conseguenze inattese.
--Captivo (msg) 18:49, 13 apr 2020 (CEST)

Agli Oracoli

Di solito scrivo questi messaggi solo a Natale, ma dato il momento critico (e che lo scorso Natale non ho potuto farlo perché ero in un ospedale greco) voglio augurare a tutti gli Oracoli, che ogni giorno con tanto impegno rispondono alle varie domande, dalle più cervellotiche alle più assurde, e alle loro famiglie una buona Pasqua.--95.246.150.111 (msg) 08:26, 12 apr 2020 (CEST)

Grazie altrettante--Pierpao (listening) 16:30, 12 apr 2020 (CEST)
L'Oracolo mi ha detto di ringraziarti e di augurare buona Pasqua a te e a tutti i frequentatori di questa rubrica.--Flazaza (msg) 17:19, 12 apr 2020 (CEST)

Principio di indeterminazione di Heisemberg

Non ho una domanda facile, spero di spiegarmi bene.

Sebbene il principio di indeterminazione di Heisemberg nello specifico parla di quantità di moto e di posizione, in realtà può essere generalizzato con qualsiasi osservabile:

 

C'è però una cosa che non riesco proprio a capire: prendiamo la massa dell'elettrone   e la sua carica  . Sono osservabili, e ad esse si associa un operatore, rispettivamente   e  . Quindi posso riscrivere il principio con le grandezze che voglio misurare e il commutatore  :

 

Ora, io so per certezza che la massa dell'elettrone è 9,1093837015×10−31 kg, e la sua carica è 1,602176634×10−19 C. Sono dati certi, tabulati, li ho pescati da qui. Io in ogni istante posso affermare con certezza quant'è sia la massa che la carica esatta. Ma allora che senso ha il principio di indeterminazione di Heisemberg, secondo il quale più conosco con esattezza uno dei parametri, più tende all'infinito l'incertezza su quell'altro?

--87.9.206.96 (msg) 13:27, 10 apr 2020 (CEST)

Nella meccanica quantistica non relativistica la massa e la carica elettrica dell'elettrone sono delle costanti fisiche fissate dagli esperimenti non associate ad alcuna osservabile (cioè ad alcun operatore autoaggiunto   o  ). Per cui il principio di indeterminazione non si applica (al contrario delle grandezze cinematiche, come la posizione, la quantità di moto, o il momento angolare). Attenzione comunque che tutte queste costanti fondamentali dell'elettrone sono affette da errori sperimetali e che in un contesto relativistico, come nella teoria quantistica dei campi, sia la massa che la carica elettrica non sono affatto costanti. X-Dark (msg) 13:45, 10 apr 2020 (CEST)
Aggiungo: e comunque non è vero che si può scrivere la relazione di Heisenberg per qualunque coppia di osservabili: le due osservabili devono essere coniugate fra loro, ossia tali che il loro commutatore è l’operatore identità moltiplicato per . --5.90.4.126 (msg) 16:44, 10 apr 2020 (CEST)
Beh, no non è vero. Il commutatore tra gli operatori posizione e quantità di moto è uguale a iħ , ma in realtà per il principio generalizzato il commutatore non deve avere solo quel risultato. In teoria i due operatori possono anche commutare, dando un commutatore uguale a 0 (zero): quindi il principio si scriverebbe  , con il risultato che teoricamente si possono avere valori esatti di a e di b.--82.59.89.29 (msg) 14:23, 15 apr 2020 (CEST)
Già, ma in quel caso non puoi dire che "più conosco con esattezza uno dei parametri, più tende all'infinito l'incertezza su quell'altro". Dovresti fare il ragonamento all'inverso: se di due osservabili A e B sai che è possibile trovare una base di stati in cui si annullano simultaneamente ΔA e ΔB, allora le due osservabili necessariamente commutano. Resta il fatto che, come ha fatto notare X-Dark, massa e carica elettrica in MQ non sono funzioni osservabili (per le quali la distribuzione di probabilità dei risultati di una misura dipende dallo stato del sistema), bensì parametri costanti che caratterizzano il sistema. --5.90.7.196 (msg) 20:02, 15 apr 2020 (CEST)

Mario Battilotti

Il prossimo anno vorrei lavorare con le mie classi sulla condivisione delle informazioni. Vorrei che i miei alunni, mentre stanno imparando gli argomenti in programma, imparassero anche a comunicarli inserendoli in rete, creando un libro di testo pagina per pagina. Un libro da condividere con tutti. Avete suggerimenti? --Mario Battilotti (msg) 15:39, 12 apr 2020

Si Mario Battilotti Wikibooks--Pierpao (listening) 14:19, 15 apr 2020 (CEST)

Teoria degli errori

Mi piacerebbe chiedere a qualcuno un dubbio riguardo la teoria degli errori. Immaginando di ripetere lamisura con uno strumento di una certa sensibilità es: 0.01s, ho la possibilitàdi ripetere la misura molte volte e trovo con il calcolo dell'errore relativo 0.003 (quindi minore della sensibilità). Credo di non aver capiro perché alla miusura devo comunque associare M±0.01 e non M±0.003. Cioè se l'errore relativo (scarto quadratico medio diviso radice quadrata del numero di misure) se è minore della sensibilità perdedi utilità e attribuisco allamedia delle misure l'errore di sensibilità. Non riesco proprio a capire il motivo. --37.163.100.222 (msg) 09:33, 31 mar 2020 (CEST)

Non ci ho mai preso molto, con la teoria degli errori, ma credo che l'idea sia che le prove ripetute riducono l'errore casuale, ma non hanno alcuna influenza sull'errore sistematico dovuto all'incertezza di misura data dalla sensibilità dello strumento, che quindi costituisce un "limite inferiore" all'incertezza.
Metti di avere uno strumento che misura le distanze in chilometri, e stai misurando una distanza "reale" di 13.3Km: se non commetti errori casuali strani tu, puoi ripetere la misura 50 volte e per 50 volte lo strumento ti dirà "13", ma questo non vuol dire affatto che la distanza reale è, con sempre maggior probabilità, esattamente 13, ma solo che è con sempre maggior probabilità "entro il range che lo strumento indica come 13", ovvero tra 12.5 e 13.5. -- Rojelio (dimmi tutto) 13:13, 31 mar 2020 (CEST)
Ti ringrazio moltissimo per la risposta!
Hai ragione: in effetti hai ragione, c'è tuttavia un punto che non mi è chiaro, se hai voglia di discuterne ancora..
Riprednendo il tuo esempio se in effetti ho lunghezza 13.3km (vera) e misuro sempre 13km strumentalmente (con strumento a sensibilità ±1km) non vuol dire che lamisura sarà 13, tuttavia poi dici che mi avvicino al range che lo strumento indica come 13km", ovvero tra 12.5km e 13.5km. Però a questo punto potrei scrivere 13±0.5km anziché 13±1km (usando la strumentale che era del km), che è comunque una miglior stima, no? Tu che ne pensi? --37.161.152.213 (msg) 10:53, 7 apr 2020 (CEST)
Non proprio, se la strada è lunga 13,3 km , con lo strumento non misuri 13. Vedi che la lunghezza della strada finisce tra la tacca del 13 km e quella del 14 km. Quindi tu sai che l'oggetto misurato deve essere tra i 13 km e i 14 km. Altrimenti detto tra (13,5 - 0,5) km e (13,5 + 0,5) km, cioè abbreviando (13,5 ± 0,5) km . --Mezze stagioni (msg) 14:15, 7 apr 2020 (CEST)
Ok, però se con la statistica sei giunto a ±0.5, sei sotto la sensibilità strumentale che inizialmente era ±1 --37.160.66.197 (msg) 08:50, 8 apr 2020 (CEST)
In che senso con la statistica? E inizialmente in che senso? Se lo strumento ha tacche ogni km, ho un'incertezza di 1 km. E da -0,5 km a +0,5 km fa 1 km. --Mezze stagioni (msg) 12:28, 8 apr 2020 (CEST)

Non mi ero accorto della tua gentile risposta. Intendo dire che se inizialmente ho una incertezza dovuta allo strumento del tipo misura±1km, Rojelo diceva (vedi sopra) che dopo giungo a poter scrivere 13±0.5km. A me sembra diminuita da 1 a 0.5. Credo mi sfugga qualcosa :( --37.162.99.170 (msg) 13:51, 16 apr 2020 (CEST)

how many percent of people dying of coronavirus in Itally?

cb La discussione proviene dalla pagina Discussione:SARS-CoV-2.
– Il cambusiere ValeJappo『msg』 09:07, 11 apr 2020 (CEST)

How many percent of people dying of coronavirus in Itally?

We count the percentage dying on X, after dividing all dying for whatever reason

Assuming that every person would live 100 years, given 60 million population there should be on average

>>> 6.039e7/100/365
1654.5 deceased persons per day.

As far i see the reported cases are bellow 50 %. Do you have any data on mortality in Italy ? (TAB) 99.90.196.227 (msg) 08:41, 11 apr 2020 (CEST)

It's very hard to say, because it's hard to discern who has died because of coronavirus form who has not. Official numbers are very criticized. --Mezze stagioni (msg) 12:21, 11 apr 2020 (CEST)
Furthermore, for a certain day of measurement, deaths are related to people that have contracted the virus before an unknown number of days, while the number of people indicated as "healed from COVID-19" probably have contracted the virus in a different unknown day respect to died people (so it makes no sense to compare these results day by day, because there could be a "time shift" between them), and "actual confirmed cases" include also people in quarantine that probably have healed yet but are not considered "healed" after a safety time period is passed (about 14-20 days, depending on legislation). So the measured number of died people is probably near or equal to the real value (or maybe less, for what Mezze stagioni wrote), but the number of "healed people" and "active cases" could be higher (we do not know how much exactly).
Supposing we can interpret data for Italian scenario, it is however not correct to compare these statistics with data related to other countries, also because counting methods/procedures used can be different from one country to another one: one reason, for example, could be associated with a difference in control procedures efficiency, that means the difference between estimated numbers and real numbers could be very different from one country to another one and from one time period to another one.
In other words, uncertainties are more than certainties. The only correct way could be to consider accurately all the factors influencing data... but to do these calculation a very complex model is needed, and people that know how to create and interpret correctly such a mathematical model, and also in this case some uncertainty remains, because mathematical models need assumptions and assumptions are "errors" (sometimes negligible, sometimes not). --Daniele Pugliesi (msg) 21:43, 16 apr 2020 (CEST)

Gatti

perché ai gatti piace l'odore della candeggina?

--80.181.107.242 (msg) 14:22, 17 apr 2020 (CEST)

Da veramente brevissima ricerca su google, perchè l'ipoclorito di sodio, presente in molti disinfettanti per la casa, ha un odore evidentemente simile al (nauseabondo) odore di urina di gatto.--Saya χαῖρε 18:17, 17 apr 2020 (CEST)

Ho in mente la scena di un film, ma non il titolo.

Cerco il titolo di un film - risalente credo agli anni '90 - in cui compare la seguente scena: in tribunale, una donna accusata di omicidio, per corrompere un testimone dell'accusa che si trova sul banco dei testimoni davanti a lei comincia ad aprire e chiudere le gambe, attirando l'attenzione dell'uomo che, visibilmente eccitato, dice di non averla mai vista in vita sua.

Lo stesso film, se non sbaglio, termina con l'assoluzione della donna e con la scoperta subito dopo nei bagni del tribunale del cadavere di un'altra donna, uccisa dalla protagonista perchè aveva le scarpe bianche.

Qualcuno mi sa dire che film è? Pensavo fosse Basic Instinct ma pare di no.


--Sailor-Sun - Io Sono Ciò Che Ho Scelto Di Essere (tutto maiuscolo) 15:36, 17 apr 2020 (CEST)

La signora ammazzatutti? --Vabbè (msg) 17:45, 17 apr 2020 (CEST)
Leggendo la trama sulla pagina inglese direi che è quello, grazie. --Sailor-Sun - Io Sono Ciò Che Ho Scelto Di Essere (tutto maiuscolo) 17:55, 17 apr 2020 (CEST)

Programma simulatore di ambienti

Parliamo di anni 80/90 (credo), c'era un programma che permetteva di creare degli ambienti in maniera casuale, non parliamo di interni ma di ambientazioni esterne, montagne laghi, etc. Qualcuno ha idea di come si chiamasse questo programma? So che è un po' generico ma in quegli anni non credo fossero molti. --ValterVB (msg) 22:46, 17 apr 2020 (CEST)

Distribuzione di Poisson

Stavo leggendo su un forum riguardo dei dubbi correlati alla distribuzione di poisson e sono sorti dubbi anche a me. Non ci avevo fatto caso finora, non avendola mai sfruttata nella mia pratica quotidiana, ma avendola trattata nei miei studi anche solo sommariamente volevo capirci di più. Venendo al dunque: mi chiedo se il parametro λ abbia come unità di misura [t^-1] o se sia invece un numero puro. Mi viene da chiederlo, poiché, la poissoniana viene spesso sfruttata per studiare l'andamento di eventi temporali (es: 3 rotture di una macchina in un anno ma in questo casosi intendono proprio λ=3rotture/anno oppure λ=3 puro?)
Vi è poi un secondo dubbio poiché so esserci una correlazione tra poissoniana e binomiale, chiamando "p" la probabilità e "n" il numero di prove so che λ=np, se prendo il numero di guasti annui posso andare a dividere l'intervallo anno in piccoli delta temporali e se divido ad esempio l'anno in ore arrivo ad avere il rapporto di 3guasti/8760ore mi avvicino a un valore piccolo, a questo punto se chiamo p tale rapporto mi accorgo che posso leggerlo come una probabilità di una binomiale e se n della binomiale fosse n=8760ore, allora potrei dire che λ=pn. La domanda però è questa, io so che la probabilità, in generale, si definisce (tra gli altri modi) come: (eventi favorevoli)/(ev. totali possibili), mentre facendo il rapporto 3 guasti/ore totali ho due quantitàdiverse a numeratore e denominatore; l'idea è quella di vedere come i 3 guasti come 3 eventi (3 intervalli di tempo in cui avviene il guasto) diviso intervalli totali? Cioè portarmi ad una sorta di eventi favorevoli (3 guasti:=3 intervalli temporali)/(intervalli totali:=ev.totali)? Grazie per le risposte. --37.162.60.179 (msg) 00:23, 18 apr 2020 (CEST)

La distribuzione poissoniana fornisce la probabilità che un evento, che si verifica in media   volte in un dato intervallo di tempo, si verifichi in realtà   volte in tale lasso di tempo.   è un numero puro: prosaicamente puoi vedere che compare all'interno dell'esponenziale, quindi se non fosse un numero puro (ma, ad esempio, secondi) ti ritroveresti dei bizzarri   vagare nella formula, mentre tu vuoi una probabilità che è un altro numero puro. Più filosoficamente, puoi vedere che l'intervallo considerato non gioca alcun ruolo perchè compare sia nella "definizione della "frequenza""  , sia nella definizione della distribuzione: stesso intervallo di tempo nei due casi!   infatti è il numero di volte che un evento si verifica, e quindi un numero puro. Controprova: il valore di atteso di  , che è dato da  , che rappresenta il numero di volte in media che tale evento si verifica nell'intervallo di tempo dato, è proprio  .
Premessa alla seconda domanda: ricorda di considerare che il tempo è una variabile continua. Anche se in media dei motori che la tua fabbrica produce se ne rompono 3 all'anno, questo non vieta che si rompano tutti nello stesso istante (improbabile, ma sempre possibile). La poissoniana prende in conto questa evenienza, quindi anche se vedi solo il risultato discreto (2, 3, 4... guasti nell'anno), questa prende in considerazione che in ogni singolo istante dell'anno tutti i motori hanno una chance di lasciarci a piedi. La binomiale questo non lo riesce a fare! Per lei ci sono   eventi che si susseguono uno dopo l'altro con due soli risultati: "nessun motore si è rotto nell'intervallo considerato" o "un motore si è rotto durante l'intervallo"; non c'è il caso "2 motori si sono rotti nello stesso intervallo di tempo"! E allora è evidente che la binomiale approssima bene la poissoniana solo quando la probabilità che un evento si verifichi più di una volta nello stesso intervallo di tempo considerato è molto bassa: se nel tuo caso non è così, riduci l'intervallo di tempo considerato come singolo evento (cioè aumenta  ) finchè non sei in grado di separare ogni evento (  resta fisso). Al limite per   tendente ad infinito la binomiale converge proprio la poissoniana.
Domande?--Equoreo (msg) 06:17, 18 apr 2020 (CEST)
Grazie per la risposta!
Esattamente come dici tu, mi ero accorto euristicamente che dovendo essere lambda un numero ad argomento di un esponenziale doveva essere privo di unità di misura. Tuttavia nelle definizioni si dice sempre λ è dato da eventi nel tempo, e quel nel tempo mi faceva venire in mente un rapporto: eventi/tempo che ha come unità di misura [t^-1]. Da qui il dubbio, invece da quanto ho capito dalla tua risposta devo semplicemente prendere il valore puro di tale rapporto.
Devi scusare la mia cocciutaggine ma non credo di aver afferrato appieno cosa intendessi con: "sia nella "definizione della "frequenza"" λ {\displaystyle \lambda } \lambda , sia nella definizione della distribuzione". (Intendi forse che la variabile aleatoria k ha comunque senso di eventi/tempo?)
Sulla seconda risposta condivido quanto dici e il senso di spezzettare molte volte l'intervallo totale così da ottenere intervalli piccoli con possibilità solo 0 o 1 (bernoulliana per intenderci); per poi da queste tovare la binomiale. Però il mio dubbio era piuttosto quest'altro: fermo restando che np=λ fisso, appunto spezzetto il tempo in cui ho avuto il numero puro lambda in "infinitesimi di tempo". Questo è ragionevole, tuttavia il mio dubbio rimane sulla probabilità p così trovata, tornando all'esempio se ho 3 rotture in un anno Mettiamo pragmaticamente di spezzettarlo in ore così da avvicinarci alla binomiale, avrei: 3/8760*n=λ. Però il mio dubbio è proprio sul senso di "p", vediamo se riesco ad essere più chiaro, essendo una probabilità p dovrebbe essere per definizione il rapporto di "eventi favorevoli" su "eventi possibili", mi accorgo che 3/8760 è invece 3 eventi in rapporto a 8760 ore, insomma non ho un rapporto di eventi su eventi ma un rapporto eventi su ore... ma che diamine di probabilità è? (Una probabilità è un rapporto di eventi e non di due cose distinte). Da qui la domanda principale: mi chiedevo se il senso era reinterpretare lambda (nel nostro caso di valore 3) come 3 istanti di tempo in cui avviene la rottura e rapportarlo al totale di "eventi" possibili. Cioè dire rottura coincide con momento della rottura e così la definizione di p=ev/ev.tot è salva.
Scusa se prima avevo spiegato male il secondo dubbio, spero sia più chiaro nel caso dimmelo :D --37.161.34.205 (msg) 11:58, 18 apr 2020 (CEST)
No problem: sono qui per questo! :-)
Nelle formule esatte (non in quelle semiempiriche) non si scarta mai l'unità di misura perchè "dà fastidio" o "darebbe risultati strani"; quello è un indizio che quella grandezza è adimensionale di suo! Se non fosse così, la formula fornirebbe risultati diversi a seconda dell'unità di misura che aveva in origine il numero prima di essere mutilato della sua unità.   effettivamente fa venire in mente una frequenza (che sarebbe espressa in termini di  ), ma non lo è: tu non hai a denominatore un esplicito intervallo di tempo (espresso in termini di tempo), ma un intervallo imprecisato; una sua "unità di misura" sarebbe volte/intervallo (che è diverso da volte/durata dell'intervallo). La durata dell'intervallo non importa alla poissoniana perchè tutto è in funzione dello stesso intervallo: sia   (eventi attesi per intervallo) che   (eventi richiesti per intervallo).
La tua seconda domanda (che prima non mi era chiara) è simile: il   della binomiale è la probabilità che l'evento si verifichi nell'intervallino di tempo considerato dalla binomiale.
Facciamo un esempio: qual'è la probabilità di ricevere 5 e-mail fra le 10 e le 11 del mattino, sapendo che in media ne ricevi 1? La risposta giusta te la dà la miss Poisson (con parametri  ), la tua segretaria efficientissima ad annotare con precisione assoluta il momento in cui arriva ogni mail, ben sapendo che in ogni singolo istante fra le 10 e le 11 bisogna stare vigili; purtroppo oggi la segretaria è in malattia e la sostituisce il sig. B. Nomiale, stagista addetto alle fotocopie, il quale ogni 10 minuti lascia la fotocopiatrice e va al computer a controllare se è arrivata almeno una mail. Il tuo evento è questo: "B. trova almeno una mail", e lo verifichi   volte (una ogni 10 minuti per un'ora); ok, ma che probabilità   ha B. di trovare una mail in quei 10 minuti? Ovviamente dipende da quanto spesso lascia la sua amata fotocopiatrice... Tu sai che il valore atteso degli   eventi è  
 
da cui  .
Il tempo entra nel calcolo di  , non in quello di   (perchè, come dici giustamente, non avrebbe senso una probabilità come rapporto di eventi/tempo):   è conseguenza di  , dove l'unità di tempo sparisce sempre.
Tutto questo regge fintanto che B non sbaglia troppo nell'approssimazione "almeno 1 mail" = "1 mail", ossia se controlla abbastanza frequentemente (aumentando  ) e se le mail sono abbastanza rarefatte (  non è troppo grande). Se così non fosse crolla la tua ipotesi che il tempo continuo possa essere suddiviso in una sequenza di eventi discreti a due soli risultati (binomiali, appunto): e questa è tutta la differenza fra la poissoniana e la binomiale!
Ho risposto alle tue domande?--Equoreo (msg) 14:57, 18 apr 2020 (CEST)
Il colpo di genio B. Nomiale lo adoro XD. Grazie, direi che ora ho le idee assai più chiare. Secondo te vederlacosì sarebbe sbagliato? -> La probabilità p (riguardo l'esempio delle mail) sarebbe: "controlli in cui B ha trovato la mail" diviso "controlli totali (che erano 6)". Ossia ho trovato la probabilità p come un rapporto, come dovrebbe essere, definendoe l'evento favorevole come l'intervallo (adimensionale) di controllo in cui avviene sul totale intervalli di controllo.
Vorrei chiederti davvero un'ultima cosa, mi è sorta prima della tua ultima risposta (sempre sul caso motori) ma ad esempio mi chiedevo se per passare da poissoniana a binomiale oltre a spezzettare il periodo in cui costruisco i motori (mettiamo il solito anno con i 3 guasti) potessi anche fare come segue.
Ammetiamo all'anno costruisca una quantità elevatissima di motori: 100000 pezzi, ora: avrei [3eventi (guasto)]/100000 eventi (motori costruiti)] come rapporto, questo è il mio p. Se nell'anno costruisco 100000 pezzi ho np=(3/100000)*(100000/1anno)=λ cioè tre in un anno. In questo modo non ho diviso il periodo "anno" ma ho tenuto le n-prove/1anno e trovato la probabilità p dividendo eventi/eventi totali. Non so se sia chiaro ma mi sembra una seconda via valida per passare a una binomiale dalla poisson. Sbaglio?
E' stato un piacere parlarne con te.
PS: ovviamente non è sempre fattibile perché mi accorgo che con le mail non avrebbe alcun senso questo modo di procedere (non avendo una quantità "mail totali" come i 100000 motori). --37.160.144.157 (msg) 16:00, 18 apr 2020 (CEST)
(sul p è "controlli con la mail" diviso "controlli totali") Mmm... il senso è quello, ma non è proprio la stessa cosa (ora filosofeggio un po', ma cerca di seguirmi). Tu mi dai una interpretazione di probabilità ex post, che non è sbagliata in generale ma manca di una postilla importante. Torniamo al nostro ufficio e diciamo che dei 6 controlli, ieri B ha trovato mail 2 volte (dimentichiamoci pure dei casi di mail doppie nello stesso controllo): se   fosse "controlli in cui B ha trovato la mail" diviso "controlli totali" avremmo  ; riproviamo oggi (quella lavativa di Ms. Poisson è ancora a casa) e ne rileviamo 3 controlli positivi, quindi  ... A meno che la probabilità dell'evento non cambi tutti i giorni (ad es. perchè tutti i mercoledì alle 10:30, ma non gli altri giorni, riceviamo la newsletter della nostra squadra del cuore), abbiamo sbagliato qualcosa... Il punto è che per ricavare la probabilità di un evento partendo dalle sue frequenze (quindi ex post), dobbiamo provare molte più volte: la probabilità di un evento è data dal limite della sua frequenza per   (ecco la postilla importante). Questa è la cosiddetta "definizione frequentista" di probabilità. La definizione classica "casi favorevoli su casi possibili", che è una definizione a priori, funziona bene quando hai oggetti fisici dal comportamento prevedibile (monete, dadi, carte...) e in cui puoi calcolare tutti i possibili risultati dal principio, ma rende male in casi come questi (con i motori già va un po' meglio...) perchè non sai dall'inizio come si comporteranno, ossia quanti sono i tuoi casi favorevoli e i tuoi casi possibili: "B trova l'e-mail" e "B fa un controllo" sono due eventi, ma non sono equiprobabili e il rapporto di frequenze è difficile da prevedere. (fine della divagazione filosofica, spero di non aver moltiplicato i dubbi...)
(sul "metodo alternativo") Non ho capito dove sarebbe la differenza fra le due procedure: dipende da quello che tu sai all'inizio, cioè da quello che ti dice l'Ufficio Qualità della tua fabbrica. Se ti dice che ogni motore ha   chance di malfunzionare, tu sapendo quanti motori produci in un anno calcoli il   corrispondente (puoi farlo anche per bimestre, se preferisci, basta scegliere l'  corretto, purchè   sia piccolo). Se invece il tuo Ufficio Qualità ti dice che ogni anno si lamentano in media 3 clienti, tu chiedi quanti motori producete l'anno: la probabilità che un motore si rompa (per   o comunque molto grande) è  .
È un piacere essere utili e ripassare queste cose! A disposizione se ancora qualcosa non è chiaro! Saluti!--Equoreo (msg) 23:54, 18 apr 2020 (CEST)

(Rientro)
Volevo solo chiarire meglio...
Per quanto riguarda la parte di filosofeggiamento direi che non mi hai turbato, anzi! Concordo che ero stato poco chiaro e avventato cogliendo (e capendo) i tuoi appunti; più che altro mi interessava capire se in effetti il rapporto che mi dava p fosse in questo caso reso da casi/casi ossia eventi/eventi. Insomma, mi pare di aver finalmente capito che l'errore da me compiuto nel rendere la poissoniana una binomiale e nell'arrivare alla definizione di "p" (per la binomiale) era che consideravo la rilettura di lambda come una unità di tempo diviso il tempo totale dell'intervallo. Mi hai invece fatto capire che p=λ/n è evento fratto il numero di verifiche n. Questo volevo intendere con rapporto di eventi, in altre parole quella probabilità è un rapporto che si può vedere come rapporto di eventi e non di fantomatici tempi come cercavo testardamente di fare (se non ti ho travisato eh!). Quel che mi metteva il dubbio era quel problema con le unità di misura temporali che ora mi sembra risolto.
Per quanto riguarda il "metodo alternativo" volevo sempre passare dalla poissoniana alla binomiale, come mi hai spiegato possiamo farlo dividendo l'"intervallo" anno in sottointervalli (che non sono propriamente sottointervalli, ma non saprei bene come chiamarli XD) ciascuno avente una probabilità bernoulliana p. Mettiamo di costruire mediamente λ=3 oggetti difettosi all'anno e che sia davvero improbabile di costruirne due di tali oggetti difettosi al giorno (così da avere numeri umani per passare alla binomiale); allora p=λ/n, ove n=365giorni/1giorno ossia n=365. Abbiamo diviso in sottointervalli come arcinoto ecc.
Perché invece non potrei vederla così? Siccome ho bisogno di una probabilità piccola p per la binomiale, e mettiamo di sapere che in un anno costruisco sempre 100000 pezzi (in aggiunta al fatto di sapere che mediamente ho tre oggetti rotti in un anno), posso ora ottenere la "p" piccola a me congeniale come p=3/100000 che è a tutti gli effetti una probabilità. Quindi sono partito da una lambda poissoniana e sono giunto a una probabilità p come rapporto, la quale segue una distribuzione binomiale nei vari n=100000 "eventi". Se, infine, volessi tornare a λ noto che λ=3/100000*100000/anno ossia λ=3 all'anno che era appunto il lambda iniziale. Sono ora passato a una binomiale (partendo da una Poisson) senza passare a spezzettamenti dell'"intervallo" di cui parlavamo. Non so se sto dicendo cavolate XD. Vorrei chiederti, non per farmi gli affari tuoi, ma per capire se tali ragionamenti li avessi trattati nel corso universitario (penso) perché io studiai a suo tempo (molto a suo tempo) queste cose, però non le avevo mai approfondite tutte queste cose degli intervalli e unità di misura e in realtà sento di essere parecchio carente. Anzi, se avessi qualche lettura a riguardo (su distribuzioni e statistica applicata) ti prenderei in parola. Grazie davvero per il tuo grande aiuto, è stato un gran piacere soprattutto per me (spero anche per gli altri lettori XD). --37.162.95.27 (msg) 18:32, 19 apr 2020 (CEST)

Direi che il riassunto fila tutto! Ritoccherei solo "λ=3 all'anno" in "λ=3 riferito ad un intervallo di un anno", come anche n sono 100000 prove (perchè riferiti alla produzione di un anno): questione di lana caprina, ma "3 all'anno" mi fa pensare a  , mentre dovrebbe essere un numero puro.
Ricorda che in ogni caso la binomiale resta sempre una approssimazione della poissoniana: la binomiale È (o meglio, converge al)la poissoniana solo quando n tende ad infinito.
Ho sostenuto un esame di Statistica applicata al Metodo Monte Carlo (che poi ho anche applicato al lavoro) dove le differenti distribuzioni sono state trattate (ricordo anche parecchi esercizi proprio su guasti e qualità della produzione), ma di certo non le abbiamo sviscerate come abbiamo fatto qui fra ieri e oggi. Non ho mai avuto un libro di testo sull'argomento: le risposte te le ho date ragionando su quanto scritto nelle pagine di Wikipedia in italiano e in inglese, e mi sembra che stia tutto in piedi, ma certamente non prenderle per Verità Rivelata. Se vuoi approfondire, consiglio di cercare dispense per corsi universitari di probabilità e statistica (es: per ingegneri (più accessibili) o per matematici (più complete)). È stato un piacere anche per me: purtroppo non mi capita spesso di rivedere questi argomenti che invece mi divertono moltissimo! Saluti!--Equoreo (msg) 23:43, 19 apr 2020 (CEST)
Un carissimo saluto :-). E grazie per i link, me li spulcerò per benino!
PS: vorrei anche scusarmi per i vari typo, ma sono pessimo a scrivere da cellulare, perdonatemi. (Aggiusto qualcosa qua e là per i futuri lettori)
--37.163.212.159 (msg) 10:31, 20 apr 2020 (CEST)

Domanda di botanica

Un seme di avocado, in cui si infilano degli stuzzichini e si lascia in un bicchiere d'acqua a far germinare (cambiando l'acqua ogni giorno), quanti giorni occorrono all'incirca per far spuntare la prima germinazione? --79.41.202.105 (msg) 09:02, 19 apr 2020 (CEST)

Le tempistiche sono molto variabili, ci vogliono dalle 2 alle 6 settimane. qui trovi più dettagli --Samuele Madini (msg) 12:10, 19 apr 2020 (CEST)

Perché ho gli indiani nell'HDD?

Dopo la domanda poco sopra, per alcuni noiosa sulla statistica, voglio provare a vedere qualche ipotesi di voi altri oracolani su un fatto strano XD. Come da titolo della domanda: avendo il pc rotto ho comprato i pezzi per assemblarmene uno nuovo e tra gli altri pezzi ho preso pvviamente un HDD (non SSD, quello a piatti magnetici classico). Non è la prima volta che mi accade, ma provando a far girare (appena montato) un programma di recovey di files (quei programmi per trovare file cancellati sbadatamdente) mi trovo ripescati nella memoria dell'HDD niente popò di meno che: degli indiani! Ebbene sì, indiani vestiti in abiti tradizionali anche anni 70. Mi successe anche l'anno scorso col pc per un amico.
Io penso potrebbe trattarsi del fatto che Western Digital testi i suoi hard disk con files random dopo la produzione e prima della commercializzazione. Perché dubito possa trattarsi di un riutilizzo dei piatti magnetici, avendo caratteristiche troppo moderne per essere già presenti in HDD utilizzati e poi riciclati; lascio però spazio alle vostre ipotesi, voi che dite? --37.163.212.159 (msg) 11:00, 20 apr 2020 (CEST)

Trattandosi di un disco Western Digital è normale che dentro ci trovi degli indiani, se avessi comprato un disco Seagate ci avresti trovato dei pesci! XD <contrito>Va bene, ho capito, me ne torno a inserire gli eponimi degli asteroidi</contrito> --Sesquipedale (non parlar male) 11:23, 20 apr 2020 (CEST)
Ho riso ':D --37.160.222.12 (msg) 11:44, 20 apr 2020 (CEST)

Candeggina e aceto

Cosa succede mescolando candeggina e aceto? Si sviluppa cloro? --87.15.162.251 (msg) 09:34, 30 mar 2020 (CEST)

Non sono un chimico quindi attendiamo conferme ma ad occhio contenendo l'aceto acqua è probabile che gli ioni di ipoclorito facciano reazione con l'acido acetico. Nel dubbio eviterei o aspetterei una risposta scientifica--Pierpao.lo (listening) 11:19, 30 mar 2020 (CEST)
Reazione acido-base--Hal8999 (msg)
Precisamente avresti questa reazioneː 4NaClO + 4CH3COOH = 2Cl2 + 4CH3COONa + 2H2O + O2, cioè avresti cloro (in stato gassoso) e acetato di sodio (un sale), più acqua e ossigeno. Ti avverto che esporsi ai due gas liberati senza protezioni agli occhi sarebbe piuttosto pericoloso (il cloro è corrosivo anche in piccole quantità, l'ossigeno in grosse quantità è esplosivo).--Skyfall (msg) 11:15, 31 mar 2020 (CEST)
Inoltre, oltre ad essere pericoloso per gli occhi, è pericolosa anche l'inalazione. Qui ad esempio ho la descrizione di una giornalista che ha inalato il cloro gassoso sprigionato da quella reazioneː Attenzione alle pulizie "tossiche": lavare il bagno può essere un rischio. --Skyfall (msg) 11:48, 31 mar 2020 (CEST)
[@ Skyfall]Sei sicuro che l'altro gas sviluppato sia l'O2 e non ClO2, e che la reazione in questione non sia
8NaClO + 8CH3COOH → 3Cl2 + 2ClO2 + 4H2O + 8CH3COONa?--79.54.144.158 (msg) 12:56, 31 mar 2020 (CEST)
Tutte le due ossidoriduzioni sono possibili, poi non so quale delle due prevale a temperatura ambiente casa mischiando prodotti per la pulizia di casa. In ogni caso con entrambe si libera del cloro gassoso, altamente irritante. --Skyfall (msg) 13:52, 31 mar 2020 (CEST)
Quella che sviluppa ClO2 la conosco e mi è stata giustificata col diagramma di Frost, che fa vedere che l'ipoclorito in ambiente acido dismuta in cloro gassoso e ClO2 (a meno che usi HCl, e allora ipoclorito e cloruro comproporzionano). Quella che sviluppa ossigeno invece non mi torna, per questo ti chiedo--79.54.144.158 (msg) 14:29, 31 mar 2020 (CEST)
In quel diagramma di Frost le specie più stabili sono quelle più in basso? --Mezze stagioni (msg) 23:59, 6 apr 2020 (CEST)
[@ Mezze stagioni]Si, esatto! La linea rossa indica l'ambiente acido, quella blu l'ambiente basico. L'equilibrio
2Cl- - Cl2 è indipendente dal pH (acido e basico coincidono). Ma non solo, la pendenza del segmento che collega due specie è il potenziale standard di riduzione di quella coppia, e con Frost puoi prevedere se una specie disproporziona o due comproporzionano. Per fare un esempio sempre col Frost linkato qui sopra, il ClO2 sta sopra al segmento "immaginario" che collegherebbe ClO2- e ClO3-. Quindi ClO2 in ambiente basico tende spontaneamente a dismutare i quei due prodotti. Ecco perché la candeggina (ipoclorito, che in ambiente acido è protonato come HClO perché è un'acido debole) tende a dismutare in Cl2 E ClO2 (a voler essere pignoli sarebbe in Cl2 e HClO2, ma quest'ultimo a sua volta come puoi vedere dismuta. Invece se una specie sta sotto l'"immaginario" segmento che collega due specie vuol dire che le due che stanno sopra tendono spontaneamente a comproporzionare in quella che sta sotto. Ecco perché se mischi candeggina e acido muriatico (HCl, che si dissocia dando ioni Cl-) sviluppi cloro e kaput.--82.59.89.29 (msg) 14:12, 15 apr 2020 (CEST)
C'è da considerare che la varechina è molto alcalina, bisogna vedere se la quantità di aceto riesce a virare la soluzione a pH acido. --94.34.188.215 (msg) 00:02, 23 apr 2020 (CEST)

Scatolette e scatoline qui ci sono le sardine

Breve sketch televisivo per bambini (con burattini e/o marionette?) fine anni 80 o giù di lì. Cappuccetto Rosso porta alla nonna una quantità di cibo in scatola, che presenta con una filastrocca che comincia più o meno con "Scatolette e scatoline qui ci sono le sardine" (c'era anche della carne in gelatina "con la comoda lattina"). La nonna le suggerisce di preferire frutta e verdura fresche, e per evitare che vadano a male, metterle in freezer e surgelarle (nonna moderna!). Sulla via del ritorno Cappuccetto incontra il lupo che vuole rubarle la frutta fresca. Lei lo riempie invece di lattine, quelle che voleva dare prima alla nonna, ripetendo la filastrocca che però stavolta si chiude con qualcosa del tipo "Fatti buona indigestione, ti saluto bel lupone!". All'interno di che programma compariva? Chi lo ha realizzato? Com'era la filastrocca completa? E soprattutto, com'è che non lo trovo su Internet? (se una cosa non è su Internet non esiste... ehm... vero??? Insomma, c'è "Abracadabra zulun babalù" e non questo?) --79.30.121.174 (msg) 22:38, 22 apr 2020 (CEST)

Voli aerei e moto terrestre

Domanda nata da un discorso da bar in tempi pre-covid19:

La terra ruota su se stessa in senso antiorario a circa 1670 km/h. Adesso immaginiamo un volo aereo che va dall'Europa in America andata e ritorno, percorrendo la stessa identica traiettoria nelle due direzioni e alla stessa identica velocità. Nel nostro caso parlavamo di Milano-Cancùn

  1. Il volo Milano-Cancùn è più veloce, perchè mentre l'aereo è in aria la terra sotto di lui ruota nella direzione opposta.
  2. Il volo Cancùn-Milano è più veloce perchè assieme alla terra si muove anche quello che c'è sopra, quindi l'aereo andando nella stessa direzione del moto terrestre ha oltre la sua velocità una spinta in più data dal moto terrestre, mentre andando da Milano a Cancùn deve andare contro tale spinta.
  3. Nessuna delle due cose dette qui sopra ha senso

Quale di queste tre opzioni è vera?


--87.17.16.74 (msg) 09:07, 23 apr 2020 (CEST)

se non vi fosse vento, credo sia come camminare avanti e indietro tra i vagoni di un treno. ma siccome ci sono i venti Corrente_a_getto--Hal8999 (msg)
E.....Quindi????--87.17.16.74 (msg) 09:50, 23 apr 2020 (CEST)
La riposta è nelle premesse che hai fatto. Ti chiedi quale è più veloce (tra l'altro non specificando il sistema di riferimento, cosa grave) ma nelle premesse scrivi stessa identica velocità. Quindi la risposta è ovvia (se il sistema di riferimento è lo stesso), è stessa identica velocità. --Skyfall (msg) 09:55, 23 apr 2020 (CEST)
PS la risposta può sembrarti fuorviante, ma è proprio fuorviante come hai inquadrato il problema. In fisica si definisce sempre il metodo di misurazione delle grandezze fisiche e il sistema di riferimento (che, nella cinematica dei corpi ridotta bidimensionalmente come si fa nei quaderni a scuola, significa stabilire dove passano l'ordinata e l'ascissa e quindi il loro punto di incrocio, ovvero il punto di osservazione). Tale importanza era chiara fin da Galileo col suo Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo in cui, anzichè su aerei, ragionava sul moto delle navi. Ti consiglio di leggere la parte il Gran Naviglio. Invece, dalla tua domanda, pare che ci siano invece due metodi di misurazione se non due sistemi di riferimento. Con la premessa alla stessa identica velocità hai pensato a due aerei misurando la loro velocità da un sistema di riferimento comune e fisso, tipo un sistema assi incentrato al centro della Terra e passanti per la città di partenza/arrivo, ma poi parli di differenti velocità, come se adesso la velocità non fosse più il moto geometrico dei due corpi ma, qualcos'altro, tipo una grandezza misurata da due anemometri posti sui due aerei. Ebbene, quest'ultima non è la definizione di velocità. Altre confusioni potrebbero essere dovute all'usare differenti sistemi di riferimento, ad esempio essere passati da uno con assi passanti per le città di partenza/arrivo a assi passanti per qualche punto nello spazio, tipo il sole, allora in quest'ultimo sistema la velocità di rotazione della Terra diventa rilevante. --Skyfall (msg) 10:24, 23 apr 2020 (CEST)

Wow mi hai smontato! Non ci avevo pensato ma in effetti hai ragione. Mi permetto di riformulare la domanda, giusto per arrivare al nocciolo del mio dubbio. Ipotizzando che lo stesso aereo viaggi alla stessa velocità e sulla stessa traiettoria tra Milano e Cancùn e tra Cancùn e Milano trasportando lo stesso peso, e che il consumo di carburante per potenza erogata sia il medesimo, ci sarà un minor consumo nel volo per o da Milano? Spero che sta volta non abbia formulato in modo fuorviante il quesito, ma quello che vorrei sapere è solo se la rotazione terrestre su se stessa possa agevolare un volo aereo tra longitudini diverse (e se sì, se agevola il volo ad est o ad ovest)--79.51.84.141 (msg) 12:46, 23 apr 2020 (CEST)

Se ti limiti all'effetto della rotazione terrestre, e ti muovi da est a ovest (o da ovest a est) lungo l'equatore (per cui possiamo trascurare l'effetto dell'accelerazione complementare), la risposta è no. Il ragionamento che uno potrebbe fare ingenuamente, e cioè "intanto che io volo in direzione opposta alla rotazione terrestre, la Terra mi viene incontro, quindi dovrei fare molto prima", è fallace per le ragioni già spiegate da Skyfall: è come pensare che quando cammini avanti e indietro nel corridoio di un treno in corsa (a velocità costante) tu faccia meno fatica quando cammini in senso opposto al moto del treno. In base allo stesso ragionamento, per raggiungere l'America basterebbe sollevarsi un po' da terra, "stare fermi" e aspettare che l'America ci venga incontro alla velocità di circa 1670 km/h! Detto questo, di fatto si ha un diverso consumo di carburante fra il viaggio di andata e quello di ritorno, ma non deriva direttamente dalla rotazione terrestre: deriva dalla direzione prevalente dei venti (che a sua volta è influenzata dalla rotazione terrestre). --5.90.11.216 (msg) 13:14, 23 apr 2020 (CEST)
 
... venti che possono essere anche molto variabili. X-Dark (msg) 13:47, 23 apr 2020 (CEST)
Un mio conoscente faceva il pilota di linea proprio sulla tratta Londra-New York: a seconda dei venti poteva impiegare anche fino a tre ore di differenza tra le due direzioni, intorno alle 6 in un caso e alle 9 nell'altro --Postcrosser (msg) 15:08, 23 apr 2020 (CEST)
Almeno in passato per le circumnavigazioni spesso si sfruttavano gli alisei, tra i due tropici, che tendono ad avere direzione costante (ad essere variabili sono i venti occidentali, più a nord nell'emisfero boreale). Non a caso la loro traduzione in inglese è trade winds (venti del commercio), perchè proprio fruttati nei secoli scorsi per le rotte commerciali dei velieri. Inoltre più si va ad alta quota e più sono regolari. Ci sarebbe da dire che, a differenza delle navi o dei treni, gli aerei cambiano di quota e quindi, a causa della differente velocità tangenziale a parità di velocità angolare dovuta alla rotazione terrestre, ci sarebbe una accelerazione complementare da compensare, ma è appunto piccola (il raggio terrestre è 3781 km, un aereo a 10 km di quota si muoverebbe a 3791 km dal centro, quindi la differenza dei due raggi è trascurabile). Tuttavia, questo effetto è minimo. La grande differenza li fanno i venti ad alta quota che, tra i due tropici (appunto, gli alisei), tendono a spirare sempre nella stessa direzione. --Skyfall (msg) 15:58, 23 apr 2020 (CEST)

Nome di un gioco

Come si chiama quel gioco composto da una tabella di quadratini (o lampadine) che inizia con tutti i quadratini spenti e toccando un quadratino si accendono/spengono i quadratini adiacenti, e il gioco finisce quando tutti i quadratini sono accesi? --151.49.56.117 (msg) 22:17, 24 apr 2020 (CEST)

Può essere lights out? qui se ne trova una versione online --Postcrosser (msg) 22:43, 24 apr 2020 (CEST)

Calcolo del check-digit di un codice ISSN

Ciao, conoscete un sito web ove sia possibile ricavare il check-digit di un codice ISSN conoscendo i primi sette caratteri? In altre parole, spesso ho la necessità, partendo da un codice 977xxx.... di risalire al corrispondente ISSN. Es.: dato un codice qualsiasi, 9-771124-045000, relativo a una pubblicazione, si ricava immediatamente la prima parte del codice ISSN (sono le sette cifre successive al 977, ovvero 1124-045) ma privo del check-digit. Ho cercato una qualche funzione anche sul portale ISSN, ma inutilmente. Grazie.

--Er Cicero 22:10, 10 apr 2020 (CEST)

Da qua sembrerebbe essere facilissimo da calcolare e si può automatizzare in vari modi. Ad esempio, con Excel, se scrivi le cifre del codice in A1, B1, C1....,G1 allora se scrivi in un'altra casella =MOD(-(8*A1+7*B1+6*C1+5*D1+4*E1+3*F1+2*G1);11)" questa ti resituisce il codice di controllo. In alternativa se vuoi scrivere tutto il numero su una casella unica (A1), allora basta scrivere =MOD(-(MOD(FLOOR(A1/10^6;1);10)*8+MOD(FLOOR(A1/10^5;1);10)*7+MOD(FLOOR(A1/10^4;1);10)*6+MOD(FLOOR(A1/10^3;1);10)*5+MOD(FLOOR(A1/10^2;1);10)*4+MOD(FLOOR(A1/10^1;1);10)*3+MOD(A1;10)*2);11) in un'altra casella.--Sandro_bt (scrivimi) 13:01, 11 apr 2020 (CEST)
Grazie Sandro, quella pagina la conoscevo. In realtà fino a pochi mesi fa usavo un sito (che ora purtroppo è irraggiungibile, probabilmente dismesso) nel quale, inserita la prima parte del codice in una casellina, mi restituiva il check-digit cercato. Sembra impossibile, ma in rete non trovo nulla di equivalente, da lì nasceva la mia richiesta. Ultimamente mi ero "arrangiato" inserendo in questa pagina i primi sette caratteri ai quali aggiungevo l'ottavo a caso, finché la ricerca non mi restituiva un codice valido. Un po' palloso, ma alla fine il risultato l'ottenevo. :-) Se non salta fuori niente ricorrerò ad excel, così magari mi tengo pure in allenamento. Grazie della dritta, ciao. --Er Cicero 16:43, 11 apr 2020 (CEST)
In alternativa magari potresti farti creare uno strumento apposito su Labs. Non so se Labs si possa usare anche per cose di interesse generale molto limitato, ma se qualcuno ci sa mettere le mani dovrebbe metterci veramente un attimo a farlo (non so bene chi taggare, provo con user:ValterVB)--Sandro_bt (scrivimi) 17:43, 11 apr 2020 (CEST)
Ho usato un modulo LUA. Se usi {{Utente:ValterVB/Template/checkISSN|9-771124-045000}} ottieni 8. Link al modulo: ISSN e link al template checkISSN Se vuoi puoi usare direttamente la chiamata LUA senza passare da un template così: {{#invoke:Sandbox/ValterVB/ISSN|ISSN|9-771124-045000}} che restituisce 8 --ValterVB (msg) 20:43, 11 apr 2020 (CEST)
Grazie Valter, me li sono salvati in una mia sandbox, per ora va più che bene. Una domanda: dato che ovviamente si trova di tutto, il codice lo posso inserire anche senza i trattini? --Er Cicero 22:18, 11 apr 2020 (CEST)
Se cancelli il trattino senza mettere altro, non funziona più, perché il modulo controlla esattamente i caratteri 5, 6, 7, 8, 10, 11 e 12 (il carattere n° 9 è appunto il trattino) se invece al posto del trattino hai uno spazio o qualsiasi altro carattere funziona lo stesso. Se ti serve qualcosa di più funzionale fammelo sapere che vediamo come sistemare, ma serve sapere tutti i casi possibili. --ValterVB (msg) 22:54, 11 apr 2020 (CEST)
Sì, è chiaro. Guarda, per essere pragmatici, limitiamoci a un solo caso, quello in cui i caratteri sono tutti consecutivi, che poi è quello più frequente, se il codice viene inserito diversamente poi lo riadatto io, no problem, davvero. E grazie ancora. --Er Cicero 23:18, 11 apr 2020 (CEST)
Non ho capito se ti serve la versione con caratteri consecutivi quindi nel dubbio l'ho fatta qui. La richiami con {{#invoke:Sandbox/ValterVB/ISSN2|ISSN|9771124045000}} --ValterVB (msg) 23:57, 11 apr 2020 (CEST)
Così mi va benissimo. Ciao. --Er Cicero 00:53, 12 apr 2020 (CEST)
Grazie ValterVB! Volendo una piccola modifica da fare al template sarebbe quello di far restituire al modulo tutto il numero ISSN, non solo l'ultima cifra, così se vuoi usarlo su Wikipedia ti basterebbe scrivere {{subst: Utente:ValterVB/Template/checkISSN|9-771124-045000}} e questo al salvataggio lo trasformerebbe automaticamente (anche sul sorgente) nel ISSN.--Sandro_bt (scrivimi) 12:15, 12 apr 2020 (CEST)
[@ Sandrobt], siccome non so esattamente come funziona l'ISSN, da quella stringa cosa dovrebbe restituire? --ValterVB (msg) 12:22, 12 apr 2020 (CEST)
A prescindere dalla prospettazione a video, il codice ISSN si può compilare all'interno del "cita libro" come ISSN=1124-0458, mentre come template a se stante è {{ISSN|1124-0458}}. --Er Cicero 12:59, 12 apr 2020 (CEST)
P.S.: c'è anche il caso del template "Testata giornalistica", ma lì credo che sia sempre compilato correttamente.

──────────────────────────────────────────────────────────────────────────────────────────────────── Scusa [@ ValterVB], forse c'è da sistemare qualcosa nell'algoritmo. Ho cercato l'ISSN a partire dal codice 9771126545003 (per inciso, lo trovi nella voce su Archimede), e l'invoke mi restituisce 11, mentre il valore corretto doveva essere 0. Puoi verificare? --Er Cicero 21:03, 12 apr 2020 (CEST)

E comunque rileggendo le regole di calcolo riportate nella nostra voce c'è qualcosa che non va. Intanto nella "Presentazione" dove dice che "L'ultima cifra ... può avere un valore da 1 a 10; il valore 10 è rappresentato con una «X»". Non è vero, perché è previsto anche il valore 0 (il codice che ho riportato subito sopra lo dimostra). Poi sarebbe opportuno precisare anche nel paragrafo successivo, "Regole di calcolo...", che se il resto è 1 allora il check-digit vale "X" e probabilmente (dico probabilmente perché non l'ho verificato), se il resto è 0 anche il check-digit è 0. --Er Cicero 21:33, 12 apr 2020 (CEST)
Si', en.wiki ti dà ragione, era scritto male nella voce, ho provato a precisare. Comunque [@ ValterVB], la forma esatta dipende più che altro dall'uso che ne fa Er Cicero. [@ Er Cicero] quand'è che ti trovi a usarlo? Cercando errori nel template Cita-libro? (Nel frattempo cercando la formula corretta ho trovato questo che se si mette un numero a 7 cifre (o anche 8,9,...) ti dice qual è quello corretto).--Sandro_bt (scrivimi) 22:36, 12 apr 2020 (CEST)
Allora, ogni tanto faccio lavoro sporco su questa lista dove compaiono erroneamente come ISBN codici 977 (poi come li trovi scritti è un problema secondario, la casistica è varia e non vale la pena di starci dietro). Quindi, visto che il 977 rappresenta una pubblicazione, la cosa migliore da farsi è trasformarlo nel corrispondente ISSN (e da qui la mia richiesta). Il link che hai trovato è simile a quello che usavo prima, grazie mille! --Er Cicero 22:49, 12 apr 2020 (CEST)
Ho fatto un fix ai due template che dovrebbe aver sistemato la questione 0/11, mentre la 10->X la lascio a user:ValterVB visto che non ho mai usato Lua.
Quello che avevo in mente io è avere un template che dato un numero di 7 o più cifre N, ritorna la stringa (prime 7 cifre di N)(cifra di controllo). In questo modo per risolvere il problema della lista segnalata sopra basta trovare il codice sbagliato N all'interno della voce, incollare {{subst:Utente:ValterVB/Template/checkISSN| prima di N (rimuovendo i trattini da N) e mettere }} dopo e salvare la pagina. Volendo comunque sostituzioni di questo tipo sarebbero fattibilissimi via bot.--Sandro_bt (scrivimi) 11:33, 13 apr 2020 (CEST) P.S. Ma se l'8 numero del codice ISBN è casualmente quello giusto (cosa che capita nel 9% dei casi), quel codice non compare nella lista?--Sandro_bt (scrivimi) 11:33, 13 apr 2020 (CEST)
Non pensavo di chiedere il ricorso a un bot perché potrebbe essere utile solo se il codice 977 di partenza fosse corretto (cosa che non è affatto scontata). Come dicevo in un mio precedente intervento, "si trova di tutto", non solo col posizionamento più o meno fantasioso dei trattini (quando vengono messi) ma anche con la presenza di un carattere errato che impedirebbe il corretto funzionamento del bot (in questi casi bisogna agire diversamente, cercando in altro modo la pubblicazione). Ti dirò di più, mi pare di ricordare che, per i codici ISBN, girasse un bot (forse Attobot, ma proprio non ricordo quale) che quando il check-digit era sbagliato, lo ricalcolava e lo sostituiva all'interno del codice. Già, peccato che se la cifra errata non era l'ultima, il bot aggiungeva errore ad errore (poi non ricordo com'è andata a finire, se Renato ricontrollasse e correggesse manualmente i singoli casi o cos'altro), quindi io eviterei il ricorso al bot per gli ISSN (che oltretutto sono anche in numero molto più limitato degli ISBN). --Er Cicero 12:34, 13 apr 2020 (CEST)
Non ho ben capito la tua domanda (forse la confusione deriva dal fatto che nella lista sono inclusi come ISBN codici che ISBN non sono) e forse non ti so rispondere con esattezza; fatto sta che è il software a intercettare come ISBN errato qualunque codice che non rispetta gli algoritmi di calcolo (o forse anche altro, tipo verificare i prefissi 978 e 979) e a inserirlo nella lista. Forse puoi farti un quadro più chiaro esaminando anche le altre liste di errore riguardanti proprio l'ISSN, almeno la 107 e la 108.

[ Rientro] Ho creato la versione 3 del modulo, ora è indipendente dal numero di trattini presente e gestisce la X. Esempi qua. --ValterVB (msg) 12:09, 14 apr 2020 (CEST)

Scusate, mi ero perso gli ultimi interventi. Grazie ValterVB e, Er Cicero, ok, ottimo, la lista 108 risponde alla mia domanda!-Sandro_bt (scrivimi) 09:32, 25 apr 2020 (CEST)

Nuove combinazioni tasti Windows

Anche se è una questione riguardante gli aggiornamenti di Windows, c'è una cosa che mi sta creando un grosso disagio nell'editare le pagine Wikipediaː da circa un paio di mesi sono cambiate le combinazioni tasti di Windows per cui se, ad esempio, scrivo due [ o due ] attaccati, oppure mentre scrivo una citazione metto il segno =, oppure devo semplicemente mettere una percentuale o due punti, questi vengono sostituiti da altri caratteri indesiderati. Come si fa a riavere la tastiera di una voltaǃ Grazie

--Skyfall (msg) 17:31, 24 apr 2020 (CEST)

Non conosco win10 ma se hanno mantenuto coerenza, la combinazione tra 2 configurazioni di tastiere dovrebbe essere Alt-Maiuscolo (entrambi sx). Prima di provare associazioni di tasti ricordati quali premi :) --78.14.19.44 (msg) 17:39, 24 apr 2020 (CEST)
Nella mia esperienza premere per sbaglio ALT+Shift e passare alla tastiera inglese è piuttosto comune, da un numero immemorabile di versioni di Windows :( :( . Posso capire come si sente Skyfall. Però dovrebbe essere disattivabile dal pannello di controllo. Più o meno così: impostazioni avanzate di tastiera -> opzioni della barra della lingua -> Avanzate -> Cambiare sequenza di tasti -> Non assegnata (ho tradotto a caso, ora sto usando un Windows in inglese). --82.48.73.235 (msg) 18:36, 24 apr 2020 (CEST) Anzi in generale dovrebbe essere proprio possibile rimuovere la tastiera inglese.
No, la tastiera è sempre italiana. Inoltre mi capita in Chrome ma non in Explorer. --Skyfall (msg) 19:39, 24 apr 2020 (CEST)
Se ti succede solo su Wikipedia, forse non dipende da Windows, ma dalle tue impostazioni: nella colonna a sinistra (quella con i link alla pagina principale, le ultime modifiche ecc.), in fondo c'è la sezione "Lingue"; clicca sulla rotellina, poi su Scrittura e controlla che la lingua di immissione sia l'italiano, oppure seleziona l'opzione "Utilizza la tastiera nativa".--EquiMinus (Codec) 09:00, 25 apr 2020 (CEST)

Domanda

Sommo Oracolo! Ho una domanda da porti. So già che la riterrai stupida, o più probabilmente riterrai me stupido. Ma non riesco proprio a capire, se due cariche dello stesso segno si respingono e due di segno opposto si attraggono, come mai l'elettrone non viene attratto dal nucleo dove ci sono i protoni e i protoni in un nucleo non si respingono tra loro? Grazie mille. P.S. non so come mai la prima volta che ho scritto qui sono stato bloccato da un filtro --79.40.139.32 (msg) 09:49, 25 apr 2020 (CEST)

Veramente l'elettrone è attratto dal nucleo. Tuttavia ha anche una notevole velocità orbitale e la forza centrifuga compensa la forza centripeta che lo attrae. Per semplicità pensa a un proiettile lanciato con estrema forza (a 45%, inclinazione con cui si ha la gittata massima). Questo compirà una notevole traiettoria prima di toccare terra. Eppure lo stesso proiettile, in mano, lasciato cadere avrebbe toccato il suolo quasi subito. Ora prova a immaginare di spararlo con una forza immane a tal punto da farlo girare attorno al globo terrestre (alla Julius Verne). Impiegherà molto più tempo per toccare suolo. Ora prova a immaginarlo sparato ad altissima quota, al di fuori dell'atmosfera e tangenzialmente alla superficie terrestre. Senza attrito con l'aria, questo ipotetico proiettile continuerebbe a circolare attorno alla Terra, come un satellite. --Skyfall (msg) 10:16, 25 apr 2020 (CEST)
Domanda tutt'altro che stupida... è roba da quinto anno di liceo/corso di laurea scientifico.
La forza elettromagnetica esiste sempre, anche fra elettrone-nucleo e protone-protone; tuttavia quando entriamo nell'ambito della teoria atomica le cose non sono mai semplici come le immaginiamo.
Partiamo dal nucleo. Per quanto ne sa l'umanità, nell'universo esistono 4 forze fondamentali: gravità ed elettromagnetismo sono notissime, ma esistono le cosiddette forza nucleare forte e forza nucleare debole (che fantasia coi nomi...). Lasciamo stare la forza debole, che non c'entra niente con la nostra discussione. Sia chiaro che tra due protoni (facciamo due per semplicità) le tre forze agiscono sempre; sì, ma quanto? A parità di distanza la gravità fra i due protoni, che hanno una massa ridicola, conta come il due di coppe rispetto alla loro repulsione elettrostatica; quindi due protoni si respingeranno. Ma c'è il terzo incomodo: l'interazione forte!
L'interazione forte si manifesta fra protoni e neutroni (protone-protone, protone-neutrone, neutrone-neutrone) ed è di tipo attrattivo; è enormemente più intensa di tutte le altre (fantasia sui nomi poca, ma almeno hanno senso) ma decade con la distanza molto più rapidamente delle altre due: praticamente ha un effetto "concreto" solo se la distanza è quella di un nucleo... Oltre quella distanza la forza elettromagnetica vince a mani basse.
Risultato: immagina di avvicinare due protoni un po' alla volta. Man mano che li avvicini ti servirà sempre più forza per vincere la repulsione elettrostatica; l'attrazione gravitazionale ti aiuta quanto può aiutarti tuo fratello treenne a sollevare un pianoforte a coda. Tuttavia quando li hai portati, con estrema fatica, molto vicini ecco che cominci a vedere l'effetto della forza forte; arrivati alla distanza del raggio atomico la forza forte fa a polpette quella elettromagnetica, e i protoni che stavi spingendo ti sfuggono di mano per abbracciarsi in un nucleo di elio. Puoi provare a spingere ancora i protoni uno verso l'altro, ma non andrai molto lontano: l'universo non vuole che due cose diverse occupino lo stesso posto, quindi a distanze eccessivamente piccole (circa un raggio del protone) la forza forte perde efficacia (l'universo vince sempre).
In tutto questo gioco di forze ed energie succede che se pesi il tuo nuovo nucleo di elio non pesa più quanto i due protoni originali (se vuoi sapere la ragione della magia, la trovi qui). Questo è alla base dell'energia nucleare, che si ottiene proprio unendo (fusione) o separando i nuclei (fissione).
Spunto di riflessione: perchè non esistono nuclei con molti protoni e nessun neutrone? --Equoreo (msg) 13:55, 25 apr 2020 (CEST)
Grazie mille! Mi avete spiegato bene la faccenda e penso di aver capito. Per lo spunto di riflessione: allora i dati fattuali sono che la forza nucleare forte vince su tutte le altre, e che un nucleo grosso di soli protoni ha una carica positiva maggiore di un nucleo della stessa dimensione ma con protoni + neutroni.
Quindi se avvicino un singolo protone "X" a un nucleo grosso fatto solo di protoni, oserei ipotizzare che il nucleo ha una carica tale che, dalla legge di Coulomb, mi da una forza repulsiva su "X" che è ovviamente maggiore di quella che darebbe un nucleo più piccolo, ma che in qualche modo riesce a tenere testa alla forza nucleare forte. Ma è solo un ipotesi, potrei aver detto una cosa sbagliatissima.--80.117.25.199 (msg) 10:57, 26 apr 2020 (CEST)
 
Nuclei stabili e instabili in funzione del numero di protoni e neutroni
Esattamente! Neanche la forza forte è invincibile: se il tuo nucleo è fortemente carico neanche la forza forte basta a controbilanciare la repulsione elettrostatica e nucleo va in mille pezzi; allora ti servono i neutroni che apportano nuova forza forte, ma non forniscono carica.
Potresti pensare di poter aggiungere quanti neutroni vuoi, tanto aiutano solo la stabilità: non è così! Esistono determinati rappporti fra neutroni e protoni che devono essere rispettati: se ti allontani dal numero magico il nucleo tende a decadere (spesso con l'aiuto della forza debole, che noi avevamo ignorato) per cambiare i rapporti di forza e riavvicinarsi all'amata stabilità (la linea nera nella figura a fianco).
Esaminato il nucleo, passiamo agli elettroni. Il modello per cui gli elettroni girano come satelliti attorno al nucleo e non cadono grazie alla forza centripeta andava bene 100 anni fa (senza offesa [@ Skyfall] :-) ). Il problema principale di questo modello è che gli elettroni, essendo carichi, emettono una radiazione (chiamata Bremsstrahlung) ogni volta che sono accelerati. In un modello planetario l'accelerazione c'è sempre (è quella centripeta) ed è responsabile per il cambio di direzione (ma non del modulo) della velocità tangenziale: dovremmo quindi osservare tale radiazione di Bremsstrahlung da tutti gli atomi (anche a riposo), mentre questo non avviene.
La soluzione (se la vogliamo chiamare così...) l'ha trovata Bohr: gli elettroni non cadono sul nucleo perchè sì! Sostanzialmente Bohr ha fissato per postulato che l'energia degli elettroni non può essere un valore qualsiasi, ma può assumere solo determinati valori: un elettrone cambia livello energetico solo se riceve energia sufficiente a passare a quello superiore (oppure cede una quantità fissata di energia per passare a quello inferiore).
Il "precipitare sul nucleo per attrazione coulombiana" non comporta alcuno scambio di energia (in un modello planetario avremmo una conversione di energia poteziale in cinetica) e non c'è nulla in grado di depauperare tale energia (es. attrito), quindi l'energia dell'elettrone non cambia mai.
Il modello di Bohr è quello attualmente in uso ed è stato solo ritoccato per dirci "dove sono gli elettroni": Bohr aveva mantenuto le orbite di Rutherford, forzando "a martellate" che tali orbite erano immutabili; le orbite però sono incompatibili col principio di indeterminazione di Heisenberg, e quindi sono state sostituite con gli orbitali.
Alla domanda "dov'è l'elettrone di quell'atomo di idrogeno" la risposta non è più "sulla sua orbita", ma "da qualche parte nell'universo"; nota la sua energia, posso dirti (meglio, te lo dice Schrödinger) quanto è probabile trovarlo in un dato punto e dove è più probabile trovarlo, ma nulla vieta che il "tuo" elettrone sia in vacanza ad Honolulu in questo momento (è solo molto improbabile). Peraltro, la probabilità che un elettrone sia nel nucleo non è nulla (anzi, per gli elettroni con numero quantico orbitale pari a 0, il picco di probabilità è proprio centrato nel nucleo). Quello che però è chiaro è che gli elettroni dell'atomo non possono "stare" (nel senso di "rimanerci") perchè la loro energia non è sufficiente. Qui mi fermo perchè il discorso si farebbe molto complicato (come se fosse stato semplice fino a qui...).
Riassumendo: gli elettroni sono liberi di circolare in tutto l'universo, ma è tutto divieto di sosta :-D --Equoreo (msg) 15:22, 26 apr 2020 (CEST)
Mi è piaciuta moltissimo questa spiegazione, soprattutto il "perchè sì!" e il "divieto di sosta". Non mi ricordo come me l'avessero spiegata i prof di scienze al liceo e i prof del corso base di chimica al primo anno di ingegneria (ormai più di 20 anni fa - argh! sono vecchio!), ma certamente così è meglio! Complimenti! --82.48.72.14 (msg) 19:48, 28 apr 2020 (CEST)

cosa è sto robo da cucinare?

Un invertebrato alieno? Una spugna abissale? pseudo formaggio orientale?--Pierpao (listening) 15:56, 28 apr 2020 (CEST)

Il timestamp dell'oggetto misterioso quale sarebbe? A 10:29 si vede solo tuorlo d'uovo messo su una padella e poi "farcito" con l'albume. --Saya χαῖρε 16:03, 28 apr 2020 (CEST)
Forse sono i due flaconi che ti creano dei dubbi? Uno contiene tuorlo, l'altro albume. Ovviamente io giammai tratterei le uova in quel modo... :-) --Lepido (msg) 16:06, 28 apr 2020 (CEST)
[@ Sayatek, Lepido] 10:52 quella cosa rettangolare che mette nella pentola, guardandolo meglio, adesso che sono preparato psicologicamente e riesco reggerne la vista, se fosse tondo, direi un gomitolo infeltrito di pasta (ma non certo di grano duro), ma è rettangolare! 0_0--Pierpao (listening) 21:06, 28 apr 2020 (CEST)
Ah...! Ok, la prossima volta che vai al supermercato, compra questo e poi aprilo :-) --Lepido (msg) 21:10, 28 apr 2020 (CEST)
Ho visto che c'è anche una famosa enciclopedia on-line che ne parla. --Lepido (msg) 21:18, 28 apr 2020 (CEST)
Quindi sono questi con cui si fa quella cosa meravigliosa che è il ramen, precotti e poi essiccati. Pobre nos! :(. Grazie comunque--Pierpao (listening) 21:28, 28 apr 2020 (CEST)