D'Isernia

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La famiglia d'Isernia (e Corvo)[1][2][3][4], secondo alcune fonti[5] che si basano sulla prefazione alle "Consuetudines Neapolitanae" di Camillo Salerno, ebbe origine dalla famiglia de Rampinis d'Isernia.[5] Nel XVII secolo, lo storico e genealogista Carlo De Lellis aggrega la famiglia di Andrea d'Isernia a quella Corvo[6]. Successivamente, nel 1886, Luigi Palumbo pubblicò un testo dal titolo "Andrea d'Isernia: studio storico-giuridico" senza dare informazioni certe riguardo alla data di nascita della medesima famiglia di Andrea d'Isernia.[7]

D'Isernia e Corvo
D'oro al corvo fermo di nero; cimiero: drago uscente
Stato
Titoli
  • Re Del Diritto Feudale "Monarca Feudistarum" (titolo d'onore per Andrea d'Isernia)
  • Giureconsulti
  • Avvocati Fiscali
  • Regi Consiglieri
  • Giudici della Gran Corte
  • Maestri Rationali della Gran Corte
  • Luogotenenti del Gran Camerario
  • Baroni o Signori (feudatari)


altri titoli sconosciuti per gravi danni dovuti alla seconda guerra mondiale all'Archivio di Stato di Napoli

Origini del cognome modifica

Il cognome D'Isernia pare indichi l'origine del casato nella regione del Sannio (zona appenninica tra Molise, Campania orientale, Abruzzo del sud). Sembra che non risulti una data precisa per la nascita della famiglia D'Isernia, così apparentemente il capostipite sembrerebbe il famoso giurista Andrea d'Isernia che, secondo le informazioni riportate anche nei "Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis, Parte Terza (Napoli 1671)", ribadendo quanto scritto da Camillo Salerno nella prefazione alle Consuetudini di Napoli si sarebbe originato dalla famiglia de Rampinis d'Isernia.[1]

«Fù Andrea qual egli era anche nobilmente ammogliato con Burlesca di Roccafoglia, con la quale frà gli altri procreò Roberto, che si cognominò ancor egli d’Isernia, lasciato l’antico cognome de Rampinis, divenendo così per l’avenire, per l’eccellenza d’Andrea proprio cognome della Famiglia, quello, ch’in esso Andrea né dinotava la sua Patria; & e anche fu sua figliola Giovanna, detta anch’ella Isernia, maritata à Pietro di Cornai di nobilissima famiglia Signor della Baronia di Foroli in Apruzzo, figlio di Roberto, e di Baccia di Sagro, dalli quali Pietro, e Giouana nacque quella Maria, che maritata ad Andrea Carafa, portò in questa famiglia la Baronia di Forli, che fino a’ giorni nostri si è mantenuta in essa.»[8] Citazione tratta da: "Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Parte Terza, pagina 117, Napoli 1671. Va notato che questa citazione si basa sui racconti di Gio:Vinc. Ciarlante memor.historiche del Sanio lib. 4.c.24.f.278., così come riportato sulle note laterali del testo di C. De Lellis.

Nelle "Memorie Historiche del Sannio, libro quarto" di Giovanni Vincenzo Ciarlanti ci dice che Andrea si chiamava d'Isernia, perché era usanza dei famosissimi Legislatori del tempo cognominarsi col nome della patria di origine.[9] Poi Ciarlanti ci raccomanda di non confondere Andrea d'Isernia con Andrea Rampino (Rampinis nella versione latina), perché Andrea Rampino era il Maestro Razionale e Consigliere di Re Ludovico (cioè Luigi d'Angiò o Luigi di Taranto) e della Regina Giovanna I secondo il registro del 1352 (ossia quando il famoso Andrea d'Isernia era già morto nel 1316).[9]

«Vacando la Chiesa d'Isernia per morte di Pietro, il Capitolo elesse per Vescovo Corrado Rampino Canonico di quella a tempo che Nicola figliuolo d'Andrea d'Isernia Arciprete prima dignità stava assente per ritrovarsi nella Corte Romana. Et havendo Corrado acettata l'elezione, e confermata dall'Arciuescovo di Capua come Metropolitano, s'ingerì all'amministrazione di essa Chiesa. Il che inteso l'Arciprete Nicola ne prese disgusto si grande che m'applicò alla Sede Apostolica come non legitimamente fatta. Per lo che fu costretto Corrado a conferirsi di persona appo di quella e mentre attendeva per l'espeditione dopo essersi proceduto ad alcuni atti, il povero Eletto vi venne a morte. La onde il Papa vi mando per Vescovo fra Arrigo dell Ordine de Minori, e ne li spedì Bolla a 2 di Luglio 1330. in Avignone addotta dal Vadingo. Eran' costoro di due famiglie più potenti che fossero in Isernia per ricchezze e Baronie di più Castelli, e Feudi, e per uffici Regi, e perciò tra loro haveano qualche gara; sebene la famiglia d'Isernia di cui era Andrea Evangelista de feudi, che co'l nome della patria si cognominò ad usanza de gli altri famosissimi Leggisti, di gran lunga avanzò quella di Rampino per la sua eminente scienza, e singolar dottrina. Vanno alcuni confondendo ch'egli fosse di famiglia Rampino, per trovarsi Andrea di Rampino che parimente era Maestro Rationale e del Re Lodovico e Regina Giovanna I. come nel Regist del 1352. giudicando che fosse questo ma non è in conto alcuno, per essere quello morto nel 1316. come appare per più scritture del Reg. Archivio, della patria, & anche per questa che a lungo si adducono nella vita di lui per pruova di ciò.»[9]

Origini della famiglia modifica

Bisogna ricordare che esistono notizie contrastanti riguardo al luogo di nascita del Grande Andrea d'Isernia[10] che: secondo Camillo Salerno nella sua prefazione alle "Consuetudines Neapolitanae" (del 1588) sarebbe nato ad Isernia dalla nobile famiglia de' Rampini (secondo delle lettere firmate e che a suo tempo erano conservate in un Monastero delle Monache a Isernia); mentre secondo quanto riportato dal Dottor Fabrizio Pinto nel libro "Salerno assediato da Francesi" (basato sul diario dell'assedio del 1648) Andrea sarebbe nato a Salerno[1].

«Si disse questo primiero Andrea d’Isernia della Patria, come era in costume de’ Letterati, e Giuriscosulti più famosi di quei tempi; e Camillo Salerno nella prefatione, che fè alle consuetudini di Napoli, volse, che questo Andrea fosse nato in Isernia della nobil famiglia de’ Rampini; e di ciò haverne ritrovato, e veduto molte scritture sottoscritte di propria mano di esso Andrea, nelle quali si cognominava de Rampinis, alcune delle quali se ne ritrovavano in un certo Monasterio di Monache in Isernia, e che un altro Instrumento haveva appresso di se Gio: Angelo Pisanello, quel così celebrato Dottore, & Avocato insigne de’ suoi tempi; e lo stesso Salerno riferisce, che l’arme della Famiglia de’ Rampinis, della quale era propriamente Andrea, erano un Compasso disteso, ne’ lati del quale, e di sopra, erano compartite tre rose, come egli stesso dice haverle vedute nella casa di esso Andrea, che ancor in piedi si conservava in Isernia, vicino alla Chiesa di S. Maria dell’Annuntiata; [...]»[11] Citazione tratta da: "Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Parte Terza, pagina 116, Napoli 1671. Va notato che questa citazione si basa sulla prefazione alle Consuetud. Di Napoli di Camillo Salerno, così come riportato sulle note laterali del testo di C. De Lellis.

Sempre secondo Camillo Salerno, esisteva una casa di Andrea d'Isernia, presso la Chiesa di Santa Maria Annunziata di Isernia, dove si poteva osservare l'arma o stemma della famiglia Rampinis era un compasso disteso ai lati del quale e di sopra erano compartite tre rose[1]. Il genealogista Carlo de Lellis e altri autori[2][3] ci dicono che la famiglia d'Isernia e Corvo (o Corbo) avevano lo stesso sangue ed erano originate dalla famiglia Rampini[4]. Inoltre de Lellis ci dà informazioni riguardo l'origine della famiglia Corvo di Napoli assimilandola sia a quella si Sulmona che a quella cognominata D'Isernia[1][2][3].

Con l'occasione della Famiglia d'Isernia, havendo trattato della famiglia Corbo[12], per l'opinione, che vi è, che sia questa, con quella dell'istesso sangue & ambedue dalla Famiglia de Rampinis originate; ...[4]

Componenti noti del casato modifica

  • Grande Andrea d'Isernia[10], detto il vecchio (1230 circa – Napoli, 5 luglio 1316)[1][13], era padre di almeno sei figli maschi[14]. Fu Avvocato fiscale, Giudice della Vicaria, Regio Consigliere, Maestro Razionale della Reg. Camera, Giudice di tutte le cause Genovesi.[13][15]
  • Finadella d'Isernia, sorella di Andrea d'Isernia il vecchio. Si maritò in Aversa.[16]

Figli del Grande Andrea d'Isernia modifica

  • Roberto d'Isernia ( ? - 1315), figlio primogenito[14] del Grande Andrea d'Isernia[10] e di Burlesca di Roccafoglia[1] (detta anche Borlasca, Berlesca). Morì nei giorni successivi al 3 Agosto 1315, cioè dopo la battaglia di Montecatino (Toscana), in favore del comune di Fiorenza (Firenze) attaccato da Uguaccione Faggiuola e i suoi Gibellini (ghibellini).[1] Fu marito di Giacoma di Ceccano.[17]
  • Filippo d'Isernia, probabile secondogenito di Andrea d'Isernia il vecchio secondo il Ciarlanti.[16] Fu famoso legistlatore e professore della cattedra di Diritto Civile della Regia Università di Napoli; nel 1308 fu nominato Regio Consigliere da Re Roberto; diventò Avoocato del Regio Fisco nel 1320 e Avvocato dei Poveri nel 1321. Ebbe come ricompensa terre e feudi per i provvedimenti igienici ed annonari adottati nella città di Bojano dopo il terremoto del 1308.[18]
  • Matteo d'Isernia, probabile terzogenito di Andrea d'Isernia il vecchio secondo il Ciarlanti.[16] Chiamato anche Fra Matteo, fu Cavaliere dell'Ordine dei Templari (di cui era precettore a Capua) come Priore nell'Orfine degli Ospedalensi (grado immediatamente successivo a quello di Gran Maestro).[18]
  • Nicola d'Isernia, figlio di Andrea d'Isernia il vecchio. Era un Abate (secondo un diploma del 9 settembre 1328).[16] Nel 1330 risulta essere Arciprete (Abate) della Chiesa Cattedrale d'Isernia (dopo la morte del Vescovo Pietro, succedette Vescovo Corrado Rampino e Nicola andò a Roma).[18]
  • Cicco d'Isernia, probabile quintogenito di Andrea d'Isernia il vecchio secondo il Ciarlanti.[16] Era familiare della Regia Corte e nel 1343 fu mandato come Ambasciatore presso il Papa.[18]
  • Tommaso d'Isernia, figlio di Andrea d'Isernia il vecchio e appartenente alla famiglia reale di Re Roberto (dal 1318). Era feudatario in Terra di Lavoro.[16][18]
  • Landolfo d'Isernia, figlio di Andrea d'Insernia il vecchio e marito di Adelina di Pietra Valda. Fu milite (il 20 luglio 1325 risultava già morto).[16] Fu Consigliere di Giovanna I e suo marito Luigi (o Ludovico); ebbe in dono il castello di Macchia (vicino Isernia).[18]
  • Letizia, figlia di Andrea d'Isernia il vecchio. Fu moglie del milite Francesco di Montagano, al quale portò in dote 200 once ,il castello e il casale di Pescolanciano nel contado di Molise.[16]
  • Giovanna, figlia di Andrea d'Isernia il vecchio. Fu moglie di Pietro Cornai (o Roberto Cornay) Signore di Fuoroli.[19][16]

Nipoti e successivi discendenti del Grande Andrea d'Isernia modifica

  • Andrea d'Isernia di Roberto o anche il giovane ( ? - Napoli, 11 Ottobre 1353), figlio di Roberto d'Isernia e Tomasa di Sangro (figlia di Odorisio di Sangro e Beatrice d'Aquino). Fu Regio Consigliere e Luogotenente della Camera; venne ucciso da Corrado de Gottis Tedesco in data 11 Ottobre 1353.[1]
  • Andrea d'Isernia di Landolfo, figlio di Landolfo d'Isernia.[16]
  • Nicola d'Isernia (primogenito di un Andrea d'Isernia[20]), succedette al dominio dei castelli e feudi del padre (come da registri del 1333, 1343) e fu anche ornato di uffici pubblici.[19]
  • Ruggieri d'Isernia o Ruggero (figlio di un Andrea d'Isernia[20]), marito di Maria di Cornai (sorella di Pietro di Cornai, quest'ultimo sposato con Giovanna d'Isernia).[19]
  • Bernardo d'Isernia (figlio di un Andrea d'Isernia[20]), consigliere della regina Giovanna I (e suo familiare). Fu mandato in Sicilia come Ambasciatore in compagnia di Landolfo Caracciolo Arcivescovo di Amalfi e Alessandro Brancaccio (pace del 1347).[19]
  • Catarina d'Isernia (probabile figlia di Ruggeri d'Isernia), sorella di Bella d'Isernia e moglie di Guglielmo di Roccafoglia (barone di Rocca, anno 1391).[19]
  • Bella d'Isernia (probabile figlia di Ruggeri d'Isernia), sorella di Caterina d'Isernia e moglie di Giovanni Roccafoglia (barone di Rocca, anno 1391).[19]
  • Antonio d'Isernia, risulta Giudice della Gran Corte nel 1436.[1]

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j "Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Parte Terza, "Della Famiglia D'Isernia e Corvo" da pagina 115 a pagina 120, Napoli 1671.
  2. ^ a b c Archivio biografico italiano (ABI II) : cumulativo di 124 repertori biografici fra i più importanti a partire dalla fine del sec. XIX sino alla metà del sec. XX. Nuova serie · Volume 3 - anno 1992, 1992, p. 789.
  3. ^ a b c Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti - Volume 1 - autore Giovanni Battista di Crollalanza · anno 1886, p. 526.
  4. ^ a b c Citazione tratta da: "Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Parte Terza, pagina 121, Napoli anno 1671., p. 121.
  5. ^ a b Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis, Parte Terza, Napoli 1671, Libro indirizzato: all’Illustrissimo & Eccellentissimo Signore Don Pietro Antonio; Raymondo Folch De Cardona olim D’Aragona. Vedere a pagina 116 «Si disse questo primiero Andrea d’Isernia della Patria, come era in costume de’ Letterati, e Giuriscosulti più famosi di quei tempi; e Camillo Salerno nella prefatione, che fè alle consuetudini di Napoli, volse, che questo Andrea fosse nato in Isernia della nobil famiglia de’ Rampini; e di ciò haverne ritrovato, e veduto molte scritture sottoscritte di propria mano di esso Andrea, nelle quali si cognominava de Rampinis» e poi vedere a pagina 118 «[...] Famiglia Rampinis della Città d’Isernia, della qual famiglia detto habbiamo, che ancor s’originò la famiglia d’Isernia, propagata da quel tanto famoso Giurisconsulto Andrea [...]»
  6. ^ Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli (3 volumi), Napoli, 1654, 1663 e 1671., vol. 3, p. 115.
  7. ^ "Andrea d'Isernia: studio storico-giuridico", Palumbo Luigi, Tipografia e stereotipia della Regia Universita, 1886 Napoli
  8. ^ "Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Parte Terza, pagina 117, Napoli 1671. Va notato che questa citazione si basa sui racconti di Gio:Vinc. Ciarlante memor.historiche del Sanio lib. 4.c.24.f.278., così come riportato sulle note laterali del testo di C. De Lellis
  9. ^ a b c Memorie Historiche del Sannio, libro IV (4) di Giovanni Vincenzo Ciarlanti, anno 1644, vol. 4, 1644, p. 388.
    «Vacando la Chiesa d'Isernia per morte di Pietro, il Capitolo elesse per Vescovo Corrado Rampino Canonico di quella a tempo che Nicola figliuolo d'Andrea d'Isernia Arciprete prima dignità stava assente per ritrovarsi nella Corte Romana. Et havendo Corrado acettata l'elezione, e confermata dall'Arciuescovo di Capua come Metropolitano, s'ingerì all'amministrazione di essa Chiesa. Il che inteso l'Arciprete Nicola ne prese disgusto si grande che m'applicò alla Sede Apostolica come non legitimamente fatta. Per lo che fu costretto Corrado a conferirsi di persona appo di quella e mentre attendeva per l'espeditione dopo essersi proceduto ad alcuni atti, il povero Eletto vi venne a morte. La onde il Papa vi mando per Vescovo fra Arrigo dell Ordine de Minori, e ne li spedì Bolla a 2 di Luglio 1330. in Avignone addotta dal Vadingo. Eran' costoro di due famiglie più potenti che fossero in Isernia per ricchezze e Baronie di più Castelli, e Feudi, e per uffici Regi, e perciò tra loro haveano qualche gara; sebene la famiglia d'Isernia di cui era Andrea Evangelista de feudi, che co'l nome della patria si cognominò ad usanza de gli altri famosissimi Leggisti, di gran lunga avanzò quella di Rampino per la sua eminente scienza, e singolar dottrina. Vanno alcuni confondendo ch'egli fosse di famiglia Rampino, per trovarsi Andrea di Rampino che parimente era Maestro Rationale e del Re Lodovico e Regina Giovanna I. come nel Regist del 1352. giudicando che fosse questo ma non è in conto alcuno, per essere quello morto nel 1316. come appare per più scritture del Reg. Archivio, della patria, & anche per questa che a lungo si adducono nella vita di lui per pruova di ciò.»
  10. ^ a b c L'aggettivo Grande è attribuito ad Andrea d'Isernia per distinguerlo da suo nipote, omonimo del nonno e figlio di Roberto d'Isernia. Per maggiori dettagli si consiglia di vedere i "Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Volume 3, "Della Famiglia D'Isernia e Corvo"
  11. ^ Citazione tratta da: "Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis", Parte Terza, pagina 116, Napoli 1671. Va notato che questa citazione si basa sulla prefazione alle Consuetud. Di Napoli di Camillo Salerno, così come riportato sulle note laterali del testo di C. De Lellis.
  12. ^ Il cognome Corvo è talvolta indicato come Corbo o Corbis. La variazione tra b e v potrebbe essere dovuta alla dominazione aragonese e/o spagnola: la lettera b e v suonano molto simili nella lingua spagnola. Nelle "Memorie Storiche Degli Uomini Illustri Della Città Di Solmona", (di Ignazio Di Pietro, anno 1806, Stamperia Grossiana) si riportano entrambe le forme del cognome. Vedi pagina pagina 102 Esistono alcune famiglie cognominate Corbo che non c'entrano niente con i Corvo/Corvi: alcuni cognomi sono formalmente uguali ma hanno derivazione diversa: alcuni cognomi Corbo derivano dal soprannome di mestieri legati al termine corba, "cesta o canestro".
  13. ^ a b Memorie Historiche del Sannio, libro IV (4) di Giovanni Vincenzo Ciarlanti, anno 1644, vol. 4, 1644, p. 378.
  14. ^ a b Memorie Historiche del Sannio, libro IV (4) di Giovanni Vincenzo Ciarlanti, anno 1644, vol. 4, 1644, p. 373.
  15. ^
    «Il fatto che sia stato Giudice di tutte le cause Genovesi è impostrantissimo nella ricerca del suo vero cognome. Questa informazione ci dà indicazione che negli archivi di Genova potrebbero esserci ulteriori informazioni.»
  16. ^ a b c d e f g h i j Atti dell'Accademia di scienze morali e politiche - Volume 21 anno 1887- Pagina 90, 91, 92.
  17. ^ Atti dell'Accademia di scienze morali e politiche - Volume 21 anno 1887 - Pagina 90.
  18. ^ a b c d e f Biografie e Ritratti degli Uomini Illustri della Provincia di Molise (volume primo), opera compilata dall'avvocato Pasquale Albino. Anno 1864. Pagine 16 e 17..
  19. ^ a b c d e f Memorie Historiche del Sannio, libro IV (4) di Giovanni Vincenzo Ciarlanti, anno 1644, vol. 4, 1644, p. 388..
  20. ^ a b c
    «Non è noto se sia figlio di Andrea d'Isernia il vecchio oppure di Andrea d'Insernia il giovane.»

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica