Parisina Malatesta

marchesa consorte di Ferrara, Modena e Reggio

Parisina Malatesta, nome con cui era conosciuta Laura Malatesta[1] (Cesena, 1404Ferrara, 21 maggio 1425), era figlia di Andrea Malatesta, signore di Cesena[2], e della seconda moglie Lucrezia Ordelaffi[3].

Parisina Malatesta
Marchesa consorte di Ferrara
Stemma
Stemma
In carica1419 - 1425
PredecessoreGigliola da Carrara
SuccessoreRicciarda di Saluzzo
Nome completoLaura Malatesta
NascitaCesena, 1404
MorteFerrara, 21 maggio 1425
Casa realeMalatesta
PadreAndrea Malatesta
MadreLucrezia Ordelaffi
Consorte diNiccolò III d'Este, marchese di Ferrara
FigliLucia
Ginevra
Alberto Carlo
ReligioneCattolica

Biografia modifica

 
Giuseppe Bertini: Parisina

Parisina aveva pochi giorni quando sua madre venne avvelenata dal padre Francesco III Ordelaffi[3] e crebbe alla corte dello zio Carlo Malatesta a Rimini[2].

 
Niccolò III d'Este

Ad appena quattordici anni sposò a Ravenna il marchese di Ferrara Niccolò III d'Este, vedovo anni prima di Gigliola da Carrara, ed entrò in una città funestata dalla peste[4]. Prese alloggio nella torre dei Rigobelli nelle stanze sotto la biblioteca e riorganizzò la sua nuova abitazione[4]. Altra dimora di Parisina fu anche la cosiddetta Delizia di Consandolo, fatta costruire da Niccolò. Parisina è ricordata in particolare per la tragica vicenda che la portò alla decapitazione.

In occasione di un viaggio, nel 1424,[5] per far visita ai suoi familiari, Parisina fu accompagnata per volere del marito anche da Ugo d'Este, figlio di Niccolò e di una sua favorita, Stella de' Tolomei. I due giovani ebbero modo di conoscersi meglio e già a Ravenna divennero amanti. La relazione proseguì di nascosto anche al ritorno a Ferrara: la coppia si incontrava nelle delizie di Belfiore, Fossadalbero e Quartesana.[4].

Altre fonti riportano, invece, che per sfuggire alla peste nel 1423, la marchesa si rifugiò nel castello di Fossadalbero accompagnata dal figliastro e lì sarebbe nata la relazione[3].

Messo in guardia da un'ancella[3], Niccolò spiò la moglie e il figlio scoprendo la tresca. Li fece allora rinchiudere nelle prigioni del castello estense, dove vennero fatti decapitare nel 1425.

Fonti storiche sulla vicenda di Parisina e Ugo modifica

 
Ugo d'Este
 
Castello estense di Ferrara: la prigione di Parisina

La verità sulla storia dei due amanti non è mai stata pienamente chiarita, soprattutto nei suoi dettagli. Il resoconto della tragica sorte di Parisina e Ugo è fondamentalmente dovuto a quanto ne riferì Antonio Frizzi nelle Memorie per la storia di Ferrara, pubblicate per la prima volta nel 1791.[6] Secondo lo storiografo, che dice di basarsi sulle precedenti Storie manoscritte e a stampa, il rapporto tra i due sventurati era all'inizio tutt'altro che cordiale: Parisina «lo trattava poco amorevolmente», e il padre «ne provava assai rincrescimento». Tuttavia, le cose cambiarono all'improvviso: Parisina ottenne dal consorte il permesso per un viaggio, con la condizione che portasse Ugo con sé, in modo da ricucire il difficile rapporto. Durante il tragitto si sarebbero innamorati follemente.

Passò qualche tempo, durante il quale i due giovani predisponevano segreti incontri presso la corte estense, finché a un certo Zoese, «famiglio del Marchese», una cameriera che era stata da Parisina «battuta» svelò la tresca, vendicandosi per il trattamento subito. Frizzi continua affermando che il marchese, informato da Zoese, si accertò del tradimento «il 18 di Maggio da un pertugio fatto nella soffitta della stanza della moglie». Fuori di sé, ordinò un processo sommario con cui gli amanti furono condannati a morte. A nulla valse l'intercessione di alcuni influenti cortigiani. Il 21 maggio Ugo fu decapitato, e Parisina, mentre veniva condotta al patibolo, saputo che l'amato era morto, esclamò: «Adesso né io vorrei più vivere», e «si spogliò colle proprie mani d'ogni ornamento, e si avvolse un drappo alla testa, e si prestò al fatal colpo che compié la scena ferale».[7]

Anche il modenese Aldobrandino Rangoni, gentiluomo ai servizi della marchesa, fu giustiziato lo stesso giorno, evidentemente perché al corrente della relazione clandestina. Frizzi narra che Niccolò III si pentì della propria impulsività, piangendo per tutta la notte successiva e invocando il nome del figlio. In seguito, però, ordinò l'esecuzione di tutte le donne ferraresi che intrattenessero una relazione al di fuori del matrimonio.

Una nota alla seconda edizione delle Memorie (1850), curata da Camillo Laderchi, avanza l'ipotesi che i due protagonisti del dramma si fossero conosciuti prima del matrimonio di lei, a Rimini, e fossero stati addirittura promessi sposi. Niccolò III, giunto nella città, si sarebbe invaghito della fidanzata del figlio, strappandogliela e facendole credere che Ugo si fosse impegnato con un'altra donna. Tuttavia, a Ferrara i due giovani avrebbero chiarito la verità, rinfocolando la passione di un tempo. Laderchi giustifica la sua versione con la diceria che le pagine mancanti del calendario della Biblioteca di San Francesco riportassero la storia in questa variante meno nota.[8] Uno studio critico più recente è stato compiuto da Angelo Solerti e pubblicato su Nuova Antologia nel 1893.

Discendenza modifica

Parisina ebbe due gemelle e un maschio[5]:

Ascendenza modifica

Signoria di Rimini
(1334-1528)

Malatesta
 

Ferrantino (1334-1335)
Malatesta II (1335-1364)
Ungaro (1364-1372)

Galeotto I (1372-1385)

Figli

Carlo I (1385-1429)

Galeotto Roberto (1429-1432)

Sigismondo Pandolfo (1432-1468)

Sallustio (1468-1469)

Roberto (1469-1482)

Figli

Pandolfaccio (1482-1528)

Figli
  • Sigismondo
  • Roberto
  • Isabella
  • Annibale
  • Ginevra
  • Malatesta
  • Galeotto
Modifica
Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Pandolfo I Malatesta, signore di Pesaro e Rimini Malatesta da Verucchio, signore di Rimini  
 
Margherita Paltenieri di Monselice  
Galeotto I Malatesta, signore di Rimini e Cesena  
Taddea da Rimini  
 
 
Andrea Malatesta, signore di Cesena  
Rodolfo II da Varano, signore di Camerino Berardo II da Varano, signore di Camerino  
 
Bellafiore Brunforte  
Gentile da Varano  
Camilla Chiavelli Finuccio Chiavelli  
 
 
Parisina Malatesta  
Giovanni Ordelaffi Francesco II Ordelaffi, signore di Forlì  
 
Marzia Ubaldini  
Francesco III Ordelaffi, signore di Forlì  
Taddea Malatesta Malatesta III Malatesta, signore di Pesaro e Rimini  
 
Costanza Ondedei  
Lucrezia Ordelaffi  
Guido II Gonzaga, signore di Novellara e Bagnolo Feltrino Gonzaga, signore di Novellara e Bagnolo  
 
Antonia da Correggio  
Caterina Gonzaga di Novellara  
Ginevra Malatesta Malatesta III Malatesta, signore di Rimini  
 
Costanza Ondedei  
 

Riferimenti nella cultura di massa modifica

La storia di Parisina e Ugo, che ha fonti storiche relativamente esigue, ha potuto facilmente confondersi con il mito, dando origine a varie versioni letterarie sin dal XV secolo, costituendo l'oggetto della novella XLIV di Matteo Bandello[9], e confluendo anche, mutato il nome dei personaggi e il luogo dell'azione, nella quinta novella della seconda Cena del Lasca.

Nel XVII secolo Lope de Vega, ispirandosi alla novella di Bandello, fece della storia dei due sfortunati amanti il tema della tragedia El castigo sin venganza.

Con il Romanticismo la vicenda tornò ad essere un'importante fonte d'ispirazione: George Byron ne venne a conoscenza leggendo i Miscellaneous Works di Edward Gibbon, e nel 1816 scrisse Parisina, un poemetto in rima che ebbe numerose traduzioni italiane, tutte in versi sciolti, la più importante delle quali è sicuramente quella di Andrea Maffei.

La storia si spostò quindi in ambito teatrale, nella versione di Luigi Cicconi, rappresentata al Teatro Carignano di Torino il 30 novembre 1832. L'anno successivo, alla Pergola di Firenze, andava in scena Parisina d'Este, tragedia lirica di Gaetano Donizetti con libretto di Felice Romani, ispirata al poemetto di Byron. Nel 1835 anche Antonio Somma diede voce alle sventure dei due giovani, riscuotendo notevole successo con la sua tragedia.

Così, grazie a Byron, il ricordo di Parisina e Ugo si era riacceso e continuò ad ispirare numerosi artisti tra la metà dell'Ottocento e gli inizi del XX secolo. In occasione del carnevale 1881, al Comunale di Ferrara venne rappresentata l'opera Ugo e Parisina di Giovanni Battista Bergamini con libretto di Carlo d'Ormeville, mentre del 1901 è il melologo Parisina di Vittore Veneziani, con versi di Domenico Tumiati recitati dal fratello Gualtiero, rappresentato al Teatro Niccolini di Firenze, successivamente al Comunale di Bologna e nel cortile del Castello Estense di Ferrara. In quest'ultima sede era presente Gabriele D'Annunzio, che elaborò la sua tragedia lirica Parisina nel 1912 proprio partendo da questo spunto e ispirandosi al poema byroniano[10]. Con la Francesca da Rimini e il Sigismondo - mai scritto - , la Parisina avrebbe dovuto costituire una trilogia malatestiana. Il film Parisina - Un amore alla corte di Ferrara nel XV secolo, sempre ispirato al libretto di Tumiati, era già uscito nelle sale nel 1909 per la regia di Giuseppe de Liguoro. Il testo dannunziano fece invece da libretto per l'opera Parisina di Pietro Mascagni, la cui prima fu rappresentata nel 1913 alla Scala di Milano.[11]. Negli anni venti del novecento il testo di D'Annunzio fu ripreso e rappresentato senza le musiche di Mascagni, fra l'altro nel 1926 anche al Vittoriale di Gardone Riviera.[12]

La figura di Parisina, come quella di altre illustri e travagliate donne della storia italiana, fu ripresa nei Cantos da Ezra Pound, nello specifico all'interno del VIII canto, ove scrive: " And, in Este's house, Parisina paid, for this tribe paid always".[13]

Vi furono anche rappresentazioni in ambito pittorico, fra cui "Parisina" (1842), quadro del pittore inglese Thomas Jones Barker attualmente in una collezione privata e "Il sogno di Parisina" (1853) di Andrea Gastaldi esposto alla Pennsylvania Academy of the Fine Arts.[14]

Note modifica

  1. ^ il Castello Estense di Ferrara
  2. ^ a b scorpion73 - Articoli e post su scorpion73 trovati nei migliori blog Archiviato il 26 agosto 2011 in Internet Archive.
  3. ^ a b c d Comune di Rimini - La storia - Donne di Rimini - Amore e morte alla corte dei Malatesti
  4. ^ a b c Fatti, miracoli e leggende di Ferrara antica
  5. ^ a b c d Parisina and the Playing Cards
  6. ^ Il volume del Frizzi ha come fonte principale, per gli anni di governo di Niccolò III, il minuzioso resoconto che ne fece Giacomo Delayto di Rovigo, cancelliere del marchese
  7. ^ A. Frizzi, Memorie per la storia di Ferrara, Ferrara, Abram Servadio, 1850, pp. 450-453
  8. ^ La nota del Laderchi può leggersi, oltre che nell'edizione del 1850, in R. Barbiera (a cura di), Parisina, Milano, Treves, 1913, p. 5
  9. ^ Ugo e Parisina
  10. ^ Giuseppe Longhi, Cammin facendo …su “La mia contrada”. Cronache ferraresi, Grafiche Miniani, Bologna, 1972, p. 53
  11. ^ Tutti i riferimenti sono indirizzati a R. Barbiera (a cura di), cit., pp. V-XXIV. Il volumetto presenta alcune fonti storiche, oltre alla riproduzione integrale delle opere di Bandello, Lasca, Byron (nella traduzione di Maffei), Romani e Somma.
  12. ^ Lucio Scardino, Note sulla «teatrale» iconografia di Parisina Malatesta, in Panni d'oro e fiordalisi estensi, a cura del Comune di Bondeno, Liberty House, Ferrara, 1990, p. 53
  13. ^ Pound, Ezra, 1885-1972, author., The cantos, ISBN 978-0-571-38227-9, OCLC 1347736774. URL consultato l'11 marzo 2023.
  14. ^ Opera d'arte Il primo moto del vespro siciliano di Gastaldi Andrea (Torino 1826/1889), su beni-culturali.eu. URL consultato il 14 aprile 2021.

Bibliografia modifica

  • Elena Bianchini Braglia, Roberta Jotti, Madama Parisina. La protagonista del peccaminoso scandalo estense nella storia e nella letteratura, Modena, Terra e Identità, 2007.
  • Alfonso Lazzari, Parisina, Firenze, Olschki, 1949.
  • Alfonso Lazzari, Ugo e Parisina nella realtà storica, Firenze, Rassegna Nazionale, 1915.
  • Gianna Pazzi, Stella Dei Tolomei. Rivale di Parisina Malatesta, Roma, Cosmopoli, 1934.
  • Giuseppe Petrucci, Ugo d'Este e Parisina Malatesta, Ferrara, Taddei-Soati, 1903.
  • Angelo Solerti, Ugo e Parisina. Storia e leggenda secondo nuovi documenti, in «Nuova Antologia», XII, 16 giugno 1893.
  • Gabriele D'Annunzio, Parisina, Rimini, Raffaelli editore, 2007.
  • Lord Byron, Parisina, Rimini, Raffaelli editore, 2007.
  • Élisabeth Crouzet-Pavan, Jean-Claude Maire Vigueur, Decapitate. Tre donne nell'Italia del Rinascimento. Einaudi, Torino, 2019.

Voci correlate modifica

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