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La campagna di Gallipoli, conosciuta anche come battaglia di Gallipoli, campagna dei Dardanelli o battaglia di Çanakkale (dal turco: Çanakkale Savaşı), fu una campagna militare intrapresa nella penisola di Gallipoli dagli Alleati nel corso della prima guerra mondiale per facilitare alla Royal Navy e alla Marine nationale il forzamento dello stretto dei Dardanelli al fine di occupare Costantinopoli, costringere l'Impero ottomano a uscire dal conflitto e ristabilire le comunicazioni con l'Impero russo attraverso il Mar Nero.

La campagna, pianificata da Francia e Regno Unito, doveva inizialmente articolarsi su una serie di attacchi navali che, condotti dal 19 febbraio al 18 marzo 1915, non ottennero i risultati previsti; il 25 aprile 1915 tre divisioni alleate furono sbarcate sulla penisola di Gallipoli, mentre altre due furono utilizzate in azioni diversive, in quella che si può considerare la prima operazione anfibia contemporanea su vasta scala e dalla quale scaturirono studi teorici che influenzarono profondamente successive operazioni analoghe. L'azione fu studiata in modo da eliminare le fortificazioni avversarie e rilanciare l'assalto navale, ma lo svolgimento delle operazioni non andò come previsto dai comandi alleati: l'improvvisata organizzazione della catena di comando, la confusione durante gli sbarchi, le carenze logistiche e l'inaspettata resistenza dei reparti ottomani coadiuvati da elementi tedeschi impedirono di ottenere un'importante vittoria strategica, trasformando la campagna in una sanguinosa serie di sterili battaglie a ridosso delle spiagge.

L'evacuazione finale delle teste di ponte tra il novembre 1915 e il gennaio 1916 (svoltasi peraltro assai più ordinatamente dello sbarco) suggellò uno dei più disastrosi insuccessi della Triplice intesa durante l'intera guerra; il fallimento costò al corpo di spedizione circa 250 000 morti e feriti e fu aggravato dalla perdita di diverse unità navali di grosso tonnellaggio, nonostante gli Alleati avessero goduto di un'assoluta superiorità numerica e tecnica a confronto con le esigue forze navali ottomane.

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Voci di qualità

La crociata livoniana fu un conflitto combattuto nel Basso Medioevo tra una coalizione composta da crociati e da alcune potenze europee contro le popolazioni indigene presenti negli odierni Paesi baltici, in particolare in Livonia. Le cause che la scatenarono furono diverse, non ultime quelle di tipo commerciale e politico, ma il pretesto ufficiale fu quello di cristianizzare le odierne Lettonia ed Estonia. Le popolazioni locali risultavano infatti le ultime in Europa ancora legate ai riti pagani tradizionali (mitologia baltica). A mano a mano che procedeva il conflitto e di pari passo con la prosecuzione delle conversioni religiose, i tedeschi e i danesi portarono a termine sia delle conquiste militari sia un ampio programma di colonizzazione della Livonia.

Poiché le comunità tribali baltiche avevano respinto con violenza i missionari da loro giunti per diffondere il cristianesimo, nel 1198 papa Innocenzo III decise di proclamare una crociata contro la Livonia. L'intervento dell'intraprendente vescovo Alberto di Buxthoeven, che supervisionò tra le altre cose la fondazione della città di Riga, portò alla costituzione di un ordine religioso cavalleresco conosciuto con il nome di Cavalieri portaspada, il cui contributo fu essenziale nelle prime campagne di conquista. Anche grazie all'ausilio della Danimarca e dei crociati giunti da varie aree d'Europa, la superiorità degli occidentali consentì un'espansione verso tutte le direzioni, con le regioni assoggettate che poi finirono sottoposte all'autorità amministrativa ed ecclesiastica del clero. Nel 1215, su proclamazione di Innocenzo III, venne istituita nelle aree acquisite un'entità denominata Terra Mariana, formalmente sottoposta alla Santa Sede e al Sacro Romano Impero come Stato vassallo. Ben presto insorsero delle dispute interne nella coalizione cristiana che terminarono soltanto con l'intervento del legato pontificio Guglielmo di Modena, fautore della spartizione in sei principati feudali di quanto acquisito dai tedeschi, dai danesi, dal clero e dall'ordine cavalleresco. La crociata proseguì più o meno agevolmente a seconda degli avversari, ma molto complicata si rivelò la conquista dell'isola di Saaremaa e la gestione delle insurrezioni più volte scoppiate su incitamento delle tribù locali, le quali si sentivano vessate dall'autorità dei nuovi signori.

La conclusione della crociata livoniana viene individuata nel 1290, anno in cui fu sedata l'ultima ribellione esplosa nell'odierna Lettonia e momento dal quale i crociati si concentrarono sull'acquisizione delle regioni ancora non assoggettate collocate in Lituania.

La storiografia tradizionale, la cui visione appare oggi superata, non iscriveva il conflitto in esame alla categoria delle crociate, ritenendolo differente dalle lotte combattute in Terra Santa per svariati motivi. Le recenti analisi compiute da studiosi di varie nazionalità nella seconda metà del XX e nel XXI secolo hanno permesso di gettare nuova linfa e degli inediti spunti di riflessione sulla crociata livoniana, anche grazie a un'analisi certosina delle fonti a disposizione e all'adozione di approcci storiografici più consapevoli.

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Lo sapevi che...

La Candy Desk (lett. "scrivania delle caramelle") è una particolare scrivania del Senato degli Stati Uniti riempita di caramelle e situata nell'ultima fila del lato est dell'aula, che è quello occupato dai repubblicani, vicino alla porta orientale. L'idea della Candy Desk nacque per caso nel 1965 dal senatore George Murphy, che era solito consumare degli snack durante le sessioni che avvenivano in aula. Dal momento che i dibattiti potevano perdurare a lungo e i senatori volevano concedersi qualcosa di piacevole per riportare il buonumore, si decise di mandare avanti la tradizione di riempire una scrivania di dolcetti. Per tradizione, le caramelle all'interno della Candy Desk devono provenire dallo stesso stato da cui proviene il senatore che la occupa.

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Ricorrenze
Virginia Woolf

Nati...

...e morti

In questo giorno accadde...

Ricorre oggi: la Chiesa cattolica celebra la memoria dei santi Gontrano, Sisto III papa e Stefano Harding. La religione romana celebrava l'Initium Caiani.

 
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