Ramiro I d'Aragona

politico spagnolo

Ramiro Sanchez[2] (Aibar, 1008 circa – Graus, 8 maggio 1063) fu re (anche se si autodefiniva conte figlio del re Sancho III Garcés il Grande) d'Aragona (1035 – 1063) e conte di Sobrarbe e Ribagorza (1043 – 1063).

Ramiro I d'Aragona
Ramiro I d'Aragona, miniatura di inizio '400 conservata al monastero di Santa Maria di Poblet
Re d'Aragona[1]
Stemma
Stemma
In carica18 ottobre 1035 –
8 maggio 1063
PredecessoreSancho III Garcés come conte d'Aragona
SuccessoreSancho Ramirez
Nome completoRamiro I Sanchez di Navarra
Altri titoliConte di Sobrarbe e Ribagorza
NascitaAibar, 1008 circa
MorteGraus, 8 maggio 1063
Luogo di sepolturaMonastero di San Juan de la Peña
Casa realeCasa di Navarra
PadreSancho III Garcés di Navarra
MadreSancha d'Aybar
ConsortiErmessinda di Foix
Agnese d'Aquitania
Figli(di primo letto)
Sancho
Garcia
Teresa
Urraca
Sancha
ReligioneCattolicesimo
Il signum regis di Ramiro fu basato sulla Croce di Íñigo Arista.
Statua di Ramiro I, che si trova nel Paseo de la Argentina[3], a Madrid
Miniatura di Ramiro I, colorata da un originale del secolo XIII.
Genealogia dei re aragonesi proveniente da un manoscritto del secolo XVI.
Ritratto di Ramiro I, eseguito da Manuel Aguirre y Monsalbe nel 1885.

Origine modifica

Sia secondo l'Ex Gestis Comitum Barcinonensium che secondo la Crónica de San Juan de la Peña, era il figlio illegittimo del re di Pamplona, conte d'Aragona, conte di Sobrarbe e Ribagorza, conte di Castiglia, Sancho III Garcés il Grande e di una nobile originaria di Aibar (nobilissima domina de castro quod dicitur Ayunarum)[4] (una muller noble de Ayvar)[5], signora di Miranda, e del monastero di Santa Cecilia di Aibar, Sancha di Aibar, di cui non si conoscono gli ascendenti.
Sancho III Garcés il Grande era figlio del re di Pamplona della dinastia Jimena e conte d'Aragona, García II Sánchez e di Jimena Fernández, figlia del conte Fernando Bermúdez (discendente del re delle Asturie Ordoño I) e della moglie Elvira.[6].

Biografia modifica

Ramiro, sin da bambino e poi, in gioventù, tra il 1011 e il 1033, benché sia figlio illegittimo, da solo o assieme ai fratellastri, compare accanto al padre, Sancho III Garcés il Grande, e alla regina, la matrigna, Munia (Si narra che la legittima moglie di Sancho III Garcés il Grande, la regina, Munia, figlia del conte di Castiglia[7], Sancho Garcés, lo adottasse perché compiaciuta del fatto che era l'unico dei figli di Sancho (inclusi i propri figli) pronto ad obbedire alle sue richieste), in diversi documenti di donazioni a vari monasteri[8].

Il padre prima di morire, nel 1035, secondo il Codice di Roda[9] divise il suo "impero" tra i quattro figli maschi (incluso Ramiro) che gli erano sopravvissuti[10]:

Alla morte del padre nel 1035, secondo l'Ex Gestis Comitum Barcinonensium, Ramiro divenne re d'Aragona[4].

Il 22 agosto del 1036, a Jaca, Ramiro sposò la figlia del conte di Foix e di Bigorre Ermessinda di Foix[12] (circa 1015-1049, Gilberga di Foix, dopo il matrimonio, divenuta regina d'Aragona, si fece chiamare, Ermesinda[13]). La data del matrimonio è confermata anche dalle Preuves de l'Histoire Générale de Languedoc, Tome V, che precisano inoltre che Gilberga era figlia del primo conte di Foix e conte di Couserans Bernardo Ruggero I di Foix (figlio del conte di Carcassonne, Ruggero I e di Adele di Pons[14]), e della contessa di Bigorre, Garsenda[15], figlia del conte di Bigorre, Garcia Arnaud e della moglie, Riccarda[16].

Ramiro, nel 1038, era divenuto anche cognato del suo fratellastro, Garcia III Sanchez, re di Pamplona. Infatti in quell'anno, a Barcellona, Garcia III Sanchez aveva sposato la sorella di Ermessinda di Foix, Stefania di Foix, figlia del conte di Foix e Couserans, Bernardo Ruggero I di Foix (figlio del conte Ruggero I di Carcassonne e di Adele di Pons), e della contessa di Bigorre, Garsenda, come viene confermato dalla nota n° XXII delle Notes de l'Histoire Générale de Languedoc, Tome IV, dove erroneamente l'avvenimento è datato 1036[17].
Ramiro considerava che il fratellastro Garcia III Sanchez avesse meno diritti di lui sulla Navarra, in quanto più giovane di lui, e secondo la Historia Silense[18], nel 1043, alleatosi con i re saraceni di Tudela e Saragozza, invase il regno di Navarra, ma fu sconfitto nella battaglia di Tafaja[19].
Ramiro dovette rientrare in Aragona restituendo tutti i territori che aveva sottratto al fratellastro[20].

Nello stesso anno, 1043, rivolse la sua attenzione verso il suo fratellastro più giovane, Gonzalo[21], che, senza eredi, nel 1044, fu costretto a trasferirgli i suoi diritti sulle contee di Sobrarbe e Ribagorza, e alla morte di Gonzalo, ucciso durante una battuta di caccia[13] nel 1045, Ramiro gli subentrò in entrambe le contee[13].

Ramiro, dopo che il 1º dicembre 1049 era rimasto vedovo, nel 1054 sposò in seconde nozze Agnese d'Aquitania, che secondo le Europäische Stammtafeln[22], vol II, 58 (non consultate)[23] era figlia del duca d'Aquitania, Guglielmo il Grosso (figlio primogenito del duca, Guglielmo il Grande[24] e di Almodia, che secondo l'Europäische Stammtafeln[22], vol II, 76 (non consultate)[23] era figlia del visconte Gerardo di Limoges), e di Eustachia figlia di Berlay, signore di Montreuil, e della di lui moglie di cui non si conoscono né il nome né gli ascendenti.

In quello stesso anno, Ramiro partecipò alla battaglia di Atapuerca dove, ancora secondo la Historia Silense, il fratellastro, Garcia fu ucciso in battaglia dal proprio fratello, Ferdinando[25], dichiarando poi che fuggì dalla battaglia e che «aveva perso gli stivali e dovette condurre il cavallo solo con le briglie»[23].

Approfittando della debolezza dei regni di Taifa, cercò di estendere i propri domini a spese dei re di Huesca e Saragozza[21] attaccando i Mori[26].

Verso il 1060, accordatosi con il nipote, il re di Pamplona Sancho IV Garcés[27], attaccarono ed assediarono la taifa di Saragozza, obbligando il re di Saragozza, al-Muqtadir a pagar loro un tributo.

Ramiro fece inoltre diverse donazioni, soprattutto al Monastero di San Juan de la Peña, dove il figlio Garcia era l'abate[28].

Ramiro, nel 1063, attaccò la taifa di Saragozza dell'emiro, al-Muqtadir, alleato del re di Castiglia, il suo fratellastro Ferdinando, che inviò in aiuto di al-Muqtadir, il proprio figlio, Sancho e el Cid[29]. Ramiro morì alle porte del paese di Graus[21], l'8 maggio nel tentativo di conquistarlo, combattendo conto il nipote e il Cid[30].

Il corpo di Ramiro fu recuperato e fu inumato nel Monastero di San Juan de la Peña[31], a sudovest di Jaca, dopo 28 anni di regno[32] raggiungendo così la prima moglie Ermessinda (Gilberga)[23].
Gli subentrò il figlio Sancho Ramirez.

Discendenza modifica

Ramiro da Ermessinda ebbe cinque figli[23][33]:

mentre da Agnese non ebbe figli[23][33].

Ramiro inoltre ebbe anche un figlio illegittimo da una giovane chiamata Amúnia[23][33]:

  • Sancho Ramírez (?-dopo il 1117), a cui il padre dono i domini d'Ayvar e di Xavierre, concedendogli il titolo di conte, vassallo di Ramiro[39] che si sposò due volte ed ebbe discendenza[23][33].

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Sancho II Garcés di Navarra García I Sánchez di Navarra  
 
Andregoto Galíndez  
García II Sánchez di Navarra  
Urraca di Castiglia Ferdinando Gonzales  
 
Sancha Sánchez di Navarra  
Sancho III Garcés di Navarra  
Fernando Bermúdez  
 
 
Jimena Fernández  
Elvira  
 
 
Ramiro I d'Aragona  
 
 
 
 
 
 
 
Sancha d'Aybar  
 
 
 
 
 
 
 
 

Note modifica

  1. ^ Ramiro non si nominò mai re di Aragona, ma si annunciava come il figlio del re di Pamplona Sancho III Garcés.
  2. ^ Ramiro anche in spagnolo, in galiziano, in basco e in portoghese, Ramir, in catalano, Remiro in aragonese e Ramiru in asturiano.
  3. ^ La statua di Ramiro I, che si trova nel viale dell'Argentina, popolarmente detto Paseo de las estatuas, nel parco del Retiro di Madrid; è una delle statue di monarchi spagnoli commissionate per la decorazione del Palazzo reale di Madrid durante il regno di Ferdinando VI. L'idea iniziale era di usarle per adornare la cornice del palazzo; scolpite da Giovanni Domenico Olivieri (1706–1762) e Felipe de Castro (1711–1775), non furono mai collocate nelle posizioni per cui erano state scolpite, ma furono piazzate in altri luoghi della città: Plaza de Oriente, parco del Retiro, porta di Toledo. Alcune furono posizionate in altre città.
  4. ^ a b (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, Tomus XII, Ex Gestis Comitum Barcinonensium, cap. 19, pag 378
  5. ^ (CA) Crónica de San Juan de la Peña, cap. 14, righe 28 - 30, pag. 445
  6. ^ (EN) Dinastie reali di Navarra
  7. ^ (CA) Crónica de San Juan de la Peña, cap. 14, righe 1 - 3, pag. 444
  8. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy :Re di Navarra - RAMIRO Sánchez
  9. ^ Il Codice di Roda, compilato nel X secolo con qualche aggiunta dell'XI secolo, si occupa della storia e delle genealogie del periodo alto-medioevale della zona a cavallo dei Pirenei, quindi soprattutto regno di Navarra e Marca di Spagna.
  10. ^ Rafael Altamira, Il califfato occidentale, pag. 499.
  11. ^ (CA) Historia Silense, pag. 64.
  12. ^ (CA) Crónica de San Juan de la Peña, cap. 16, righe 23 e 24, pag. 449.
  13. ^ a b c (CA) Crónica de San Juan de la Peña, cap. 16, righe 24 e 25, pag. 449
  14. ^ (CA) Histoire Générale de Languedoc, Tome V, Preuves, doc. n° 134, colonna 293.
  15. ^ (CA) Histoire Générale de Languedoc, Tome V, Preuves, doc. n° 207, par. VI, colonna 422.
  16. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy :Nobiltà di Guascogna - GERSENDE de Bigorre.
  17. ^ (FR) Histoire Générale de Languedoc, Tome V, Notes, nota n° XXII, par. XVIII, pag. 117.
  18. ^ La Historia Silense è una cronaca, scritta in latino, verso il 1115, pare da un monaco del Monastero di Santo Domingo de Silos, che iniziava dai re Visigoti e arrivava al regno del re di Castiglia Alfonso VI.
  19. ^ (CA) Historia Silense, pag. 64 e 65.
  20. ^ (CA) Historia Silense, pag. 65.
  21. ^ a b c Rafael Altamira, La Spagna (1031-1248), pag. 868.
  22. ^ a b Le Europäische Stammtafeln sono una raccolta di tavole genealogiche delle (più influenti) famiglie europee.
  23. ^ a b c d e f g h i (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy: Re d'Aragona - RAMIRO Sánchez.
  24. ^ (CA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, Tomus IV, Ademari Historiarum liber III, par. 39, pag. 134 Archiviato il 16 gennaio 2014 in Internet Archive.
  25. ^ (CA) Historia Silense, pagg. 70 e 71.
  26. ^ (CA) Crónica de San Juan de la Peña, cap. 16, righe 38 - 40, pag. 450.
  27. ^ (CA) Crónica de San Juan de la Peña, cap. 16, righe 40 - 45, pag. 450.
  28. ^ (CA) Crónica de San Juan de la Peña, cap. 16, righe 46 - 48, pag. 450
  29. ^ (CA) Crónica de San Juan de la Peña, cap. 16, righe 50 - 56, pag. 450
  30. ^ (CA) Crónica de San Juan de la Peña, cap. 16, righe 56 - 58, pag. 450
  31. ^ (CA) Crónica de San Juan de la Peña, cap. 16, righe 60 - 60, pag. 450
  32. ^ (CA) Crónica de San Juan de la Peña, cap. 16, righe 58 - 61, nota 3, pag. 450
  33. ^ a b c d (EN) #ES Genealogy : Re d'Aragona - King Ramiro I of Aragon
  34. ^ a b (CA) Crónica de San Juan de la Peña, cap. 16, righe 28 e 29, pag. 449
  35. ^ a b (CA) Crónica de San Juan de la Peña, cap. 16, riga 26, pag. 449
  36. ^ Il testamento di Urraca è datato tra il 1077 e il 1078.
  37. ^ a b (CA) Crónica de San Juan de la Peña, cap. 16, righe 27 e 28, pag. 449
  38. ^ (ES) #ES Historia de los condes de Urgel, Tomo I, pag. 329
  39. ^ (CA) Crónica de San Juan de la Peña, cap. 16, righe 30 e 34, pag. 449

Bibliografia modifica

Fonti primarie modifica

Letteratura storiografica modifica

Regno d'Aragona
Casa di Navarra
 

Ramiro I
Figli
Sancho I
Pietro I
Figli
  • Pietro
  • Isabella
Alfonso I
Ramiro II
Petronilla con Raimondo Berengario IV di Barcellona
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Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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