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151º Reggimento fanteria "Sassari"
Stemma araldico del reggimento.
Descrizione generale
Attivo1915 - 1943
1962 - oggi
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Servizio Esercito Italiano
Tiporeggimento fanteria
SedeCagliari, Sardegna
SoprannomeDimonios
("Diavoli")
Sassarini
PatronoSan Martino
MottoSa vida pro sa Patria
("La vita per la Patria")
Forza paris
("Forza insieme")
Coloribianco e rosso
MarciaDimonios
Battaglie/guerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
Missioni di peacekeepingOperazione Antica Babilonia
Missione ISAF
Anniversari28 gennaio
(Battaglia dei Tre Monti)
Decorazioni
(2)
Dipendenza gerarchica
Comandanti
ComandanteColonnello Enrico Rosa (52º)
Simboli
Mostrine
Fregio da basco
Fonti citate nel corpo del testo.
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

Il 151º Reggimento fanteria "Sassari" è un reparto militare dell'Esercito Italiano. Costituito per la prima volta agli inizi del 1915 per la Prima guerra mondiale, oggi è parte della Brigata meccanizzata "Sassari" ed è formato quasi interamente da personale proveniente dalla Sardegna[1].

Storia modifica

Il reggimento venne costituito come 151º Reggimento fanteria (Brigata "Sassari") il 1º marzo 1915 a Sinnai, dal deposito di mobilitazione del 46º Reggimento fanteria (Brigata "Reggio"). Assieme al 152º Reggimento fanteria costituì la Brigata "Sassari", una brigata di fanteria della Milizia Mobile composta unicamente da sardi[2]. Il reggimento era organizzato su comando di reggimento e tre battaglioni fucilieri (I, II e III), ognuno costituito da quattro compagnie fucilieri e una sezione mitragliatrici con due armi. La forza organica teorica era di 81 ufficiali e 3505 sottufficiali e soldati[3].

Prima guerra mondiale modifica

1915 modifica

Il reggimento salpò dal porto di Cagliari alla volta del porto di Napoli il 13 maggio 1915, restando posizionato a Roma sino al 31 maggio successivo, quando, a seguito della dichiarazione di guerra dell'Italia all'Impero austro-ungarico, partì in direzione di Lonato col resto della brigata. Il 25 luglio si ebbe il battesimo del fuoco, quando, oltrepassando il fiume Isonzo durante la seconda battaglia, il I e III Battaglione occuparono rispettivamente le posizioni di Bosco Cappuccio e quelle attorno a Sagrado. Il giorno seguente, nel primo fatto d'armi del reggimento, i fanti della 1ª e 2ª Compagnia del I Battaglione attaccarono e conquistarono le posizioni nemiche nei dintorni di Bosco Cappuccio, portando alla resa di oltre 600 soldati austriaci con perdite minime. Il 4 agosto il II e III Battaglione, supportati da un battaglione del 141º fanteria della Brigata "Catanzaro", conquistarono il "Trincerone". Il 26 agosto il reggimento venne rimosso dalla prima linea.

Il primo dopoguerra e la Seconda guerra mondiale modifica

Con l'ordinamento Bonomi del 20 aprile 1920 il reggimento fu trasferito a Trieste e contratto a comando e due battaglioni fucilieri, mentre il terzo venne posto in posizione quadro (cioè esistente solo sulla carta)[4]. Successivamente, in attuazione dell'ordinamento Mussolini dell'11 marzo 1926, venne riorganizzato su tre battaglioni (di cui uno del disciolto 32º Reggimento fanteria della Brigata "Siena") e rinominato 151º Reggimento fanteria "Sassari", alle dipendenze della XII Brigata fanteria, la ex Brigata "Sassari" che nel frattempo aveva cambiato denominazione e assunto un ordinamento su tre reggimenti[5].

Tra ottobre e dicembre del 1935 mobilitò il DXVIII Battaglione mitraglieri divisionali in Libia.

Il 24 maggio 1939, in ottemperanza a quanto previsto dall'ordinamento Pariani del 22 dicembre 1938, il reparto passò alle dirette dipendenze della Divisione fanteria "Sassari" assieme al suo gemello 152º. Al momento dell'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940, il reggimento era composto da comando, compagnia comando, compagnia mortai da 81, batteria armi d'accompagnamento da 65/17, I, II e III Battaglione fucilieri, ognuno su compagnia comando, tre compagnie fucilieri e compagnia armi d'accompagnamento mista su mitragliatrici e mortai da 45[5].

Schierato sulla frontiera orientale sin dal 1940, nell'aprile 1941 penetrò in Jugoslavia e a seguito della sua resa fu utilizzato con compiti di contro-guerriglia, prendendo parte agli scontri contro i partigiani jugoslavi. Nel marzo 1943 il reggimento venne richiamato in Patria e dispiegato nel Lazio con ruolo anti-paracadutisti. Dall'8 settembre 1943, giorno dell'entrata in vigore dell'armistizio di Cassibile, partecipò agli scontri per la difesa di Roma dalle truppe tedesche, con il I e II Battaglione schierati a supporto della Divisione fanteria "Granatieri di Sardegna". Il 10 settembre fu firmata la resa e il reggimento si sciolse, con la bandiera di guerra posta in salvo in un monastero a Monte Mario[6].

La ricostituzione durante la Guerra fredda modifica

Il 1º aprile 1962 a Trieste, nella Caserma "Vittorio Emanuele III", fu costituito nuovamente il 151º Reggimento fanteria "Sassari", subordinato al Comando truppe di Trieste con il compito di difendere la città e la provincia in caso di conflitto. Il reggimento aveva in organico tre battaglioni fucilieri (I, II e III), ognuno su compagnia comando, tre compagnie fucilieri e compagnia mortai. Ad effetto della ristrutturazione dell'Esercito del 1975, il 30 settembre il reggimento fu sciolto[5].

Il 1º gennaio 1976 nella Caserma "Monfenera" di Cagliari, per trasformazione del II Battaglione del 152º Reggimento fanteria "Sassari" (CAR), si formò il 151º Battaglione fanteria "Sette Comuni", che ereditò bandiera di guerra e tradizioni del disciolto 151º "Sassari". Il 151º "Sette Comuni" era dipendente dal Comando militare della Sardegna con compiti di addestramento reclute. Il 1º gennaio 1985 il battaglione venne riconfigurato in 151º Battaglione fanteria motorizzato "Sette Comuni", su compagnia comando e servizi, tre compagnie fucilieri e compagnia mortai pesanti. Tre anni dopo, il 1º dicembre 1988, fu trasferito nella neo costituita Brigata motorizzata "Sassari" assieme al 152º Battaglione fanteria "Sassari". Il 31 dicembre 1991 fu nuovamente riconfigurato in 151º Battaglione fanteria meccanizzato "Sette Comuni"[5] ed equipaggiato con veicoli da trasporto truppe cingolati VCC.

A seguito del ripristino del livello reggimentale nel 1992, il 30 luglio il battaglione fu inserito come 1º Battaglione meccanizzato all'interno del ricostituito 151º Reggimento fanteria "Sassari"[7]. Il reggimento era formato dalla compagnia comando e servizi e un battaglione meccanizzato su quattro compagnie fucilieri (di cui una quadro) e una compagnia armi di sostegno[8].

Impegni recenti modifica

Nel settembre 1994 il reggimento fu inviato in Sicilia nell'ambito dell'operazione Vespri siciliani con circa 600 uomini e una cinquantina di mezzi[9].

Nel novembre 1996 due compagnie furono nuovamente inviate in Sicilia per l'operazione Vespri siciliani, assieme a una compagnia del 152º e una del 1º Reggimento corazzato[10].

Da marzo a luglio 1997 il reggimento partecipò alla missione Alba in Albania, da novembre 1998 a maggio 1999 all'operazione Costant Forge in Bosnia ed Erzegovina e da febbraio a giugno 2000 (dove rimase ucciso il caporal maggiore Samuele Utzeri) e da giugno ad ottobre 2002 all'operazione Joint Guardian in Kosovo[11].

Successivamente agli attentati dell'11 settembre 2001 negli Stati Uniti membri del reparto hanno preso parte all'operazione Domino, col compito di difendere obiettivi sensibili sul territorio italiano dalla minaccia terroristica.

Nel corso del 2000 il reggimento ha mutato gli organici secondo il nuovo ordinamento della fanteria, comprendendo una compagnia comando e supporto logistico e un battaglione meccanizzato, composto a sua volta da tre compagnie fucilieri, una compagnia mortai pesanti e una compagnia controcarri[12].

 
Soldati del 151º Reggimento durante la parata militare della Festa della Repubblica del 2 giugno 2006.

Da ottobre 2003 a febbraio 2004 il 151º "Sassari" ha partecipato all'operazione Antica Babilonia in Iraq, acquartierato nella città di Nassiriya[11]. Il 12 novembre 2003 il contingente italiano è stato vittima di un attentato terroristico, nel quale sono morti due civili e 17 militari, tra cui il maresciallo ordinario Silvio Olla del reggimento.

Tra marzo e luglio 2007 è stato impegnato nel primo ciclo operativo nel Provincial Reconstruction Team di Herat, in Afghanistan, nell'ambito della missione internazionale ISAF.

Dal 2008 personale del reparto è impiegato con compiti di ordine pubblico in varie parti d'Italia nell'operazione Strade sicure.

Dall'ottobre 2009 all'aprile 2010 è stato impiegato per la seconda volta in Afghanistan, a Bala Morghab, come componente operativa della Task Force North del Regional Command West[13][14].

Da settembre 2011 a marzo 2012 ha preso parte al terzo ciclo operativo in Afghanistan, nuovamente con base a Bala Morghab, come Task Force North del Regional Command West[15][16].

Dall'aprile 2016, per la prima volta, il 151º Reggimento fanteria "Sassari" è impiegato ad Al Mansouri, Libano, nell'ambito dell'operazione Leonte come nucleo della task force di manovra Italbatt[17]. La missione avrà termine ad ottobre.

Lignaggio modifica

  • Costituito il 1º marzo 1915 come 151º Reggimento fanteria (Brigata "Sassari")
Rinominato il 28 ottobre 1926 come 151º Reggimento fanteria "Sassari"
Sciolto il 10 settembre 1943
  • Costituito il 1º aprile 1962 come 151º Reggimento fanteria "Sassari"
Sciolto il 30 settembre 1975
  • Costituito il 1º gennaio 1976 come 151º Battaglione fanteria "Sette Comuni"
Riconfigurato e rinominato il 1º gennaio 1985 come 151º Battaglione fanteria motorizzato "Sette Comuni"
Riconfigurato e rinominato il 31 dicembre 1991 come 151º Battaglione fanteria meccanizzato "Sette Comuni"
Riorganizzato e rinominato il 30 luglio 1992 come 151º Reggimento fanteria "Sassari"

Struttura attuale modifica

Comandi gerarchici superiori
Anno Comando
1915 - 1926 Brigata "Sassari"
1926 - 1934 XII Brigata fanteria
1934 - 1939 Brigata fanteria del Timavo (XII)
1939 - 1943 Divisione fanteria "Sassari" (12ª)
1962 - 1975 Comando truppe di Trieste
1976 - 1983 Comando militare della Sardegna
1983 - 1988 Comando regione militare della Sardegna
1988 - 1990 Brigata motorizzata "Sassari"
1991 - oggi Brigata meccanizzata "Sassari"

Il 151º Reggimento fanteria "Sassari" è comandato da un colonnello ed è organizzato secondo l'ordinamento di un reggimento fanteria standard, con:

  • Comando di reggimento
  • Compagnia comando e supporto logistico, su
    • Plotone comando
    • Plotone sanità
    • Plotone commissariato
    • Plotone trasporti e materiali
  • 1º Battaglione meccanizzato, su
    • 1ª Compagnia fucilieri
    • 2ª Compagnia fucilieri
    • 3ª Compagnia fucilieri
    • Compagnia supporto alla manovra

Stemma araldico modifica

Lo stemma araldico reggimentale (approvato nel 1965 ed aggiornato nel 1987) è composto da tre elementi:

a) Scudo: argento alla croce di rosso (Sardegna) caricata di uno scudo inquartato: nel primo e nel quarto d'azzurro alla croce d'argento, nel secondo e nel terzo di rosso alla torre pure d'argento su terrazzo di verde (Sassari). Il tutto abbassato ad un capo d'oro con il quartier franco troncato d'azzurro e di verde caricato da un angelo armato.
b) Corona turrita.
c) Ornamenti:
1) Lista bifida: d'oro, svolazzante, collocata sotto la punta dello scudo, incurvata con la concavità rivolta verso l'alto, riportante il motto "SA VIDA PRO SA PATRIA".
2) Onorificenza: accollata alla punta dello scudo con l'insegna pendente al centro del nastro con i colori della stessa.
3) Nastri rappresentativi delle ricompense al Valore: annodati nella parte centrale non visibile della corona turrita, scendenti svolazzanti in sbarra ed in banda dal punto predetto, passando dietro la parte superiore dello scudo.

Sintesi della blasonatura modifica

Ricompense modifica

Alla bandiera modifica

«Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea e nell'aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento: audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia (1915 - 1918)»
— 5 giugno 1920 (all'Arma di Fanteria)[18]
«Conquistando sul Carso salde posizioni nemiche e fortissimi trinceramenti detti delle Frasche e dei Razzi, che sotto nutrito fuoco rafforzò a difesa; riconquistando sull’Altipiano dei Sette Comuni posizioni dalle nostre armi perdute (Monte Castelgomberto, Monte Fior e Casera Zebio), sempre non curante delle ingenti perdite, diede ripetute prove di sublime audacia e di eroica fermezza. 25 luglio - 15 novembre 1915; giugno 1916»
— 3 agosto 1916[19]
«Espressione purissima delle forti virtù dell’intrepida gente di Sardegna, diede il più largo tributo di eroismo alla gloria dell’Esercito e alla causa della Patria, dovunque vi furono sacrifici da compiere e sangue da versare. Nei giorni della sventura, infiammato di fede e di amore, riconquistava con meraviglioso slancio le munitissime posizioni nemiche di Col del Rosso e di Col d’Echele (28 - 31 gennaio 1918). All’imbaldanzito invasore oppose sul Piave l’audacia della sua indomabile volontà di vittoria, la fierezza sublime e la granitica tenacia della sua antica stirpe (16 - 24 giugno 1918). Nella battaglia della riscossa non conobbe limiti di ardimento nell’inseguire il nemico. 26 ottobre - 4 novembre 1918»
— 15 giugno 1920[19]
«Reggimento inserito nella Task Force «Iraq» nell'ambito dell'operazione «Antica Babilonia», partecipava per circa quattro mesi a tutte le attività operative connesse con la crisi irachena post-conflitto. Nonostante la situazione di generale pericolo e di grande incertezza, dell'accesa contrapposizione tra potere politico-religioso ed il potere tribale, il reggimento, con coraggio, sovrumano impegno e straordinario spirito di sacrificio, si adoperava con sicuro valore e ferma determinazione per assicurare il successo della missione. Per tutto il periodo di permanenza gli ufficiali, i sottufficiali e i graduati del 151° Reggimento operavano con impegno eccezionale, senza sosta e riposo, profondendo le migliori energie fisiche, morali, intellettali e professionali per soddisfare le più disparate e complesse attività operative e per alleviare le sofferenze della popolazione. In tale contesto gli uomini del 151° Reggimento, dimostrando elevata professionalità e non comune senso di responsabilità, si rivelavano determinati nei confronti dei prevaricatori e degli ingiusti e generosi con i deboli e con i bisognosi, mantenendo una equidistanza rigorosa e riconosciuta tra i diversi poteri contrapposti. Nel proditorio attacco terroristico del 12 novembre 2003 in An Nasiriyah, vedeva cadere un suo effettivo, che proprio per quegli ideali di pace, solidarietà fra i popoli immolava la sua giovane vita. Reggimento di fanteria solido, straordinariamente motivato in ogni suo componente e risoluto nelle azioni, che ha contribuito in maniera determinante al successo delle operazioni in Iraq e che ha ulteriormente accresciuto l'immagine del contingente nazionale e ha dato lustro alle forze armate e all'Italia in un contesto internazionale. An Nasiriyah, 8 ottobre 2003 - 29 gennaio 2004»
— 13 aprile 2006[20]

Individuali modifica

Cinque Medaglie d'oro al valor militare[21]:

  • Concessa al sergente maggiore Ferdinando Podda il 22 novembre 1917 per i combattimenti a Monte Zebio del 10 giugno 1917 (alla memoria)
  • Concessa al caporal maggiore Giuseppe Pintus il 13 giugno 1918 per i combattimenti a Monte Zebio del 10 giugno 1917 (alla memoria)
  • Concessa al caporale Raimondo Scintu il 22 novembre 1917 per i combattimenti sull'Altopiano della Bainsizza del 16 settembre 1917
  • Concessa al tenente colonnello Giovanni Antonio Aprosio il 16 agosto 1918 per i combattimenti a Col del Rosso del 28 gennaio 1918 (alla memoria)
  • Concessa al capitano Eugenio Niccolai il 29 maggio 1919 per i combattimenti a Col del Rosso del 28 - 31 gennaio 1918 (alla memoria)

Comandanti modifica

Il reggimento ha avuto 52 comandanti durante la sua esistenza[22]:

  • Colonnello Achille Ledda (1915 - 1916)
  • Col. Stanislao Mammuccari (1917)
  • Col. Paolo Graziano (1917)
  • Tenente colonnello Giovanni Aprosio (1917 - 1918)
  • Ten. col. Ettore Mura (1918 - 1922)
  • Col. Giuseppe Grisoni (1922 - 1925)
  • Col. Annibale Colli Vignarelli (1925 - 1929)
  • Col. Cesare Cornero (1929 - 1932)
  • Col. Felice Gonnella (1932 - 1935)
  • Ten. col. Antonio Rizzo (1935 - 1936)
  • Col. Mario Maggiani (1936 - 1938)
  • Col. Domenico Barbaro (1938 - 1940)
  • Col. Alberto Leonardi (1940 - 1941)
  • Ten. col. Laerte Zanotti (1941 - 1943)
  • Col. Sebastiano Alfieri (1943)
  • Col. Claudio Lainè (1962 - 1963)
  • Col. Giuseppe Cardone (1963 - 1965)
  • Col. Renato Loasses (1965 - 1966)
  • Col. Carlo Mundula (1966 - 1968)
  • Col. Antonio Papadia (1968 - 1969)
  • Col. Bruno Donda (1969 - 1970)
  • Col. Enzo Cortella (1970 - 1971)
  • Col. Antonio Orlandi (1971 - 1972)
  • Col. Pasquale Valentini (1972 - 1973)
  • Col. Domenico Cervone (1973 - 1975)
  • Ten. col. Giovanni Tunis (1976)
  • Ten. col. Efisio Collu (1976 - 1978)
  • Ten. col. Francesco Bertolino (1978 - 1979)
  • Ten. col. Francesco Formica (1979 - 1981)
  • Ten. col. Mario Stellino (1981 - 1982)
  • Ten. col. Franco Bellu (1982 - 1983)
  • Ten. col. Fulvio Onnis (1983 - 1985)
  • Ten. col. Giordano Carpena (1985 - 1987)
  • Ten. col. Massimo Bargellini (1987 - 1988)
  • Ten. col. Mario Sassu (1988 - 1990)
  • Ten. col. Alberto Durante (1990 - 1992)
  • Col. Lucio D'Antonio (1992 - 1993)
  • Col. Massimo Bargellini (1993 - 1996)
  • Col. Silvano Olivieri (1996 - 1997)
  • Col. Mario De Carlo (1997 - 1998)
  • Col. Bruno Stano (1998 - 2000)
  • Col. Vincenzo Iannuccelli (2000 - 2001)
  • Col. Alessandro Mauriello (2001 - 2003)
  • Col. Angelo Mura (2003 - 2004)
  • Col. Silvio Napoli (2004 - 2006)
  • Col. Pietro Luigi Monteduro (2006 - 2007)
  • Col. Marco Lallai (2007 - 2009)
  • Ten. col. Sossio Andreottola (2009 - 2010)
  • Col. Luigi Viel (2010 - 2012)
  • Col. Angelo Del Lungo (2012 - 2013)
  • Col. Francesco Bruno (2013 - 2014)
  • Col. Enrico Rosa (2014 - attuale)

Note modifica

  1. ^ Mariella Cortes, 10 domande a...Manlio Scopigno, su focusardegna.com. URL consultato il 21 luglio 2016.
  2. ^ 151° Reggimento Fanteria "Sassari" - La Storia, su esercito.difesa.it. URL consultato il 21 luglio 2016.
  3. ^ Massimo Coltrinari, Le Marche e la prima guerra mondiale. Il 1914 le brigate di fanteria "Marchigiane", Edizioni Nuova Cultura, 2015, pp. 110-111.
  4. ^ Regio decreto 20 aprile 1920, n. 451, articolo 11
  5. ^ a b c d Franco Dell'Uomo e Rodolfo Puletti, p. 376
  6. ^ Franco Dell'Uomo e Rodolfo Puletti, p. 377
  7. ^ Brigata Sassari, al museo la vecchia bandiera di guerra, su lanuovasardegna.gelocal.it, 3 novembre 2006. URL consultato il 22 luglio 2016.
  8. ^ Alberto Scarpitta, I reggimenti cambiano, in Raids, n. 152, gennaio 2000, p. 18.
  9. ^ Sardegna: la "sassari" ai "vespri siciliani", su agi.it, 16 settembre 1994. URL consultato il 22 luglio 2016.
  10. ^ "vespri siciliani": brigata "sassari" torna in Sicilia, su agi.it, 22 novembre 1996. URL consultato il 22 luglio 2016.
  11. ^ a b IRAQ: MILLE UOMINI DELLA BRIGATA SASSARI ALLA VOLTA DI NASSIRIYA, su adnkronos.com, 15 gennaio 2006. URL consultato il 22 luglio 2016.
  12. ^ Paolo Valpolini, La nuova organizzazione della componente "combattimento", in Panorama Difesa, n. 175, aprile 2000, pp. 55-57.
  13. ^ Paolo Camedda, Brigata Sassari, il giorno della parteza [sic] per l’Afghanistan, su lanuovasardegna.gelocal.it, 7 ottobre 2009. URL consultato il 23 luglio 2016.
  14. ^ Luisa Satta, Brigata Sassari, i ragazzi del 151º reggimento finalmente a casa, su lanuovasardegna.gelocal.it, 14 aprile 2010. URL consultato il 23 luglio 2016.
  15. ^ La Brigata Sassari va in l'Afghanistan, su lanuovasardegna.gelocal.it, 19 settembre 2011. URL consultato il 23 luglio 2016.
  16. ^ Afghanistan, la Brigata Sassari sta tornando a casa, su lanuovasardegna.gelocal.it, 31 marzo 2012. URL consultato il 23 luglio 2016.
  17. ^ Libano: cambio al vertice di Italbatt. I “DIMONIOS” del 151° reggimento fanteria "Sassari" subentrano ai "Dragoni" del "Nizza Cavalleria", su difesa.it, 21 aprile 2016. URL consultato il 23 luglio 2013.
  18. ^ Onorificenze all'Arma di Fanteria, su quirinale.it. URL consultato il 24 luglio 2016.
  19. ^ a b Onorificenze al 151º Reggimento fanteria (Brigata "Sassari"), su quirinale.it. URL consultato il 24 luglio 2016.
  20. ^ Onorificenze al 151º Reggimento fanteria "Sassari", su quirinale.it. URL consultato il 24 luglio 2016.
  21. ^ Riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915 - 1918: brigate di fanteria, vol. 4, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Esercito, 1926, pp. 259-261.
  22. ^ 151º Reggimento "Sassari", su assonazbrigatasassari.it. URL consultato il 24 luglio 2016.

Bibliografia modifica

  • Franco Dell'Uomo e Rodolfo Puletti, L'Esercito Italiano verso il 2000. Storia dei corpi dal 1861, Volume Primo - Tomo I, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Esercito, 1998.
  • Giuseppina Fois, Storia della Brigata "Sassari", Edizioni Gallizzi, 1981.