Utente:Piero Zin/Programma Erasmus

Studenti ERASMUS sui gradini della Chiesa di Santa Engrácia, a Lisbona

Il programma Erasmus, acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, è un programma di mobilità studentesca dell'Unione europea, creato nel 1987.

Esso dà la possibilità a uno studente universitario europeo di effettuare in una università straniera un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla propria università. Il nome del programma deriva dall'umanista e teologo olandese Erasmo da Rotterdam (1466/69-1536), che viaggiò diversi anni in tutta Europa per comprenderne le differenti culture.

Dal 2014, il programma ha assunto il nome di Erasmus+ per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport[1].

Precursori modifica

Sin dal Medioevo, con la nascita delle università, gli studenti hanno potuto beneficiare della mobilità internazionale e del soggiorno presso università di altri Paesi per arricchire la propria conoscenza e per approfondire la cultura altrui. Secondo alcuni studiosi, come lo storico P.J. Rietbergen, la mobilità degli studenti universitari è stata fin dalle origini un fattore di aggregazione culturale e di creazione di una sorta di sentimento europeo ante litteram, che trovava la sua forza nella condivisione di valori[2].

Questa situazione si protrasse fino al Novecento, senza che però ci fosse un organismo in grado di poter sovrintendere agli scambi, nonché una coordinazione che portasse al pieno riconoscimento dei periodi di studio svolti presso le università straniere da parte di strutture competenti all’interno delle università dei Paesi di origine[3]. A metà del secolo scorso, con la nascita della Comunità Europea, sembrò che questa situazione potesse finalmente mutare[3]. È proprio a questo punto che si inserisce la storia di Erasmus.

Storia modifica

L'idea di permettere lo scambio tra studenti europei ebbe origine nel 1969, grazie all'intuizione dell'italiana Sofia Corradi (soprannominata "Mamma Erasmus"), pedagogista e consulente scientifico della Conferenza permanente dei rettori delle università italiane: questo ruolo le permise di far conoscere la sua idea in ambito accademico ed istituzionale[4].

Il progetto nacque grazie a un'iniziativa dell'associazione studentesca EGEE (oggi AEGEE) fondata da Franck Biancheri (poi divenuto presidente del movimento trans-europeo Newropeans) che nel 1986-1987 convinse il presidente francese François Mitterrand ad appoggiare la nascita di Erasmus.

Questa collaborazione attiva fra l'AEGEE e la Commissione europea, nella persona di Domenico Lenarduzzi, Direttore della Pubblica istruzione, permise l'approvazione del programma Erasmus nel 1987[5].

Il periodo che va dal 1987 al 1995 può essere identificato come la prima fase dell’Erasmus[6]. È un periodo nel quale si registrò un successo per lo più inaspettato, nonostante la precoce attuazione del programma. Infatti, benché ancora acerbo, il programma Erasmus attirò molti giovani[6].

La seconda fase del programma Erasmus andò dal 1°gennaio 1995 al 31 dicembre 1999, periodo in cui Erasmus venne incorporato in un programma più ampio denominato Socrates[6]. La maggiore ampiezza del progetto non era data solo dall’incremento delle iniziative legate alla mobilità, ma anche dal numero di Paesi che decisero di prendervi parte[6]. Il 24 gennaio 2000 venne poi istituito il programma Socrates II[6]. Gli obiettivi principali dell’ampliamento di Socrates consistevano nell’aumento dei fondi per l’attuazione del progetto e nell’allargamento di quanto già fatto per la formazione permanente.

A partire dal 2007, Erasmus è diventato uno degli elementi del Lifelong Learning Programme (2007-2013).

Nel 2014 si è aperta una nuova fase, che durerà fino al 2020, per i programmi relativi all’istruzione e alla formazione proposti dall’Unione Europea[3]. Per l'occasione il programma Erasmus ha assunto il nome di Erasmus+. Questa scelta trova una motivazione nel desiderio delle autorità europee di aprire anche al resto del mondo le prospettive di crescita del progetto[3].

Per il trentennale del programma Erasmus, nel 2017, si sono tenuti grandi festeggiamenti: in tutto si sono svolti più di 1900 eventi nei quali si è cercato di raccontare e di far rivivere la storia dell’Erasmus, coinvolgendo più di 750.000 persone[7]. Tra queste celebrazioni, vanno ricordati i tre principali incontri organizzati dalla Commissione Europea. Il primo incontro si è svolto il 26 gennaio 2017 segnando l’apertura di un ciclo di conferenze[7]. Il secondo incontro si è tenuto il 13 giugno 2017 presso il Parlamento Europeo a Strasburgo, per festeggiare il “compleanno” del programma Erasmus[7]. Il terzo e ultimo incontro, tenutosi il 30 novembre 2017, può essere considerato forse il più importante e fecondo dei tre[7]. Infatti, la Commissione Europea ha rilasciato l’Annual Report[8] del 2016, sottolineando i grandi successi raggiunti nell’anno precedente. Inoltre, si è discusso di quello che sarà il futuro del programma nel 2020, anno di chiusura del periodo di finanziamento attuale[7]. In quella occasione è stata presentata l’Erasmus+ Generation Declaration[9], contenente gli obiettivi fondamentali del progetto per gli anni a venire.

Caratteristiche del progetto modifica

Erasmus dà la possibilità a uno studente europeo di studiare in un paese straniero o effettuare un tirocinio in un paese dell'Unione per un periodo che va dai 3 ai 12 mesi. È possibile muovere gli studenti anche in alcuni paesi non associati all'Unione come Liechtenstein, Islanda, Norvegia e Turchia.

Lo stanziamento previsto per il periodo 2007-2013 è di 3,1 miliardi di euro, i quali, divisi tra tutti gli studenti partecipanti compongono la borsa che dà diritto ad una somma di denaro. La somma ricevuta si compone di un fisso mensile, considerata la differenza del livello di spesa, e di una quota variabile in base alla fascia di reddito.

I posti vengono messi a concorso attraverso un bando pubblico, in genere nel mese di gennaio, che viene divulgato anche attraverso il sito internet della propria facoltà. Una volta proposta, la candidatura verrà valutata da un'apposita commissione che stilerà le graduatorie entro il mese successivo. Nell'anno seguente lo studente potrà partire nel semestre da lui scelto e potrà così affrontare esami nell'università ospitante facendoseli poi riconoscere anche nell'università del proprio paese dopo un lasso di tempo di circa due mesi. Per gli studenti esclusi dalle graduatorie esiste tuttavia una possibilità di ripescaggio per le destinazioni per le quali nessuno ha fatto richiesta.

Il progetto ERASMUS comprende una gamma ampia e molto differenziata di attività. Oltre allo scambio di studenti e docenti, è previsto anche lo sviluppo di programmi di studio o di programmi intensivi internazionali. Inoltre, il programma può assumere la forma della Rete tematica.

Rete Tematica modifica

La Rete tematica (European Tematic Network Programme - ETNP) è una delle principali innovazioni del programma Socrates-Erasmus; essa traduce in realtà la cooperazione fra facoltà e dipartimenti universitari e altri soggetti (quali, organizzazioni accademiche o enti professionali).

L'obiettivo della Rete Tematica è il miglioramento della qualità della conoscenza, attraverso lo sviluppo della dimensione europea all'interno di una disciplina di studio; in alternativa, l'obiettivo può essere costituito da un argomento di natura interdisciplinare o multidisciplinare, oppure da altri temi di interesse comune.

Le Reti Tematiche sono state create per fornire un approccio alle problematiche scientifiche, pedagogiche e istituzionali in numerosi ambiti dell'istruzione superiore e dell'università.

Erasmus in Italia modifica

In Italia la gestione operativa del programma è di competenza di tre Agenzie nazionali competenti per ambiti diversi.

Indire (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa) è Agenzia nazionale Erasmus+: opera con il coordinamento della Commissione europea, DG Istruzione e Cultura e del MIUR, in collaborazione con le Agenzie nazionali dei 33 Paesi partecipanti al programma negli ambiti che riguardano istruzione scolastica, educazione degli adulti e istruzione superiore/universitaria, settore che comprende Università, Alta Formazione Artistica e Musicale, Scuole Superiori per Mediatori linguistici e Istituti tecnici Superiori. Si occupa della gestione della mobilità individuale ai fini di apprendimento per gli studenti dei 3 cicli del percorso universitario e della formazione per tutto il personale docente, amministrativo e tecnico della scuola, dell'università, dell'educazione degli adulti. L'Agenzia gestisce direttamente anche i Progetti di cooperazione per l'innovazione e lo scambio di buone pratiche, partenariati strategici tra istituti scolastici, istituti di istruzione superiore, organizzazioni pubbliche e private.

Ha sede a Firenze e un ufficio distaccato a Roma.

INAPP (Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche), in precedenza Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori) è agenzia nazionale Erasmus+ per il settore Formazione.

ANG (Agenzia Nazionale per i Giovani) è Agenzia nazionale Erasmus+ per il settore Gioventù.

Entrambe hanno sede a Roma.

L'esperienza dell'Erasmus modifica

Per molti studenti universitari europei il programma Erasmus offre l'occasione per vivere all'estero in maniera indipendente per la prima volta. Per questa ragione è diventato una sorta di fenomeno culturale ed è molto popolare fra gli studenti universitari europei. Tra l'altro l'esperienza Erasmus è stata il tema di un film di successo come L'appartamento spagnolo in cui i personaggi, provenienti da varie nazioni d'Europa, si incontrano a Barcellona dove passeranno un anno studiando presso l'università locale.

Il programma non incoraggia solamente l'apprendimento e la comprensione della cultura ospitante ma anche un senso di comunità tra gli studenti appartenenti a paesi diversi. L'esperienza dell'Erasmus è considerata non solo un momento universitario ma anche un'occasione per imparare a convivere con culture diverse, oltre che un momento in cui lo studente inizia ad assumere delle responsabilità.

Nel 2007 si festeggiò il ventennale del progetto Erasmus, in questa occasione la Commissione Europea e gli stati membri, organizzarono una serie di iniziative per celebrare questo evento che coincise con il cinquantesimo anniversario dei Trattati di Roma.

Nel 2010, uno studente italiano dell'Università di Bologna diventa il primo studente con disabilità intellettuale a usufruire del programma Erasmus nell'Università di Murcia, Spagna. La sua esperienza Erasmus, legata a quella della vita indipendente, è stata recentemente documentata nel film Ci provo.

Identità "Erasmus" modifica

Fin da subito, la Comunità Europea prima e l’Unione Europea dopo si sono poste l’obiettivo di sfruttare l’occasione offerta dai vari progetti di mobilità per pubblicizzare e rendere effettiva la cosiddetta “Europa dei cittadini”, concetto elaborato due anni prima della definitiva approvazione dell’Erasmus[10]. Lo scopo delle istituzioni europee è quello di assicurare uno scambio non solo di studenti ma di valori e di conoscenze tra i partecipanti di diversi Paesi.

Il risultato di queste politiche europee, improntate allo sviluppo di un sentimento europeo nei cittadini, appare molto positivo se si prendono in considerazione coloro che hanno partecipato a programmi di mobilità internazionale. A questo aspetto si sono infatti dedicati diversi studiosi; la stessa Unione Europea ha condotto e conduce ogni anno indagini sulla sensibilità nei confronti dell’Europa da parte degli studenti che hanno avuto un’esperienza Erasmus[11].

Queste ricerche, che hanno coinvolto numerosi accademici europei e non solo, sono state condotte per verificare se è possibile parlare di un "effetto Erasmus" per quanto riguarda l'identità degli studenti in mobilità[11][12]. Per esempio, lo studio condotto dai sociologi Vittoria Jacobone e Giuseppe Moro, pubblicato nel 2015, aveva come scopo quello di valutare la veridicità della tesi secondo la quale gli studenti Erasmus sono più aperti alle altre culture e dunque si sentono più vicini a un modello di cittadinanza europea[12]. La ricerca è stata svolta attraverso un metodo di lavoro basato sulla raccolta di dati[12]. Sono stati somministrati questionari d’indagine a due gruppi di studenti dell’Università di Bari, formati rispettivamente da partecipanti al programma Erasmus e studenti che invece non hanno preso parte a programmi di mobilità[12]. I risultati della ricerca hanno dimostrato che gli studenti Erasmus, oltre a sentirsi più preparati culturalmente e avvantaggiati nell’inserimento nella sfera lavorativa, si sentono anche più legati al modello di un’Europa unita, acquisendo così maggiore consapevolezza a proposito di ciò che vuol dire essere cittadini europei rispetto ai loro colleghi rimasti in patria[12].

Partecipazione modifica

Nonostante la larga partecipazione sia stata uno dei grandi successi dell’Erasmus, essa presenta ancora delle criticità. I numeri che il programma di scambio ha fatto registrare durante gli anni sono considerevoli, ma è stato notato che non rispecchiano nel complesso la grande maggioranza degli studenti europei[13].

Alcuni studi hanno analizzato gli ostacoli principali alla partecipazione. Ne è emerso che gli studenti che aderiscono ai programmi dell’Unione Europea spesso provengono da famiglie più istruite oppure con una condizione socioeconomica favorevole. I dati italiani ne sono un chiaro esempio[14]: secondo AlmaLaurea, l’11,5% dei laureati che hanno svolto un’esperienza di studio all’estero con un programma dell’Unione europea è di estrazione sociale più elevata, mentre il 6,5% proviene da contesti meno avvantaggiati[15]. Per quanto riguarda il livello di istruzione delle famiglie, il 14,1% degli studenti italiani andati in Erasmus ha entrambi i genitori laureati, invece il 5,7% proviene da una famiglia in cui i genitori non posseggono il diploma di maturità[15].

Le ricerche operate da AlmaLaurea sono significative anche per scoprire i dati riguardanti le esperienze all’estero dei laureati italiani. Ciò che colpisce è che il numero di studenti italiani che decide di prendere parte ai programmi di mobilità europea è in aumento rispetto ai passati anni accademici. La meta Erasmus più richiesta è la Spagna, scelta dal 30,2% degli studenti, seguita rispettivamente da Francia, Germania e Regno Unito[15]. Il Rapporto di AlmaLaurea ha inoltre evidenziato che i programmi di scambio dell’Unione Europea vengono intrapresi soprattutto durante il biennio magistrale. La decisione di intraprendere uno scambio Erasmus sembra essere dettata anche dalla disciplina di studio[15]. L’area più rappresentata è quella linguistica con il 22,3% di partecipanti, a cui seguono medicina e odontoiatria con il 16,9%, architettura con il 13% e l’area giuridica e politicosociale con il 10,3%[15]. Le altre aree non superano invece la soglia del 10% di partecipanti[15].

Un fattore di differenza è dato dalle sedi universitarie[14]. Le percentuali di studenti Erasmus aumentano nelle università dell’Italia Nord-orientale, mentre sono più basse in quelle dell’Italia Meridionale e insulare[15].

Il tema della partecipazione all'Erasmus è stato toccato anche dalle ricercatrici Magali Ballatore e Martha K. Ferede, il cui lavoro si è concentrato su che cosa rappresenti l’Erasmus per gli studenti di tre università europee collocate in Francia, in Gran Bretagna e in Italia[13]. La tesi di partenza dello studio era che la partecipazione all’Erasmus dipende dall’estrazione sociale degli studenti, i quali possono utilizzare i programmi di scambio come un segno di distinzione in un’epoca di maggiore accesso all’istruzione. Risulta per molti un investimento volto ad acquisire un vantaggio sociale, un modo quindi per differenziarsi[13].

I risultati elaborati da Ballatore e da Ferede hanno dimostrato che gli studenti Erasmus solitamente hanno già compiuto più viaggi fuori dal proprio Paese, hanno soggiornato all’estero per acquisire competenze linguistiche, hanno uno status socioeconomico più elevato e sono più propensi alla mobilità dopo la laurea[13]. In base a ciò le due studiose hanno potuto concludere che partecipare ai programmi di scambio promossi dall’Europa può essere visto come il prosieguo di un percorso di vita già privilegiato in partenza[13].

La partecipazione italiana modifica

Le borse di mobilità per studenti, tirocinanti, insegnanti, volontari e altri giovani hanno permesso a quasi 58.000 italiani di partire (650mila in Europa), con un impegno finanziario di 92.80 milioni di euro. In questo ambito l'Italia è seconda solo alla Turchia per numero di candidature presentate. Il settore universitario ha beneficiato di oltre 53 milioni di euro, impiegati per sostenere le mobilità di oltre 34 mila studenti, professori e staff, a seguire la formazione professionale (25 milioni), la mobilità per i giovani (quasi 10 milioni), la formazione per il personale della scuola (3.6 milioni) e per il personale impegnato nell'educazione degli adulti. Le prime 5 università italiane per studenti in uscita sono: l'Università di Bologna, Alma Mater Studiorum, l'Università degli studi di Padova, la “Sapienza” di Roma, L'università degli studi di Torino e la Statale di Milano. Le destinazioni più scelte dagli studenti italiani sono Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Portogallo. Gli atenei italiani che accolgono più studenti dall'estero sono l'Alma Mater di Bologna, la “Sapienza” di Roma, l'Università degli studi di Firenze, il Politecnico di Milano e l'Università degli studi di Padova. Gli universitari arrivano soprattutto da Spagna, Francia, Germania, Turchia e Polonia. Sul fronte della cooperazione in progetti, ovvero quelle attività di collaborazione in partnership internazionali fra scuole, università, organizzazioni di giovani, enti pubblici e imprese, l'Italia ha realizzato 118 progetti (18mila in totale in Europa) con il coinvolgimento di 791 organizzazioni. Nel complesso, il budget destinato a questo tipo di attività è stato di oltre 30 milioni di euro. Gran parte dei progetti riguardano l'ambito scuola: sono 350 gli istituti coinvolti in Italia, con 62 scuole coordinatrici di progetto ed un finanziamento che sfiora i 12 milioni di euro. A seguire i progetti dei settori formazione, istruzione superiore, educazione degli adulti e gioventù.

Il rapporto segue e integra quanto già pubblicato dalla Commissione europea nel 2014, con un focus sulle quattro macro regioni europee: nord, sud (di cui fa parte l'Italia), est, ovest. Sono state intervistate oltre 71mila persone fra studenti, ex studenti e staff (accademico e amministrativo) per verificare l'impatto della mobilità Erasmus in termini di occupabilità, competenze e carriera a livello europeo. Dai dati emerge che gli studenti dei Paesi del sud Europa hanno maggiormente beneficiato delle mobilità, riducendo i tempi di disoccupazione. Sul fronte dei tirocini, ad esempio, il 51% degli italiani ha ricevuto un'offerta di lavoro dall'impresa europea in cui veniva svolto il traineeship (media europea 30%). L'esperienza di mobilità ha avuto un'influenza positiva anche sullo spirito di imprenditorialità: in Italia il 32% degli studenti con esperienza di tirocinio Erasmus è intenzionata ad avviare una start-up e il 9% l'ha già realizzata. I laureati che sono partiti in Erasmus hanno una maggiore mobilità lavorativa: il 93% è disposto a trasferirsi all'estero per lavoro e sono maggiormente disposti a cambiare datore di lavoro rispetto a chi non ha realizzato una mobilità Erasmus. Erasmus influenza anche le relazioni personali, l'87% degli italiani che hanno avuto un'esperienza Erasmus dimostra una maggiore “attitudine europea” (media europea 80%) e il 37% ha un rapporto affettivo stabile con una persona non italiana.

Secondo l'EUROSTAT per l'anno accademico 2012/2013 in Italia sono arrivati 19.964 studenti stranieri (per studio e placement); il paese si posiziona dunque al quinto posto per studenti ospitati (dopo rispettivamente: Spagna, Germania, Francia e Regno Unito).

I paesi di maggior provenienza degli studenti Erasmus in Italia erano:

gli studenti italiani erasmus erano 25.805 (per studio e placement); posizionandosi quindi al quarto posto (dopo rispettivamente: spagnoli, francesi e tedeschi).

Si erano recati a studiare maggiormente in:


Le università italiane che hanno ricevuto il maggiore numero di studenti nel 2014 Erasmus sono state:

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ Anais Ginori, Erasmus, in la Repubblica, 24 settembre 2014. URL consultato il 3 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2017).
  2. ^ (EN) Peter Rietbergen, Europe: A cultural history, London, Routledge, 2006, pp. 254-260, ISBN 0415323584.
  3. ^ a b c d Sofia Corradi, Erasmus ed Erasmus Plus. La mobilità internazionale degli studenti universitari, Roma, Laboratorio di Educazione Permanente Dipartimento di Scienze della Formazione Università degli Studi Statale “Roma Tre”, 2015, ISBN 9788890527326.
  4. ^ Premio 'Carlo V' a professoressa italiana che inventò Erasmus, in ANSA.it, 18 maggio 2016. URL consultato il 6 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2019).
  5. ^   AEGEE Europe, The creation of the Erasmus Programme, and the role of AEGEE, 24 dicembre 2012. URL consultato il 6 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2019).
  6. ^ a b c d e Daysy Yolanda Jimenez Campos, Progetto Erasmus. Un’analisi della “Students Satisfaction” (PDF), Pisa, 2014, pp. 18-68.
  7. ^ a b c d e (EN) AA. VV., From Erasmus to Erasmus+: A story of 30 years, Luxembourg, Publications Office of the European Union, 2018, ISBN 978-92-79-79644-9.
  8. ^ (EN) AA. VV., Annual Report 2016: Statistical Annex Erasmus+ (PDF), Brussels, European Commission, 2017.
  9. ^ (EN) AA. VV., The Erasmus+ Generation Declaration (PDF), 2017, ISBN 978-92-79-75358-9.
  10. ^ (EN) European Commission: Press Release, su europa.eu. URL consultato l'8 giugno 2019.
  11. ^ a b (EN) Uwe Brandenburg, The Erasmus Impact Study: Effects of mobility on the skills and employability of students and the internationalisation of higher education institutions, Luxembourg, Publications Office of the European Union, 2014, ISBN 978-92-79-38380-9.
  12. ^ a b c d e (EN) Vittoria Jacobone e Giuseppe Moro, Evaluating the impact of the Erasmus programme: Skills and European identity, in Assessment & Evaluation in Higher Education, vol. 40, n. 2, 2015, pp. 309-328, DOI:http://dx.doi.org/10.1080/02602938.2014.909005.
  13. ^ a b c d e (EN) Magali Ballatore e Martha K. Ferede, The Erasmus Programme in France, Italy and the United Kingdom: Student mobility as a signal of distinction and privilege, in European Educational Research Journal, vol. 12, n. 4, 2013, pp. 525-533, DOI:http://dx.doi.org/10.2304/eerj.2013.12.4.525.
  14. ^ a b Francesca Barbieri, Studiare all'estero aumenta del 14% le chance di trovare lavoro, in il Sole 24 ore, 12 ottobre 2018. URL consultato l'11 giugno 2019.
  15. ^ a b c d e f g Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, Sintesi della XX Indagine sul Profilo dei Laureati 2017 (Rapporto AlmaLaurea 2018) (PDF). URL consultato l'11 giugno 2019.

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