I Tenenbaum
I Tenenbaum (The Royal Tenenbaums) è un film del 2001 diretto da Wes Anderson.
TramaModifica
New York, anni settanta: Royal Tenenbaum, avvocato, e la moglie Etheline, archeologa, hanno tre figli piccoli, Chas, Margot e Richie, dotati di un grandissimo talento. Il primo a 12 anni è già un genio della finanza, la seconda, adottata (Royal non l'ha mai amata come una figlia vera e propria), è una talentuosa drammaturga e il terzo un campioncino di tennis.
Ma il tempo passa e le cose cambiano: a causa dei continui tradimenti di Royal, il matrimonio entra in crisi e la coppia si separa. I tre ragazzi crescono e il loro talento svanisce. Chas, vedovo con due figli, Ari e Uzi, è un ipocondriaco ossessionato dai pericoli; Margot, sposata con un noioso neurologo e accademico, Raleigh St. Clair, non scrive più, è una depressa cronica, fuma di nascosto e si perde in un malinconico declino; Richie sembra badare solo al suo falco addestrato ed è segretamente innamorato della sorellastra. Ma un giorno, dopo molti anni di assenza, Royal si ripresenta alla famiglia per cercare di salvare quel che può essere ancora salvato. Per stare con i suoi familiari finge di avere un cancro allo stomaco, ma verrà smascherato da Henry, il commercialista di Etheline e sua nuova fiamma. Così viene cacciato di casa e diventa portiere di ascensori insieme al suo assistente Pagoda.
Richie cerca di suicidarsi a causa del rapporto con Margot che non può sbocciare. Successivamente i due si confronteranno: anche lei prova amore per lui, e gli propone di coltivare una relazione in segreto.
Poco dopo Royal decide di cercare di mettere le cose a posto e divorzia ufficialmente da Etheline, in modo che lei possa finalmente sposarsi con Henry. Al matrimonio, Eli Cash, caro amico d'infanzia di Richie e con problemi di droga, arriva a gran velocità in macchina, sfonda la finestra e uccide il cane di Ari e Uzi. Royal si presenta con un nuovo cane per i due bimbi e Chas lo ringrazia: il loro rapporto, sempre conflittuale, si fa più sereno. Chas sarà l'unico ad assistere alla morte del padre, avvenuta per infarto a 68 anni. Il film si chiude con il funerale di Royal, al quale assistono i figli, Etheline e Henry, Eli, Raleigh, Pagoda e altri amici.
CriticaModifica
Il film si presenta come un compendio di psicanalisi familiare. L'assenza di affetto paterno e una madre troppo debole per prendere decisioni risolutive evidenziano l'assenza di modelli da imitare per i bambini, che crescono e provano a maturare da soli, sbagliando a loro volta. I rapporti dei Tenenbaum sono tutti compromessi e l'unico modo per raddrizzarli spetta al padre, peccatore originale, che sul finale della pellicola si redime, cancellando l'insoddisfazione, i fallimenti e le incomprensioni.[1][2]
CuriositàModifica
- Il regista, nella caratterizzazione dei personaggi, ha ammesso di essersi ispirato ai protagonisti della striscia a fumetti Peanuts. Anche il cagnolino di Ben Stiller, un beagle di nome Buckley, è un omaggio al cane Snoopy; altri sostengono sia un omaggio al cantante Jeff Buckley.
- Durante tutto il film il personaggio interpretato da Gwyneth Paltrow fuma sigarette di marca Sweet Afton, in commercio solo in Irlanda.
- Il personaggio interpretato da Danny Glover è ispirato, nelle fattezze, al segretario dell'ONU Kofi Annan. L'idea venne al regista dopo che Glover glielo presentò a un ricevimento.
- Il film è molto amato da Gabriele Salvatores, che l'ha omaggiato con qualche riferimento nel suo Happy Family.
- Il video di 'Hello' del DJ Martin Solveig sembra ispirato alla scena della disastrosa partita di tennis di Richie Tenenbaum.
- Il film è citato nel romanzo di John Green "An Abundance of Katherines", quando Katherine XIX invita il protagonista Colin a casa sua per vedere questo film, dal momento che anche Colin è un enfant prodige, come i figli di Royal Tenenbaum. A Colin il film piace perché, benché con le loro difficoltà, i ragazzi sviluppano affascinanti personalità da adulti.
- In occasione della festa di Halloween, Chas Tenenbaum e i due figli indossano una tuta sportiva di colore rosso ciliegia, che negli anni successivi è divenuta un abito di tendenza soprattutto fra le famiglie americane.[3]
Colonna sonoraModifica
- 111 Archer Avenue - Mark Mothersbaugh
- These Days - Nico
- String Quartet in F Major - Maurice Ravel (Ysaye Quartet)
- Me and Julio Down by the Schoolyard - Paul Simon
- Sonata for Cello and Piano in F Minor - George Enescu (The Mutato Muzika Orchestra)
- Main Title Theme (Billy) - Bob Dylan
- Look at That Old Grizzly Bear - Mark Mothersbaugh
- Look at Me - John Lennon
- Lullaby - Emitt Rhodes
- Mothersbaugh Canon - Mark Mothersbaugh
- Police & Thieves - The Clash
- Scrapping and Yelling - Mark Mothersbaugh
- Judy Is a Punk - Ramones
- Pagoda's Theme - Mark Mothersbaugh
- Needle in the Hay - Elliott Smith
- Fly - Nick Drake
- She Smiled Sweetly - Rolling Stones
- Ruby Tuesday - Rolling Stones
- I Always Wanted to Be a Tenenbaum - Mark Mothersbaugh
- Christmas Time Is Here - Vince Guaraldi Trio
- Stephanie Says - The Velvet Underground
- Rachel Evans Tenenbaum (1965-2000) - Mark Mothersbaugh
- Sparkplug Minuet - Mark Mothersbaugh
- The Fairest of the Seasons - Nico
- Hey Jude - The Mutato Muzika Orchestra
- Everyone - Van Morrison
RiconoscimentiModifica
- 2002 - Premio Oscar
- Candidatura per la Migliore sceneggiatura originale a Wes Anderson e Owen Wilson
- 2002 - Premio Golden Globe
- 2002 - British Academy Film Awards
- Candidatura per la Migliore sceneggiatura originale a Wes Anderson e Owen Wilson
- 2002 - Festival internazionale del cinema di Berlino
- Candidatura all'Orso d'oro
- 2002 - Satellite Award
- Candidatura per il Miglior film commedia o musicale
- Candidatura per il Miglior attore in un film commedia o musicale a Gene Hackman
- Candidatura per la Migliore attrice non protagonista in un film commedia o musicale a Anjelica Huston
- Candidatura per la Migliore attrice non protagonista in un film commedia o musicale a Gwyneth Paltrow
- Candidatura per il Miglior attore non protagonista in un film commedia o musicale a Ben Stiller
- Candidatura per il Miglior attore non protagonista in un film commedia o musicale a Owen Wilson
NoteModifica
- ^ Il grande Wes, ultimouomo.com, 9 aprile 2014. URL consultato il 20 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2014).
- ^ I Tenenbaum, mymovies.it. URL consultato il 20 aprile 2014.
- ^ Nikki Ogunaike, The Top 12 Tracksuit Moments In Pop Culture History - n. 8, su elle.com, 6 novembre 2015 (archiviato il 27 gennaio 2020).
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su I Tenenbaum
Collegamenti esterniModifica
- Sito ufficiale, su royaltenenbaums.com.
- (EN) I Tenenbaum, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- I Tenenbaum, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net.
- (EN) I Tenenbaum, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) I Tenenbaum, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) I Tenenbaum, su Rotten Tomatoes, Flixster Inc.
- (EN, ES) I Tenenbaum, su FilmAffinity.
- (EN) I Tenenbaum, su Metacritic, CBS Interactive Inc.
- (EN) I Tenenbaum, su Box Office Mojo, Amazon.com.
- (EN) I Tenenbaum, su TV.com, CBS Interactive Inc.
- (EN) I Tenenbaum, su AFI Catalog of Feature Films, American Film Institute.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 211753172 · GND (DE) 7665211-7 · BNF (FR) cb162078278 (data) |
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