La pazza gioia

film del 2016 diretto da Paolo Virzì

La pazza gioia è un film del 2016 diretto da Paolo Virzì, con protagoniste Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti.

La pazza gioia
Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti in una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno2016
Durata118 min
Rapporto2,35:1
Generedrammatico, commedia
RegiaPaolo Virzì
SoggettoPaolo Virzì
SceneggiaturaFrancesca Archibugi, Paolo Virzì
ProduttoreMarco Belardi
Distribuzione in italiano01 Distribution
FotografiaVladan Radovic
MontaggioCecilia Zanuso
MusicheCarlo Virzì
ScenografiaTonino Zera
CostumiCatia Dottori
Interpreti e personaggi

Il film è stato presentato nella sezione Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2016.[1][2]

Trama modifica

Villa Biondi, nei dintorni di Pistoia, è una comunità per donne affette da disturbi mentali. Qui nel maggio 2014 si incontrano Beatrice, una donna che si atteggia a gran signora finita lì come per caso, e Donatella, una giovane introversa e diffidente. Le due donne, dopo un approccio finito male, stringono un'inaspettata amicizia, che spinge i responsabili a sceglierle per un programma rieducativo di lavoro in un vivaio della zona.

Proprio lì, un giorno che il pulmino che dovrebbe riaccompagnarle in struttura ritarda, le due fuggono insieme su un autobus di linea e si ritrovano, finalmente libere, in un centro commerciale. Inseguite dagli operatori di Villa Biondi, trovano aiuto in un passante che dà loro un passaggio. L'uomo però sembra avere cattive intenzioni e, cogliendo al balzo un'occasione, Donatella scivola sul sedile di guida e scappa con l'amica rubando la macchina.

Euforiche per la fuga, le due donne ignorano le chiamate degli operatori che vorrebbero riportarle al sicuro, e decidono invece di recarsi da una veggente di Uzzano che dà loro risposte sibilline e riaccende la speranza su antichi fantasmi, legati al figlio di Donatella, Elia, che le è stato tolto dopo che ella tentò un omicidio-suicidio, e a un amante di Beatrice, un certo Renato, che l'ha abbandonata. Ciò innesca una crisi che, in assenza ormai di medicinali, è solo lo spirito positivo di Beatrice a calmare, invitando l'amica ad andare a divertirsi a Montecatini Terme.

Qui riescono a barcamenarsi finché il legittimo proprietario dell'autovettura non le scova e se la riprende. Finiscono allora dalla madre di Donatella, che ha rintracciato la figlia col telefono dopo essere stata sollecitata dagli operatori sanitari. La donna, che fa la badante, propone di ospitarle una notte, essendo ormai tardi, con l'intenzione di farle poi venire a riprendere il mattino successivo, ma le due fuggono di nuovo, dopo aver rubato farmaci e soldi.

Con l'autostop arrivano a Viareggio e, trascinate dall'irrefrenabile voglia di Beatrice di darsi alla pazza gioia, si fanno rimorchiare da alcuni ragazzi, che le portano in discoteca. Arrivano proprio in un locale di Marina di Pietrasanta dove Donatella aveva lavorato e dove incontra Maurizio, il suo ex-datore di lavoro che l'ha rovinata mettendola incinta e abbandonandola. In seguito a una lite causata da Beatrice, che si è giocata tutti i soldi alla roulette, arrivano i Carabinieri che le separano: Donatella, diffamata da Maurizio, sarà presa in custodia e, dopo essere stata scaricata dal padre, musicista al lumicino, viene destinata a un OPG, poiché ritenuta socialmente pericolosa.

L'altra nel frattempo si è dileguata e irrompe, la mattina dopo, nella casa al Monte Argentario dell'ex-marito, un famoso avvocato. Rimasta sola con lui, che la desidera ancora nonostante lei l'abbia lasciato inguaiandosi con il fantomatico Renato e lui si sia risposato, vanno a letto insieme e, dopo averlo sedato, Beatrice fugge di nuovo col tablet del marito, soldi e gioielli. Fingendosi l'avvocato stesso, scopre tutto sul conto dell'amica, su come si sia inguaiata, su dove si trovi adesso e su quale famiglia abbia in affido Elia. Con un taxi decide quindi di andare a liberarla presso l'OPG di Castiglione delle Stiviere. Arrivata lì, Beatrice riesce rocambolescamente a corrompere un'inserviente e a far recapitare a Donatella, che nel frattempo è ricaduta nella depressione più nera, una busta con l'indirizzo di Elia e un bracciale del valore di 35.000 euro. Fa sosta anche a Mantova, a casa di Renato, il suo ex-amante, venendo salvata da una scena penosa solo grazie al tassista.

Donatella riesce a fuggire e arriva a Capannori, dove l'aspetta Beatrice, nella bella villa di sua madre. Qui, mentre una troupe sta girando un film[3], le due finiscono tra le comparse e, truccate e abbigliate con costumi d'epoca, scappano su una decappottabile storica, riuscendo a dirigersi verso la casa dei genitori adottivi di Elia. Mentre Beatrice parla con questi ultimi, distraendoli, Donatella riesce a spiare Elia, che ormai non la riconosce nemmeno più.

Sconsolate, le due si ritrovano di nuovo senza meta, arrivando a tarda serata in piazza Mazzini a Viareggio, dove sciolgono le proprie paure e si confidano l'un l'altra. Quando il personale di villa Biondi riesce infine a ritrovarle, Beatrice viene riacciuffata, mentre Donatella scappa ancora: investita da uno scooter, ha la forza di scappare ancora e nascondersi in spiaggia dove si sveglia la mattina dopo, stanca, sporca e livida.

Il caso però vuole che quel giorno la famiglia adottiva di Elia sia andata al mare e che la donna si ritrovi, per qualche minuto, faccia a faccia col suo bambino e sorvegliata dagli occhi dei genitori adottivi che non intervengono, per evitare conflitti e un potenziale trauma per il piccolo. La donna, dopo aver fatto il bagno con Elia, gli parla e prende con lui l'impegno di rivederlo dopo che si sarà fatta curare, quindi va via, ormai pacificata, perché ora ha un progetto di vita. Con uno sforzo estremo riesce ad arrivare a piedi ai cancelli di villa Biondi, dove l'amica la sta aspettando.

Produzione modifica

Sceneggiatura modifica

L'idea del film è nata a Paolo Virzì mentre stava girando una scena tra Fabrizio Bentivoglio e Fabrizio Gifuni sul set de Il capitale umano, osservando la moglie Micaela Ramazzotti, incinta della loro secondogenita, venuta a trovarlo per il suo compleanno, camminare insicura nel fango e nella neve per mano di Valeria Bruni Tedeschi «con un misto di paura e di fiducia. Ecco, i due personaggi sono nati lì in quella immagine che avrei voluto inseguire con la macchina da presa» ha affermato il regista.[4]

Il personaggio di Beatrice Morandini Valdirana si è delineato nella mente del regista durante le riprese della scena finale non prevista de Il capitale umano, tagliata durante il montaggio, raffigurante Carla Bernaschi che fugge dalla sua casa correndo a piedi nudi nel parco della villa, che Valeria Bruni Tedeschi ha ripetuto entusiasta più volte nonostante non fosse necessario: «Credo che in quel momento ho visto per la prima volta Beatrice Morandini Valdirana ovvero la signora Bernaschi che si era tolta la maschera della buona educazione e finalmente manifestava la sua follia», ha dichiarato Virzì.[5]

Dal soggetto del regista toscano è nata una sceneggiatura scritta in collaborazione con Francesca Archibugi, sua grande amica, che aveva già trattato il tema del disturbo mentale e delle strutture psichiatriche successive alla legge Basaglia nel film Il grande cocomero: «se c’è una cosa che da sempre accomuna [me e Paolo]» ha dichiarato la cosceneggiatrice, «è quella di considerare naturale maneggiare i personaggi come dei casi clinici; entrambi raccontiamo sempre un po’ casi umani».[6]

Virzì ha affermato di essere stato influenzato da Qualcuno volò sul nido del cuculo di Miloš Forman e dalla pièce teatrale Un tram che si chiama Desiderio di Tennessee Williams (e dall'omonimo film diretto da Elia Kazan) da cui ha rubato «intere battute di Blanche Dubois, mettendole in bocca a Beatrice».[4][7]

Riprese modifica

Il 22 e il 23 febbraio 2015 il regista ha filmato delle scene con protagonista Micaela Ramazzotti ambientate durante il carnevale di Viareggio[8] e a Livorno. L'inizio ufficiale delle riprese è avvenuto però il 18 maggio seguente, con una durata di otto settimane.[9]

Il film è stato girato tra Livorno nella riserva naturale Calafuria, Viareggio (passeggiata, anche durante il carnevale, piazza Mazzini, piazza Puccini, la pineta, l'ospedale), Montecatini Terme (le Terme Tettuccio trasformate in un ristorante lussuoso[10]), Campi Bisenzio (il centro commerciale I gigli), Capannori (villa Mansi), Ansedonia e Pistoia (villa Forteguerri e vivai)[11].

La comunità terapeutica di Villa Biondi, che nel lungometraggio si trova nei dintorni di Pistoia, in realtà è una villa appartenente a Roberto Mezzaroma sulla via Tiberina; i murales sono stati creati per il set.[12]

L'auto con cui scappano le due protagoniste è una Lancia Appia Convertibile Vignale.

Colonna sonora modifica

Il brano musicale portante del film è la canzone Senza fine nella versione di Gino Paoli.

Promozione modifica

Il primo trailer è stato diffuso il 29 gennaio 2016.[13] Dal 10 maggio al 5 giugno 2016 è stata organizzata con le foto di scena una mostra alla Casa del Cinema di Roma.[14]

La locandina francese raffigurante la fuga in spider rossa delle due protagoniste, doveva inizialmente essere il poster italiano.[15]

Distribuzione modifica

Il film è stato presentato in anteprima nella sezione Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2016, per poi essere distribuito in 400 copie nelle sale italiane a partire dal 17 maggio 2016.[16]

Le date di uscita internazionali sono state:

  • 17 maggio 2016 in Italia
  • 8 giugno 2016 in Francia (Folles de joie)

Accoglienza modifica

Incassi modifica

Nel primo weekend di programmazione ha guadagnato 1335000 €. Al 28 agosto 2016, la pellicola ha incassato in Italia 6060000 €.[17]

Il film è stato distribuito dalla casa di distribuzione Bac Films in vari paesi esteri sia europei (tra cui Francia, Benelux, Germania, Spagna, Portogallo) che extraeuropei (come Taiwan, Brasile, Argentina, Australia, Israele).[18]

Critica modifica

Il film è stato accolto in maniera principalmente positiva dalla critica italiana. «Uno dei più bei film italiani della stagione (e non solo)» scrive Fabio Ferzetti su Il Messaggero, elogiando sia la «straordinaria alchimia delle protagoniste» che si danno «senza riserve ai personaggi, ma mantenendo sempre un controllo perfetto» sia la sceneggiatura «che condensa mondi interi in una battuta e spunti non banali nei continui equivoci fra queste donne che rappresentano due Italie inconciliabili», definendo il film «un esempio di buon uso della tradizione e delle risorse ancora disponibili. Umane, espressive e produttive».[19]

Maurizio Acerbi de Il Giornale afferma che il film sarà ricordato «solamente per la bravura delle due protagoniste [...] Valeria Bruni Tedeschi (soprattutto) e di Micaela Ramazzotti (l'attrice più brava, in Italia)» a cui la pellicola «deve tutto». Il giornalista critica la sceneggiatura che «analizza indirettamente (non sarebbe il solito Virzì), il ventennio berlusconiano» e dichiara che l'obiettivo del regista di raccontare «uno spaccato d'Italia» è rimasto «solo nelle intenzioni».[20]

«Vero che al film avrebbe giovato qualche piccolo taglio», dichiara Alessandra Levantesi Kezich de La Stampa, «ma è un peccato veniale, perché lo spessore umano delle protagoniste è più forte di tutto [e il regista], ben coadiuvato dal direttore di fotografia Vladan Radovic, le pedina con uno sguardo amoroso che trascina con sé lo spettatore».[21] «Strepitosa Valeria Bruni Tedeschi, fa la matta aristocratica come riesce solo alle attrici americane» afferma Mariarosa Mancuso de Il Foglio, che critica tuttavia definendola «di maniera» sia l'interpretazione di Micaela Ramazzotti sia quelle «molto di maniera» degli psichiatri e assistenti sociali, ma anche «la retorica sulla follia che irrompe a scardinare questo mondo omologato si poteva togliere di mezzo».[22]

Riconoscimenti modifica

Note modifica

  1. ^ «La pazza gioia» di Cannes per Virzì - VanityFair.it, su vanityfair.it. URL consultato il 14 maggio 2016.
  2. ^ 10 minuti di applausi per Virzì, attrici commosse, su ansa.it. URL consultato il 17 ottobre 2016.
  3. ^ Si assiste ad un ciak, e vi è scritto il nome della regista Francesca Archibugi che qui ha un cameo. Gli attori coinvolti sono Jasmine Trinca e Corrado Fortuna.
  4. ^ a b Chiara Ugolini, "La pazza gioia", la fuga di due donne in cerca d'amore e di libertà, su repubblica.it, 6 maggio 2016. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  5. ^ La prima volta che ho visto Beatrice Morandini Valdirana, su youtube.it, 20 maggio 2016. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  6. ^ Diamoci alla Pazza gioia, su cinematografo.it, 6 maggio 2016. URL consultato il 26 ottobre 2016.
  7. ^ Beatrice Bertuccioli, 'La pazza gioia' delle donne di Virzì. "Le mie lunatiche Thelma e Louise", su quotidiano.net, 7 maggio 2016. URL consultato il 26 ottobre 2016.
  8. ^ Virzì 'gira' al Carnevale di Viareggio, su ansa.it. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  9. ^ Virzì, nuovo film si girerà in Toscana, su ansa.it. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  10. ^ Road-movie Viareggio-Pistoia nuovo Virzì, su ansa.it. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  11. ^ Virzì, la mia Toscana della Pazza Gioia, articolo del Corriere Fiorentino
  12. ^ Malcom Pagani, Sul set della Pazza gioia di Virzì..., su cinquantamila.it, ilfattoquotidano.it. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  13. ^ La Pazza Gioia, il trailer del nuovo film di Paolo Virzì, su badtaste.it. URL consultato il 29 gennaio 2016.
  14. ^ "La pazza gioia" di Paolo Virzì, le foto di scena vanno in mostra, su repubblica.it. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  15. ^ Ciak n.08 agosto 2016, p. 128
  16. ^ Giuseppe Fantasia, La Pazza Gioia, di Paolo Virzì. Applausi all'anteprima stampa, il 14 maggio la presentazione a Cannes, su huffingtonpost.it, 6 maggio 2016. URL consultato il 15 ottobre 2016.
  17. ^ Scheda del film su MyMovies, su mymovies.it. URL consultato il 17 ottobre 2016.
  18. ^ La pazza gioia: il film di Virzì richiestissimo all’estero, su spettacolo.newsgo.it, spettacolo.newsgo.it/, 17 maggio 2016. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  19. ^ La pazza gioia, su Cinematografo, Fondazione Ente dello Spettacolo. URL consultato il 26 ottobre 2016.
  20. ^ Maurizio Acerbi, Un viaggio «folle» in cerca della pazza gioia, su ilgiornale.it, 19 maggio 2016. URL consultato il 26 ottobre 2016.
  21. ^ La pazza gioia - Critica, su cinema.ilsole24ore.com, ilsole24ore.com. URL consultato il 26 ottobre 2016.
  22. ^ Mariarosa Mancuso, LA PAZZA GIOIA, su ilfoglio.it, 20 maggio 2016. URL consultato il 27 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2016).
  23. ^ a b c Ciak d’Oro 2017: tutti i premi, su ciakmagazine.it. URL consultato l'08/06/17 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2021).
  24. ^ NOMINATIONS FOR THE EUROPEAN FILM AWARDS 2016, su europeanfilmacademy.org, 5 novembre 2016. URL consultato il 5 novembre 2016.
  25. ^ Valeria Bruni Tedeschi è l'attrice dell'anno all'Ischia Global, su giornaledellospettacolo.globalist.it, 18 luglio 2016. URL consultato il 24 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2016).
  26. ^ Premi FICE, tutti i vincitori, su rbcasting.com, 7 ottobre 2016. URL consultato il 7 ottobre 2016.
  27. ^ La Pazza Gioia, Espiga de Oro de la 61ª Seminci, su seminci.es, 29 ottobre 2016. URL consultato il 7 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2016).

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Collegamenti esterni modifica

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