Maurizio di Savoia

cardinale e vescovo cattolico italiano

Maurizio di Savoia (Torino, 10 gennaio 1593Torino, 4 ottobre 1657) era figlio cadetto del duca di Savoia Carlo Emanuele I e di Caterina Michela d'Asburgo.

Maurizio di Savoia
Governatore di Nizza
Principe di Savoia
Principe di Oneglia
Stemma
Stemma
Nome completoMaurizio di Savoia
TrattamentoSua Altezza Reale
Altri titoliMarchese di Argentera e Bersezio
NascitaTorino, 10 gennaio 1593
MorteTorino, 4 ottobre 1657
DinastiaCasa Savoia
PadreCarlo Emanuele I di Savoia
MadreCaterina Michela di Spagna
ConsorteLuisa Cristina di Savoia
ReligioneCattolicesimo
Maurizio di Savoia
cardinale di Santa Romana Chiesa
Museo di Roma a Palazzo Braschi. Ritratto del cardinale Maurizio di Savoia, terracotta (François Duquesnoy, 1635)
 
Incarichi ricoperti
 
Nato10 gennaio 1593 a Torino
Creato cardinale10 dicembre 1607 da papa Paolo V (dimessosi spontaneamente il 13 aprile 1643)
Deceduto4 ottobre 1657 (64 anni) a Torino
 

Biografia modifica

Infanzia modifica

Nacque a Torino il 10 gennaio 1593 nel Palazzo Reale di Torino, dal principe di Piemonte Carlo Emanuele I di Savoia e Caterina Michela d'Asburgo. Come il nonno Emanuele Filiberto di Savoia, fu avviato giovanissimo alla carriera ecclesiastica per motivi puramente politici, al punto che non prese mai i voti benché venisse nominato cardinale all'età di 13 anni; fu il più giovane fra i porporati italiani fino al 1615, quando fu nominato cardinale Carlo di Ferdinando de' Medici (che aveva 20 anni; nel frattempo Maurizio di Savoia ne aveva compiuti 22). Fu educato presso la corte spagnola di suo zio Filippo III di Spagna e iniziato alla vita militare con i fratelli in alcune spedizioni nelle Fiandre e a Genova.

Carriera e attività modifica

Nella primavera del 1620 fu nominato da Luigi XIII cardinale protettore di Francia; nel 1611 divenne abate commendatario della Sacra di San Michele.[1]

Nel 1615, in assenza del padre Carlo Emanuele I, fu tenente-generale di Piemonte per un breve periodo e governatore di Asti. All'inizio del regno del fratello maggiore fu "capitano degli arcieri piemontesi" e "guardia e maestro di campo di un reggimento di Cavalleria. Nel 1618 fu inviato a Parigi per concludere il matrimonio di suo fratello Vittorio Amedeo I di Savoia con Cristina di Borbone-Francia, figlia di Enrico IV di Francia. I duca suo fratello lo insignì nel 1642 del principato di Oneglia e della contea di Nizza; il sovrano di Francia lo nominò generale del Re. Non partecipò al conclave del 28 gennaio 1621 che elesse Papa Gregorio XV. Ricevette la berretta rossa il 18 febbraio 1621 e la diaconia di santa Maria Nuova il 17 marzo seguente. Il 19 aprile 1621 optò per la diaconia di sant'Eustachio e divenne protettore di Francia presso la Santa Sede. Partecipò invece al conclave del 1623 che elesse Papa Urbano VIII, adoperandosi molto per ottenerne la nomina e così favorire la Francia. Il 16 marzo 1626 optò per la diaconia di Santa Maria in Via Lata e da quell'anno fino alla sua rinuncia fu cardinale protodiacono.

Nel 1626 fondò a Roma l’Accademia dei Desiosi, che si riuniva nel suo palazzo capitolino. Ne erano membri, oltre a letterati romani come Bruni, Mascardi, Malvezzi, Pallavicino, intellettuali torinesi del profilo di Lodovico d'Agliè ed Emanuele Tesauro.[2]

Dopo il trattato di Rivoli del 1634 si schierò contro l'alleanza tra il Regno di Francia e il Ducato di Savoia, assumendo la protezione presso lo Stato Pontificio dell'Impero spagnolo in luogo di quella del Regno di Francia, suscitando così un'accesa polemica con i reggenti sabaudi. Il 7 ottobre 1637 morì Vittorio Amedeo I e gli succedette il nipote Francesco Giacinto: essendo ancora egli in età infantile, la madre Cristina di Borbone-Francia ne assunse la reggenza; Maurizio iniziò allora a cospirare con il fratello Tommaso al fine di ascendere al trono, cercando appoggi in vari stati.

La nobiltà, il clero e l'alta borghesia si divisero nei due partiti dei "principisti", filo-spagnoli e quindi suoi sostenitori, e "madamisti", filo-francesi e favorevoli a "Madama reale" (così veniva chiamata Maria Cristina). Questi contrasti portarono allo scoppio della Guerra civile piemontese.

Ad agosto del 1639 Madama reale fu costretta a fuggire da Torino (caduta in mano a truppe principiste) con il figlio erede al trono Carlo Emanuele. Tuttavia, già a novembre, essi poterono rientrare nella città, grazie alla maestria e all'alta capacità del suo luogotenente generale, il marchese di Pianezza Carlo Emanuele Filiberto Giacinto di Simiana. La pace fu raggiunta anche grazie all'accordo matrimoniale tra il cardinale Maurizio e la nipote dodicenne Luisa Cristina o Ludovica, celebrato a Nizza il 21 settembre 1641 nel Palazzo del Principe Maurizio dove si era eretto un altare provvisorio. testimoni di nozze furono il Marchese di Agliè ed il Marchese di Pianezza, gia a capo del Consiglio di Reggenza di Madama Cristina.
Nel concistoro del 1 dicembre 1642, il Pontefice Papa Urbano VIII annunciò le dimissioni del cardinale di Casa Savoia presentate al nunzio a Madrid e dichiarò il suo matrimonio valido. Nel 1648, dopo aver lasciato la porpora cardinalizia, Maurizio ricevette dal nipote Carlo Emanuele II di Savoia (ora duca a tutti gli effetti) il titolo di marchese di Argentera e Bersezio.
Dopo il matrimonio la coppia andò a vivere a Nizza dove Maurizio aveva ricevuto la carica di governatore. Non ebbero figli e il principe dedicò il resto dei suoi giorni allo studio della filosofia e delle lettere.

Morte modifica

Maurizio morì a Torino il 4 ottobre 1657 presso la Villa della Regina. Il 24 ottobre vennero celebrate le esequie solenni, con l'orazione Il cilindro composta dal famoso letterato Emanuele Tesauro.[3]

Il suo corpo fu inizialmente sepolto nel Duomo di Torino e, nel 1836, traslato nella Sacra di San Michele insieme a quello di altri illustri membri di Casa Savoia (tra cui il duca bambino Francesco Giacinto) per volontà del re Carlo Alberto di Savoia.

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Carlo III di Savoia Filippo II di Savoia  
 
Claudina di Brosse  
Emanuele Filiberto I di Savoia  
Beatrice di Portogallo Manuele I del Portogallo  
 
Maria d'Aragona e Castiglia  
Carlo Emanuele I di Savoia  
Francesco I di Francia Carlo di Valois-Angoulême  
 
Luisa di Savoia  
Margherita di Francia  
Claudia di Francia Luigi XII di Francia  
 
Anna di Bretagna  
Maurizio di Savoia  
Carlo V d'Asburgo Filippo d'Asburgo  
 
Giovanna di Castiglia  
Filippo II di Spagna  
Isabella di Portogallo Manuele I del Portogallo  
 
Maria d'Aragona e Castiglia  
Caterina Michela d'Asburgo  
Enrico II di Francia Francesco I di Francia  
 
Claudia di Francia  
Elisabetta di Valois  
Caterina de' Medici Lorenzo II de' Medici  
 
Madeleine de la Tour d'Auvergne  
 

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ DBI.
  2. ^ Giuseppe Alonzo, Un letterato milanese a Roma: Brunoro Taverna fra Spagnoli e Borromei, Umoristi e Lincei, in Studi Secenteschi, vol. 57, 2016, p. 59.
  3. ^ E. Tesauro, Il cilindro. Oration panegirica... nelle solenni esequie del serenissimo principe Mauritio di Savoia celebrate nel duomo di Torino, alli 24 di ottobre 1657, Torino 1657.

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN3700537 · ISNI (EN0000 0000 6150 2494 · BAV 495/46537 · CERL cnp00566254 · LCCN (ENn00008059 · GND (DE121733890 · BNE (ESXX5452797 (data) · BNF (FRcb14497335f (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n00008059